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IGNORED

Caecilis Metellus, Cr.374/2


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Pensavo che la graziosa cicogna presente al D. fosse una marcatura di conio...invece fa parte del contenuto della moneta. E' presente la testa diademata della Pietas, preceduta dal trampoliere, probabilmente perchè la cicogna simboleggiava appunto la pietà-religiosità. E si tenga presente che Q.Caecilius Metellus portava anche il nome di Pius, aggiunto (sembra) per voto o richiesta popolare.

Al R. lituus e praefericulum in corona di alloro, e in esergo: IMPER Sembra che il titolo sia stato conferito a Q.Metellus dopo che, in Spagna, aveva sconfitto Sertorius. Classificata come Cr 374/2, è dell'81 a.C. Beh, per questa volta niente control-mark. Ma mi sfuggono molti particolari di questa moneta, e di Q.Cecilio Metello attivo nel fosco periodo sillano; di che "guerra di Spagna" si trattava? E questo titolo di "pius" gli è stato omaggiato dal popolo, ma perchè?

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Gran bella moneta Gianfranco....

La battaglia che Cecilio Metello svolse in Spagna credo proprio sia quella combattuta contro Quinto Sertorio, nel 77a.C. dopo che questo si ribellò creando una provincia autonoma, la Spagna Ulteriore.

Per il Pio non saprei proprio, anche se presumo per qualche sua dimostrazione di fedeltà o correttezza.

Modificato da Mirko8710
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Tra l'altro avevo subito scambiato la cicogna come control-mark, non sapevo proprio di questa affinità con la Pietas. Certo, c'è da capire come mai sia considerata simbolo di Pietà e Religiosità....non ci vedo nessuna congruenza....unsure.gif

Modificato da Mirko8710
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Gran bella moneta Gianfranco....

La battaglia che Cecilio Metello svolse in Spagna credo proprio sia quella combattuta contro Quinto Sertorio, nel 77a.C. dopo che questo si ribellò creando una provincia autonoma, la Spagna Ulteriore.

Per il Pio non saprei proprio, anche se presumo per qualche sua dimostrazione di fedeltà o correttezza.

Sempre da Wikipedia:

Il soprannome Pio, pare gli sia stato assegnato da Silla per essere un figlio sempre fedele e ossequioso del padre.
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Tra l'altro avevo subito scambiato la cicogna come control-mark, non sapevo proprio di questa affinità con la Pietas. Certo, c'è da capire come mai sia considerata simbolo di Pietà e Religiosità....non ci vedo nessuna congruenza....unsure.gif

Un po' di informazioni trovate in giro per la rete:

Il simbolo maggiormente rappresentativo della Cicogna è quello della pietas verso i genitori anziani e, ormai, incapaci di badare a se stessi. Tra i sostenitori di questa tesi troviamo gli Egizi, che usavano la cicogna per simboleggiare un uomo che ama il padre, e diversi importanti autori italici e greci, tra i quali ricordiamo Claudio Eliano, Aristofane, Orapollo, Artemidoro di Daldi e Basilio.

La cicogna simboleggia la pietà filiale, come ritenuto dai Romani e dai Greci, che la consacrarono a Giunone. I Romani chiamarono lex ciconiaria, dal suo nome, la legge che imponeva ai figli l'obbligo di assistere i vecchi genitori. L'uccello simboleggia anche la virtù in quanto accanito distruttore di serpenti, che a loro volta simboleggiano i vizi dell'umanità.

La Cicogna bianca è anche e soprattutto il simbolo dell’amore filiale verso i

genitori anziani. Secondo antiche credenze, infatti, i figli delle cicogne rimanevano

con i padri fino all’estrema vecchiaia, accudendoli e procurando loro il cibo.

Gli Egizi, riferisce Orapollo, antico studioso della scrittura geroglifica, quando

volevano simboleggiare un uomo che ama il padre, usavano il geroglifico che

rappresenta la cicogna. San Basilio (330-379), per stimolare la carità verso i

genitori anziani, narrava la leggenda delle cicogne che “mettendosi in circolo

attorno al padre, che per vecchiaia ha perso le piume, lo riscaldano con le proprie

ali e, somministrandogli cibo in abbondanza, gli procurano tutto l’aiuto possibile

anche nel volo, sostenendolo dolcemente con le ali”.

Lo stesso simbolismo si ritrova nei bestiari medioevali, opere molto diffuse nel

Medio Evo, dove ogni specie veniva caratterizzata da un comportamento o da una

qualità interpretati in chiave teologico-morale. Nei bestiari, la cicogna rappresenta

la pietà dei figli per i genitori, coerentemente col decimo comandamento “onora il

padre e la madre”.

Nella cristianità, oltre all’amore filiale e all’amore coniugale, si

attribuirono alla cicogna i simboli della misericordia e della carità.

L’abitudine delle cicogne di nutrirsi anche di serpenti fu molto apprezzata

sin dall’antichità tanto che, come riporta Ripa nel XVI secolo, nell’emblema

della Puglia veniva rappresentata la cicogna con la serpe nel becco, perché

“quest’animale in niuna altra parte dell’Italia fa il nido che in quella, onde si dice

esservi pena della vita a chi ammazza le Cicogne per il beneficio che esse

apportano con tenere netto il Paese dalle serpi”.

Anche Plutarco (46-125) riferiva che “i Tessali onorano le cicogne

perché giunsero quando la terra aveva generato un’infinità di serpenti che esse

sterminarono; sicché quella popolazione creò una legge che punisce con la morte

tutti coloro che uccidono una Cicogna”.

Nella mitologia greca questo comportamento ispirò il mito di Antigone, l’attraente

sorella di Priamo, che scatenò la rabbia di Era vantandosi di possedere una

capigliatura più bella della sua.

La dea, per vendicarsi, trasformò i capelli di Antigone in serpenti che la

tormentavano con i loro morsi.

Gli dei, impietositi, tramutarono Antigone in cicogna così che ella poté, in quella

veste, eliminare tutti i serpenti.

Anche Virgilio (70-19 a.C.) nelle “Georgiche” accenna alle abitudini predatorie

della specie: “Ottima la semina dei vigneti quando nella

rosseggiante primavera viene il bianco uccello odiato dalle lunghe serpi”.

Nella cristianità medioevale, le serpi rappresentavano i peccati che la cicogna

combatteva e, nel Rinascimento, la cicogna fu l’emblema del disprezzo, della

distruzione dei piaceri e dei cattivi affetti, come ricorda Cecco d’Ascoli nei versi:

“El vizio abandona e disdegnando - non teme suo veneno che nel mondo - uccide

l’uomo…”.

Ma la cicogna ha suscitato anche simboli negativi o addirittura

demoniaci. I Latini, per esempio, la considerarono l’emblema della derisione a

causa del suono crepitante emesso col becco e, rappresentata con un pesce nel

becco, simboleggiava il demonio che si è impadronito di un’anima.

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