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  1. Ho messo un punto di domanda ma tutto fa pensare a bel falso di questa moneta, la composizione, il peso estremamente basso 1, 83 gr. rispetto a un range da 1,94 a 3,18 gr., i particolari del busto di Filippo III....ma ovviamente lascio a voi un parere finale in merito.... Certamente c'è il valore 5 sotto la spalla, come data vedo 160 potrebbe essere un Crippa 18/A del 1604, anche se col valore c'è anche il più raro 1605. E' interessante vedere anche nella leggenda HIIS decisamente particolare..... E' una moneta questa che comunque venne molto falsificata, nel 1608 furono ritirate dalla circolazione, successivamente con altro bando si decise che i denari ritirati fossero fusi e ristampati in denari da soldi 4 dalla zecca. Con le rimanenze si decise di fare anche parpajole e soldini, nel 1609 furono banditi completamente dalla circolazione in una grida. Moneta spesso in cattiva conservazione, il Crippa segnala diversi esemplari di falsi d'epoca in rame e di peso calante ( gr. 1,90 ). In alcuni da soldi 4 si intravede anche il valore della moneta precedente col numero 5 e a volte anche la data. Credo che ci sia abbastanza carne al fuoco....volendo.... e diversi che potrebbero dire la loro o mostrare anche monete buone o false....
  2. E' una moneta questa che affascina, per molti motivi, e altri ci saranno ancora, è rappresentativa, è decisamente rara, decisamente costosa, ha una iconografia da riflessione, ha un nome che poi è improprio e che comunque ti attira. Partiamo da questo burigozzo, che cosa vuol dire ? Il nome burigozzo dato ancora a questa moneta è un nome improprio, in realtà è un denaro da 32 soldi imperiali, Burigozzo fu invece il il nome di un cronista milanese dell'epoca che in una Cronica parlò di questa moneta, il nome rimase per indicare la moneta e infatti lo riportano sia il CNI che i fratelli Gnecchi, in realtà il nome non compare nei documenti d'epoca....mai... Però rimane il fascino di questo nome che attira comunque....burigozzo.... Siamo comunque con Carlo V, la moneta che posterò secondo me si presta a tantissime considerazioni...., ne dirò alcune, poi spero in voi :blum: Carlo V, si presenta nelle sue monete spesso con una straordinaria iconografia, bellissime monete, l'accostamento ai modelli classici è evidente, le colonne d'Ercole, Giove, l'Olimpo, la Salute...spesso è Carlo V col suo busto e dietro una raffigurazione classica, o l'aquila imperiale Milano io la vedo poco o nulla sia in leggenda, qualche volta uno stringato, come in questo caso MLM nel campo, la parte del protagonista la fa lui, Carlo V, non c'è nulla da fare.... E la parte di Milano la raccoglie qualche volta Lui, uno dei nostri Simboli, religioso, d'identità, anche guerriero, Sant'Ambrogio, è lui che rappresenta Milano con Carlo V, è a lui che viene consegnato " questo compito ".... La moneta che posto è da album, e in un Catalogo album la trovo, quello dell'asta Nomisma 50, edizione speciale, 15 ottobre 2015, lotto 135. Non è certo una moneta per tutti, ha secondo me una splendida conservazione e racchiude tutto quello che stiamo dicendo, al diritto c'è lui col suo busto corazzato, ha il nastro della corona al vento, sono ben visibili sul petto il Collare del Toson d'oro e sullo spallaccio una grossa ed evidente rotella, l'aspetto è da Imperatore, maestoso e fiero, però al rovescio abbiamo il nostro Sant'Ambrogio, con staffile e pastorale, potere e cristianità insieme, due simboli diversi che qui sono riuniti in questa figura..... Milano ha sotto il basamento anche un MLM, il Santo sembra proteso in alto, quasi sospeso, quasi dominante su tutto e tutti, la raffigurazione è incisiva e non statica.... Ma molti sono gli spunti che uno potrebbe guardare, le interpunzoni del rovescio, le lettere con una R con stanghetta che scorre verso l'esterno, lo staffile, la pastorale che entrano prepotentemente in leggenda per dare più risalto ancora alla scena, i simboli sul petto di Carlo V.... La moneta da un documento risulta essere del 1539, non dovrebbe essere di Leone Leoni perché arrivato a Milano tre anni dopo, una moneta da riflessione comune....per inciso catalogata Crippa 8/D, R2 per Crippa, Nomisma mette R/3 e aggiunge pezzo proveniente da Collezione di antica e nobile famiglia. Un altro pezzo della serie le monete raccontano....
  3. Cari tutti amanti delle milanesi, vi chiedo un parere su questo pegione di Gian Galeazzo Visconti, che ho classificato, spero esattamente, come CNI V, V, 11, 23. Grazie a tutti F
  4. Apro questa discussione per cercare di esplorare la monetazione di Filippo V a Milano, monetazione di cui non si parla molto per più di un motivo, per il periodo ristretto, per l'essenzialità dei nominali e per la conseguente rarità attuale degli stessi. Possiamo definirla monetazione di nicchia, non con monete d'oro e che si muove nel breve periodo in cui fu Duca di Milano Filippo V, ( 1700 - 1706 ), siamo all'ultimissima fase della dominazione spagnola a Milano, poi si aprirà il periodo della dominazione austriaca. Le monete in realtà coniate riportano la sola data del 1702, del 1701 per l'ottavo di filippo, Cipolla dichiara una coniazione nel 1700 di soli 66.320 filippi, un calo drastico dal precedente 1699 con 260.344 pezzi. Certamente le monete che abbiamo noi non sono molte, sono tutte più o meno rare, presumo per il breve periodo di regno, per il periodo di trapasso, per l'inizio che da qui parte di disordine monetario. La monetazione si basa sul filippo d'argento e i suoi sottomultipli, mezzo, quarto, ottavo e il quattrino, quindi l'essenzialità. Si potrebbero fare altre considerazioni, inizierei col nominale maggiore, il filippo, pezzo che comunque affascina per l'iconografia del ritratto di Filippo V con quella fluente e caratteristica capigliatura a boccoloni. Filippo V, 1702, Milano D/ PHILIPPVS V REX HISPANIARVM , busto corazzato a destra, 1702 sotto il busto R/ MEDIOLANI DVX ET C, stemma spagnolo coronato e caricato delle armi di Milano Rif. Crippa 1/A, MIR 393/1, CNI 5 - 13 Argento, peso 27,10 - 27,78 gr., diametro 40 mm. R per MIR, R/2 per Crippa Dedicato agli amanti del periodo spagnolo a Milano.....e della loro monetazione.....
  5. Buonasera, nel mio esame dei cataloghi d'asta importanti per la zecca meneghina, mi sono imbattuto in un pezzo a dir poco clamoroso. Si tratta di una moneta in oro definita appunto 'dodici scudi e dal peso di 39,758 grammi........pazzesco. La cosa che mi lascia perplesso è che di questa moneta si trova traccia nel CNI (98) e nello Gnecchi (1), ma non nel Crippa e nel MIR ( salvo mia svista). Degno di nota anche il fatto che l'unico conosciuto e fotografato in entrambi i testi sia quello appartenente alla ex collezione Verri. Come mai è finito in asta? Prima che venisse rilevata dalla Comit qualcuno degli eredi aveva iniziato a ''fare cassa''? In attesa di spunti interessanti, buona serata a tutti
  6. dabbene

    SEMPREVIVO

    Per la serie le monete raccontano storie posto questa moneta, che è indubbiamente bella e originale nell'iconografia, si tratta del semprevivo o meglio grosso da 10 soldi, Milano, Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), moneta in argento, non comune. Perchè è chiamata semprevivo ? Il semprevivo è una pianta comune perenne delle Crassulacee, che come nome dice poco o nulla, ma che è in realtà una pianta dalle caratteristiche di resistenza e che è capace di riprodursi di continuo. Fu scelte per queste qualità da Bianca Maria Visconti come simbolo per rappresentare la continuità della casata viscontea estinta che si perpetuava con lei in quella degli Sforza. Quindi continuità, resistenza, forza, capacità di sopravvivenza, un vero simbolo. Più tardi sia Massimiliano che Francesco II Sforza la utilizzeranno probabilmente come segno di resistenza del Ducato nei confronti dei Francesi e degli Spagnoli che lo contrastavano. Con Francesco II abbiamo l'atto finale dell'epopea sforzesca, Francesco II non avendo eredi legittimi, lasciò lo stato di Milano in mano alle truppe imperiali, che l'occuparono alla sua morte. Ma torniamo alla moneta e alle sue leggende : GROSSO DA 10 SOLDI ( semprevivo ) - FRANCESCO II - ( 1521 -1535 ), MILANO D/ FRANCISCVS SECVNDVS, tre monticelli con piante di semprevivo, ai lati due rosette, in basso, nastro con il motto MI TZA IT ( col tempo ), il tutto entro cerchio lineare R/ DVX MEDIOLANI ET C, stemma inquartato con l'aquila e la biscia, sormontato da corona da cui escono a sinistra ramo di palma e a destra ramo d'oliva Argento, NC, peso da gr. 3,75 a 4, 93, diametro 27 mm. Riferimenti : Crippa 5, MIR 270, CNI 18 -20, GN 11. Interessante oltre alle tre simboliche piantine, lo stemma che per la prima volta è ornato da volute. Immagine di un esemplare tratto da mcsearch.info, dai tratti e leggende veramente precisi e dettagliati, Mario
  7. dabbene

    CARLO V, TERLINA

    Propongo questa moneta che è comune, almeno nelle varianti più conosciute, ma che mi sembra in più in buona conservazione e permette di vedere quante variantine ci possono essere in una moneta. Qui le variabili sono veramente tante, per esempio al diritto ci può essere o non essere la rosetta all'inizio di leggenda, ci possono essere o non essere i punti agli estremi della croce fiorata, la K al rovescio può essere senza punti ai lati, può averne due, o uno, mi fermo qui,ma volendo si potrebbero vedere varianti di leggenda molto più rare che riguardano anche le rosette all'inizio e alla fine, o anche la crocetta iniziale. Vediamo questa moneta che mi ricorda un po' la variante N°. 217 delle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano, in questo caso l'unghietta in leggenda è però una sola e non due, quindi sarebbe ancora diversa. D/ rosetta KROLVS unghietta ROMANOR croce fiorata con quattro punti agli estremi R/ rosetta IMPERATOR rosetta K grande in campo sormontata da mitria imperiale, due punti ai lati I riferimenti sono Crippa 24, MIR 297/3 e CRN tipo 217 ma senza unghietta alla fine. Così mi sembra....ma credo che ci sia molto da dire sia sulla moneta specifica che sulle numerose variantine......, anche questa alla fine sembrerebbe essere una ulteriore.....
  8. Buonasera a tutti. Ho incontrato qualche difficoltà ad attribuire uno stato di conservazione al 2 lire esposizione Milano. Mi spiego: l'usura di questa moneta può essere valutata anche considerando quanto la doratura si sia "spelata" dal rame. Quindi una cosa è l'usura della moneta in se, e un'altra è la doratura... Il mio esemplare, di cui le foto, ha dei rilievi tutto sommato buoni, ma la doratura degli stessi se n'è andata... Voi che grado di conservazione gli attribuireste? E in base a quali fattori? Grazie a tutti coloro che vorranno intervenire
  9. blush20

    NAPOLEONE I 5 LIRE 1809 I TIPO

    Nell'album La mia raccolta

  10. blush20

    NAPOLEONE I 1 LIRE 1808 M 1 TIPO

    Nell'album La mia raccolta

  11. Con Filippo II a Milano non abbiamo solo le parpagliole con la Provvidenza, abbiamo anche il tipo col covone di spighe di grano. Se un giorno dovessimo fare sul forum una discussione sulle tematiche di Expo 2015, e consiglierei prima o poi di farlo, sul cibo, sull'alimentazione anche nella monetazione, in questo caso milanese, ecco questa ci entrerebbe alla grande. La monetazione per simbologie e varietà di Filippo II sappiamo essere molto varia, questa delle spighe di grano è indubbiamente particolare e ricorda anche famosi esempi della monetazione classica. Perché Filippo II introduce questo elemento non risulterebbe da fonti scritte, io penso però, che il covone di spighe possa richiamare la prosperità o la figura dell'Abbondanza. Probabilmente la raffigurazione è legata magari a un momento particolare economico, a un evento, certo il DONVM DEI in leggenda rafforza la simbologia del dono avuto, di un buon raccolto o la speranza di averlo comunque. La parpagliola era moneta del valore di soldi 2 e denari 6, moneta anche imitata dalla zecca di Passerano, difficile da trovare intanto e in buona conservazione ancora meno. Spesso tosata e con peso calante, la moneta che segue per la tipologia ha un buon modulo, buona leggibilità delle leggende, bella seconda me, la raffigurazione del covone di spighe di grano. PARPAGLIOLA, FILIPPO II, zecca Milano, 1593 Mistura, peso 2,12 gr., diametro 21 mm. D/ PHI REX HISP MED DVX , busto a destra con goletta con colletto ondulato R/ DONVM DEI 1593 ( piccola foglia ) , covone di spighe di grano, all'esergo MED con punto finale Rif. Crippa 44/A, MIR 329/1, CNI 196 - 198 Rarità sia per il Crippa che per il MIR R/2 Credo che sia giusto continuare, essendo su un forum, a proporre e divulgare monete, se particolari come questa meglio, raccontare storie numismatiche...., vediamo se ci sono commenti sia sulla moneta che sulla linea divulgativa numismatica per il forum anche in ottica futura.
  12. Buongiorno a voi, chiedo un aiuto agli amici studiosi e agli appassionati di monetazione medievale della zecca di Milano, riguardo ad una variante di denaro terzolo della quale non sono riuscito finora a trovare alcuna immagine. Si tratta della tipologia censita nel CNI, V, p. 50, n. 19 Questa varietà mancava a Vittorio Emanuele III che riporta la descrizione dagli Gnecchi. A loro volta gli Gnecchi riportano l'esemplare della collezione Viganò, che fu venduta in asta nel 1907. A meno che non si tratti dello stesso pezzo di Viganò comperato tramite trattativa privata, Ercole Gnecchi dovette aver trovato un secondo esemplare della moneta perché un terzolo con le stesse caratteristiche è presente nel catalogo della vendita Hamburger del 1902, lotto 2566. Ora, quello di cui vi faccio partecipi e vi chiedo sperando che mi possiate aiutare sono i seguenti dubbi e problemi: - secondo voi esiste veramente questa variante? Qualcuno l'ha mai vista o ne possiede un esemplare? E, nel caso, potrebbe postarne un'immagine? - Se qualcuno possiede il catalogo di vendita della collezione Viganò (Ratto Rodolfo, Catalogo della collezione Gaetano Viganò di Desio, Genova, 14 Novembre 1907 e giorni successivi), potrebbe essere così gentile da controllare se effettivamente fu venduto anche il terzolo in questione o se invece non era più presente? Vi ringrazio anticipatamente per l'eventuale aiuto che mi potrete dare. Un caro saluto, Teofrasto
  13. Questa moneta è indubbiamente rara, sia nel Crippa che nel MIR si passa da R/5 a R/4 a R/2 come in questo caso che vedremo, sono monete che riportano la data del 1611, evidentemente fu coniato anche poi negli anni successivi o in due casi non riporta data. Nel 1630 avremo poi la coniazione del mezzo ducatone di Filippo IIII, ma indubbiamente a parte la rarità dichiarata sui libri sopra riportati, anche nelle aste risulta difficile vederlo comparire, al punto di pensare anche a una rarità superiore. Non risulta per esempio nelle Cronos 1, 4, 6, nella Este Milani di Varesi compare un pezzo che ritornerà nella sua ultima asta la 63a che qui riporto. Nelle Civiche di Milano risultano 5 pezzi, indubbiamente le più rare risultano quelle collo spallaccio leonino sotto il busto, ne è passata una con questa variante all'ultima asta della NAC. La domanda che mi ponevo e che pongo, a parte il vedere la moneta, è questa comunque rarità di questa tipologia in particolare se confrontata per esempio col mezzo scudo di Filippo II. Questo ha diverse annate di coniazione e varianti a differenza del mezzo ducatone di Filippo III. Propongo qualche ipotesi, ma ce ne possono essere più di una, per esempio il fatto che il regno di Filippo II ( 1544 -1598 ) fu decisamente più lungo di quello di Filippo III ( 1598 - 1621 ), ma anche l'abbondanza e ricchezza di tipologie coniate con Filippo II, varie, ma anche cospicue numericamente. Probabilmente i numerosi pezzi già in circolazione non richiesero ulteriori coniazioni di circolante, ma può essere che influì anche la nuova serie di denari da 100 - 80 - 50 - soldi e quella da 80 40 - 20 soldi. A voi ora, prima però vediamo la moneta : MEZZO DUCATONE ,1611, Filippo III di Spagna ( 1598 - 1621 ) zecca di Milano D/PHILIPPVS III REX HISPANIA, busto coronato con colletto alla spagnola, data 1611 sotto il busto R/MEDIOLANI DVX ET C , stemma coronato e inquartato con aquila e biscia Argento, peso 15, 74 gr. Rif. Crippa 12/c, MIR 341/3
  14. Ciao a tutti! Mi date un vostro parere sul grado di conservazione di questa moneta? Grazie a tutti!
  15. Per la serie vediamo ogni tanto una moneta, con Filippo II abbiamo sempre dei bellissimi ritratti, con questa moneta il busto di Filippo II sembra quasi voler uscire dal tondello andando a toccare quasi il bordo, la folta barba, il pizzetto, la capigliatura ondulata, l'occhio espressivo e vigile, formano un realistico ritratto del re. La moneta viene normalmente definita denaro da soldi 20, anche se poi lo stesso Crippa dichiara incertezza in questa attribuzione, in quanto passare dai documenti, grida dell'epoca alla identificazione delle varie tipologie poi non sempre è così sicuro e certo. E allora la moneta potrebbe essere si un denaro da soldi 20, ma anche la menzionata berlinga col Ducale ; di certo di questa moneta esistono due tipologie differenti, quella senza corona sopra la testa e quella con piccola corona sopra. Altri segni che individuano le diverse varianti sono la presenza di rosette sopra il busto, con o senza piccola corona, e la presenza al rovescio nello stemma di una corona chiusa o aperta. E' interessante la presenza o meno della piccola corona sopra il busto, il Crippa ritiene, probabilmente a ragione, un qualcosa che differenzia le due tipologie, un qualcosa che va oltre al segno identificativo di zecca o al motivo ornamentale, in effetti la presenza di questa piccola corona è singolare. Milano, Filippo II ( 1556 - 1598 ) - Denaro da soldi 20 D/ PHILIPPVS REX ETC , busto corazzato con colletto increspato R/ DVX . MED IOLANI rosetta , stemma complesso coronato Argento, diametro 20 mm., peso 6,06 gr. Tipologia con rosette tra corona sopra il busto e con corona aperta al rovescio Rif. Crippa 35/A, MIR 320/4 Provenienza : Asta Varesi 63, 2013
  16. Salve ,rimettendo a posto alcune scatole del trasloco , ho scoperto di avere delle monete ( tra cui alcune romane che vi posterò nell'apposita sezione ) tra cui questo Scudone del 1874 della zecca di Milano - conservazione BB (? ) e sembra parzialmente pulito ) . Francamente non ricordo dove e quando l'abbia comprata o forse è un regalo a cui non avevo dato peso ed importanza ritenendola un falso , chissà . Vi ho scannerizzaro alcune parti per avere il vostro giudizio se autentica o meno ( il prezzo mi interessa poco perchè se fosse autentica varrebbe una 20 di euro e se l'avessi comprata non ci avrei speso di più. Sono curioso del particolare vicino la M se indice di non autenticità o se è un difetto o altro presente anche in altri esemplari. Grazie Ps vi allego in due parti le foto perchè non mele lascia caricare tutte.
  17. Grazie allo staff! Non meritavo certo io tutti questi riconoscimenti ...visto che da un po' mi intrometto in monetazioni di cui ho scarsissima conoscenza. Ma, comunque, ne sono onorato. Per "festeggiare" vi presento l'ultimo arrivo cui ambivo da anni, s'è presentata l'occasione e non ho potuto lasciarla scappare ... La storia è nota: alla morte di Galeazzo Maria Sforza, avvenuta per mano dei nobili milanesi il 26 dicembre 1476, subito arrestati e giustiziati, gli succede il figlioletto Gian Galeazzo che ha solo 7 anni, la reggenza spetta alla madre, Bona di Savoia, assistita da un consiglio il cui segretario, Cicco Simonetta, svolge un ruolo importantissimo e, di fatto, diventa il padrone di Milano. Per questa ragione Ludovico il Moro, fratello del defunto, si accorda con il re di Napoli per rovesciare il tiranno. Il 28 ottobre 1480, Cicco Simonetta è decapitato e Bona di Savoia esiliata. Gian Galeazzo nomina il Moro suo tutore e governatore del ducato di Milano fin quando, nel 1494, la sua morte (che la tradizione vuole avvelenato dallo stesso Ludovico, invece più probabilmente morì di malattia), farà del Moro, in quanto ultimo figlio di Francesco Sforza, il nuovo duca di Milano. Ludovico il Moro è per eccellenza un principe del rinascimento e vuol fare di Milano la “nuova Atene”, per questo spende senza esitare per far venire alla sua corte gli artisti, gli scienziati e i letterati più celebri d’Italia. Affida al Bramante il compito di rinnovare la chiesa di Santa Maria delle Grazie. La sua costruzione è appena terminata ma non è soddisfatto, vuole collocare alle Grazie il mausoleo che deve accogliere la sua spoglia e quella di sua moglie (la bellissima lapide marmorea sarà successivamente trasportata alla Certosa di Pavia). La famosissima “Cena” che Leonardo da Vinci affresca nel refettorio si inserisce in questo programma di messa in scena architettonica nella speranza di resurrezione della coppia principesca. Ma tutto questo dispendio di denaro si porta dietro una crisi finanziaria che nessuno riesce più a governare, in tempo di pace le spese della vita di corte fagocitano la metà del reddito statale mentre basta una necessità di finanziare una spedizione militare a far precipitare le finanze dello stato nel deficit. Così Ludovico il Moro intraprende una politica suicida: la sistematica alienazione dei redditi dello stato. Dal 1494 al 1499 sono più di 5000 persone che si impadroniscono dei proventi del ducato di Milano (in primis la gestione dell’acqua e dei numerosi varchi aperti nelle mura per nuove porte, accessi privati e cedimenti non riparati). Vi chiederete, cosa c’entra Genova in tutto questo? Beh, Genova era sotto il dominio degli Sforza e quel periodo è ricordato per la varietà e la ricchezza delle monete che spezzava una monotonia di tipi che durava da un paio di secoli. Eppoi la “chicca”: Nel 1498 Ludovico il Moro viene a Genova, accolto dal governatore Agostino Adorno. Al suo seguito c’è anche Leonardo da Vinci con altri ingegneri ducali. Sono incaricati di trovare rimedio contro i danni provocati dalle tempeste al Molo Vecchio e approntare le opportune difese in caso di attacchi dal mare. Testone Gian Galeazzo Maria Sforza sotto la reggenza di Ludovico Maria Sforza detto il Moro (1480-1494), Argento gr. 9,66 diametro 27 mm D/ (♗) IOGZ ✓ M ✓ SF ✓ VICECO ✓ DVX ✓ MLI ✓ SX, effige a destra in cerchio perlinato; R/: (♗)✓ LVDOVICVS ✓ PATRVVS ✓ GVBNANS ✓, effige a destra in cerchio perlinato; Contorno liscio.
  18. Num.e.fil.cal.

    DSCN0425b

    Nell'album Monete in bassa conservazione

    FOTO DEL ROVESCIO VITTORIO EMANUELE II 1861 - 1878 5 LIRE 1870 ZECCA MILANO ARGENTO 900/1000 GRAMMI 25,00 CONSERVAZIONE COME DA FOTO PARERE DI CONSERVAZIONE BB

    © Num.e.Fil.Cal.

  19. Num.e.fil.cal.

    5 lire 1870 Vittorio E. II Milano

    Nell'album Monete in bassa conservazione

    FOTO DEL ROVESCIO VITTORIO EMANUELE II 1861 - 1878 5 LIRE 1870 ZECCA MILANO ARGENTO 900/1000 GRAMMI 25,00 CONSERVAZIONE COME DA FOTO PARERE DI CONSERVAZIONE BB

    © Num.e.Fil.Cal

  20. DragoDormiente

    Ducato di Milano

    Ma se io volessi leggere un saggio sulla storia del Ducato di Milano, dalla fondazione all'800, cosa mi consigliereste? C'è qualcosa di completo ma, possibilmente, economico? Grazie in anticipo. :)
  21. mattia1616

    Numismatica zona Duomo?

    Ciao a tutti, Dato che in questi giorni farò visita più volte a Milano principalmente in zona duomo mi chiedevo se qualc'uno conosceva un negozio di numismatica facilmente raggiungibile a piedi.. Grazie per l'attenzione. Ciao
  22. Da tempo ero alla ricerca di questa moneta, cui ne ho da sempre subito il fascino e la "ragalità". Alla semplicità e leggerezza dello stemma gigliato al diritto, si contrappone Sant'Ambrogio, severo e fustigatore. Nell'immagine ho portato a sinistra il rovescio (ma sempre del rovescio si tratta), da milanese ne ho più simpatia. Luigi XII in Italia a Milano ci arriva nel 1499-1500 con l'appoggio delle truppe mercenarie svizzere. Nipote di Valentina Visconti all'estinguersi della linea diretta di sangue dei Visconti a Milano volle far valere il suo diritto di successione sul ducato, segnado la fine definitiva dell'indipendenza italiana dalle occupazioni territoriali estere, Da Luigi XII in poi l'indipendenza del Ducato di Milano fu per brevissimi periodi; si susseguirono gli Asburgo - Spagnoli con Carlo V e la sua discendenza, poi gli austriaci nel '700, i francesi di Napoleone e la restaurazione asburgica sino all'unità del Ducato al Regno di Sardegna. L'Orleans rimase a Milano dal 1500 al 1513 sin quando gli svizzeri suoi ex alleati non trovaro più conveniente che si togliesse di mano, mentre lo stemma di Francia sparisce dalle monete milanesi ... Sant'Ambrogio accompagna con la sue immagine le emissioni a venire per anni ed anni. D/ (testina di Sant'Ambrogio) ‘LVDOVICVS ‘ D ‘ G ‘ FRANCOR' ‘ REX ‘ scudo di Francia con i tre gigli, coronato; ai lati, due gigli Rv: ‘MEDIOLANI – DVX’ET ‘ C' Sant'Ambrogio seduto di fronte,con staffile e pastorale. Argento grammi 3,931. Peso superiore alla media per questo esemplare. Conservazione: quasi Splendida. Rarità: non comune. CNI V 83; Crippa 6; Duplessy 726; Ciani 1010 Del grosso reale da sei soldi per Milano ne furono battute due tipologie e questo è il tipo più comune, e del tipo più comune ne è anche la variante solita con la testina di Sant'Ambrogio ad inizio legenda invece della croce.
  23. Filippo II ha battuto a Milano lo scudo d'argento tra il 1579 ed il 1594 in molteplici emissioni e con tali e tanti conii che Crippa si limita a riassumerne due solamente per il tipo senza data; con rosetta finale e senza. Il CNI ben più empiricamente ha riportato quante più legende conosciute sino alla pubblicazione del V volume nel 1914. Gli autori hanno raccolto dati sia per visione diretta, sia per comunicazione cartacea a fronte di veline delle monete presenti in collezioni private e pubbliche; in Italia ed all'estero. Un lavoro incompleto ma immenso. Trovare varianti di legenda inediti al CNI non è così straordinario, per Venezia si sprecano, molte per Genova, Savoia ed anche Milano. Lo scudo d'argento (citato come ducatone dal CNI) senza data con stemma coronato al rovescio con rami che escono, che vado ad illustrare di seguito è particolare nella scomposizione della legenda infatti i conii conosciuti dal CNI V, 277 sgg, n. 282 al 297 per un totale di 16 hanno tutti al rovescio la legenda MEDIO - LANI in 14 tipi e MEDIOLANI in 2, la variante MEDI . OLANI non è conosciuta, inoltre ETC è come ETC', altra variante che si riscontra solo su un paio di conii. Quindi potrei sinteticamente definire questa variante rarissima di una emissione assai comune. Mi domandavo se nella Vostra esperienza avete già trovato questa significativa variante di conio che classificherei quale variante al CNI 288. Ducato di Milano Filippo II di Spagna (1554-1598) scudo in argento emissione tra il 1579 ed il 1594, non datato gr. 32,083 diametro 41,64 mm Dr: PHILIPPVS . REX . HISPANIARVM busto corazzato a destra, goletta con colletto increspato e sul petto collare del Toson d'oro Rv: DVX. MEDI . OLANI . ETC' stemma coronato con i rami che escono dalla corona, inquartato con le aquile non coronate, e due figure femminili a forma di cariatide che lo sostengono, in basso, mascherone. Crippa 13/G-1 (variante nella legenda), CNI 288 (variante nella legenda). Ex Numismatica Paolo Crippa al Convegno di Roma 31.3.2012 La variante non è segnalata nel cartellino che accompagna la moneta.
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