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MESSAGGI DELLE MONETE MEDIEVALI


Risposte migliori

Le monete in generale possono essere viste anche come un mezzo di comunicazione, un tramite tra l'ente emittente e gli utilizzatori; sono portatrici con le loro immagini e parole di messaggi ed esplicano ed esercitano varie funzioni.

In epoca medievale , dove l'alfabetizzazione non era diffusa, la loro funzione e l'intento era rivolto, grazie all'immobilità delle tipologie, a garantire la bontà e la qualità delle stesse, creando un clima di fiducia e di consenso per la migliore spendibilità e commercialità delle medesime.

La simbologia dell'ente emittente imperiale viene presentata, anche se non con immagini, solo nelle leggende e nei monogrammi per ricordare l'autorità e il potere della stessa ; anche i simboli cristiani sono ricorrenti, quali il tempietto tetrastilo e la croce e sono a monito che alla fine anche l'Imperatore è un delegato dell'autorità divina.

Quindi Chiesa, Imperatore e più tardi decentramento del diritto di coniare dato ai Comuni dall'Imperatore stesso , Comuni che a loro volta manderanno messaggi della loro identità e importanza tramite le loro monete : avremo allora i nomi delle città nelle leggende, simboli territoriali come la porta urbica di Genova, ma anche i Santi locali rappresenteranno e rivendicheranno l'autorità e il potere locale, il tutto in un periodo dove le monete, grazie allo sviluppo dei commerci e i cambiamenti economici, saranno sempre più richieste ed usate.

Ma oltre a questi messaggi delle autorità imperiali, delle autorità locali, dei poteri ecclesiastici, la moneta oltre alla sua funzione puramente commerciale, esplica diverse funzioni che variano anche secondo il periodo storico e diventano rappresentazioni per esempio del demonio e simbolo di avidità di possesso e ricchezza materiale nell'alto medioevo, ma anche strumento di offerta e di testimonianza nei depositi in tomba, in particolare di Santi, in questo caso la moneta si eleva a una funzione spirituale alta e significativa di tramite tra il pellegrino terreno e il Santo, da simbolo materiale diventa e assurge a strumento di fede.

Anche nei riti di fondazione la moneta assume una funzione specifica che va oltre la datazione presunta del deposito, ma diventa essa stessa testimonianza e segno di memoria.

Penso si possano ampliare e commentare ulteriormente questi spunti su messaggi e funzioni della monetazione medievale e che le argomentazioni in merito non manchino di certo.

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Il denaro di Asti esemplifica bene parte di quanto detto prima, coi suoi messaggi imperiali nel dritto con CVNRADUS II e REX , con la croce patente nel rovescio,che rappresenta la Chiesa, e il simbolo di identità ,il nome della città al rovescio ,l'ASTENSIS, qui è tutto raccolto in una piccola monetina del tempo .

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Modificato da dabbene
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credo che ancora oggi la moneta sia un' importante portatrice di messaggi... l' ingresso dell' euro, non a caso, oltre alle motivazioni strettamente legate alle scelte finanziarie, è anche portatrice del messaggio di unione... prima dell' euro, la lira durante il regno ha portato il messaggio dell' unità del paese... Vittorio Emanuele II ne dedicò una a varie città italiane... poi il busto stesso del re era u8n messaggio di sovranità, il fascismo, poi, utilizzò la moneta come mezzo di propaganda... insomma... la missione della moneta come portatrice di un messaggio non è ancora conclusa !!!

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Ciao Mario; sei di nuovo dei nostri? Immagino che tu sia rientrato dalle ferie...se poi ogni tanto guardi il cellulare, ........ ;) :lol: :lol:

Beh, che aggiungere d'altro a quanto hai già detto? Sottoscrivo e mi vengono alla mente tante belle monete che hanno caratteristiche come quelle che hai elencato tu.

Per una volta non scrivo di Venezia :P ma penso a tutti quegli stemmi, motti, oggetti di varia natura che hanno caratterizzato per decenni o secoli talune monetazioni.

In araldica mi sembra che si chiamino "parlanti", cioè simboli che identificano una famiglia cospicua; oppure simboli o Santi che identificano uno Stato, come hai detto tu.

Penso al "toson d'oro" ed al mito che incarna, unitamente a quelle famiglie che se ne potevano fregiare; alla pisside presente sulle monete mantovane; al nodo d'amore o di Savoia (basta la parola); ai vari Santi cominciando da S.Pietro e S.Paolo, da S.Ambrogio a S.Giorgio, da S.Marino a S.Giovanni, ecc. ecc.

In taluni casi, i simboli che nella moneta richiamano ad una certa provenienza, sono più d'uno; vedi ad esembio il fiorino di Firenze dove compaiono sia il giglio, sia S. Giovanni; oppure a San Marino, sulle cui monete spesso compaiono sia l'effige del Santo, sia i tre castelli con i tre pennacchi.

Un ultimo accenno a quanto detto da magdi. E' vero quanto dici, ma relativamente alle monete coniate, ma per le banconote, invece, essedo "veramente" comuni a tutti gli stati ed inferiori di numero per tipo, non presentano affatto simboli che possano richiamare alla mente uno stato a scapito di altri.

Saluti

Luciano

Modificato da 417sonia
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In una società fragile, dove le mutazioni avvenivano velocemente (conquiste, vendite di territori e interi principati,...) e le persone in grado di leggere erano pochissime la moneta assunse sicuramente un ruolo fondamentale alla comprensione del mondo intorno a sè e alla trasmissione di segnali, piccole pubblicità, messaggi a volte espliciti, a volte quasi subliminali. Per esempio gli Antiquores, coniati dall'Imperatore in comunione con il Santo Pontefice trasmettevano un segnale forte di quelli che potevano essere i rapporti fra le due grandi autorità che dominavano "l'Europa". Un denaro che riporta il nome della città con la dizione "comune" o "civitas" affianco a quello dell'autorità Imperiale è un chiaro segno di transizione, di convivenza. La trasmissione di un messaggio di Fede Cristiana attraverso la moneta è un fenomeno molto rilevante che si può constatare per tutto il medioevo. Oltre ai piccoli segni sospensivi (crocette, trifogli, globetti,....) e alle indicazione dell'autorità emittente si trova spesso la Croce (emblema della Chiesa) o, verso la fine del XII secolo, la raffigurazione di un Santo avente a che fare con la città di coniazione (Venezia: San Marco, Ancona: San Ciriaco, Viterbo: San Lorenzo,...).

E' per me molto interessante studiare la mutazione del centro del potere che avviene fra XII e XIII secolo. Il potere Imperiale che piano piano scompare lasciando sempre più spazio di manovra ai comuni, che vanno acquistando l'indipendenza. Le legende che una volta riportavano solo il nome dell'Imperatore, il suo monogramma e un'indicazione dell'officina monetaria di produzione, si trasformano, cambiano tema e valore e assumono il ruolo di messaggeri di quel grande periodo che è stato la nascita dei comuni. Dall'oppressione da parte dell'esercito di un Imperatore sentito lontano e distante dai problemi dal popolo sottomesso alla partecipazione di tutti i cittadini in un'assemblea civica. Quasi un ritorno alle antiche poleis greche.

Questo secondo me è un lasso di tempo eccezionale, che ha determinato la nascita di una di quelle strutture che oggi gestiscono il potere e che merita di essere analizzato e studiato con cura, non solo dal punto di vista storico ma anche numismatico. Ciò non sarebbe certo possibile se la moneta non ne fosse una chiara testimone. ;)

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