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Salve a tutti,

cosa ne pensate, secondo voi è un bb?

Mi ha colpito molto perchè ha un bel ritratto.

Non sono riuscito a trovarlo nel PR qualcuno mi può aiutare?

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Grazie.

Ciao.

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Salve,ben centrato il rovescio alcune schiacciature,il dr ha i capelli del sovrano poco definiti non si vedono corrosioni.

Il bb ci puo' stare .

Ciao.

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Non sono riuscito a trovarlo nel PR qualcuno mi può aiutare?

Il Pannuti - Riccio tratta solo le monete uscite sicuramente dalla Zecca di Napoli, quindi sono esclusi tutti quegli esemplari coniati nelle zecche cosidette minori e quelli attribuiti alla zecca napoletana, ma coniati in Spagna.

Tornando al cavallo è un cavallo della zecca de L'Aquila credo sia comune, conservazione che si aggira su BB

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Non sono riuscito a trovarlo nel PR qualcuno mi può aiutare?

Il Pannuti - Riccio tratta solo le monete uscite sicuramente dalla Zecca di Napoli, quindi sono esclusi tutti quegli esemplari coniati nelle zecche cosidette minori e quelli attribuiti alla zecca napoletana, ma coniati in Spagna.

Tornando al cavallo è un cavallo della zecca de L'Aquila credo sia comune, conservazione che si aggira su BB

Già, mi sembra ovvio.

Comunque non disperare, c'è la nuova opera di Simonluca Prefetto sulle monete di L'Aquila, è un buon volume, riporta molte delle varianti di punteggiatura e sigle mancanti nel CNI XVIII.

Certo sarebbe bello se qualche studioso di buona volontà lo mettesse on line il CNI. Magari su www.ilportaledelsud.org un giorno, chissà ...................... ;) . Tutto può essere.

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Mi unisco a Francesco per i preziosi consigli. Oltre al XVIII volume del Corpus e al valido studio di Simonluca Perfetto sulla zecca aquilana c'è anche il grande volume di D'Andrea-Andreani sulle zecche abruzzesi. Riferimento fondamentale, anche se ormai datato per la classificazione delle varianti, è il mai abbastanza lodato Lazari (Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi, Venezia 1858), facilmente reperibile in anastatica Forni, impareggiabile per la maestria con cui tesse una trama generosa di rimandi tra numismatica, storia e diplomatica. Per tutti i cavalluzzi, a qualsiasi zecca appartengano, impeccabile resta la classificazione di Mario Rasile nel suo piccolo gioiello "I cavalli del periodo aragonese" fino a pochi anni fa introvabile, ma recentemente ristampato nei Quaderni del Circolo di Formia.

Concordo sul fatto che il cavallo che ci hai mostrato è molto gradevole, ben centrato, di modulo generoso, in buono stato e di conservazione omogenea. Si tratta del tipo più comune, con aquiletta davanti all cavallo e iniziale dell'incisore Gian Carlo Tramontano in esergo. I cavalli aquilani in genere vengono suddivisi in due periodi: quelli con al diritto la grafia FERDINANDVS e la legenda continua al rovescio, privi di iniziali, che si ritengono coniati a partire dal 1471 fino alla ribellione sotto le insegne pontificie (1486). E quelli con FERRANDVS e la T al rovescio, posteriori alla ribellione, benchè esistano innumerevoli piccole sottovarianti per la posizione relativa di aquiletta e iniziale, per la suddivisione della legenda al rovescio (interessante in REG - NI del tuo pezzo) e per la presenza di altri piccoli segni di zecca, come i cerchietti in esergo in questo pezzo:

FerramteAQ_D.jpgFerramteAQ_R.jpg

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Mi unisco a Francesco per i preziosi consigli. Oltre al XVIII volume del Corpus e al valido studio di Simonluca Perfetto sulla zecca aquilana c'è anche il grande volume di D'Andrea-Andreani sulle zecche abruzzesi. Riferimento fondamentale, anche se ormai datato per la classificazione delle varianti, è il mai abbastanza lodato Lazari (Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi, Venezia 1858), facilmente reperibile in anastatica Forni, impareggiabile per la maestria con cui tesse una trama generosa di rimandi tra numismatica, storia e diplomatica. Per tutti i cavalluzzi, a qualsiasi zecca appartengano, impeccabile resta la classificazione di Mario Rasile nel suo piccolo gioiello "I cavalli del periodo aragonese" fino a pochi anni fa introvabile, ma recentemente ristampato nei Quaderni del Circolo di Formia.

Concordo sul fatto che il cavallo che ci hai mostrato è molto gradevole, ben centrato, di modulo generoso, in buono stato e di conservazione omogenea. Si tratta del tipo più comune, con aquiletta davanti all cavallo e iniziale dell'incisore Gian Carlo Tramontano in esergo. I cavalli aquilani in genere vengono suddivisi in due periodi: quelli con al diritto la grafia FERDINANDVS e la legenda continua al rovescio, privi di iniziali, che si ritengono coniati a partire dal 1471 fino alla ribellione sotto le insegne pontificie (1486). E quelli con FERRANDVS e la T al rovescio, posteriori alla ribellione, benchè esistano innumerevoli piccole sottovarianti per la posizione relativa di aquiletta e iniziale, per la suddivisione della legenda al rovescio (interessante in REG - NI del tuo pezzo) e per la presenza di altri piccoli segni di zecca, come i cerchietti in esergo in questo pezzo:

FerramteAQ_D.jpgFerramteAQ_R.jpg

Caro Giuseppe, continuo a pensare che sei il discendente diretto di qualche coniatore o maestro di zecca che metteva da parte i pezzi migliori per un futuro collezionista siciliano di nome Giuseppe (alias Junomoneta). Che ritratto sto cavalluzzo!

Testa radiata che ricorda le romane, ma grande e piena di salute come quelle greche. ;)

I volumi di Rasile sono davvero affascinanti, non so se hai notato, il buon Rasile impostava i suoi studi un po' come Pannuti, non riportava tutte le varianti di punteggiatura o di leggenda, spero di non sbagliare ma evidenziava solo le tipologie. Comunque sono volumi fondamentali per l'approfondimento della materia, non ci si stanca mai di leggerli.

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Caro Giuseppe, continuo a pensare che sei il discendente diretto di qualche coniatore o maestro di zecca che metteva da parte i pezzi migliori per un futuro collezionista siciliano di nome Giuseppe (alias Junomoneta). Che ritratto sto cavalluzzo!

Testa radiata che ricorda le romane, ma grande e piena di salute come quelle greche. ;)

il buon Rasile impostava i suoi studi un po' come Pannuti, non riportava tutte le varianti di punteggiatura o di leggenda, spero di non sbagliare ma evidenziava solo le tipologie. Comunque sono volumi fondamentali per l'approfondimento della materia, non ci si stanca mai di leggerli.

:lol: :lol: :lol: Come siciliano sono un tantino troppo citra Pharum! :lol: :lol: :lol:

In effetti, ora che mi ci fai pensare con il tuo parallelo, Rasile ha fatto una cosa molto interessante, particolarmente nel saggio sui coronati. E cioè ha suddiviso la classificazione delle tipologie in base alle varianti "maggiori" (figure, iniziali, segni di zecca), ma si è poi riservato, nel testo, di specificare tutte le abbreviazioni riscontrate per ogni singola parola in legenda, così da alleggerire la casistica, pur fornendo gli strumenti per identificarne tutte le eventuali variazioni. Doppio sistema molto ingegnoso e pratico!

La grande intelligenza del Rasile è stata quella di soffermarsi soltanto su sigoli tipi cronologicamente circoscritti. E' riuscito in questo modo ad esaurire in uno spazio esiguo la casistica prevalente per queste tipologie, approfondendone i dettagli storici, epigrafici, diplomatici e squisitamente tecnici. Lascia sbalorditi la possibilità di disporre di piccoli cataloghi che riproducono in foto ogni singola variante per quel tipo, in modo da fornire riscontri visivi preziosissimi...rammenta di un'epoca (non così remota) in cui non esisteva qualcosa come il Web, con i suoi enormi database pieni zeppi di immagini. Un tempo in cui, se non avevi girato per decenni i negozi, le mostre-mercato e le grandi aste, un coronato con il drago a testa umana non sapevi manco come era fatto...

Ne abbiamo parlato tanto che vale la pena di celebrare il suo lavoro ulteriormente sub specie imaginis:

IMG_0001-21.jpgIMG_0002-15.jpg

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Caro Giuseppe, continuo a pensare che sei il discendente diretto di qualche coniatore o maestro di zecca che metteva da parte i pezzi migliori per un futuro collezionista siciliano di nome Giuseppe (alias Junomoneta). Che ritratto sto cavalluzzo!

Testa radiata che ricorda le romane, ma grande e piena di salute come quelle greche. ;)

il buon Rasile impostava i suoi studi un po' come Pannuti, non riportava tutte le varianti di punteggiatura o di leggenda, spero di non sbagliare ma evidenziava solo le tipologie. Comunque sono volumi fondamentali per l'approfondimento della materia, non ci si stanca mai di leggerli.

:lol: :lol: :lol: Come siciliano sono un tantino troppo citra Pharum! :lol: :lol: :lol:

In effetti, ora che mi ci fai pensare con il tuo parallelo, Rasile ha fatto una cosa molto interessante, particolarmente nel saggio sui coronati. E cioè ha suddiviso la classificazione delle tipologie in base alle varianti "maggiori" (figure, iniziali, segni di zecca), ma si è poi riservato, nel testo, di specificare tutte le abbreviazioni riscontrate per ogni singola parola in legenda, così da alleggerire la casistica, pur fornendo gli strumenti per identificarne tutte le eventuali variazioni. Doppio sistema molto ingegnoso e pratico!

La grande intelligenza del Rasile è stata quella di soffermarsi soltanto su sigoli tipi cronologicamente circoscritti. E' riuscito in questo modo ad esaurire in uno spazio esiguo la casistica prevalente per queste tipologie, approfondendone i dettagli storici, epigrafici, diplomatici e squisitamente tecnici. Lascia sbalorditi la possibilità di disporre di piccoli cataloghi che riproducono in foto ogni singola variante per quel tipo, in modo da fornire riscontri visivi preziosissimi...rammenta di un'epoca (non così remota) in cui non esisteva qualcosa come il Web, con i suoi enormi database pieni zeppi di immagini. Un tempo in cui, se non avevi girato per decenni i negozi, le mostre-mercato e le grandi aste, un coronato con il drago a testa umana non sapevi manco come era fatto...

Ne abbiamo parlato tanto che vale la pena di celebrare il suo lavoro ulteriormente sub specie imaginis:

IMG_0001-21.jpgIMG_0002-15.jpg

E' vero, Rasile impostò i suoi studi secondo come li hai descritti tu, diciamo che era della scuola di Pannuti. Leggendo la premessa nel Pannuti Riccio troviamo le risposte ai discorsi che stiamo facendo sul metodo di catalogazione di quei mitici anno '80. Rasile è stato un grande studioso e le pubblicazioni dell'omonimo circolo formiano sono preziosissime.

Complimenti Giuseppe, sei davvero un grande e colto appassionato. Grazie di essere tra noi. Hai anche una biblioteca infinita. Mi sa che dovrò fare una capatina in Abruzzo Citra per sfogliare qualche testo serio di numismatica. Sto disperatamente cercando il catalogo Fiorelli.

A proposito, sei abruzzese, io avevo un sacco di amici delle tue parti, proprio di Chieti, capoluogo dell'Abruzzo Citra, che mi dicevano uno sciogli-lingua in dialetto loro simpaticissimo "STING NA FRECA STRUC, STRAC E STRUPPIAT", tu che sei un abruzzese me lo traduci per favore? Non sono mai riuscito a capire questa frase (la S leggila SHH).

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A proposito, sei abruzzese, io avevo un sacco di amici delle tue parti, proprio di Chieti, capoluogo dell'Abruzzo Citra, che mi dicevano uno sciogli-lingua in dialetto loro simpaticissimo "STING NA FRECA STRUC, STRAC E STRUPPIAT",

Orrore! Il terribile dialetto teatino! :lol: :lol: :lol: Meglio pensare ai bolognini o al carlino con San Giustino! :lol:

STRUC non mi risulta, ad ogni modo, in linea di massima dovrebbe potersi tradurre: "Sono un sacco stanco e spompato" o qualcosa del genere. :lol:

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A proposito, sei abruzzese, io avevo un sacco di amici delle tue parti, proprio di Chieti, capoluogo dell'Abruzzo Citra, che mi dicevano uno sciogli-lingua in dialetto loro simpaticissimo "STING NA FRECA STRUC, STRAC E STRUPPIAT",

Orrore! Il terribile dialetto teatino! :lol: :lol: :lol: Meglio pensare ai bolognini o al carlino con San Giustino! :lol:

STRUC non mi risulta, ad ogni modo, in linea di massima dovrebbe potersi tradurre: "Sono un sacco stanco e spompato" o qualcosa del genere. :lol:

Grazie per la traduzione superveloce, erano anni che mi tormentava quella frase. :P

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A proposito, sei abruzzese, io avevo un sacco di amici delle tue parti, proprio di Chieti, capoluogo dell'Abruzzo Citra, che mi dicevano uno sciogli-lingua in dialetto loro simpaticissimo "STING NA FRECA STRUC, STRAC E STRUPPIAT",

Orrore! Il terribile dialetto teatino! :lol: :lol: :lol: Meglio pensare ai bolognini o al carlino con San Giustino! :lol:

STRUC non mi risulta, ad ogni modo, in linea di massima dovrebbe potersi tradurre: "Sono un sacco stanco e spompato" o qualcosa del genere. :lol:

Confermo struc non esiste.

Ciao.

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Parlando di zecche abruzzesi...a fronte dei grandi cataloghi (alcuni fortunatamente molto recenti) altre piccole opere utilissime a studiosi ed appassionati, che non dovrebbero mancare:

zecche_abruzzesi.jpgIMG_0003-9.jpg

IMG_0005.jpgIMG_0004-6.jpg

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