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TEMP FEL REPARATIO


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Stamattina al Cordusio un amico collezionista di romane, molto bravo e informato (peccato che non scriva nel Forum) mi ha chiesto a bruciapelo: che cosa sono e che cosa indicano le "lettere nel campo" che compaiono su alcune serie della FEL TEMPORUM REPARATIO? Non ho saputo rispondere, così mi ha illustrato la sua ipotesi, che è piuttosto complessa ed ha a che fare anche coi pesi e la svalutazione. Ve la faccio breve: lui pensa che le lettere indichino, in qualche modo, il valore della moneta. Infatti, se la lettera compare in una certa emissione, pare che sia la stessa nelle varie zecche. Sicuramente non è una "marcatura di conio" (come ad es. nelle repubblicane), non ne ha alcuna caratteristica, del tipo: susseguirsi di lettere successive nel tempo sullo stesso tipo di moneta. Lui pensa che il valore potrebbe essere indicato, in qualche modo, dalle lettere che corrisponderebbero "alla greca" a dei numeri (A=1, B=2, gamma=3, M=40, ecc.).

A me pare un po' strano. Ho cominciato con una piccola verifica sulle mie monete.

-Costante: niente lettere.

-Costanzo Gallo: nella serie "uccisione del cavaliere caduto", in moduli AE 2 ho trovato una S solo al R.

-Costanzo 2°: nella serie "uccisione del cavaliere caduto", nei moduli AE2 ho trovato la lettera A (sia sul D che sul R) e la lettera Gamma (solo sul R). Su moduli più piccoli ho trovato solo sul R una M (che però secondo il mio amico è una doppia I).

Nella serie "sulla nave con vittoria", in una AE 2 trovo una gamma solo sul R; in altre, una A sul D e sul R.

Nella serie "trae prigioniero fuori da capanna", AE 2, trovo una N sia al D che al R.

-Giuliano 2°: nella serie "uccisione cavaliere caduto", modulo piccolo, trovo una M solo al R.

Credo però di ricordare diverse altre lettere (ad es. delle Delta sul D e sul R), non ho ancora cercato sul RIC nè altrove. Voi avete letto notizie e ipotesi generali in proposito? E come esempio posto qualche moneta. Le prime due sono di Costanzo 2° (scusate la qualità, è materiale vecchio)

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Modificato da gpittini
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Ciao Gianfranco,

per quanto riguarda queste monete mi sono fatto uno schemino che un po' mi aiuta:

nel 350 d.C. la maiorina riporta al D/ la lettera A come segno di valore, la ½ maiorina la lettera N.

Nel 351-352 d.C. il valore originale della maiorina era:

lettera A equivalente a 1 centennionale = 100 denari

lettera B equivalente a 2 centennionali = 200 denari

lettera Γ equivalente a 3 centennionali = 300 denari

lettera Δ equivalente a 4 centennionali = 400 denari

lettera E equivalente a 5 centennionali = 500 denari

lettera S equivalente a 6 centennionali = 600 denari

Queste dalla A alla S sono maiorine ritariffate e riportano al R/ il segno di valore Γ=3 centennionali, S=6, M=1000 (la millesima parte del solido).

dopo provo a inviarti la foto di una maiorina di Costanzo Gallo.

Marcus Didius

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Posto Costanzo Gallo:

Maiorina di Aquileia 3 officina del 353-4 d.C. emessa sotto Costanzo II - AE19 - g. 3,350

D/ DN CONSTANTIVS IVN NOB C

dietro la testa è riportata la lettera A come segno di valore di 1 centennionale.

R/ FEL TEMP RE-PARATIO AQ T

nel campo in alto a sinistra il numerale LXXII che indica il peso della moneta espresso in numero di pezzi per libbra romana. Dal peso di una libbra di bronzo di g. 327,456 si ottenevano 72 pezzi per coniare maiorine con peso teorico di g. 4,548. Sempre al R/ si nota la maiorina ritariffata S a 6 centennionali=600 denari.

Marcus Didius

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DE GREGE EPICURI

Ti ringrazio del contributo, che mi pare utile perchè sul RIC le notizie sono molto sparpagliate e direi anche incomplete (io quanto meno ho trovato solo qualcosa, qua e là). Tu ha utilizzato anche altri testi? Risulta chiaro in ogni caso che le lettere hanno a che fare col valore della moneta e con le diverse ri-rariffazioni. L'impressione però è che non fosse per niente facile orientarsi, specie per...gli analfabeti, o comunque per chi non era molto pratico con l'alfabeto. Come diavolo avranno fatto per i pagamenti quotidiani?

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Beh, magari i simboli non sapevano interpretarli, ma sapevano riconoscerli.

Non è da escludere che andassero per associamento; con i simbolo "A" ci compri questo, con :Greek_Gamma: quest'altro ecc ecc.

Ovviamente è solo un'ipotesi... :)

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Awards

Salve, condivido con quanto detto da Mirko che associassero le lettere con quello da comprare. Per quanto riguarda gli appunti li ho presi oramai da anni e riportati nella storia della mia raccolta e, scritto solo la bibliografia. Comunque vi posto quanto riportato da Damian R. Salgado - Monedas romanas el bajo imperio 294-498 d. J.C. Buenos Aires 2004 (è un valente studioso della monetazione tardo romana). Per il frazionamento della libbra romana in 72 pezzi sul R.I.C. è riportata per le coniazioni dei costantinidi e sparsa un po' sporadicamente sottoforma di 1/72. Cayòn (Compendio de las monedas del imperio romano - Madrid 1990) al libro IV pag.3202 zecca di Aquileia riporta: LXXII=72 piezas por libra (bastante comùn centenionales tipo FEL. TEMP. REPARATIO de los anòs 352-57 d.C., en AE).

Marcus Didius

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Modificato da Marcus Didius
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  • 9 anni dopo...

DE GREGE EPICURI

Riprendo questa vecchissima discussione, stimolato da alcuni interventi recenti, e vi mostro qualche altra moneta provvista di lettere. Il periodo è sempre il regno di Costanzo 2°, inteso in senso lato (compresa l'usurpazione gallica di Magnenzio). La prima moneta è di Giuliano Cesare, cugino quindi di Costanzo 2°; pesa 2,0 g. e misura 18 mm. La zecca purtroppo è assolutamente illeggibile. Al rovescio, davanti alla lancia, si legge una N (ma potrebbe forse essere una M): corrisponderebbe quindi alla mezza maiorina, secondo lo schema riportato da @Marcus Didiusper l'anno 350. Tuttavia, Giuliano fu creato Cesare solo nel 355.

Le dimensioni della lettera N sono abbastanza ridotte; riesce difficile credere che essa potesse essere facilmente individuata e letta correttamente.

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La seconda moneta è di Magnenzio, il cui regno va dal 350 al 353; esso si limitava sostanzialmente alla Gallia, con estensioni verso la Spagna e l'Italia Settentrionale nel primo periodo; però a suo nome coniarono anche zecche come Aquileia e Roma. La moneta che vi mostro pesa 4,9 g. e misura 25 mm; è una GLORIA ROMANORUM, con cavaliere (Magnenzio?) che travolge un nemico, e riporta al D a sinistra una lettera che a me pare chiaramente una M. La zecca non è ben leggibile, ma dovrebbe trattarsi di Roma: R-corona-? (forse Q). Si pone qui il problema di interpretare la M, che secondo Salgado (riportato da Marcus Didius) corrisponderebbe a 1000 (la millesima parte del solido).

A domani per altra puntata.

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DE GREGE EPICURI

Ma ecco due bronzetti più interessanti. Sono  entrambi di Costanzo 2° (uccisione del cavaliere caduto); uno è un po' più pesante (3,8 g. e 19-20 mm), l'altro più leggero e molto consunto (3,0 g. e 19 mm). Mi pare che entrambi siano della zecca di Roma (R-corona allungata-T). Il primo ha anche la particolarità di avere le scritte ribattute al diritto: si legge CON..CONSTAN-TIUS PF..US PF AUG.  Ma la cosa interessante è che entrambi hanno al diritto una bella B, e al rovescio una chiara Γ. Questo vorrebbe dire, secondo la tabella più volte citata, che al diritto sono tariffati 2 centennionali (200 denari) e al rovescio 3 centennionali (300 denari).

A questo punto, vedo solo 2 alternative: o si è trattato di un errore della zecca (ma ripetuto!), oppure l'ipotesi "metrologica" delle lettere, almeno per questa emissione, non è valida. Opinioni?

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Supporter

@gpittini

Ne avevamo parlato insieme in una recentissima discussione:

Premetto che non ho le competenze necessarie per elaborare un parere fondato e ragionato. Vorrei però esprimere i miei pensieri.

Innanzi tutto, se ho ben capito (la materia e' davvero piuttosto ostica per me), le lettere sarebbero quindi sigle di valore, nella fattispecie una sorta di ri-tariffazione. La lettera sul dritto rappresenterebbe (secondo lo schema di Marcus Didius) il valore reale e quella sul rovescio quello ritariffato.  Il problema e' però che su alcune monete la lettera e' presente solo sul rovescio (vedi #13).  Non capisco però a questo punto allora che significato avesse mettere la lettera al dritto, visto che farebbe fede solo quella al rovescio (ri-tariffazione).

Pur da semplice appassionato continuo ad avere i miei dubbi sul fatto che  le persone riuscissero a districarsi "a vista" guardando le lettere che talora (come hai fatto notare) sono anche piccole, incise su in tondello di meno di 20 mm e  per di più su un rovescio "elaborato" come quello delle FEL TEMP REPARATIO.

Questa la mia opinione. Spero di essermi spiegato.

Buona notte

Modificato da Stilicho
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