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  1. Un meraviglioso esemplare di bronzo da 40 nummi ostrogoto battuto a Roma da Teodato si riaffaccia in asta questa volta per il martello di Roma Numismatics (Auction XXX lotto 582). Questa moneta combina un ritratto apparentemente ostrogoto (con l'effige del re a dx con Spangelhelm e vestiti dell'incoronazione su cui spicca una vistosa croce pettorale) con un rovescio di epoca flaviana. Grierson, p. 11, dice che “questi folles sono le monete più impressionanti emesse da qualsiasi sovrano germanico del V o VI secolo”. Sicuramente, insieme al follis di Giustiniano battuto a Roma, uno dei ritratti naturalistici più impressionanti del periodo in area italica. La moneta in questione, possiede, inoltre un gran pedigree in quanto, prima di essere passata in asta Artemide nel 2022, faceva parte della collezione Apostolo Zeno, poeta di corte dell'imperatore Carlo VI, vissuto tra il 1668 ed il 1750, e venduta all'asta, insieme a tutta la collezione, da Dorotheum a Vienna nel 1955. Descrizione ★ Ex Apostolo Zeno Collection ★ No Reserve Ostrogoths, Theodahad Æ 40 Nummi. Rome, circa AD 535. D N THEODΛHΛTVS REX, helmeted bust to right, wearing imperial mantle / VICTORIA PRINCIPVM, Victory standing to right on prow, holding wreath and palm; S-C across fields. A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy, p. 130, 1c, B1-L5 (this coin); Metlich 89b; MEC 141; MIB 81; BMC Vandals 19-24; Ladich 16-25. 9.44g. 25mm 6h. Near Extremely Fine; superb green patina. An outstanding example of this very rare and fascinating issue. This coin published in A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy (London, 2004); Ex Artemide Aste s.r.l. (San Marino), Auction LVIII, 5-6 November 2022, lot 568; Ex Apostolo Zeno (1668-1750) Collection = Dorotheum-Kunstabtailung, Sonder-Münzauktion, Sammlung Apostolo Zeno, 6 June 1956, lot 2591. Arslan in "La moneta in bronzo degli ostrogoti" in ACTA NUMISMATICA, 2022, pp. 249-284 su questa moneta:
  2. Illyricum65

    Follis di Aquileia

    Buongiorno, come la maggioranza dei frequentatori della Sezione sapranno, tra la fine del III secolo e gli inizi del IV le sorti dell’Impero furono rette da un sistema politico ideato da Diocleziano. La motivazione era data dalla necessità di dover regnare, vigilare e difendere un territorio vastissimo, sia a livello di pericoli provenienti dall’interno (ribellioni ed usurpazioni) che dall’esterno (invasioni barbariche). Da principio (285) Diocleziano nominò suo vice (Cesare) Marco Aurelio Valerio Massimiano e il primo aprile 286 lo elevò al ragno di Augusto (Nobilissimus et frater) affidandogli la guida di metà dell’Impero e creando in pratica una diarchia. Se Diocleziano si affidava alla protezione del suo nume Giove (Iovio), Massimiano si affidò a quella di Ercole (Erculio) ovvero di un semidio figlio del primo, per cui riconoscendogli indirettamente una certa subordinanza (seppure di facciata fossero allo stesso livello). Il passo successivo fu quello di eleggere altri due cesari (293), sia per ridurre ulteriormente le aree di competenza sulle quali vigilare (nonostante tutto si erano verificate varie rivolte), sia per creare una linea di successione e garantire quindi continuità al sistema diarchico: Diocleziano nominò Galerio a Nicomedia (maggio?), Massimiano Costanzo I (Mediolanum, 1 marzo). In pratica si passò da un sistema diarchico a una Tetrarchia con due Augusti e due Cesari a regnare sulle quattro aree in cui era stato diviso l’Impero. Dopo una dozzina di anni, il 1 maggio 305, Diocleziano e Massimiano abdicarono in favore dei loro cesari Galerio e Costanzo I (Cloro) che individuarono a loro volta i loro successori in Massimino Daia e in Flavio Valerio Severo. Mi fermo qua perché l’anno successivo Costanzo I muore e il figlio Costantino manda a monte il tavolo (e decretando alla fine il crollo della Tetrarchia)… Questo breve excursus storico serviva solamente per presentare una serie di follis emessi da Aquileia durante la Prima Tetrarchia (oltre alle tipiche e più comuni GENIO POPVLI ROMANI e SACR MONETA AVGG ET CAESS NOSTR) . Esemplari non rarissimi ma nemmeno così comuni. Ve ne presento alcune, tratte da http://numismatics.org Si trattano di appelli alla lealtà, alla fedeltà dell’esercito nei confronti degli (nostri) Augusti e Cesari: FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN. La Fedeltà drappeggiata stante frontale regge uno stendando in ciascuna mano. RIC VI Aquileia 57 a Data A.D. 305 Nominale AE1 Zecca Aquileia Dritto IMP CONSTANTIVS P F AVG: Head of Constantius Chlorus, laureate, right Rovescio FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN: Fides, draped, standing front, head left, holding standard in each hand. RIC VI Aquileia 61 a Data A.D. 305 Nominale AE1 Zecca Aquileia Dritto IMP CONSTANTIVS P F AVG: Bust of Constantius Chlorus, laureate, helmeted, cuirassed, left, holding spear (or sceptre) over right shoulder and shield on left arm. Rovescio FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN: Fides, draped, standing front, head left, holding standard in each hand.
  3. Buon giorno, matti che ti giungono dalla Gallia 3 follis della Prima Tetrarchia, tutti appartenenti alla numerosa serie GENIO POPVLI ROMANI. Li ho classificati tutto, uno facilmente, il secondo con qualche ricerca, il terzo con una certa difficoltà e di seguito vi rivelerò il perché. Il primo è stato di relativamente facile classificazione. - MAXIMINANVS NOBIL C, busto laureato e corazzato rivolto a destra./ R: GENIO POPVLI ROMANI, Genio calzante modius rivolto a sinistra, reggente patera nella mano destra e cornucopia nella sinistra. Chlamys sulla spalla sinistra. 28 mm, 8,3 g. Nessuna lettera nei campi e in esergo, tipico delle emissioni londinesi e di talune galliche continentali. Presenza di residui di argentatura e di depositi di malachite. Ho utilizzato quella sorta di Vangelo delle emissioni londinesi che è il “The London mint of Constantius & Costantine” di Cloke/Toone. Troviamo un esemplare calzante nel CT 3.01.031 – RIC 33, segnalato come comune (41 esemplari nei 4 hoard di riferimento). Emesso a nome di Galerio Massimiano dal 303 al 1 maggio 305.
  4. " Il tesoro monetale di Suq el Kedim Misurata." - S. Garaffo View File Studio del Tesoro monetale di Misurata (Libia). Submitter Illyricum65 Submitted 10/05/2020 Categoria Monete Antiche  
  5. Massenzio

    Ostia, la città e la zecca

    «Decidemmo (Minucio,Ottavio,Cecilio) di recarci a Ostia, piacevolissima città, affinché i bagni di mare fungessero da blanda cura adatta a prosciugare gli umori del mio corpo… In quel momento infatti, superato il solstizio d'estate, l'autunno volgeva ad un clima più temperato. All’alba dunque ci dirigemmo al mare per passeggiate su e giù sulla spiaggia, affinché l’aria, spirando dolcemente, vivificasse le nostre membra, e per provare il grande piacere di sentire la sabbia cedere mollemente sotto i nostri passi... Attraversato ormai lo spazio interno della Città ci trovammo sul libero lido. Lá un’onda leggera si distendeva bagnando l’estremo lembo sabbioso della spiaggia, e quasi livellandolo per la nostra passeggiata. Così, camminando lentamente e tranquillamente, costeggiavamo il litorale appena incurvato, ingannando la via con racconti... Ma una volta consumato uno spazio di cammino bastante al nostro discorso, volti indietro i passi ripercorremmo la stessa strada: e giunti dove alcune piccole imbarcazioni, tratte in secca, riposavano poggiate su travi di quercia perché il contatto con la sabbia umida non le rovinasse, vedemmo dei bambini che, gesticolando, facevano a gara nel gioco del lancio dei cocci in mare». A questo punto Cecilio propone: «Ora sediamoci su questi frangiflutti di pietre costruiti per proteggere le terme e protesi in profondità verso il mare: potremo così riposarci del cammino e discutere più seriamente» Alcuni cenni Leggendo il testo in apertura che io tanto amo e spesso cito (lo avevo fatto anche in un altro post su Ostia che però non trovo) molti che vivono a poco distanza dal mare potranno riconoscere come le abitudini antiche siano come quelle attuali, una passeggiata in spiaggia respirando brezza marina, affondando i piedi nella sabbia e guardando bambini giocare con l’acqua. La città costiera ha vissuto alterne fortune, anche successivamente all’apertura di Portus che ne ridimensionò l’importanza come porto relegandola a un ruolo amministrativo. Nelle sue vie risiedevano quelle gilde, corporazioni e uffici di rappresentanza che permettevano gli scambi commerciali tra le varie provincie e Roma. Ostia ha permesso uno studio diverso rispetto a Pompei, la seconda è rimasta sigillata a quell’autunno del 79 d.C. lasciando più o meno intatto tutto fino a quel fatidico momento, Ostia invece ci permette di viverne le alterne vicissitudini fino al decadimento completo. La zecca Nonostante Meiggs ritenga che Ostia abbia battuto monete a ridosso della seconda guerra punica con certezza possiamo solo affermare che la zecca è stata attiva per quasi un quinquennio tra il 308 e il 313 d.C. La zecca venne qui stabilita per coniare in un luogo lontano dai tumulti interni, lontano dagli insicuri confini e sicuramente per finanziare la campagna militare contro Domizio Alessandro. I motivi quindi appaiono svariati, l’iconografia con busti militari fu presente sin da subito proprio per la remunerazione delle truppe, la necessità di avere un luogo sicuro lontano dalla tumultuosa Roma in cui coniare moneta in metallo nobile trova riscontro nella sequenza delle emissioni dove appare evidente che inizialmente venisse coniato solo oro e argento entrambi con marchio di zecca POST, nella seconda emissione gli argentei successivamente mutano dall’iniziale POST(delta) a MOSTB, MOST(gamma) e MOST(delta), segno di zecca presente poi nelle primissime emissioni bronzee. Le maestranze ostiensi non provenivano da Cartagine come saltuariamente viene riportato, ci sono evidenti differenze sia stilistiche che produttive con la zecca africana, il personale che operò a Ostia proveniva da Roma, zecca con la quale lavorerà in stretta collaborazione pur rimanendo comunque completamente autonoma. Vienne, Kunsthistorisches Museum, Münzkabinett, 25338. Londres, The British Museum, Department of Coins and Medals, R 0137. La zecca operò in tre distinte fasi, la prima in cui conio solo aurei e argentei, la seconda in cui coniò tutti e tre i metalli e la terza più duratura in cui la produzione si attesto su moneta aurea e bronzea. L’ubicazione della zecca è ancora oggi a noi sconosciuta, probabilmente ubicata all’interno delle vecchie mura della città, sarebbe plausibile immaginarla sotto al tempio capitolino, dove il tesoro cittadino veniva conservato ma tesi comunque difficile accettare se si pensa al caos che il centro cittadino doveva generare. Le quattro officine ostiensi batterono indistintamente moneta bronzea e argentea mentre la moneta aurea venne coniata esclusivamente dalla prima officina. L’iconografia dominante nella monetazione ostiense di Massenzio, tipologia emessa per tutto il periodo, è rappresentata dai Dioscuri con legenda AETERNITAS AVG N, riferimenti alla tradizione navale della città quali protettori dei marinai e riferimento a quella propaganda messenziana che enfatizza i simboli di Roma, restituzione dei principi classici da parte dell’imperatore. La produzione monetaria di Massenzio si concentrava su due tipi principali, AETERNITAS AVG N per Ostia e CONSERV VRB SVAE per Roma. Diritto: IMP C MAXENTIVS P F AVG, busto nudo con lancia e scudo visto da dietro. Rovescio: AETE-RNITAS AVG N, I Dioscuri Castor e Polluce l’uno di fronte all’altro tengono i cavalli per briglie, all'esergo MOSTQ. RIC VI Ostia - (2 esemplari censiti) L’iconografia come accennato in precedenza è fortemente incentrata sin dall’inizio sulla campagna militare e rappresentata da busti militari e sin dal 309 d.C. appare la FIDES sui rovesci argentiferi cosa che non avviene a Roma nel medesimo periodo, coniazioni destinate al pagamento dei soldati e alla costruzione della flotta per la campagna militare. Diritto: IMP C MAXENTIVS P F AVG, testa laureata rivolta a destra. Rovescio: AETERN-I-T-AS AVG N, la Fides stante a sinistra tiene due stendardi, all'esergo MOSTS. RIC VI Ostia 43 Massenzio non abbracciò la riforma monetaria attuata da Constantino in Gallia nel 310 d.C. che porto il nummo argentifero a 1/72 di libbra romana, mantenne un peso teorico di circa 6 grammi con un modulo di circa 24mm equivalente a 1/48 di libbra romana. Altri due nominali bronzei si affiancavano alla produzione di nummi argentiferi, una moneta dal peso teorico di 3,25 grammi che potremmo definire mezzo follis e quello che viene oggi chiamato terzo di follis con peso che arrivava a quasi 2 grammi. Nel secondo periodo il mezzo follis ostiense è conosciuto con la raffigurazione di Massenzio in pelle leonina, è un nominale coniato limitatamente ed è completamente assente il modulo più piccolo. Nel terzo periodo invece il mezzo follis è piuttosto frequente, ipotizziamo un valore di 12,5 denari comuni ma qui fa la sua apparizione il terzo di follis che a sua volta è piuttosto raro. Personali conclusioni mi portano a fare due riflessioni, il circolante nel primo periodo non necessitava di nominali più piccoli, veniva largamente utilizzato il nummo argentifero e sporadicamente si aveva bisogno di moneta di taglio inferiore come il mezzo follis forse perché era ancora largamente circolante la frazione radiata diocleziana, immediatamente dopo però si è avuta la necessità di coniare un modulo più piccolo, forse per un livellamento dei prezzi al ribasso, come potrebbe essere per la documentata carestia che si ebbe nel 309 causata dalla mancanza di approvvigionamento di grano da parte dell’africa, si ha quindi necessità di circolante per quei servizi essenziali come le terme o le latrine e sulle quali sarà importante tornare più avanti. La penisola italica si presenta ancora instabile e tumultuosa, dal 310 d.C. vediamo un tentativo di Massenzio di legittimare la porpora imperiale agli occhi del popolo con delle emissioni di consacrazione dinastiche in cui vengono rappresentati i legami con il padre Massimiano, il genero Galerio e il cognato Constanzo. Diritto: DIVO MAXIMIANO PATRI MAXENTIVS AVG, testa velata rivolta a destra. Rovescio: AETERNA MEMORIA , un'aquila rivolta a destra sulla cupola del tempio esastilo, porta destra aperta, all'esergo MOSTT. RIC VI Ostia 25 Dopo la morte di Massenzio la zecca continuò a operare sotto Costantino per ancora qualche mese coniando moneta aurea e bronzea a 1/72 di libbra romana quindi adeguandosi alla riforma monetaria costantiniana attuata nel 310 d.C. I nummi argentiferi vengono coniati per i tre augusti, Costantino, Licinio e Massimino, rappresentati con busti Laureati e corazzati, laureati drappeggiati e corazzati e laureti drappeggiati e corazzati visti da dietro. Il RIC riporta anche un quarto busto laureato e drappeggiato accoppiato al rovescio GENIO POP ROM presente nell’ANS ma del quale non si trova traccia. C’è pero un quinto busto (o quarto se non si considera quello ANS) laureato e corazzato visto da tre quarti che ho iniziato a catalogare differentemente nonostante i testi non riportino tale variante, ha una rappresentazione stilistica differente sia nella ritrattistica sia appunto per il busto leggermente spostato. Sulla sinistra dell'immagine seguente sono riportati i busti canonici più comuni, sulla destra la variante. I rovesci coniati sono principalmente GENIO POP ROM, SOLI INVICTO COMITI e S P Q R OPTIMO PRINCIPI quest’ultimo tipo forse per riconoscenza verso Domizio Alessandro con il quale Costantino aveva stretto un’alleanza contro Massenzio qualche anno prima. Queste tre coniazioni sono piuttosto abbondanti e presentano alcune varianti stilistiche. La chiusura della zecca avvenne nel 313 d.C. con la necessità di Costantino di decentralizzare la produzione e di onorare il supporto della provincia Gallica aprendo nella città una nuova zecca. Arles celebra l’avvenimento con due belle monete in cui viene rappresentata la partenza e l’arrivo della moneta in città. E’ importante sottolineare come si possa notare che venga rappresentata Roma che lascia partire la moneta, questo sottolinea la visione dell’amministrazione costantiniana che vedeva nella zecca di Ostia una succursale di quella di Roma, proprio contrariamente a quanto aveva fatto Massenzio. Arles quindi batte moneta stilisticamente di scuola italiana, le maestranze ostiensi infatti raggiunsero in parte Arles e in parte Roma mentre il maestro di zecca continuò a lavorare a Ticinum. Paris, Bibliothèque nationale de France, Département des monnaies, médailles et antiques, acq. 1985/380. Paris, Bibliothèque nationale de France, Département des monnaies, médailles et antiques, acq. 2005/211. Ma cosa circolava, come si viveva, come si spendeva e risparmiava a Ostia? Lo vedremo più avanti.
  6. Massenzio

    Appunti Cartaginesi

    A Cartagine troviamo anche un”insolita coniazione, è l’unica zecca che batte moneta a nome di Massenzio come Cesare. È difficile poter identificare il motivo per cui questa zecca si prese la libertà di procedere in tal senso, la volontà dei senior Augusti con l’elevazione di Costanzo Cloro e Galerio era quella di elevare al rango di cesare Massenzio in quanto figlio naturale di Massimiano, ma di fatto Massenzio non fu mai Cesare perché si autoproclamò direttamente Augusto in rivalità con Severo II. Per la prima volta il figlio di un Augusto era tenuto fuori dalla successione. Potrebbe quindi essersi trattato di un errore della zecca che aveva giocato d’anticipo aspettandosi la proclamazione del nuovo Cesare, ma non è da escludere un segno di riconoscenza verso Massimiano, figura a cui Cartagine era sicuramente ancora molto legata per gli eventi avuti luogo 10 anni prima. Nel 297 d.C. difatti, Massimiano è chiamato a riportare ordine in Africa, la coalizione dei Quinquegentiani provoca il caos lungo il limes e mette in pericolo Cartagine stessa. Le operazioni militari hanno ovviamente bisogno di essere finanziate e quindi viene instaurata una zecca che provvederà a emettere monetazione dei tre metalli coniando abbondantemente il rovescio SALVIS AVGG ET CAESS FEL KART a rimarcare proprio l’attuale benessere della città dovuto non solo alla presenza imperiale e ad alcuni interventi eseguiti nella città stessa, ma soprattutto in relazione allo scampato pericolo. Lo stile dei ritratti è chiaramente assimilabile alla zecca di Roma da dove probabilmente arrivavano i modelli da cui Cartagine avrebbe poi avviato la sua produzione La coniazione in questi dieci anni di attività della zecca è abbondante con alcuni tipi emessi durante tutto il periodo di attività. La zecca mostra un’organizzazione meticolosa, sin dall’inizio si ha un utilizzo delle officine in base all’anzianità, troviamo quindi Diocleziano per la prima officina A, Massimiano per la seconda officina B, Galerio e Costanzo con la terza officina e successivamente in successive emissioni Costantino, Massimino e Massenzio per la quarta officina. Come sappiamo i due Augusti erano dediti ciascuno a un proprio culto, Diocleziano aveva deciso di mettersi sotto la protezione di Giove mentre Massimiano sotto quella di Ercole, questa suddivisione dei ruoli è riscontrabile sulla monetazione cartaginese dove nei campi di alcune emissioni fa la sua presenza la lettera H per l’augusto e i cesari erculei, e I per l’augusto e i cesari gioviani. Una particolarità del nummus argentiferous qui emesso è l’irregolarità del bordo e la superficie dei tondelli. Tutto ciò è dovuto alla tecnica utilizzata nella produzione dei tondelli che in questo caso è la colata in sabbia, uno dei procedimenti di fusione possibili. La mancata compattezza degli stampi di sabbia e la loro realizzazione davano origine a dei tondelli più o meno grezzi sulla superficie e sui bordi, la coniazione poi imprimeva il conio lasciando quindi solo il bordo irregolare, mentre talvolta invece la coniazione per quanto buona potesse essere non era sufficiente e lasciava la moneta con la superficie ruvida sui fondi e sui rilievi, probabilmente in questo caso si partiva da tondelli estremamente grezzi e per quanto forte potesse essere il colpo questo non sortiva l’effetto desiderato. Nel 308 l’usurpazione di Alessandro in Africa pone fine a questo gruppo di coniazioni, lo stile ora è approssimativo indicando come non vi fosse più manovalanza formata all’interno della zecca, inoltre la coniazione è riconducibile alla riforma attuata da Costantino nelle Gallie con peso e moduli ridotti rispetto alla precedenti emissioni e a quelle attuate da Massenzio nella zecche da lui controllate. Roma ha perso il suo granaio e il malcontento aumenta in città, da questo momento Massenzio inizia mette in atto i suoi piani per riconquistare la Sardegna e l’Africa da finanziare tramite la produzione presso una nuova zecca: Ostia.
  7. Illyricum65

    Sleaford Hoard (Lincolnshire)

    Ciao, hoard inglese da poco presentato al grande pubblico: Sleaford oggi è un piccolo paesino della verde campagna inglese, nel Lincolnshire, lontano dai principali centri urbani, ma durante l’occupazione romana della Britannia era un crocevia di rilevante importanza geografica, forse anche sede di un mercato. Nei pressi del villaggio è stato recentemente scoperto un tesoro di monete del IV secolo d.C., che testimoniano la centralità e la ricchezza dei cittadini romani di questa provincia. La scoperta è avvenuta dopo anni di ricerche da parte di due cercatori di tesori con il metal detector, Rob Jones, un ingegnere e professore universitario di Lincoln, e Craig Paul, manager di un’azienda locale. Il tesoro, che consiste di oltre 3.000 monete in lega di rame, molte delle quali storicamente uniche, è oggi sotto esame dagli esperti del British Museum La scoperta è avvenuta nel luglio 2017, ma è soltanto negli ultimi giorni, per la precisione giovedì 9 maggio, che il gruzzolo di monete è stato dichiarato protetto dal Treasure Act del 1996, diventando di patrimonio nazionale. Tratto da https://www.vanillamagazine.it/scoperto-un-tesoro-di-monete-romane-in-inghilterra/ Si tratta di un deposito monetale che copre il periodo 284-306 d.C.: La dottoressa Eleanor Ghey, curatrice del British Museum per l’epoca dell’età del ferro e Roman Coin Hoards al British Museum, ha aggiunto: “Al tempo della sepoltura del tesoro, intorno al 307 d.C., l’impero romano era sempre più decentralizzato, e la Britannia era sotto i riflettori di Roma dopo la morte dell’imperatore Costanzo a Eboracum, l’odierna York. Per la prima volta le monete romane avevano iniziato a essere coniate a Londra, e la scoperta di questo tesoro riveste una grande importanza per lo studio dell’archeologia del Lincolnshire“. Per curiosità, recentemente in zona era stato scoperto anche un hoard della Guerra Civile Inglese: https://www.sleafordstandard.co.uk/news/monumental-hoard-of-over-1-000-coins-from-the-civil-war-found-in-field-near-sleaford-1-7682735 Ciao Illyricum
  8. Alex0901

    Giustiniano I: Follis Roma (?)

    Salve a tutti! In questo periodo mi sto dedicando alla visione di alcune monete bizantine, al fine di apprenderne le principali caratteristiche ed acquisire le giuste capacità, mediante i vostri insegnamenti, di valutare da me l'autenticità di suddetti esemplari (e sono consapevole di avere ancora qualche impegno "bibliografico" con qualcuno, che a breve porterò a termine (-; ). Detto ciò, vorrei porre alla vostra attenzione questo , che sembrerebbe un Giustiniano della Zecca di Roma; eventualmente, me ne confermereste l'autenticità? E perché no, parlarci un po' di quest'affascinante monetazione) ? Aspetto risposta in trepidante attesa, grazie mille per tutto anticipatamente. Alessandro
  9. Alex0901

    Maurizio Tiberio: Follis Ravenma

    Buongiorno a tutti! Come preannunciato nella precedente discussione, vorrei porre alla vostra attenzione questo follis di Maurizio Tiberio, della zecca di Ravenna; prima di approfondire la storia che gravita intorno a questo pezzo e la relativa zecca, mi piacerebbe sapere se è un esemplare autentico e, in tal caso, la sua effettiva rarità. Grazie a tutti coloro che interverranno (; Alessandro.
  10. roman de la rose

    Giustino II° e Sofia

    Follis di Giustino II° anno III° zecca di Cizico. La moneta mi piace molto personalmente ma talora mi inquietano i volti mi ricordano l'urlo di Munch
  11. roman de la rose

    Costante II° con Costantino, Eraclio e Tiberio

    Follis di Costante II° - terzo periodo, zecca di Siracusa. anno tra il 659 e il 668. Diritto; Costante II con barba lunga e grandi baffi e Costantino imberbe entrambi coronati, in piedi e frontali. Rovescio; al centro numerale M sormontato dal monogramma, ai lati Eraclio e Tiberio in piedi coronati e in tunica in esergo la sigla scl (sicil) diametro 23 mm peso grammi5,,40
  12. roman de la rose

    Eraclio contromarca

    Follis di Eraclio contromarcato. mi piacerebbe sapere, anche se non credo sia facile, su che follis è stato ribattuto, poi ci sono sulla destra al diritto delle lettere credo greche, non è (forse mi sbaglio) un'altra precedente contromarca? il diametro massimo della moneta è di 30 mm e il peso è grammi 22,67 ringrazio in anticipo e auguro un buon proseguimento di giornata a tutti
  13. roman de la rose

    Tiberio II° Costantino

    Follis di un certo modulo modulo di Tiberio II° Costantino zecca di Costantinopoli anno V°. diametro 37 peso grammi 17,91. MI piacerebbe sapere se qualcuno di voi cari amici mi potreste dare delle dritte su qualche pubblicazione (se esiste) inerente le riforme monetarie bizantine. ringrazio in anticipo.
  14. O'trebla

    Altro Licinio

    Appena arrivato, mi piaceva molto per come è arrivato a noi.. Così ve lo mostro..sicuramente non rara come la precedente, appena riesco mi metto li con il ric per inquadrarla meglio. Spero vi piaccia.
  15. Avete presente quando, per lo stesso prezzo, potreste comprare una moneta in conservazione migliore, ma non vi dice nulla, mentre una tenuta un po' peggio vi affascina parecchio? Be è quello che mi è successo con questo Follis, intoccato dall epoca con ancora una buona dose di argentatura..che trovo davvero bella..quando sono così le monete mi appaiono come piccoli monumenti del passato...tra l'altro questa moneta segna il mio nuovo inizio dopo tanti anni..il verso lo trovo spettacolare..Spero vi piaccia. (Ps.le foto non rendono)
  16. Ho comprato questo Follis di Massenzio all in circa 25 anni fa in un negozio di numismatica della mia città. Secondo voi è originale?
  17. Illyricum65

    Costantino CONCORD MILIT

    Ciao a tutti. Nel novero dei miei interessi numismatici rientra sempre la Britannia, la monetazione collegata a questa area, la zecca di Londinium e la produzione londinese a titolo di Costantino e la sua discendenza. Pertanto continuo a monitorare le offerte del mercato collegate a questi temi. Relativamente comuni sono le SOL INVICTO, i GENIO POPVLI ROMANI e le BEATA TRANQVILITAS anche se tra queste, per il collezionista più attento, vi sono esemplari più comuni e varianti più rare. Spesso raggiungono comunque valutazioni discrete, nonostante una certa disponibilità per i tipi più comuni, probabilmente per un buon interesse da parte dei collezionisti anglosassoni. Oggi ho aggiunto al vassoio dedicato il segunte esemplare, acquistato da venditore professionale inglese. CONSTANTINVS PF AVG, busto corazzato e laurato rivolto a destra / CONCORD MILIT, Concordia stante verso sinistra, reggente due stendardi. Stella in campo destro, PLN in essergo. 23 mm, 4.72 g. RIC VI 195. Il venditore la attribuisce al 310-312 d.C., il Clooke Toone all'anno seguente ovvero al 311-312. Sempre lo stesso testo la segnala come "Comune" ( per la tipologia è nettamente la serie più rappresentata con 31 esemplari presenti negli hoard di riferimento ) anzichè "Scarce" come segnalata dal venditore professionista (che probabilmente si sarà affidato al rating del RIC con le consuete incongruenze). Dalla sensazione personale posso dire che in considerazione della qualità di conservazione (che mi pare discreta) mi ritengo abbastanza soddisfatto: è un tipo che passa talvolta sul mercato ma non con una frequenza alta. Il C-T la attribuisce alla terza riduzione di Londra a 72 pezzi/libbra per un peso teorico di 4.48 g impostati su tondelli di 21-22 mm di diametro per cui i dati fisici sono perfettamente compatibili. Si tratta di una emissione prodotta nel periodo immediatamente precedente la discesa in Italia di Costantino, in veste di Augusto delle Gallie e dell'Hispania, contro Massenzio. Guidava un esercito costituito da 90.000 fanti e 8.000 cavalieri provenienti da truppe barbare sconfitte, Germani, popolazioni celtiche e britanniche. Mi piace pensare che il messaggio della moneta fosse indirizzato proprio a queste ultime milizie: le truppe britanniche e quelle galliche costituirono lo "zoccolo duro" dell'esercito costantiniano. Se non erro a conferma del fatto che il messaggio fosse destinato a quelle milizie che lo appoggiarono all'inizio della sua carriera dopo la morte del padre Costanzo Cloro va segnalato il fatto che le CONCORD MILIT sono state emesse solo a Londinium: probabilmente un suo omaggio ai fedeli soldati romano-britannici. Ciao Illyricum
  18. Quintus

    Siate affamati, siate folliS :-)

    Quando l'ho visto sono rimasto senza parole... ho rischiato di vendere un rene per averlo ma mi è andata bene! :-) Nonostante venga da eBay non ho mai visto nulla di così bello! Che ne dite? Con questo ho quasi raggiunto la pace dei sensi numismatici (seee... ma a chi la racconto? :-D)! OBVERSE: Laureate head of Maxentius facing right, IMP C MAXENTIUS P F AVG. REVERSE: CONSERV VRB SVAE, Tetrastyle temple containing Roma seated left Maxentius stg. r., wearing military attire, his foot on captive, receiving globe from the goddess and holding sceptre in left, wolf and twins in pediment of temple. Mint mark A Q followed by officina mark in ex. (Aquileia, AD 309-10) RIC: vi, p. 325. SEAR: 14992. DIAMETER: 28 mm. WEIGHT: 9.5 g. Ciao! TWF
  19. legioprimigenia

    Massimiano

    Per favore, che classificazione date a questo Massimiano Ercole in base al Ric? non trovo il tipo corrispondente grazie
  20. Chiederei gentilmente l'identificazione di questa moneta. Peso 1.75 gr Diametro 18 mm. Al rovescio [FEL TEMP RAPAR]ATIO Grazie
  21. Salve a tutti, sono un'appassionata di monete ma sto ancora imparando a catalogarle. Mi dareste una mano con queste cinque monete? La difficoltà è che le leggende non sono visibili, o ben poco, in questi casi come si fa? Grazie a coloro che mi dedicheranno un pò di tempo. 1 Prima moneta peso 1.14 gr e 17 mm di diametro. Sul retro una figura femminile con cornucopia
  22. Non riesco a determinare il corretto riferimento al RIC di questo Follis.......... Non è un problema di leggibilità o tipologia perchè la moneta è ben conservata, sono io che mi sono incasinato,......... :pardon: Abbiamo un Costantino II°, zecca di Sciscia D:CONSTANTINVS IVN NOB C R: VICT LAETAE PRINCP PERP Esergo: dot. epsilon SIS dot Al centro: VOT PR, nell'altare: S Grazie
  23. Vi chiedo qualche suggerimento sulla zecca che ha coniato questi 2 follis, ho individuato la tipologia, emessi dal 330 al 335 se non sbaglio. In esergo al primo (A) leggo S M R Q ??? molto approssimativo, nel secondo (B) R A Q ?, dovrebbe essere Aquileia ? Le immagini sono da scanner. Grazie in anticipo per la pazienza................ :lol:
  24. Chiedevo una conferma per l'identificazione di questo Follis Io leggo al diritto: CONSTAN TINVS AVG Al rovescio: CONSTANTINI MAX AVG Quindi Costantino I (307-337) ? Peso gr. 2,30 circa Grazie
  25. Ciao, di seguito illustro alcune mie riflessioni che ho formulato dopo aver ricevuto l’ultimo acquisto relativo alla zecca di Londinium e aver confrontato due follis prodotti dalla medesima zecca britannica a distanza di pochi anni. Perché continuo a tener d’occhio le emissioni di Londinium e quando si presenta un’occasione propizia e il prezzo è interessante amplio la collezione tematica… RAPIDO PROLOGO: Nel caos politico che contraddistingue la situazione della Britannia della fine III secolo abbiamo vari protagonisti che contradistinguono e caratterizzano le varie fasi. Dapprima l’Impero Gallico e i suoi regnanti, del quale fece parte l’isola e successivamente, dopo un periodo di rientro nell’Impero Centrale, quello cosiddetto Britannico con protagonista Carausius in primis (fine 286 – inizio 287?) e quindi Allectus (293?). In questo periodo probabilmente circolavano in Britannia monete dei Gallici, imitative, carausiane e allettane. Sembra che già l’anno seguente l’autoproclamazione di Carausius ad Augusto Massimiano (Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius), legittimo Cesare della regione, avesse in programma un’invasione poi procrastinata probabilmente a causa dell’invasione continentale dei territori gallici da parte dei Franchi (forse “aiutata” dallo stesso Carausius al fine di creare un secondo fronte continentale che distogliesse l’attenzione dalla situazione britannica). Nel periodo Carausius batte moneta a Londinium, Rouen e forse in altre zecche non ben identificate (Colchester? Zecche ausiliarie londinesi?) nel tentativo di ottenere il riconoscimento formale da parte dell’Impero Centrale. La situazione rimase immutata fino al 293 quando Massimiano occupò i territori gallici dell’Impero Britannico e cominciò la pianificazione della riconquista dell’isola: primo step era quello della creazione di una flotta che consentisse il trasporto delle truppe d’invasione senza subire d’altra parte il potere navale, fino a quel momento appannaggio di Carausius. Il compito in realtà fu delegato ad un altro personaggio romano: Flavius Valerius Constantius detto Chlorus ovvero il padre del futuro imperatore Costantino. Fu lui che nel 296 fisicamente sbarcò in Britannia alla volta di Londinium con un contingente militare dopo la sconfitta e l’uccisione di Allectus (avvenuta a sua volta in realtà per mano del Prefetto del Pretorio Iulius Asclepiodotus [Asclepiodoto]). Fin qui sembra tutto abbastanza chiaro (si fa per dire, in quanto anche le date sono spesso incerte e le biografie dei personaggi coinvolti sono spesso confuse e delineate a sommi tratti specie per i “britannici”). Massimiano assurge quindi al titolo di Augusto all’inizio del 286 (aprile?) principalmente per evitare di proporsi come Cesare contro Carausius che si è incoronato Augusto: quindi da un punto di vista formale Massimiano avrebbe avuto un ruolo di minore rilevanza rispetto all’usurpatore, sebbene la sua investitura a Cesare fosse ufficiale e conferitagli da Diocleziano. Che nell’occasione non ebbe alcun problema a conferirgli l’onoreficenza massima certo della lealtà di Massiminiano nei suoi confronti, sebbene non fosse presente all’investitura (Diocleziano era impossibilitato a presenziare alla cerimonia in quanto si trovava tra Bisanzio, dove è documentata la sua presenza il 22 marzo 286, e Tiberiade, che visitò dal 31 maggio al 31 agosto). In fondo era quello che Diocleziano auspicava come fine ultimo della Tetrarchia: egli come Augusto curava gli interessi della Pars Orientalis e si trovava nei suoi territori, Massimiano come Augusto della Pars Occidentalis svolgeva i suoi compiti istituzionali nei territori assegnati. E nelle loro funzioni Diocleziano e Massimiano si facevano aiutare dai due Cesari Galerio e Costanzo Cloro. Mentre Costanzo guidava la Britannia, Galerio si scontrava nei settori orientali dell’Impero contro i Sasanidi. E attorno al 300 lo stesso Costanzo omaggia il collega Galerio sulle monete emesse dalla zecca di Londinium: Obv.- MAXIMIANVS NOB CAES; busto laureato e corazzato verso destra. Rev.- GENIO POPV-LI ROMANI; Genio stante verso sinistra reggente patera e cornucopia. Essergo: / . RIC VI Lon 15 26mm; 7.8 g. Se paragonato con i parametri della discussione http://www.lamoneta.it/topic/120627-la-zecca-di-londinium/?hl=%2Blondinium+%2Billyricum#entry1372098 risulta leggermente sottopeso con caratteristiche del ritratto riferibile a Londinium, stilisticamente affine ai ritratti di Carausius e Allectus. RIC Volume VI (Londinium), Group I, (ii), Class II, (a), No. 6-16, c. 300 onward, 11.0-9.5 gm, 28/26 mm. Sulla base delle caratteristiche del ritratto (in realtà qui alquanto sfumate) degli “specialisti” anglosassoni del periodo ma l’hanno classificato come sopra descritto. E l’emissione è databile ad un generico “dal 300 in poi” con una probabile datazione attorno proprio al 300 d.C.
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