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Brexit


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Brios, invece di usare un sarcasmo indigesto, renditi conto che l'italiano ha delle sfumature che tu probabilmente non conosci (scusa ma non ricirdavo fossi straniero). Il termine nano politico è stato usato, in Italia, da movimenti poitici antieuropeisti xenofobi

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Se a seguito di referendum si ottengono col voto determinati risultati  significa solo una cosa!  Ovvero  che in passato le persone  "votate " hanno  tradito  le speranze  dei  votanti!  E qui  che il popolo rientra in gioco,  e non importa se  sbagliando o correttamente!  Non è questo  il punto.  8/10 di popolazione vanno a votare e chiedono qualcosa. .. sanno di poterla  ottenere. .. si recano a votare!  In Italia ciò  non accade!  Mai. .. purtroppo. 

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Ma esser antieuropeisti e xenofobi è un crimine ? Non è una domanda retorica o a sfottò perchè ultimamente si hanno dei dubbi sulla questione, quasi come se in politica esistesse il giusto e lo sbagliato; io conosco solo il buon senso.

Riguardo a quanto dice Petronius: rispetto le tue opinioni, ma secondo me parli di una politica "ideale" che non esisteva neanche nell'Antica Roma. La questione della democrazia rappresentativa: primo, mettiamo il caso ci fossero state le elezioni e che avesse vinto il fronte antieuro il risultato non sarebbe cambiato da quello odierno. Secondo, credo che un elettore non possa esser d'accordo su tutto, col suo partito di fiducia (mettiamo fino al 90% il 10% facciamo finta che sia l'argomento Brexit); per cui la maggior parte delle persone si troverá a eleggere politici che non offrono il 100%, mentre il fronte antieuro propone solo il 10% e per questo è poco efficace: il cittadino come risolve il problema dell'ottenere il 100% ? Con il referendum ; senza tralasciare il fatto che anche nel fronte anti-EU sicuramente saranno presenti esperti che consigliano il meglio secondo i loro pareri (non ci sono criteri oggettivi). Spero di esser stato comprensibile :( . :D

Modificato da momi95
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A parte gli ovvi contraccolpi, in campo economico, finaziario, etc. mi sa che si aprono anche, a breve, nuove e molto importanti opportunitá per chi in Europa saprá occupare per primo i campi di attivitá prima svolti dalla GB in Europa

Nel breve ci sarà' certamente molta confusione e incertezza e anche possibili conseguenze economiche per laGB

Nel medio non credo sia tanto facile rimpiazzare un centro finanziario e commerciale così forte è strutturato come Londra, a cominciare dalla facilità' offerta dalla lingua. Ve l'immaginate Parigi che prende il posto di Londra ? Io sinceramente non tanto ...

Nel breve i contraccolpi per UK saranno inevitabili forse anche con perdite di posti di lavoro. Dopo occorre vedere come evolverà' lo scenario...

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A questo punto però,  faccio una domanda: se i cittadini o alcuni di loro (meno giovani, meno colti, meno altro) vengono ritenuti, per qualsivoglia motivo, non adatti a decidere su temi così importanti, come si può pensare che siano adatti invece a scegliere un rappresentante che poi agisca nei loro interessi?

 

Considerata la natura umana e quella dei rapporti politici, in un contesto come quello descritto, come non ipotizzare, a mio giudizio fondatamente, che quei rappresentanti allora saranno scelti anche peggio, non solo per inadeguatezza di alcuni cittadini, ma per lo sfruttamento di tale difetto da parte dei candidati?

 

Paradossale poi additare i votanti più anziani come quelli tout-court più retrivi, quando invece all'età può essere (ragionevolmente) attribuita quell'esperienza e conoscenza della vita ( e dell'ambiguità della politica) che i giovani inesperti non hanno.

Se vogliamo, sono i cittadini maturi che con il loro lavoro, le loro tasse e la loro eventuale azione politica hanno costruito nei decenni passati il paese, e quindi hanno più diritto di decidere di un "patrimonio" da loro costruito.

Ma sono discorsi puramente teorici: il voto di un vecchio con la licenza media vale quello di un venticinquenne con laurea a Cambridge, punto. Come se non fossero i giovani poi, più immaturi, i più eventualmente sensibili a eventuali "urlatori" (definizione tra l'altro pregiudiziamente negativa dei legittimi propagandisti anti UE).

 

Uscendo quindi dalla teoria, credo che tutte queste considerazioni siano buone per un convegno e non per la situazione attuale. Certe regole esistono da noi come in UK da gran tempo, e ritengo strumentale farne ora la critica perchè un certo risultato appare "poco saggio" secondo criteri opinabili.

 

Credo che parecchi (non tutti) non si sarebbero azzardati ad esporre certe teorie sul voto se a vincere fosse stato il Remain, quando invece, a questo punto, li avremmo dovuti da anni vedere proporre nuovi regolamenti per la limitazione in un senso o nell'altro del suffragio universale...

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@@Druso Galerio

 

"A questo punto però,  faccio una domanda: se i cittadini o alcuni di loro (meno giovani, meno colti, meno altro) vengono ritenuti, per qualsivoglia motivo, non adatti a decidere su temi così importanti, come si può pensare che siano adatti invece a scegliere un rappresentante che poi agisca nei loro interessi?"

 

 

Forsè perchè in democrazia vige il divieto del mandato imperativo (art. 67 Cost): quindi il loro rappresentante non agisce (e non deve agire) nel loro interesse ma nell'interesse di tutto il popolo.

 

Polemarco

 

P.S. Guardate che se avesse prevalso il remain avrei detto le stesse cose.

Modificato da Polemarco
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Non ho detto che dovrebbe esserci il vincolo di mandato, Polemarco, mi sono chiesto con quale criterio si affida a cittadini ritenuti inadatti a votare direttamente su certi temi, la scelta di un politico che lo faccia per loro, è un'altra questione; vincolo di mandato o meno, se i cittadini sono su certi temi "sotto tutela" perchè non sufficientemente titolati per dare la propria opinione, come si può supporre che però siano adatti a scegliere "il migliore" fra i candidati ad esercitare quella tutela?

 

Domanda retorica, ovviamente.

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Eddai su.... Il rappresentante agisce per gli interessi suoi e di chi ha finanziato la campagna elettorale. L' unica speranza del popolano è individuare il rappresentante con cui abbia interessi comuni. Così è in Italia (anche se non lo si ammette) e così è nelle democrazie ove il sistema delle lobby non è occulto.

Ciò è giusto? Beh quando si riuscirà a definire la "Giustizia" potremo discuterne. L'unica cosa certa è che se hanno chiamato alle urne un popolo secondo determinate regole poi non è possibile cambiare perché il risultato non piace.

Il discorso di Reficul può anche tornare, ciò che non è espresso è che: è sempre stato così e sempre così sarà. L'uomo è così. Mi piacerebbe sapere quando nella storia l'espressione del voto sarebbe stata "illuminata".

Buona giornata

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In pratica, per dirla in modo brutale, prima di dire la mia su temi così importanti DEVO STUDIARE, il voto di pancia o il voto dettato da qualche urlatore in TV non dovrebbe avere un peso così importante in decisioni che investono non solo il mio orticello ma la vita dell'intera umanità.

 

In particolar modo oggi, dove i social hanno spianato la strada a una serie di altre aberrazioni per cui è più facile veder volare un bufalo che formarsi un'opinione solida, senza qualunquismi o arroccamenti nella propria posizione.

In nome del Mercato si sono annebbiati tutti ,e trascurando la formazione scolastica,si è dato un pesante contributo 

al 'do ut des 'oggi imperante.

Hegel diceva che allora esiste lo Stato quando le aspettative della gente vanno in sinergia con le istituzioni. Ma é poi vero che le aspettative degli italiani, i birilli del senso comune, sono quelle di uno stato giusto, attento, previdente, propositivo. Non é altrettanto vero che da troppo tempo siamo abitati al favore, alla prevaricazione, alla disobbedienza civile, ai privilegi, al rango di appartenenza. Come si fa ad immaginare un prototipo di cittadino che scelga valori etici di solidarietà sociale, giustizia civica, appartenenza nazionale, insomma, per falla breve, rispetti delle regole istituzionali per avere in cambio: equità, benessere, servizi. Caro Saviano prima di abbattere le metastasi sociali abituiamoci ad essere normaliHegel diceva che allora esiste lo Stato quando le aspettative della gente vanno in sinergia con le istituzioni. Ma é poi vero che le aspettative degli italiani, i birilli del senso comune, sono quelle di uno stato giusto, attento, previdente, propositivo. Non é altrettanto vero che da troppo tempo siamo abitati al favore, alla prevaricazione, alla disobbedienza civile, ai privilegi, al rango di appartenenza. Come si fa ad immaginare un prototipo di cittadino che scelga valori etici di solidarietà sociale, giustizia civica, appartenenza nazionale, insomma, per falla breve, rispetti delle regole istituzionali per avere in cambio: equità, benessere, servizi. Caro Saviano prima di abbattere le metastasi sociali abituiamoci ad essere normali!

 

E' esattamente questo che intendevo parlando, nel mio post precedente, di scarsa consapevolezza della complessità del problema da parte dei votanti.

 

La campagna elettorale che ha preceduto il referendum, è stata una campagna che non ha spiegato niente, se non che il paese doveva difendersi dalle versioni contemporanee di Unni e Visigoti. Sintomatico di questa disinformazione, il fatto che subito dopo il voto ci sia stato un boom di ricerche su Google riguardanti la UE, provenienti dal Regno Unito.

Seguendo questo tracciato si arriva a mettere legittimamente in discussione la possibilità di affidare questioni così delicate al voto popolare, ed è quello cho fatto anch'io nel mio post citato.

 

Il problema esiste, e sarebbe da sciocchi non vederlo, ma, per ora, sembra non avere soluzione, come è ben spiegato in questo articolo (riferito al nostro paese, spero che nessuno lo veda come un tentativo da parte mia di fare politica o propaganda)

 

http://www.wired.it/attualita/politica/2016/06/17/voto-bisogno-ignoranti/

 

petronius

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 a questo punto l'unica possibilità è quella di investire investire e investire nell'istruzione. Perché solo mettendo delle solide basi di istruzione, cultura ......................

In nome del Mercato si sono annebbiati tutti ,e trascurando la formazione scolastica,si è dato un pesante contributo 

al 'do ut des 'oggi imperante.

Hegel diceva che allora esiste lo Stato quando le aspettative della gente vanno in sinergia con le istituzioni. Ma é poi vero che le aspettative degli italiani, i birilli del senso comune, sono quelle di uno stato giusto, attento, previdente, propositivo. Non é altrettanto vero che da troppo tempo siamo abitati al favore, alla prevaricazione, alla disobbedienza civile, ai privilegi, al rango di appartenenza. Come si fa ad immaginare un prototipo di cittadino che scelga valori etici di solidarietà sociale, giustizia civica, appartenenza nazionale, insomma, per falla breve, rispetti delle regole istituzionali per avere in cambio: equità, benessere, servizi. Caro Saviano prima di abbattere le metastasi sociali abituiamoci ad essere normaliHegel diceva che allora esiste lo Stato quando le aspettative della gente vanno in sinergia con le istituzioni. Ma é poi vero che le aspettative degli italiani, i birilli del senso comune, sono quelle di uno stato giusto, attento, previdente, propositivo. Non é altrettanto vero che da troppo tempo siamo abitati al favore, alla prevaricazione, alla disobbedienza civile, ai privilegi, al rango di appartenenza. Come si fa ad immaginare un prototipo di cittadino che scelga valori etici di solidarietà sociale, giustizia civica, appartenenza nazionale, insomma, per falla breve, rispetti delle regole istituzionali per avere in cambio: equità, benessere, servizi. Caro Saviano prima di abbattere le metastasi sociali abituiamoci ad essere normali!

Formazione ? Cultura ?

Parliamo di monete,numismatica.

Ritratto del collettore 60-70-80 -x del secolo scorso . Dinosauri. Custodi di conoscenza e cultura .

E il ritratto di un moderno collettore di moneta . Furetti. Quelli che sono venuti a giocare monete.

Si sente la differenza ?

Devo dire sulla Russia .

Dagli anni '90 del secolo scorso il numero di monete da collezione è in crescita ogni anno . Sono diventati migliaia . Ma queste sono persone che raccolgono monete moderne . O una moneta di 19-20 secoli .  Collezionista Grecia, Roma , Bisanzio , il Medioevo , il Rinascimento è molto piccolo .

Perché?

 Monete antiche richiedono istruzione e la cultura , la religione e la storia e l'anima . Moderna. E 'facile da acquistare . E 'facile da vendere. Non c'è bisogno di spendere un sacco di tempo e di emozione.

PS

viene spontaneo pensare che  chi  è collezionista di monete antiche, ha  certamente inculcato nella propria formazione culturale piu' esperienza , piu' maturità e piu' elasticità mentale .

Modificato da Brios
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La campagna elettorale che ha preceduto il referendum, è stata una campagna che non ha spiegato niente, se non che il paese doveva difendersi dalle versioni contemporanee di Unni e Visigoti.

Scusa Petronius, ma non è stato proprio così, e in ogni caso dall'altra parte, se vogliamo usare la stessa linea descrittiva,  si è motivato l'elettorato paventando più o meno apocalissi, ritorni del nazismo, guerre mondiali e via discorrendo...siamo onesti dai.

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Scusa Petronius, ma non è stato proprio così, e in ogni caso dall'altra parte, se vogliamo usare la stessa linea descrittiva,  si è motivato l'elettorato paventando più o meno apocalissi, ritorni del nazismo, guerre mondiali e via discorrendo...siamo onesti dai.

 

Non ho nascosto, e non nascondo, di essere anti-Brexit, ma certo non ho difficoltà a riconoscere che disinformazione e ignoranza ci sono state, e ci sono, in entrambi i campi.

Per questo, quello che sto cercando di fare, è un discorso più generale, che prescinde dall'esito del referendum inglese, ma affronta il tema, ben più importante, del significato, oggi, della democrazia, e dei modi per farla funzionare. E tra questi modi, lo ripeto, non credo debba esserci, se non come ultima spiaggia, una cosa che divide il mondo in due metà contrapposte, prospettando soluzioni semplici a problemi complessi: sì/no, o di qua o di là.

Sarà anche utopico, ma credo che prima di arrivare a questo si debba cercare, sempre e comunque, di mediare tra le varie istanze, e questo è compito della politica, un compito, in questo caso, clamorosamente fallito...sarebbe stato lo stesso se avessero vinto i remain.

 

petronius

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Beh, probabilmente è su questo che le nostre opinioni non combaciano: per me la mediazione non è che un metodo contingente, a volte utile a volte dannoso, e non un criterio in sè buono da applicare il più possibile.

 

Tra l'altro credo che associare le scelte "nette" a scelte improvvide o mal ponderate sia sbagliato: una decisione può essere matura e rispettare la complessità di un problema, ma anche netta e precisa.

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per me la mediazione non è che un metodo contingente, a volte utile a volte dannoso, e non un criterio in sè buono da applicare il più possibile.

La mediazione è l'unico criterio possibile. In ogni contesto in cui voglia relazionarsi col prossimo. Unica alternativa è imporre il proprio volere con la violenza oppure l'isolamento. Il suo punto di vista era già chiaro precedentemente.

La politica chiaramente dovrebbe svolgere questo compito e su questo sono d'accordo con Petronius. Dire però che il suffragio sia illuminato solo quando elegge chi si vorrebbe mi pare presuntuoso. Aspetto ancora di capire quando gli elettori sarebbero stati più "consapevoli"

Modificato da Cinna74
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E' esattamente questo che intendevo parlando, nel mio post precedente, di scarsa consapevolezza della complessità del problema da parte dei votanti.

La campagna elettorale che ha preceduto il referendum, è stata una campagna che non ha spiegato niente, se non che il paese doveva difendersi dalle versioni contemporanee di Unni e Visigoti. Sintomatico di questa disinformazione, il fatto che subito dopo il voto ci sia stato un boom di ricerche su Google riguardanti la UE, provenienti dal Regno Unito.

Seguendo questo tracciato si arriva a mettere legittimamente in discussione la possibilità di affidare questioni così delicate al voto popolare, ed è quello cho fatto anch'io nel mio post citato.

Il problema esiste, e sarebbe da sciocchi non vederlo, ma, per ora, sembra non avere soluzione, come è ben spiegato in questo articolo (riferito al nostro paese, spero che nessuno lo veda come un tentativo da parte mia di fare politica o propaganda)

http://www.wired.it/attualita/politica/2016/06/17/voto-bisogno-ignoranti/

petronius

infatti "l'ignoranza funzionale", e non è proprio quella sulla quale hanno fatto leva tutti i nostri politicanti da almeno trenta/quaranta anni ad ora per farsi eleggere? Adesso con la diffusione di internet le notizie arrivano anche al pastore che è sui monti con le pecore al pascolo... Io vedo tante persone ultra sessantenni che prima si informavano solo attraverso rai1 rete4 e canale5, adesso seguono quotidiani on line, social e così via ed hanno una visione più ampia e profonda di alcuni fenomeni sociali tra i quali anche la politica... Certamente questo non basta e ci vorrebbe un serio investimento in scolarizzazione e cultura, ma siamo sicuri che è quello che vogliono i nostri " rappresentanti"? Ricordo che qualcuno diceva che per meglio governare bisogna tenere il popolo nell'ignoranza ..
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La mediazione è l'unico criterio possibile. In ogni contesto in cui voglia relazionarsi col prossimo. Unica alternativa è imporre il proprio volere con la violenza oppure l'isolamento. Il suo punto di vista era già chiaro precedentemente.

 

Mi perdoni, Cinna, ma come ho appunto già scritto in un altro intervento a lei rivolto, credo sia opportuno sottolineare che fra autonomia di decisione e imposizione del proprio volere ci sia una grande, grandissima differenza, e parecchie opzioni intermedie. Una forbice assai ampia direi.

 

Paradossalmente mi sembra proprio questo suo intervento "privo di mediazione", in quanto non considera affatto nessuna delle possibilità intermedie esistenti  fra "violenza" e "mediazione a oltranza". Buffo.

 

Si può parlare, confrontarsi, discutere, ascoltando le ragioni di tutti, e poi prendere una decisione netta e autonoma che in libertà non tenga conto delle opinioni altrui. Se chi decide è "sovrano", come il popolo, direi che è legittimo, e nessuno può parlare di "violenza".

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E quando ci sarà ad ottobre il nostro referendum costituzionale cosa caspiterina accadrà?

Per non parlare di quello ungherese sugli immigrati.

 

Voglio proprio vedere ad esempio coloro che sono a favore delle ricollocazioni negli altri Stati UE (non per ideale ma per convenienza) e ciò venga bocciato democraticamente (e penso quasi all'unanimità) in Ungheria, cosa diranno di quel popolo allora.

Saremo così indulgenti quando ci tocca smaltire (scusate questo termine che non approvo) i migranti ed altri non se li vogliono accollare?

Sarà ancora la decisione del popolo che deve essere rispettata, o piuttosto si cercherà di ricattare l'Ungheria con sanzioni di matrice europea per farla desistere?

 

Allora penso che saremo tutti filo-europei per liberarci della patata bollente dei migranti in barba ai principi.

 

Penso che molti, forse non qui, amano i principi quando non devono perderci nulla ma quando sono in pericolo i propri interessi si inizia a diventare cinici e fregarsene dei principi con il motto "il fine giustifica i mezzi".

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Mi perdoni, Cinna, ma come ho appunto già scritto in un altro intervento a lei rivolto, credo sia opportuno sottolineare che fra autonomia di decisione e imposizione del proprio volere ci sia una grande, grandissima differenza, e parecchie opzioni intermedie. Una forbice assai ampia direi.

Paradossalmente mi sembra proprio questo suo intervento "privo di mediazione", in quanto non considera affatto nessuna delle possibilità intermedie esistenti fra "violenza" e "mediazione a oltranza". Buffo.

Si può parlare, confrontarsi, discutere, ascoltando le ragioni di tutti, e poi prendere una decisione netta e autonoma che in libertà non tenga conto delle opinioni altrui. Se chi decide è "sovrano", come il popolo, direi che è legittimo, e nessuno può parlare di "violenza".

Per la prima volta leggo "ad oltranza". In ogni caso ci sono casi in cui è possibile non trovare soluzione nella mediazione e restare nei confini del proprio "orticello" altri, quando gli interessi sono in conflitto, in cui la mediazione è necessaria altrimenti il conflitto come potrebbe sanarsi?

Esempio lampante è la presente discussione. Le posizioni sono molteplici e già il tentativo di discuterne è una forma di mediazione. Poi probabilmente ognuno resterà sulle proprie posizioni.

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Per la prima volta leggo "ad oltranza".

direi che "a oltranza" è un termine adatto, visto che oltre Manica e non, pur dopo anni di discussioni, la campagna elettorale, e l'esito del voto, c'è chi invece di accettare una discussione democratica vuole ancora riaprire la questione ( e non per amore di democrazia o di "mediazione", ma perchè non si capacita di aver perso e di doverlo accettare).

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Ciao a tutti.

 

La discussione mi pare si stia spostando dalle comseguenze di Brexit alla più generale questione se sia opportuno sottoporre a strumenti di democrazia diretta (qual'è, per eccellenza, il referendum) temi e decisioni che presupporrebbero, almeno secondo alcuni, una maturità che il "Corpo Elettorale" non avrebbe.

 

Scusate ma non sono affatto d'accordo con questa impostazione che vorrebbe sostenere che il suddetto Corpo Elettorale venga considerato "maturo" e culturalmente adeguato quando si limita ad eleggere i propri rappresentanti mentre non lo sarebbe più quando viene chiamato a decidere su trivelle, finanziamento pubblico dei partiti, responsabilità civile dei Giudici ecc. ecc.

 

Tengo a precisare che la mia considerazione prescinde totalmente dal risultato "popolare" che ha portato a Brexit, ma è ovviamente di carattere generale.

 

Se dovessimo ipotizzare che esistono manifestazioni di democrazia di serie A, destinate alle sole elitè di cittadini (ma quale elitè? culturale? censuaria?) e manifestazioni di democrazia di serie B, appannaggio di tutti perchè, in certi casi, non serve essere colti o ricchi o non condizionabili, perchè tanto si viene interpellati "solo" per eleggere i propri rappresentanti (e che vuoi che sia!!....) e non per decidere questioni "tecniche" (che poi, è tutto da vedere che siano solo questioni "tecniche"), allora avremmo falsato clamorosamente un certo numero di principi cardine posti a fondamento di un ordinamento democratico: quali, tanto per citare i due principali, il principio di uguaglianza ed il principio della sovranità popolare.

 

Di contro, si prospetterebbe un "pericoloso" concetto secondo il quale c'è qualcuno (ma chi? forse la stessa famosa elitè') che pensa di poter stabilire quando il Corpo Elettorale sia maturo per esprimersi e quando non lo sia.

 

Curiosa forma di "democrazia sotto tutela" (tutela forse esercitata da parte della già citata elitè)?

 

Francamente, la cosa mi sconcerta non poco. E la Brexit non c'entra nulla.

 

Saluti.

Michele

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direi che "a oltranza" è un termine adatto, visto che oltre Manica e non, pur dopo anni di discussioni, la campagna elettorale, e l'esito del voto, c'è chi invece di accettare una discussione democratica vuole ancora riaprire la questione ( e non per amore di democrazia o di "mediazione", ma perchè non si capacita di aver perso e di doverlo accettare).

Lungi da me mettere in discussione il volere del popolo. Esso ha deciso per la diaspora. Ebbene così sia. Certo è che se la politica avesse svolto meglio il suo compito di "mediazione" probabilmente non sarebbe stato necessario chiamarlo alle urne. D'altronde lo stesso popolo si era espresso per farsi rappresentare da un primo ministro favorevole al "remain", avesse agito diversamente sarebbe stata comunque una scelta nei limiti della democrazia rappresentativa. Affidarsi alla massa è una scommessa (persa in questo caso) ma una volta chiamata in causa non può esserci recriminazione.
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