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  1. Illyricum65

    Il Circo Massimo. Storia e numismatica.

    Buongiorno, uno dei più spettacolari, imponenti e rappresentativi monumenti dell’Antica Roma è stato sicuramente il Circo Massimo, sebbene la situazione attuale non lo testimoni in modo evidente. Passeggiandovi e camminando nelle strade in ghiaino polverose è difficile immaginare il fasto di marmi che doveva avere il luogo quasi duemila anni fa. Situato nella valle tra il Palatino e l’Aventino, è ricordato come sede di giochi fino dagli albori della città di Roma: è il luogo dove Romolo avrebbe tenuto il ratto delle Sabine durante i giochi in onore del dio Consus. Poco distante dal corso del Tevere, probabilmente l’area fu da sempre luogo dove svolgere operazioni di mercato e di scambio tra popolazioni, magari legate anche a attività rituali e di socializzazione tra i vari gruppi. Le prime strutture furono erette in legno, probabilmente mobili, durante il regno di Tarquinio Prisco che festeggiò con dei Ludi la vittoria su Apiolae. Impianti stabili furono eretti attorno al 329 a.C., con strutture in muratura a partire dal secondo secolo a.C. Nel 55 a.C. Pompeo indì dei giochi tra una ventina di elefanti africani che danneggiarono alcune strutture delle tribune: Cesare fece costruire un fossato colmo d’acqua proveniente dal Tevere a protezione delle stesse. Augusto compì altri interventi aggiungendo al spina centrale con l’Obelisco Flaminio (attualmente al centro di Piazza del Popolo dove fu spostato da papa Sisto V). All'epoca la capienza era di circa 90.000 persone. Un secondo obelisco fu eretto nella spina nel 357 d.C. da Costanzo II, corrispondente a quello Lateranense (ivi psizionato da papa Sisto VI) Rappresentazione ideale del Circo Massimo in stampa rinascimentale; in centro la cosiddetta spina. Sempre dallo stesso testo, dettaglio della spina; questa era larga 2 metri, alta mediamente attorno ai 6 metri e lunga da metae a metae circa 215 metri. Era decorata con obelischi (come simboli solari), statue di divinità (es. Cibele e Nettuno) ed altari. https://mariamilani.com/ancient_rome/circus_maximus.htm
  2. "Calculating the Use Wear Rates of Roman Coins Using Regression Analysis: A Case Study of Bronze Sestertii from Imperial Gaul." - D. Hoyer View File Calcolo dell'utilizzo dei sesterzi utilizzati tra il 69 e il 253 d.C. Submitter Illyricum65 Submitted 24/04/2020 Categoria Monete Antiche  
  3. Emilio Siculo

    Un paio di sesterzi alla Bertolami 52

    Cari appassionati di grandi moduli e patine, guardavo la Bertolami 52, e mi interesserebbe avere i vostri pareri su questi due sesterzi: - lotto 244, sesterzio di Caligola con le tre sorelle al rovescio Gaius, called Caligula (37-41), Sestertius, Rome, AD 37-38; AE (g 24,08; mm 34; h 6); C CAESAR AVG GERMANICVS PON M TR POT, laureate head l., Rv. AGRIPPINA - DRVSILLA - IVLIA, Gaius’ three sisters standing facing: Agrippina, as Securitas holds cornucopiae and resting on column, with l. hand on shoulder of Drusilla, as Concordia, who holds patera and cornucopiae; Julia, as Fortuna, holds rudder and cornucopiae; in ex. S C. RIC 33; C 4. Rare. A magnificent portrait struck in high relief; green patina with scattered cuprite deposits, extremely fine - good extremely fine. - lotto 260, sesterzio di Vitellio con Marte al rovescio Vitellius (69), Sestertius, Rome, April - December AD 69; AE (g 25,72; mm 35; h 6); A VITELLIVS GERMAN IMP AVG P M TR P, laureate and draped bust r., Rv. MARS - VICTOR, Mars advancing l., holding trophy and Victory; in field, S - C. RIC 115; C 61. Rare. A bold portrait struck on a large flan; well centered specimen with a nice brownish patina; good extremely fine. Sono molto interessato a sentire i vostri pareri. Che ne pensate delle patine? Il Marte vi sembra stilisticamente coerente? Ciao e grazie ES
  4. Salve Credo sia un sesterzio di Gordiano III. Cosa mi consigliate di fare con quella sgradevole patina verde scuro? Grazie
  5. Ho acquistato questa moneta per 45€. Ne ho trovata una molto simile venduta a 250€. Credo sia un sesterzio di Traiano Decio (249-251 d.c.); non ne son sicuro ma penso che la zecca sia di Viminacium. Con che grado di conservazione credete lo possa classificare ? Grazie
  6. Ciao, di seguito riporto un resoconto di un articolo di R. Abdy (Worn sestertii in Roman Britain and the Longhorsley hoard) segnalatomi da @@grigioviola (che ringrazio per la dritta) riguardante un deposito monetale britannico e le considerazione emerse. Nella prima parte del 2002 a Longhorsley (Northumberland), 28 chilometri a nord del Vallo Adrianeo, venne ritrovato un hoard contenente 70 monete romane di bronzo ovvero sesterzi (61), dupondi e assi(9). Lo stato delle monete era molto consunto e la composizione parziale del deposito era la seguente: Vi era presente inoltre uno scarto di fusione (“casting sprue”) di forma conica e base di 2,5 x 2,4 cm di base: le analisi chimiche rivelarono un contenuto in zinco pari al 4%. Lo scarto di fusione in basso a destra, in primo piano. Tratto da Lindsay Allason-Jones: “Artefact in Roman Britain: their purpose and use”. Si tratta di un dato che esclude l'origine naturale della lega primaria e ne attribuisce la provenienza dalla fusione di una lega di zinco simile all’oricalco. Una simile evidenza si ebbe a Duston (Northamptonshire) assieme a stampi di fusione per nummi tetrarchici.
  7. Illyricum65

    Pensieri in libertà

    Ciao, oggi, complice forse un po’ di … metereopatia (giornata grigia, lievemente uggiosa, abbastanza malinconica), le meningi hanno cominciato a girare un po’ a ruota libera. Meditazioni quasi filosofiche, quasi metafisiche … e così mi è venuta l’idea per una discussione un po’ dissacrante ma da vivere così, in piena libertà. :D In breve pensavo alle monetuzze nostre, i nostri pargoletti … oggetto spesso di sacrifici, di passioni, di ricerche, bramosie e discussioni e ho messo mentalmente in gioco alcuni tabù mentali. Non me ne vogliate, rispetto sempre l’altrui pensiero ma ad esempio… perché cercare a tutti i costi la moneta con la patina migliore, pur sapendo che incorro nel rischio di ricadere in una foto traditrice e in una patina non autentica? Ormai di patine autentiche se ne vedono ben poche mi pare di poter affermare. Eppure la loro presenza su una moneta è come il miele e attira i collezionisti più esperti. Ma patina sì, patina no, dettagli perfetti (ma autentici o no?) … ma cosa manca ad un sesterzio come questo? 32 mm per 23 g. … che bella sensazione a soppesarla nel palmo della mano! Ma soprattutto il cristallizzarsi di un momento storico con i due Augusti che si danno la mano in segno di Concordia. Non solo: la sua usura sui rilievi dimostra che ha circolato per qualche tempo di mano in mano, fino a che ha goduto di un riposo meritato. Probabilmente ha perso la patina che si è formata nel tempo e le superfici si sono scurite, perdendo di nuovo il suo colore originale quasi dorato (oricalco) per brunirsi… Leggibile, a mio avviso godibile, circolata: ha avuto una vita! E mi pare che non ci siano dubbi sull’autenticità di un esemplare come questo, a differenza di tanti “restyling” più o meno pesanti cui siamo ormai assuefatti! Ma potrebbe anche esser messa peggio, si tratta comunque come detto di un’istantanea di un momento storico! Oppure questo Domiziano: 33 mm per 26 g, circolato, usurato ma nell’insieme abbastanza leggibile, di cui mi danno più fastidio le probabili macchie di cancro del bronzo (quasi sicuramente una attiva e due spente a rovescio) che non la carenza di patina verde o di alcuni dettagli… Ma per i quali non debbo chiedermi se siano autentici o meno. E di questi tempi non mi pare poco! E quindi mi vien da pensare: l’apprezzamento per la patina è proprio dell’osservatore che privilegia la collezione da un punto di vista numismatico? E se così fosse, allora colui che privilegia il punto di vista storico dà meno peso alla stessa? Nei musei spesso ho visto monete con … “croste” sulle superfici, più che formazioni degne di meritarsi l’appellativo di patina. La perfezione nei dettagli può voler dire che è stato tesaurizzato subito o quasi… ma allora non ha avuto una sua vita, al limite un… letargo più o meno lungo! Non me ne vogliano coloro che puntano tutto su questi valori… sapete che per mio carattere che sono conciliante, si tratta solo di pensieri in libertà che voglio condividere con voi… Ciao Illyricum ;)
  8. cliff

    Una carrellata di sesterzi

    Cari frequentatori della sezione, vorrei proporvi alla discussione i seguenti sesterzi, per raccogliere come sempre le vostre impressioni.
  9. Slave a tutti!!! Sono appena arrivato e sono felice di essere entrato in questo mondo bellissimo. Mi piacciono le monete romane ma sin ora non avevo neanche osato avvicinarmi. Oggi ne ho comprata una ma come primo acquisto mi sono posizionato su poche decine di euro. Credo sia autentica ma non so. Per questo chiedo a voi più esperti come si inizia a capire se ciò che acquistiamo ha qualche possibilità di essere originale?? Grazie a tutti e vi seguirò con fortissimo interesse e se potete darmi qualche consiglio per migliorare ve ne sarò grato!!!
  10. Illyricum65

    Sesterzi... che passione!

    Ciao, anche se spesso il mio campo d'interesse è attirato dal tribolato III secolo, continuo a subire il fascino dell'oricalco. Di seguito posto delle monete a mio avviso stupende, proposte da NAC (http://www.arsclassicacoins.com/), asta 74, 18 novembre 2013. Questa so che attirerà l'attenzione di Mirko 8710 AUGUSTUS, January 16 , 27 BC– August 19, 14. M. Salvius Otho. Triumphal bronze as or dupondius, Rome 7 BC, Æ 19.54 g. Obv. CAESAR AVGVST PONT MAX TRI-BVNIC POT Laureate head of Augustus left; in right field, Victory left adjusting Augustus’ laurel-wreath with right hand and holding cornucopia in left hand; border of dots. Rev. . M × SALVIVS × OTHO × III × VIR × A × A × A × F × F × around S - C; border of dots. Literature Cohen 518–519 BMC RE I, 43, 224, pl. 20, 5 RIC I2, 75, 429; BN 686 R. Göbl, Antike Numismatik, Munich, 1978, 2819 (this coin) H. A. Grueber, “Roman Bronze Coinage from B.C. 45–3”, NC 1904, 56, pl. XIV, 9 G. E. Rizzo, La base di Augusto, Rome, 1933, p. 101 (obverse, this coin) Kent-Hirmer pl. 39, 140 (obverse) Wealth of the Ancient World 122 (this coin) M.-M. Bendenoun, Coins of the Ancient World, A Portrait of the JDL Collection, Tradart, Genève, 2009, 46 (this coin). Condition Very rare and undoubtedly the finest specimen known. A wonderful portrait struck on a very large flan and an untouched dark green patina. Extremely fine. Provenance Sotheby’s, Hunt sale I, New York 1990, lot 122. Bank Leu AG 10, Zürich 1974, lot 25. Naville & Co-Ars Classica 11, Luzern 1925, lot 224. Naville & Co 2, Genève 1922, Lot 176. From the Weintraub, Levis, and Vautier - Collignon collections. Note When Tiberius entered Rome in 7 B.C. to assume his second consulship, he also celebrated the triumph he had been awarded for his successful campaigns of recent years, notably in Germany. The distinctive bronzes that show Augustus crowned by Victory are linked to this event by Mattingly, Dressel, Giard, Carson, Kent and Sutherland. The moneyers M. Salvius Otho, P. Lurius Agrippa and M. Maecilius Tullus are thought to comprise the college of 7 B.C., as only they produced these bronzes. There is no consensus on denomination, as their weights range from less than 10 to more than 17 grams, and they are struck on planchets that sometimes are too small for the dies and other times are markedly oversized and with somewhat ornamented borders. It is possible that more than one denomination was intended, as Sutherland proposed by describing some as dupondii and others as asses. Mattingly tentatively describes them as dupondii, but refers to them as a ‘Triumphal Coinage,’ and Grant and Giard classify them as medallions rather than coins. After the event that merited this triumphal coinage had passed, Tiberius’ honours continued in 6 B.C. with his being awarded the tribunician power for another five years. With Marcus Agrippa and Nero Claudius Drusus recently deceased, and Augustus’ grandsons still young, everything pointed to Tiberius being Augustus’ successor, even if he had never been the first choice. However, Tiberius soon found life in the capital intolerable: he disliked his civilian duties, detested his wife Julia, and he must have realised that his high honours were little more than interim measures by Augustus, who was awaiting the maturation of his grandsons Gaius Caesar and Lucius Caesar. Thus, in 6 B.C. he left Rome for eight years of self-exile on the island of Rhodes, returning only after Gaius and Lucius were dead, and Augustus had no other viable option for a successor. TIBERIUS, 17 (?) September 14–March 16, 37. In the name of Agrippina died October 18, 33. Struck by Gaius, March 18, 37–January 24, 41. Sestertius, Rome 37–41, Æ 30.58 g. Obv. AGRIPPINA M F MAT C CAESARIS AVGVSTI Draped bust of Agrippina right; border of dots. Rev. S P Q R / MEMORIAE / AGRIPPINAE Carpentum drawn by two mules left; the cover supported by figures, and with ornamented side; border of dots. Literature Cohen 1 BMC RE I 159, 85, pl. 30, 6 RIC I2, 112, 55 BN 128 Kent-Hirmer pl. 47, 164 (obverse) and 46, 164 (reverse) Sutherland 292–293 W. Trillmich, Familienpropaganda der kaiser Caligula und Claudius Agrippina maior und Antonia augusta Berlin 1978, Gruppe III Wealth of the Ancient World 124 (this coin) M.-M. Bendenoun, Coins of the Ancient World, A Portrait of the JDL Collection, Tradart, Genève, 2009, 49 (this coin). Condition Very rare and among the finest specimens known. A delicate portrait of sublime style, Tiber tone. Extremely fine. Provenance Tradart Genève SA, Genève 1993, lot 197. Sotheby’s, Hunt sale I, New York 1990, lot 124. Bank Leu AG 7, Zürich 1973, lot 338. From the Hunt and Weintraub collections. Note Agrippina Senior was among the most deserving, yet least fortunate of the Julio-Claudian women. After her marriage in A.D. 5 to Augustus’ preferred heir, Germanicus, she was poised to achieve a status on par with the empress Livia. However, with the death of Augustus and the accession of Tiberius, power within the dynasty shifted decisively from the Julians to the Claudians. Even though Agrippina’s marriage offered a union of the two bloodlines, her prospects did not survive under Tiberius. When Germanicus died at Antioch late in A.D. 19 under suspicious circumstances, Agrippina devoted herself to opposing Tiberius and his prefect Sejanus. Finally, in 29, Tiberius deprived her of freedom, and in 33 she died in exile. Three issues of sestertii were struck for Agrippina Senior, all posthumously. The first, produced by her son Caligula, shows on its reverse a carpentum; the second, issued by her brother Claudius, has on its reverse a large SC surrounded by a Claudian inscription; the third is a restoration of the Claudian type by the emperor Titus (79-81), whose inscriptions are substituted for those of Claudius. The obvese inscription on Caligula’s issue, AGRIPPINA M F MAT C CAESARIS AVGVSTI, describes Agrippina as the daughter of Marcus (Agrippa) and the mother of Gaius (Caligula). Claudius’ inscription also identifies her as Agrippa’s daughter, but ends GERMANICI CAESARIS, thus shifting the focus from her being the mother of Caligula to being the widow of Claudius’ deceased brother Germanicus. Distinctions in the portraits follow the same lines as the inscriptions: on the issue of Caligula, Agrippina has a slender profile like that of her son, whereas on Claudius’ her face is broader and fuller, in keeping with his appearance.
  11. Gentilmente mi confermate questi due sesterzi? I diametri variano tra i 27 e i 29 mm. Grazie.
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