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  1. Dopo aver discusso e presentato in questa sezione molte ripostigli inglesi del III secolo, questa volta mi trasferisco in Francia, più precisamente a Reyssouze nell’Ain dove l’11 ottobre del 2014 durante alcuni lavori privati in un terreno, è stato fortuitamente scoperto un ripostiglio di 2096 monete di cui 17 denari e 2079 antoniniani. 1147 antoniniani appartengono all’Impero Gallico e 577 risultano essere produzioni irregolari. Tra le imitazioni vengono segnalati anche almeno 11 esemplari della serie DIVO CLAVDIO (conteggiati però con il gruppo di emissioni relative all’Impero Centrale). L’intero ripostiglio, dopo uno studio preliminare, è stato messo in vendita tramite asta pubblica. Questa è la composizione del ripostiglio per imperatori (e congiunti): Impero Centrale Settimio Severo Geta Caracalla Eliogabalo Giulia Mesa Alessandro Severo Massimino Gordiano III Filippo I Otacilia Severa Filippo II Traiano Decio Errenia Etruscilla Divi Treboniano Gallo Volusiano Valeriano I Gallieno Marianina Salonina Salonino Valeriano II Gallieno (regnante da solo) Salonina Claudio II Divo Claudio Quintillo Aureliano Severina Tacito Florian Probo Caro Carino Numeriano Diocleziano Impero Gallico Postumo Aureolo Mario Vittorino Tetrico I Tetrico II Imitazioni Il report preliminare attualmente disponibile (a cura di Isabelle Bollard-Raineau), costituisce l’unico studio esistente sul ripostiglio, ma non è completo e soprattutto non è privo di errori e refusi. Il blocco di monete degli imperatori gallici, per esempio, non è stato classificato completamente e nella lista dei sovrani ufficialmente non risultano emissioni di Mario, mentre a seguito di una revisione del materiale da parte della casa d’aste che ne ha curato la vendita, è emerso un antoniniano dell’imperatore gallico del tipo FELICITAS AVG. Leliano non risulta invece presente nel ripostiglio. Il deposito è stato trovato con il suo contenitore originario: una vaso in lamina di bronzo di fattura italica, ma di produzione locale. Si tratta di un normale vaso di uso comune di fatto presente tra le normali dotazioni domestiche. Si tratta quindi di un possibile ripostiglio apparentemente “domestico”. C’è un grande lasso temporale tra le emissioni più vecchie e quelle più recenti: il termine “post quem” è il 286 a fronte di un termine “ante quem” del 195. Tale tipologia di ripostiglio rientra in una serie di depositi analoghi come Goeblingen (2769 es; TPQ 279), Cléry (2787 es; TPQ 282), Reichenstein (2555 es; TPQ 283) ma è paragonabile anche a depositi più consistenti come Evreux (73373 es; TPQ 282), Sainte-Pallaye (8864 es; TPQ 283), Bavai (6659 es; TPQ 289), Annecy (10640 es; TPQ 281) o l’italiano La Venera (46077 es; TPQ 287). Il tesoro di Reyssouze presenta una parte di evidente tesaurizzazione (lampante la presenza di denari d’argento del periodo severiano, ma anche di buoni antoniniani in biglione con un discreto quantitativo di argento) e una parte che doveva riflettere parte della circolazione monetaria del periodo nonostante il mantenimento dello scopo iniziale dell'accumulo (la tesaurizzazione). La presenza di antoniniani di Probo in ottimo stato di conservazione fa propendere per una data di chiusura del ripostiglio anteriore al 300, approssimativamente collocabile tra il 286/290 e potrebbe quindi essere messo in relazione con le invasioni barbariche che interessarono le Gallie attorno agli anni ‘80 del III secolo e quindi condizionato proprio dal periodo di instabilità e scarsa sicurezza del territorio che gravava sulla provincia gallica recentemente riannessa all’Impero Centrale. Sulla composizione si possono fare alcune considerazioni. Per la componente di monete relative all’Impero Centrale, gli esemplari anteriori al 253 costituiscono una porzione consistente di una sessantina di esemplari di cui fanno parte 17 denari che di sicuro uscirono dalla circolazione monetaria attorno al 251 a seguito del loro recupero sistematico durante il regno di Traiano Decio prima e Treboniano Gallo dopo. Il grado di usura di questi pezzi non è elevato, anzi, alcuni esemplari godono di una buona conservazione come ad esempio il pezzo di divinizzazione emesso da Caracalla per Settimio Severo. (DIVO SEVERO PIO / CONSECRATIO; RIC 191e; 211 d.C.) Si tratta quindi di esemplari sottratti abbastanza repentinamente dalla circolazione e quindi di una sorta di ripostiglio iniziato e continuato nel tempo. Molto presumibilmente l’accantonamento dev’essere iniziato prima della sparizione totale dalla circolazione delle monete di argento puro e quindi sicuramente prima degli anni ‘50 del III secolo: una sorta di ripostiglio famigliare presumibilmente gestito da più generazioni. La presenza di antoniniani di buona lega della prima metà del III secolo è altrettanto rilevante: 22 esemplari di Gordiano III (20 della zecca di Roma e 2 della zecca di Antiochia) 13 esemplari di Filippo I e congiunti (di cui anche un denario a nome di Otacilia Severa, tutti della zecca di Roma), 9 esemplari di Traiano Decio e congiunti, 3 esemplari di Treboniano Gallo e 1 solo esemplare di Volusiano. La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata: 52 sono gli esemplari della serie DIVO CLAVDIO di cui 11 ufficiali, 31 indetermnati e 10 imitativi. Complessivamente sono raggruppati in 40 di tipo Altare e 12 di tipo Aquila. Circa la componente “gallica” invece la ripartizione fatta nello studio preliminare è la seguente: Che va tuttavia rettificata dato che nel computo è “scappato” un esemplare di Mario confuso per un altro sovrano gallico. Mi soffermo ad approfondire alcuni aspetti di questo gruppo dato che, come ben sapete, il cuore dei miei interessi numismatici riguarda proprio la monetazione dell’Impero Gallico. la presenza delle monete galliche è piuttosto notevole (più della metà dell’intero ripostiglio se consideriamo le imitative) le imitative galliche sono quasi tutte di buon modulo e di buon peso. Si possono considerare pressoché assenti i cosiddetti minimi (diametro inferiore ai 10 mm). Le imitative presenti inoltre hanno uno stile molto aderente ai prototipi ufficiali o comunque abbastanza buono tale da confondersi con i tipi imitati o comunque da essere utilizzati con pari valore delle emissioni ufficiali. La presenza di moneta gallica così strutturata rispecchia l’evoluzione della produzione (e circolazione monetaria) senza tradire l’intento originario del deposito ovvero la costituzione di un gruzzolo di tesaurizzazione che riflette il progressivo impoverimento del materiale monetale pur tuttavia continuando a rispettare il principio della legge di Gresham: accantonamento della moneta con maggior contenuto di fino e mantenimento nel flusso circolatorio della moneta più povera. La qualità delle imitative presenti infatti rappresenta proprio un lavoro di selezione del circolante: tesaurizzazione della sola moneta rispondente a determinati standard (buon peso, buon modulo e stile vicino alle emissioni regolari) e conseguente scarto di imitative di bassa qualità, peso e moduli ridotti che erano comunque in circolazione (se non addirittura in produzione) al momento della formazione/occultamento del tesoro. Utilizzando le classi di catalogazione delle imitative proposte da Jean Marc Doyen nel suo studio sulla monetazione imitativa, nel ripostiglio di Reyssouze la produzione locale è da ricondurre sostanzialmente alle classi 1 e 2 con sporadici esemplari rientranti nelle classi 3 e 4 (quantitativi comunque non rilevanti): Quindi le classi 3 e 4, di fatto assenti nel deposito, erano in circolazione e in produzione proprio nell’ultimo periodo di accantonamento del deposito e della sua chiusura. L’ultimo blocco di Antoniniani a essere analizzato è quello riferibile agli anni 270/288 e riconducibile all’Impero Centrale con la riannessione dei territori gallici (dopo il 273 grazie ad Aureliano). La composizione è così strutturata: Aureliano: 199 esemplari (48,7% Milano; 21,1% Roma; 16,7% zecca incerta; 4,5% Serdica; 4% Siscia; 2,5% Lione; 2,5% Pavia; 0,5% Cizico) Tacito: 61 esemplari (70,5 % Lione; 23% Pavia; 4% Roma) Floriano: 7 esemplari (Lione) Probo: 177 esemplari (79,7% Lione; 14,7% Pavia; 2,3% Roma; 1% Siscia; 2,3% zecca incerta) Caro: 6 esemplari (5 Lione, 1 Roma) Carino: 19 esemplari (18 Lione, 2 Roma) Numeriano: 16 esemplari (Lione) Diocleziano: 4 esemplari (Lione) Gli esemplari appartenenti al periodo di chiusura del ripostiglio sono mal rappresentati e costituiscono un gruppo assai poco numeroso rispetto l’insieme del tesoro. Ampliando lo spettro d’analisi si può notare come con Aureliano il grosso dell’apporto al flusso monetario era garantito dalla zecca di Milano per poi passare il primato alla zecca di Lione che di fatto garantiva, assieme all’atelier di Pavia (aperto in concomitanza alla chiusura di Milano) la quasi totalità del circolante dell’area gallica. Verosimilmente la tesaurizzazione di esemplari nuovi e riformati di Aureliano prima e Probo poi, doveva essere bilanciata dal permanere in circolazione di un considerevole quantitativo di numerario imitativo abbondantemente svilito e sottopeso segnale di come vi fosse necessità di moneta spicciola per i traffici quotidiani e di come nei territori gallici abbia faticato a imporsi la moneta riformata che doveva sostituire le emissioni galliche. Chiudo ora la discussione allegandovi la mia rappresentanza del ripostiglio qui analizzato, ovviamente la scelta degli esemplari è ricaduta sostanzialmente nei sovrani gallici, imitative comprese, con l’inclusione degli imperatori centrali coevi Claudio, Quintillo e Aureliano (di quest’ultimo ho optato per l’ultima emissione uscita dalla zecca di Milano prima della sua chiusura). Purtroppo mancano all’appello Gallieno e Mario per la rappresentanza completa dell’arco temporale di mio interesse, ma mi ritengo comunque soddisfatto della composizione del mio “petit tresor monétaire”. 1) Postumo e Aureolo 2) Vittorino 3) Tetrico I e II 4) Claudio e Quintillo 5) Imitative 1/2 6) Imitative 2/2 7) Aureliano Portate pazienza per le foto... fatte al volo ieri sera con il telefono, poca luce e nessun accorgimento particolare. Nel gruppo, apparentemente alquanto "ordinario", ci sono alcune chicche per appassionati gallici e un pezzo interessante e anche, direi, abbastanza raro che è sfuggito sia in fase di catalogazione preliminare che in fase di verifica prima della vendita all'incanto e della successiva rivendita da parte del venditore professionale (purtroppo i miei sono acquisti di "seconda" tornata e quindi risentono di un leggero rincaro). Vediamo se notate gli elementi di maggior interesse... io non vi dico nulla
  2. Illyricum65

    Peover Superior Hoard

    Ciao, ecco un hoard britannico abbastanza recente come data di rinvenimento. Si tratta del Peover Superior Hoard. Scoperto nel gennaio 2015 da due cercatori con MD nei pressi di Altrincham, Cheshire, tra Manchester e Liverpool. Nonostante il freddo pungente Rick Parker e Ronald Lees compirono vari surveys e dopo quattro infruttuose uscite decisero di tentare un’ultima volta. Il metal detector iniziò a suonare e il sessantaduenne Lees iniziò a rimuovere il terreno, trovando una moneta. Ben presto si resero conto di aver individuato un deposito monetale di una certa consistenza e si recarono a denunciare la scoperta al locale Finds Liaison Officer. Sono emerse in totale circa 7.000 monete (6.959 per l’esattezza)! L’hoard si trovava deposto in un vaso ceramico. Il deposito monetale al momento del ritrovamento Il deposito rimosso per il recupero Dopo la ripulitura in studio L'asportazione del deposito monetale
  3. Illyricum65

    Wold Newton Hoard

    Ciao, speravate che avessi smesso di monitorare i depositi monetali britannici di età romana e quindi di non subire l’ennesima discussione sul tema? Speranza vana, periodicamente compio qualche ricerca e qualcosa di nuovo salta fuori. Per cui torno a tediarvi in merito… In questi giorni ho trovato notizia di un hoard scoperto un paio d’anni fa ma che solo ora comincia ad avere visibilità: il Wold Newton Hoard. Rinvenuto nel 2014 presso il villaggio omonimo (East Yorkshire) dal metaldetectorista David Blakey, consta di 1857 monete dell’epoca tetrarchica. Alcune foto con il rinvenitore e con il Dott. Woods dello Yorkshire Museum.
  4. grigioviola

    South Petherton hoard

    Oggi volevo parlarvi di questo ripostiglio inglese che non mi sembra sia stato approfondito nel forum. Ha una composizione davvero interessante sia per la presenza di monete di un certo livello di rarità che per alcuni pezzi "di contorno" ma di estremo interesse (gli unici trattenuti dal museo competente per territorio: il Somerset County Museum). Il ripostiglio è stato rinvenuto il 13 novembre del 2013 dal detectorista George Hughes residente a South Petherton e comprende ben 7562 antoniniani, 1 denario, 1 asse, 1 sesterzio e un anello di bronzo. La moneta più antica è probabilmente l'asse e si tratta di una copia barbarica di un asse di Claudio di cui purtroppo non sono riuscito a trovare alcuna immagine. La parte musealizzata è unicamente quella riguardante il sesterzio e l'annello di bronzo che sono stati trovati "uniti" assieme: materiale di risulta per produrre moneta imitativa? Di radiati irregolari il ripostiglio ne conteneva solamente 33, una minima parte rispetto la totalità dei pezzi. Il solo denario presente è di Settimo Severo (l'unica foto che ho trovato non è ahimé delle migliori): Le dimensioni del ripostiglio sono notevoli e in linea con gli hoard inglesi che comunemente troviamo repertoriati per quel periodo, molto belle alcune foto d'insieme: come data di interramento e chiusura del ripostiglio è stato preso il termine del 274 visto che la moneta più recente è un antoniniano di Aureliano della zecca di Milano (quarta serie). Particolarmente nutrita la presenza di monete di Leliano, ben 23, e di Mario, 81. I Gallici sono in totale 4847 ed è quindi palese che si tratti di un accumulo di monete formato durante l'impero Gallico e interrato poco dopo la sua fine in un periodo di incertezza politica. Da notare, infine, un antoniniano di Salonino da Augusto (FELICITAS AVGG) che si aggiunge ai 13 noti per quel tipo: La composizione completa del ripostiglio è questa: Central Empire Marcus Aurelius (AD 161-80), 1 (sestertius) Wars of the Succession (AD 193-7) Septimius Severus, 1 (denarius) Gordian III (AD 238-44), 1 Philip I (AD 244-9), 1 Decius (AD 249-51), 1 Herennia Etruscilla, 1 Trebonianus Gallus (AD 251-3), 4 Joint reign of Valerian & Gallienus (AD 253-60) Valerian I, 107 Gallienus, 45 Uncertain (Valerian or Gallienus), 1 Salonina, 60 Valerian II, 4 Divus Valerian II, 12 Saloninus Caesar, 10 Saloninus Augustus, 1 Sole reign of Gallienus (AD 260-8) Gallienus, 1364 Salonina, 101 Claudius II (AD 268-70), 760 Divus Claudius II, 67 Quintillus (AD 270), 121 Aurelian (AD 270-5), 52 - latest coin fourth series at Milan (= AD 274) Gallic Empire Postumus (AD 260-9), 773 Laelian (AD 269), 23 Marius (AD 269), 81 Victorinus (AD 269-71), 3296 Tetricus I (AD 271-4), 526 Tetricus II, 112 Others Uncertain Gallic emperor, 3 Emperor illegible, 1 Irregular as (Claudian copy), 1 Irregular radiates, 33 L'intero ripostiglio è stato venduto all'asta da Lawrences Auctioneers il 19/05/2016 fruttando ben 48.800 sterline. Fa impressione vedere le foto di alcuni lotti (tutti multipli), ve ne metto alcuni per curiosità (notate l'unico lotto raggruppante tutti i Leliano... da lasciarci gli occhi!): Era un ripostiglio di cui sono venuto a conoscenza dopo l'asta... altrimenti un pensiero l'avrei fatto... di certo non al lotto dei Leliano... che ha raggiunto un signor cifrone! Ma tant'è... mi sono accontentato oggi di acquistare da Sondermann due Postumo a mio avviso carini e uno non proprio così frequentissimo. Provengono entrambi da questo lotto multiplo: e nello specifico sono: Postumus Antoninianus, struck 262 AD at Cologne mint. Obv: IMP C POSTVMVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust right. Rev: SALVS AVG, Salus standing left, holding patera in right hand from which a snake, which is rising from small altar placed on ground to left, is feeding; in her left hand Salus holds a rudder. 3,13 g, 21 mm. RIC 85; Elmer 301; AGK (corr.) 79; Cunetio 2392 Postumus Antoninianus, struck 268 AD at Cologne mint. Obv: IMP C POSTVMVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust right. Rev: IOVI STATORI, Jupiter standing left, holding thunderbolt and sceptre. 3,31 g, 20 mm RIC 309; Elmer 563; AGK (corr.) 38a; Cunetio 2449 Che dire, sono soddisfatto dell'acquisto e soprattutto della provenienza dei pezzi in questione che è certa, tracciata, studiata, catalogata e venduta legalmente con tutti i sacri crismi del caso. Qualsiasi parere e confronto è ovviamente gradito!
  5. Sapete quanto sia appassionato alla monetazione romana del III secolo con particolare riferimento agli antoniniani ufficiali e non dell'impero gallico, meglio se provenienti da hoard inglesi censiti e studiati. Orbene... qui ci sarebbe pane per i miei (e non solo miei!!!) denti: https://www.sixbid.com/browse.html?auction=2926&category=59813&lot=2443547 ...ad avere una paccata di sterline sotto al materasso un pensierino uno anche lo farebbe...
  6. Illyricum65

    Beachy Head Hoards

    Il contenuto della presente discussione è proposta e condivisa tra lo scrivente Illyricum e grigioviola, accomunati dal comune interesse per il tema e, questa volta, dal fatto di aver provveduto pressochè contemporaneamente all’acquisto di alcuni esemplari provenienti dallo stesso hoard. L’amico grigioviola aveva già parlato in passato del deposito monetale oggetto di studio e il presente testo non vuole essere una ripetizione di quanto già espresso ma un approfondimento di quanto già riportato allora. BEACHY HEAD HOARDS "The coins were found in one of the valleys between Beachy Head and Birling Gap. The men were digging flints about two feet from the surface. The pick struck against the crock in wich the coins were deposited, and they all rolled out. The crock fell to pieces from the blow and exposure to the external air". Lettera tra Mr. Insoll e Mr. Willet, luglio 1879. Ciao, la ricerca di monete da hoard britannici certificati continua… e talvolta salta fuori in rete qualche esemplare in vendita. Al fine di ampliare la raccolta personale ho acquisito da rivenditore professionale britannico (lo stesso dal quale acquistai le Grassmoor Hoard) due esemplari provenienti da un hoard del quale non avevo testimonianze. Si tratta del Beachy Head Hoard: e a questo punto coloro che sono più addentro nel tema mi chiederanno “Beachy Head Hoard ? Di quale anno?” Questo perché l’area di Eastbourne (East Sussex) è ricca sia di invenimenti monetali romani che umani antichi. Probabilmente perché questo territorio costiero dell’Inghilterra meridionale è prossimo al punto di maggior vicinanza al continente e l’alta scogliera, alternata a basse spiagge, consente un’ampia visibilità sul Canale della abbinata ad una relativa facilità di sbarco. Quindi un luogo facilmente raggiungibile ma che consentiva una vigilanza ad ampio raggio. In altra maniera non si spiega il susseguirsi di insediamenti umani in un territorio che attualmente si presenta brullo, aspro, spazzato da venti spesso impetuosi che condizionano anche lo sviluppo della vegetazione (e mi riportano alla mente gli effetti della “mia” Bora sulla vegetazione nelle zone più esposte alla sua azione, specie in quelle cosiddette a “landa”). Un ambiente degno, in poche parole, di fare più da sfondo a “Wuthering Heights” o “Jane Eyre”di Emily Bronte che non a un testo con velleità storiche…
  7. Dopo aver letto degli "Hoards" della GSA e di LaVere Redfield nei post di @@petronius arbiter e @@villa66, vi propongo la storia del terzo e ultimo accumulo di Dollari Morgan messi in vendita nella seconda metà del '900. Si tratta di quello della Continental Illinois Bank di Chicago, disperso nel triennio 1982-84. Questo accumulo era il più grande mai immesso nel mercato sin dai tempi della grande vendita della GSA nei primi anni '70, di cui abbiamo già letto, ed è rimasto coperto da segreto per quasi dieci anni, fino alla pubblicazione di alcuni dettagli ne "The Comprensive US Silver Dollar Encyclopedia" di John Highfill nel 1992. La Continental-Illinois Bank a causa di problemi finanziari fu costretta a mettere in vendita il suo Hoard di dollari Morgan tra il 1982 e il 1983, anni in cui le condizioni del mercato numismatico non erano propriamente favorevoli, visto il calo del prezzo dell'argento dai massimi del 1980. Per la vendita e la successiva immisione, segreta e graduale :ph34r: per non causare ulteriori cali delle quotazioni, venne selezionata una cordata composta da Ed Milas del RARCOA (Rare Coin Company of America) di Chicago, che effettivamente acquistò l'intero accumulo e dai soci SilverTowne di Winchester - Indiana e Colonial Coins di Houston... Il prezzo di acquisto e i dettagli della transazione non sono mai stati resi pubblici, Van Allen & Morris, gli autori de "The Comprensive Catalog and Encyclopedia of Morgan & Peace Dollars" da cui ho tratto la storia, citano una stima di 50 milioni di dollari! -Segue
  8. Ciao a tutti, volevo proporre ai fruitori della Sezione un articolo a nome dell’archeologo inglese Adrian Chadwick. Attualmente risiede e lavora a Leicester (come ricercatore presso la locale Università) ma per un certo periodo è stato nello Yorkshire, occupandosi delle evidenze dell’Età del Bronzo, del Ferro e romane di questa zona. Studiando quest’ultimo periodo non ha potuto fare a meno di occuparsi degli hoards monetali romano/britannici specie nell’area dello South Yorkshire. Da ciò ha tratto l’idea di pubblicare i dati emersi dall’analisi dei depositi monetali in un articolo dal titolo “Coin hoard data from South Yorkshire” consultabile su Academia.edu: https://www.academia.edu/8183161/Chadwick_A.M._2014._Coin_hoard_data_from_South_Yorkshire Di seguito ve ne propongo un riassunto. L'articolo si basa sull'analisi di 79 hoards rinvenuti nell'area di studio in vari anni. Innanzitutto emerge che nella maggior parte vi sono carenze nei dati inerenti sia gli aspetti paesaggistici e topografici dei contesti (32 dei casi pari al 41%) che quelli del contesto e più specificamente deposizionali (64 pari all’81%!). Ciò deriva probabilmente dall’epoca di rinvenimento: fino a qualche anno fa non si era molto attenti a riportare compiutamente i dettagli dei vari rinvenimenti monetali. Inoltre la presenza di hoard magari non troppo rappresentati numericamente o considerati tutto sommato “comuni” ha sicuramente portato a questa carenza informativa. Per il discorso “aspetti paesaggistici e topografici “ tagliamo quindi 14 hoard su cui non si hanno alcun dato. Otteniamo 65 siti con i seguenti riscontri: Ovvero: Colline/montagne (sommità) 6 9.23% Colline/montagne (declivi/fianchi) 38 58.46% Colline/montagne (base) 1 1.54% Affioramenti rocciosi 2 3.08% Fondovalle/pianura alluvionale 11 16.92% Basso piano (sommità) (?) 1 1.54% Basso piano (declivio) (?) 5 7.79 Rive fluviali 1 1,54 NB:.il termine “low ground” mi era un po’ ermetico come significato. Spero di averlo interpretato correttamente in “bassopiano” intendendo con ciò un rilievo continuo e inferiore ai 300 mt di altitudine, dal momento che si parla di "sommità" e "declivio", la prima delle due non riscontrabile in una "terra bassa" ovvero una depressione del terreno. E’ bene notare che l’ambiente “collina” (sai esso sommitale o in declivio) rappresenta ben il 68% del totale!
  9. Illyricum65

    I denari di Skellow Hoard

    Ciao, alla luce de miei interessi più specifici, la ricerca di hoard romano-britannici e la monitorizzazione di nuove evidenze in tal senso mi impone una periodica ricerca di nuovi dati. Oggi vi presento un nuovo deposito monetale inglese, “nuovo” in realtà per me, perché si tratta di un hoard scoperto nel lontano 1994 dal club di metal detectorist “White Rose Researcher”. Si tratta dello Skellow Hoard rinvenuto in località Robin Hood’s Well presso Burgwallis (South Yorkshire). Burgwallis ha dato evidenze di una serie di forti (tre, sovrapposti). Due (uno maggiore e uno minore per dimensioni) denotano la presenza di un doppio, mentre un probabile terzo (molto danneggiato) ha un fossato singolo e due entrate contrapposte. Crop markings of the Burgh Wallis auxilliary Roman fort of late 1st-2nd century showing the typical 'playing card' shape, two or three superimposed forts are discernable, one appears to be an extension of the other. Vi furono raccolte ceramiche samiane (una specie di terra sigillata di fabbricazione locale o gallica) tipiche di una frequentazione abbastanza precoce in ambito britannico. Nel 1973 furono raccolti due radiati di Tetrico I e Carausio, indicanti una fase abitativa relativa al III secolo inoltrato. Furono costruiti nei pressi della strada che da Lindum (Lincoln) passando per Danum (Doncaster, 7 km a sud) giungeva a Eburacum (York) e la loro esistenza era supposta da tempo: infatti fu scritto in passato (1830), ben prima dell’identificazione dei cropmarks, che “[il sito] is situated on the line of the great Roman road from Lincoln to York and it is manifest from the number of Roman coins which have been discovered in its immediate vicinity, together with fibulae and other small relics of the people, that there was some kind of settlement at this spot…”. Nell’area circostante vi sono evidenze di strutture di età del Ferro/ Romano-Britannica. Lo stato di conservazione del sito è stato compromesso dalla costruzione della strada “A1” che ha distrutto parte dell’area archeologica.
  10. Illyricum65

    Cunetio Hoard e Focus TV

    Ciao, stamani al rientro da alcune commissioni familiari ho avuto la fortuna di “intercettare” casualmente il programma Time Team su Focus TV (canale 56 D.T.) incentrato su Cunetio, la città romano-britannica di cui si erano perse le tracce e venne alla ribalta dopo la scoperta del cosiddetto “Cunetio Hoard”, 55.000 monete della seconda metà del III secolo. Di Cunetio ne avevo già parlato nella scheda relativa presente nella disussione “Britain Hoards” (che mi son permesso di rinominare con un più corretto “Roman-Britain Hoards”) http://www.lamoneta.it/topic/72935-roman-britain-hoards/?hl=%2Bcunetio#entry777366 Purtroppo era al termine e così ho cercato il programma sul web, trovandolo caricato su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=1hdPPgae84o Il programma è in lingua originale (inglese).
  11. Illyricum65

    Echt Hoard

    Ciao, questa volta vi segnalerò un nuovo deposito monetale, con la novità rispetto a quanto posto di norma ovvero che si tratta di un hoard (scusate l’uso del termine inglese ed internazionale ma… ormai lo sento “familiare”… ;) ) che proviene dai Paesi Bassi. Un’area a stretto contatto con il Barbaricum e che fu frequentemente soggetta a incursioni, sommosse e scorrerie da parte di popolazioni di origine germanica. La descrizione degli avvenimenti legati alla sua scoperta danno il merito dell’individuazione ad un agricoltore di Echt che nel 1991 rinvenne in un campo due monete auree romane. Una delle stesse fu improvvidamente smarrita in loco nella stessa occasione dallo stesso rinvenitore e quindi risultò dispersa. Dopo ben 23 anni l’agricoltore decise di ritornare con un Metal Detector nello stesso perimetro e di tentare il recupero di quella inavvertitamente smarrita. Non la rinvenne ma in compenso ne scoprì altre 5 e decise di segnalare la scoperta alla VU University di Amsterdam che diede avvio ad uno scavo di emergenza. Questo saggio di scavo ha portato al rinvenimento di un anello aureo, un lingotto d’argento, nove frammenti di un vassoio d’argento e 12 monete d’oro. Il vassoio in seguito alla ricorstruzione aveva un diametro di ben 70 cm ed un peso presunto di circa 2 kg. Nell'insieme un deposito limitato dal punto di vista quantitativo ma di notevole valore.
  12. Illyricum65

    Un hoard britannico "fresco fresco"...

    Ciao, due giorni fa è uscita la notizia sul Telegraph la notizia del ritrovamento di un nuovo hoard... 22.000 bronzi dal 260 al 348 d.C. Mi pare interessante perchè potrebbe contenere: Imperatori gallici e centrali Carausio e Allecto Follis post riconquista Costantiniane per cui copre un ampio periodo e dimostra che attorno al 350 in Britannia circolava nel flusso monetale di tutto e di più... a meno che l'hoard non sia stato raccolto progressivamente nel tempo (ma in questo caso magari le monete svalutate sarebbero state tolte dalla raccolta, no?). Anche se rabbrividisco alla visione dello scopritore che... sgrufola nel buco contenente le monete (erano raccolte in un vaso? non direi... più probabile un sacco e quindi confezionato in materiale deperibile). Ma ritengo sia una sorta di "montatura" per spettacolizzare il ritrovamento... c'erano degli archeologi presenti alla rimozione ... ;) Ecco la pagina con un video... http://www.telegraph.co.uk/earth/environment/archaeology/11123379/Treasure-hunter-guards-biggest-find-of-Roman-coins-by-sleeping-in-his-car.html In realtà se leggete la notizia pubblicata dal Royal Albert Memorial Museum di Exeter http://www.rammuseum.org.uk/news/massive-roman-hoard-discovered-in-east-devon e il The Guardian http://www.theguardian.com/uk-news/2014/sep/26/roman-coin-hoard-clinton-devon-estates si tratta in realtà di un hoard di costantiniane... Ciao Illyricum ;) PS: ricordatelo... non si tratta di uno spot pro-MD... ;)
  13. Massenzio

    Le finte monete provenienti da hoard

    Ometto di proposito alcune informazioni fino a quando il venditore non risponderà alle obiezioni sollevate (prima di sparare su un venditore meglio essere cauti). Un rinomato venditore inglese vende sul suo sito la seguente siliqua di Graziano, facente parte di un determinato piccolo hoard e di cui comunica anche il reference number. Tale hoard è stato disconosciuto come tesoro ed è stato riconsegnato allo scopritore. La moneta catalogata come: Diritto: DN GRATIA-NVS PF AVG, busto con diadema di perle drappeggiato e corazzato rivolto verso destra. Rovescio: VRBS ROMA, Roma seduta su trono verso sinistra tiene una una vittoria su globo e uno scettro, all'esergo TRPS(punto) Sfortunatamente per il venditore un hoard così piccolo ha avuto la fortuna/sfortuna di essere stato fotografato per intero (sono una ventina di monete) e come potete vedere..... il Graziano non c'è. Ora io non credo che possa esserci una risposta plausibile e bisogna comunque stare molto attenti anche con venditori professionali. Aggiungo a completamento che oltre ad avere un COA la moneta è anche provvista di export licence.
  14. Illyricum65

    Britain Hoard - addenda

    Ciao, è uscito recentemente pubblicato su www.academia.edu un interessante articolo di R. Bland sugli hoard britannici: “Hoarding in Britain: an overview”. Edito nel 2012, è una sorta di breve compendio sul tema. Per chi non lo conoscesse, Roger Bland http://www.britishmuseum.org/about_us/departments/staff/portable_antiquities_treasure/roger_bland.aspx è stato Curatore del Department of coins and medals del British Museum, ha diretto il Department for Culture, Media and Sports, è responsabile per il Portable Antiquies Scheme (PAS) e dal 2012 dirige il Department of Prehistory and Europe dello stesso British Museum. Per cui uno studioso molto qualificato sul tema: di seguito vi riporto degli abbondanti riassunti stralci del lavoro, con particolare attenzione al periodo romano in Britannia, per renderne fruibile la lettura anche a chi non avesse familiarità con la lingua inglese. Il fatto che l’autore lo abbia reso disponibile sulla piattaforma mi fa ritenere che possa tranquillamente trattarlo in Sezione senza incorrere in problemi di copyright. Ove possibile ho integrato il testo con immagini, grafici e links di riferimento. Infine pongo alla Vs. attenzione il testo con il fine di stimolare eventuali discussioni, considerazioni ed osservazioni. Partiamo affermando che questo articolo completa ed aggiorna quanto scrissi nel 2011 nella discussione http://www.lamoneta.it/topic/72935-britain-hoards/ MI pare innanzitutto interessante iniziare segnalando che nell’estate 2013 è iniziato un programma di ricerca intitolato “Crisis or continuity? The deposition of metalwork in the Roman world: what do coin hoards tell us about Roman Britain in the third century AD?” in collaborazione tra il BM e l’Università di Leicester.
  15. Illyricum65

    Nether Compton Hoard

    Ciao, come noto, risulto affetto da una strana malattia... la “hoard mania”,:D e rientrato temporaneamente dal I secolo d.C.(vedi discussione sulle imitative di Claudio I,) ero alla ricerca di qualche esemplare disponibile… così ho pensato di portare compagnia alle già descritte monete del IV secolo provenienti dal Grassmoor Hoard http://www.lamoneta.it/topic/108636-grassmoor-hoard/?hl=grassmoor Come sappiamo il fenomeno dell’hoarding ha radici già nella Gran Bretagna pre-romana e nel periodo post-romano continua, fino ai tempi recenti. Così ho acquistato questa costantiniana proveniente dal Nether Compton Hoard. E’ un hoard che già presentai nella discussione sugli hoard romano-britannici: http://www.lamoneta.it/index.php?app=core&module=search&do=search&fromMainBar=1 Rinvenuto il 19/2/1989 da Mike Pittard con l’utilizzo di un MD. Il sito di Nether Compton (Dorset) è costituito dai resti di una strada romana, di resti dell'età del ferro e di un edificio romano. Foto da Google Earth con sovrapposte le evidenze sotterranee. Foto da Google Earth con indicato il luogo di ritrovamento dell'hoard. L’annuncio e le foto del ritrovamento furono pubblicate su The searcher (Issue 44, Aprile 1989) Consegnato dal rinvenitore al Dorchester Museum, fu dallo stesso reso a Pittard, venduto e disperso nel 1994. Non venne mai redatto un preciso elenco del deposito. Il vaso contenente le monete e altre 33 monete addizionali furono donate al museo.
  16. Illyricum65

    "Istantanea" da Vindolanda

    Ciao, cercavo tutt'altro ed ho trovato questa notizia di un paio d'anni fa, relativa ad un piccolo deposito monetale rinvenuto a Vindolanda. Ritengo che il sito sia noto ai più ma per chi non lo conoscesse: "Vindolandia era un forte di truppe ausiliarie costruito dai Romani in Britannia e ubicato a circa due chilometri dalla parte meglio conservata del Vallo di Adriano. Di fatto serviva a vigilare sulla Stanegate, la strada che andava dal Tyne al Solway Firth. Dagli scavi archeologici emerge che il forte fu ricostruito molte volte. Da questo forte provengono delle tavolette scritte in antico corsivo romano da cui emergono molti interessanti dettagli sulla vita delle guarnigioni delle zone di frontiera." Liberamente tratto da Wikypedia. Vi consiglio inoltre una visita all'accattivante link del sito http://www.vindolanda.com/Home.htm (e ammirate la promozione al sito che viene effettuata) dove tra l'altro recitano che nel 2013 ricorrono i 1800 anni dalla fondazione (ma ho letto che in realtà la prima fase è del 79 d.C. ad opera di Agricola). Per chi non avesse voglia di leggere, qualche immagine, con musiche dal "Gladiatore": ... o ancora, per chi volesse sognare: Ma torniamo al tema del titolo. L'articolo http://www.pasthorizonspr.com/index.php/archives/07/2011/archaeologists-discover-a-hoard-of-silver-roman-denarii-coins-at-vindolanda riporta che è stato rinvenuto un piccolo deposito di denarii del 180-200 d.C. 21 monete, non tante come quantità, deposte in un involucro in materiale organico, infatti erano raccolte in uno spazio di 10 cm. Quello che mi pare interessante è la parte successiva che identifica il 21 denari come "una somma pari a un decimo della paga annuale di un ausiliario romano". Anche qui va aperto un inciso: se si trattava di un fante allora rappresentava anche un quinto della paga annua, se quanto riportato in questa tabella e preso da G.Cascarino, L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. II - Da Augusto ai Severi, Rimini 2008, pp. 48-54 e 84-86; Y. Le Bohec, L'esercito romano da Augusto alla fine del III secolo, Roma 2008, pp. 280-284. è corretto. Quindi si tratterebbe esattamente di una "frame", di un istante, rappresentante quello che girava in quel momento per le mani, ovvero le tasche, di un soldato romano (e per quanto ausiliario, sempre pagato dall'Impero stesso). Si può notare che sono compresi: Lucio Vero, Antonino Pio, Faustina I, Marco Aurelio Imperatore e Cesare, Adriano, Traiano, Nerva, Vespasiano. Non compaiono denari più vecchi, a maggior contenuto di argento, ritirati e rifusi o tesaurizzati. Infine, se di solito davanti ad un hoard mi vien da chiedermi "chi ha celato queste monete e perchè?..." in questo caso abbiamo l'autore del fatto, il perchè... e pure un sospetto sul perchè non sia tornato a recuperarle, inviato da chissà dove (in Britannia venivano inviati anche Siriani!) a presidiare un forte miltare eretto in un territorio inospitale (rispetto al bacino mediterraneo), abitato da popolazioni ostili e bellicose... in poche parole... del tutto "barbaro"... Ciao Illyricum :)
  17. grigioviola

    Hollingbourne Hoard

    PICCOLA NOTA INIZIALE Inizio una nuova discussione, sperando che ci sia qualcuno nel forum in grado di contribuirvi aggiungendo dettagli a me attualmente sconosciuti, considerazioni e pareri vari. HOLLINGBOURNE HOARD In June, 1959, a hoard of about 5470 Roman antoniniani in a pottery container was ploughed up in a field on Old Mill Farm, Hollingbourne[1], by Mr. William Reddick. The find was made at the west end of the field, when the plough was being turned on the brow of a slight slope. The deposit was at a depth of about two feet.Mr. Osmund Home of Old Mill Farm reported the find to Maidstone Museum and to the police. Subsequently, an inquest was held and the coins were declared Treasure Trove. They were then sent to the Department of Coins and Medals at the British Museum. A preliminary examination of the coins indicates that they range from the reign of Elagabalus (A.D. 218-222) to that of Probus (A.D. 276-282). The hoard must have been deposited about A.D. 280. A full report on the find will appear in due course in one of the numismatic journals. Figura 1 - Hollingbourne Roman Coin-Hoard Pot The pottery urn (fig. 1) is a native type, hand-made in a grey/buff ware, and coated with haematite in an Early Iron Age A tradition. The only decoration consists of irregular, shallow grooving, which is vertical on the upper part of the body and horizontal towards the base. No piece of the rim was found and it is possible that this had already been cut off by ploughing activity on some previous occasion before the coins themselves came to light. The urn cannot be closely dated independently of the coins. The pot remains the property of Lady Bailey of Leeds Castle, and it is now on loan to Maidstone Museum[2]. E. J. E. Pirie [1] 0.S. 6", Kent sheet, LXIII S.W. [2] Museum loan 1959/5. da: Researches and Discoveries in Kent, E.J. E. Pirie, in "Archaeologia Cantiana Vol. 73", 1959 p 229-230 LA MONETA Impero Gallico, Vittorino (268-270 d.C.) Antoniniano; Zecca: ?, AE, 18 mm, 2,95 gr D/ Busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra; legenda [...] ICTO [...]. R/ La Salus stante a sinistra con in mano patera e scettro, ai piedi a sinistra altare e serpente; legenda [...] S [...]. Provenienza: ex ArtAncient Ltd, ex collezione inglese, ex Hollingbourne Hoard Documentazione: documentazione fiscale di acquisto, cartellino precedente collezione, licenza di esportazione in quanto trattasi di Treasure Trove. PICCOLA NOTA CONCLUSIVA La moneta in sé è pressoché insignificante, in conservazione decisamente bassa eppure mi ha attirato e me ne sono innamorato a prima vista. I motivi? Innanzitutto la forma del tondello (su questo vorrei sentire i vostri pareri, ho il mio ma non mi pronuncio), poi la provenienza della moneta... un hoard storico, censito e "raccontato" da RAG Carson (a proposito... sto cercando il suo articolo, se qualcuno ce l'avesse... è gradita una copia in pdf o cartacea!) e infine il corredo documentale che accompagna la moneta (cartellino precedente proprietario, documentazione descrittiva del venditore e per finire la licenza di esportazione... attualmente infatti la moneta non è ancora nella mia disponibilità. Il perfezionamento dell'acquisto è infatti finalizzato al rilascio della licenza in questione). Spero di avervi dato qualche spunto interessante.
  18. Illyricum65

    Grassmoor Hoard

    Ciao, nell’ottica di ampliare la mia raccolta di monete provenienti da hoard romano-britannici ho acquisito da un venditore professionale inglese una mezza dozzina di monete provenienti dal Grassmoor Hoard. Sono accompagnate dal Certificato di provenienza e di appartenenza all’hoard stesso. Grassmoor Hoard Si tratta di un deposito monetale del IV secolo rinvenuto nello Derbyshire, costituito da 1420 monete di epoca costantiniana e 1 radiato di Vittorino. Ecco il resoconto del Treasure Reports: Al momento del rinvenimento non risultò alcun resto archeologico riferibile ad un contenitore ceramico o ligneo per cui si ritiene che fosse stato deposto in sacchi costituiti in materiali deperibili (Cuoio? Tessuto?). Rinvenuto con metal detector da Mr. G. Shaw il 7 gennaio 2001 è stato studiato dal British Museum e reso al rinvenitore. Quest’ultimo ha messo le monete in vendita all’asta presso “Lockdale Coins and Collectable”: http://www.dominateinternetmarketing.co.uk/brochure/Lockdales/83/Auction83.html#/39/zoomed dove sono state vendute in lotti.
  19. Illyricum65

    Beau Street Hoard

    Ciao, ecco un altro deposito monetale britannico di un certo interesse e molto oserei dire... "didattico". Il Beau Street Hoard, rinvenuto a Bath, nel Somerset, è il V° più ampio hoard trovato in Britannia e il più grande in assoluto mai scoperto in una città romana britannica. Ricostruzione Aquae Sulis in epoca romana. Si tratta di circa 22.000 monete romane d’argento datate dal 32 a.C. al 274 d.C.; fu trovata a circa 150 mt dai famosi Bagni Romani di Bath, costruiti quando la località era la colonia di Aquae Sulis. E' chiaro che il motivo di questo deposito è di tipo cultuale e legato alla presenza della sorgente termale/cultuale e ai servizi ad essa collegata. L'acqua scorge da una riserva sotterranea naturale a una temperatura di 47°C. Sopra una delle tre sorgenti termali di Bath, tra il I e il V secolo d.C. i Romani edificarono un complesso termale, costituito da un bagno e un tempio dedicato a Sulis, dea celtica identificata dai colonizzatori come Minerva. Gli scavi cominciati a fine '800 hanno portato alla luce rilevanti resti dell'imponente struttura e di elementi decorativi, che oggi formano il Roman Baths Museum. Bagni Romani Ricostruzione museale di tempio. Oggetti rinvenuti presso i Bagni ed esposti nel Museo. http://www.romanbaths.co.uk/Tours/Panomorphic_Room_Hire_Tour/Great%20Bath.html Link per una visita 3D dei Roman Bath.
  20. Illyricum65

    Altre vicende inglesi ... e Treasure Act

    Ciao, durante la mia visita nel UK (della quale mi riprometto sempre di postare qualche foto in "Agora") ho visitato il Museo di Doncaster, meta del viaggio. Nelle varie sale erano esposti alcuni hoard (del I secolo, del III e del IV secolo) ritrovati in zona. Uno di questi era il Cadeby Hoard. Si tratta di un hoard della parte iniziale del III secolo, costituito da monete d'argento, un vaso fittile e alcuni oggetti pure d'argento trovato nel 1981 da un metal detectorist. Le monete (112 tra monete d'argento e radiati) sono di età severiana e l'ultimo imperatore rappresentato è Herennius Etruscus. Il vaso è di una tipologia più arcaica rispetto alle monete rappresentate (attorno al 100-150 d.C.), dotato di piccolo pieduccio. Ma quello che era più interessante era la presenza dei bracciali d'argento, tre di tipo piatto e due con castone in corniola rossa.
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