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Baiocco PIO VII 1815 Bologna


Guest utente3487

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Guest utente3487

Nella nota di pagina 413, Gigante scrive: “ Del Baiocco datato 1815 si ha notizia unicamente dell’esemplare catalogato dal Pagani al nr.98 il quale si riferisce ad un esemplare che sarebbe conservato presso il British Museum di Londra.”

La comparsa dell’esemplare in Asta Artemide dell’Aprile 2010 smentirebbe l’unicità di questo esemplare.

Che ne pensate?

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In realtà un altro esemplare di questa moneta era gia apparso di recente anche da InAsta, asta 30 lotto 733 in BB classificato RRRR, alla fine dai risultati dell'asta è risultato "non pervenuto"

http://www.inasta.com/Aste/AN030/Articoli/733D.jpg

http://www.inasta.com/Aste/AN030/Articoli/733R.jpg

Ciao

Michele

Modificato da ZuoloNomisma
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Guest utente3487

In realtà un altro esemplare di questa moneta era gia apparso di recente anche da InAsta, asta 30 lotto 733 in BB classificato RRRR, alla fine dai risultati dell'asta è risultato "non pervenuto"

http://www.inasta.com/Aste/AN030/Articoli/733D.jpg

http://www.inasta.com/Aste/AN030/Articoli/733R.jpg

Ciao

Michele

E sono già tre. ma che significa non pervenuto?

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In realtà un altro esemplare di questa moneta era gia apparso di recente anche da InAsta, asta 30 lotto 733 in BB classificato RRRR, alla fine dai risultati dell'asta è risultato "non pervenuto"

http://www.inasta.com/Aste/AN030/Articoli/733D.jpg

http://www.inasta.com/Aste/AN030/Articoli/733R.jpg

Guardando le foto ho notato subito che al R/ la data MDCCCXV risulta scentrata verso sinistra rispetto alla riga sovrastante e, inoltre, mi pare di intravedere un' ombra dove dovrebbe esserci la I di MDCCCXVI (1816). Tutto il bordo da ore 1.00 a ore 7.00 risulta come "sfocato" e, in generale, un po' strano.

Il collo dell'ultima testa a destra risulta assente così come la B di Bologna poco impressa facendo pensare ad una debolezza di conio che si riscontra anche al D/ in legenda.

Successivamente, consultando il catalogo La moneta, proprio nella nota 3 per l'anno 1815 B XVI è riportato "Recentemente sono apparse alcune monete che presentano la data MDCCCV non simmetrica con presenza forte usura (MB); è tuttora non chiaro se siano esemplari in cui la I di MDCCCVI si sia persa a causa dell'usura"

Personalmente opterei per un 1816 con la I mal impressa......l'asta sopra citata, invece, è terminata con un "Non aggiudicato" (e non Non pervenuto! ;) )

Modificato da wuby2007
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Nella nota di pagina 413, Gigante scrive: “ Del Baiocco datato 1815 si ha notizia unicamente dell’esemplare catalogato dal Pagani al nr.98 il quale si riferisce ad un esemplare che sarebbe conservato presso il British Museum di Londra.”

La comparsa dell’esemplare in Asta Artemide dell’Aprile 2010 smentirebbe l’unicità di questo esemplare.

Che ne pensate?

Sarà suggestione, ma a me sembra sempre di vedere un'ombra di I....! :blink:

Cmq, anche per questa, direi stesse debolezze di conio e stessa opinione come per la moenta precedente.

Aspettiamo pareri più autorevoli.

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Guest utente3487

Nella nota di pagina 413, Gigante scrive: “ Del Baiocco datato 1815 si ha notizia unicamente dell’esemplare catalogato dal Pagani al nr.98 il quale si riferisce ad un esemplare che sarebbe conservato presso il British Museum di Londra.”

La comparsa dell’esemplare in Asta Artemide dell’Aprile 2010 smentirebbe l’unicità di questo esemplare.

Che ne pensate?

Sarà suggestione, ma a me sembra sempre di vedere un'ombra di I....! :blink:

Cmq, anche per questa, direi stesse debolezze di conio e stessa opinione come per la moenta precedente.

Aspettiamo pareri più autorevoli.

Mi sembra che parta da una base d'asta di 200 euro..

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La moneta che sarà da Artemide era stata "presentata" sul forum di Ebay qualche mese fa, ed aveva trovato estimatori e dubbiosi:

http://forums.ebay.i...ID=11#501066104

Normalmente sono dell'idea che una data nasca centrata, ed una eventuale aggiunta successiva per il riutilizzo dei coni possa decentrarla (esempi classici le tante monete in rame di Gregorio XVI viste su questo forum).

Non è sempre così però, ad esempio su queste monete da 2 baiocchi di Pio VI per Bologna, di cui si trovano date 1795 centrate (standard) e decentrate, come per un conio "pronto" all'aggiunta dell'ulteriore "I" per il 1796:

post-35-1267818511,26_thumb.jpg

Sulle monete di Inasta e Artemide è particolarmente accentuata l'usura, e sicuramente non è facile dare un giudizio certo, soprattutto analizzando solo le foto.

Certo la moneta del British Museum, che il Pagani cita senza foto, potrebbe toglierci ogni dubbio in merito... se qualcuno passa da quelle parti...;)

Ciao, RCAMIL.

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Guest utente3487

Certo la moneta del British Museum, che il Pagani cita senza foto, potrebbe toglierci ogni dubbio in merito... se qualcuno passa da quelle parti...;)

Sempre che non sia una bufala :angry:

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Normalmente sono dell'idea che una data nasca centrata, ed una eventuale aggiunta successiva per il riutilizzo dei coni possa decentrarla (esempi classici le tante monete in rame di Gregorio XVI viste su questo forum).

Non è sempre così però, ad esempio su queste monete da 2 baiocchi di Pio VI per Bologna, di cui si trovano date 1795 centrate (standard) e decentrate, come per un conio "pronto" all'aggiunta dell'ulteriore "I" per il 1796:

Considerata la bellezza, la complessità e la ricchezza di particolari degli scudi rappresentati al D/ o le splendide raffigurazioni nei moduli superiori, non credo che l'incisore tralasciasse particolari estetici tipo la centratura della data. Passi per il "riciclo" dei conii, ma, nel caso della moneta in questione, primo anno di conio 1815, opterei per una data centrata rispetto alla sovrastante riga.

Stesso discorso anche per i 2 baiocchi 1795/1796 di Pio VI; guarda caso, anche qui, il 1795 è il primo anno di conio. In entrambi i casi sarei più propenso per la rottura di conio dell' ultima I della data di, rispettivamente, 1816 e 1796! ;)

Inoltre, abbiamo già discusso in altri post circa questi pezzi unici e rarissimi citati da un catalogo, ma non dall'altro che, dopo un po' di anni, vengono rimossi dai cataloghi stessi perchè la loro esistenza viene messa fortemente in dubbio. Nel caso in questione....possibile che il Pagani abbia trovato una quantità infinita di R4 o R5 sempre e solo al British Museum??? :blink: :lol:

Mi sembra che parta da una base d'asta di 200 euro..

e allora? liberi di venderla (o non venderla, visto l'invenduto! ;) ) a qualunque prezzo!

Modificato da wuby2007
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Personalmente opterei per un 1816 con la I mal impressa......l'asta sopra citata, invece, è terminata con un "Non aggiudicato" (e non Non pervenuto! ;) )

Se tu wuby eri in sala mi attengo a quanto dici, in caso contrario, cerco di fare chiarezza:

nel pdf delle aggiudicazioni di InAsta30 in corrispondenza del lotto 733 c'è la sigla "np" (che troviamo anche nel lotto 779). Dubito che sia un "non aggiudicato" visto che notoriamente i lotti invenduti non sono menzionati (vedi per esempio i lotti dal 724 al 727).

Quindi la questione si sposta sul significato di "np" che io ho interpretato come "non pervenuto".

ciao,

M.

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Se tu wuby eri in sala mi attengo a quanto dici, in caso contrario, cerco di fare chiarezza:

nel pdf delle aggiudicazioni di InAsta30 in corrispondenza del lotto 733 c'è la sigla "np" (che troviamo anche nel lotto 779). Dubito che sia un "non aggiudicato" visto che notoriamente i lotti invenduti non sono menzionati (vedi per esempio i lotti dal 724 al 727).

Quindi la questione si sposta sul significato di "np" che io ho interpretato come "non pervenuto".

Non ero in sala, mi sono attenuto a questo http://www.inasta.com/schedalotto.asp?id=122975

Cmq, in fondo all'elenco delle aggiudicazioni da te indicato, è chiaramente specificato che NP sta a significare "Lotto non presentato" che, personalmente, interpreto come ritirato dalla casa d'aste perchè "qualcosa non quadrava".....falso oppure erroneamente identificato.

L' NP di cui sopra avvalora forse la tesi che il 1815 è un 1816 con ultima I abrasa o mal impressa!

Modificato da wuby2007
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