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Monete suoi millesimi e Avvenimenti


Litra68

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1626:

L'Imperatore Susenyos I dell`Etiopia e Patriarca Afonso Mendes dichiarano il primato della Sede romana sulla Chiesa etiope, e il cattolicesimo romano la religione di stato Etiopia. (11. febbraio 1626)

Yuan Chonghuan viene nominato Governatore di Liaodong, dopo aver condotto i cinesi in una grande vittoria contro i Manchurians sotto Nurhaci. (27. febbraio 1626)

L'esploratore olandese Peter Minuit arriva a New Netherland (oggi Manhattan Island) a bordo del See Meeuw ed acquista Manhattan. (24. maggio 1626)


St. Peter`s Basilica è consacrata. (18. novembre 1626)

 

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1 ora fa, [email protected] dice:

L'esploratore olandese Peter Minuit arriva a New Netherland (oggi Manhattan Island) a bordo del See Meeuw ed acquista Manhattan. (24. maggio 1626)

Se avesse mantenuto il possedimento, pensa quanto sarebbero stati contenti gli eredi !!!!

Complimenti al bellissimo 2 Fiorini 1626 di savoiardo. Io ne ho due in collezione molto brutti con data illeggibile. 

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Buongiorno e Buona Domenica a tutti, oggi uso nuovamente un ponte Numismatico a proposito di Donne, ci spingiamo a ritroso nel tempo  oltre i confini del primo millennio, siamo negli anni dal 136 al 141 dc. La moneta è un Sesterzio di Antonino Pio con il fulmine, collezione Litra68. Parliamo anche, solo pochissimi cenni, della consorte Faustina Maggiore, della quale posto moneta presa in prestito dalla rete. Le notizie ed avvenimenti sono rigorosamente fonte Web. 

Faustina sposò Antonino Pio nel 117 dc. 

Faustina fu divinizzata post mortem; Antonino le dedicò un nuovo alimenta, il Puellae Faustinae, sussidi a favore delle fanciulle orfane, e un grandioso tempio nel Foro Romano, diventato il Tempio di Antonino e Faustina in seguito alla divinizzazione dell'imperatore dopo la sua morte. Faustina divinizzata fu associata in particolare con Cerere, dea delle messi, che appare frequentemente nella monetazione; Erode Attico venerava Faustina come la “nuova Demetra” (l'equivalente greco di Cerere) in un santuario privato che fece costruire fuori Roma, ora divenuto la chiesa di Sant'Urbano. Oltre a Cerere, appaiono nelle sue monete raffigurazioni di Vesta e Giunone. Fu anche associata con la Magna Mater e a Cirene con Iside; a Sardi era adorata assieme ad Artemide.

Nella base della colonna antonina in Vaticano è raffigurata l'apoteosi post mortem di Antonino e Faustina, che dalla pira funebre ascendono al cielo sulle ali di un Genio, scortati da aquile.

 


LE ORIGINI

L'imperatore, designato da Adriano a succedergli, Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus Pius, apparteneva a una famiglia piuttosto ricca proveniente da Nemauso (Nimes), nella Gallia meridionale.
Adriano aveva scelto Tito Aurelio Fulvio Boionio Arrio Antonino, che a sua volta adottò, per volere dell'imperatore, il giovane figlio di Lucio Elio Cesare, futuro Lucio Aurelio Commodo, ed il nipote di sua moglie Marco Aurelio Vero, il futuro imperatore Marco Aurelio.

Antonino nacque a Lanuvio nell'86 d.c, trascorse la sua giovinezza Lorium, a 12 km. da Roma, fu Pretore, poi Questore, e nel 120 fu nominato Console, poi Giudice in Campania (uno dei 4 giudici dello stato), Proconsole in Asia e infine membro del Consilium Principis.
 

L'ASPETTO E IL CARATTERE

Historia Augusta:

Vita di Antonino Pio II - "Fu un uomo di bell'aspetto e di grande ingegno: equilibrato e nobile, aveva un volto che esprimeva compostezza e un'intelligenza fuori del comune".
Vita di Antonino Pio, XIII - "Il suo aspetto aveva una severa maestà; era alto di statura, e proprio per questo, quando incominciò a curvarsi per la vecchiaia, si teneva ritto fasciandosi il petto con listelli di tiglio. Anche quando era già avanti con gli anni, ogni mattina, prima che i cortigiani venissero a salutarlo, mangiava pane secco per tenersi in forma. La sua voce era rauca e grossa, ma niente affatto sgradevole".
Dalla statuaria appare un volto dai lineamenti fini e regolari, magro, labbra sottili, naso greco e collo slanciato, un bell'uomo insomma.

Presentandolo al Senato l'imperatore Adriano lo descrisse: "Nobile, mite, indulgente, savio, lontano dagli impeti della gioventù e dal torpore della vecchiaia"

Antonino era intelligente e di buon animo, amava l'ordine e l'economia, era calmo, amante della vita sedentaria, della pace, e della giustizia.
 

IL SENATO

Morto Adriano, Antonino ne portò a Roma le ceneri e chiese che gli venisse tributata l'apoteosi; ma il Senato si oppose e minacciò la damnatio memoriae su Adriano. Non perdonava al passato imperatore i privilegi tolti ai Senatori e una certa crudeltà contro di loro degli ultimi anni.
Antonino però aveva dalla sua l'esercito, per cui riuscì a vincere l'opposizione del Senato. In cambio però dovette abrogare l'organo di governo formato dai quattro giudici circoscrizionali.

Gli fu dato il titolo di Pio per il buon carattere: non prese provvedimenti contro gli oppositori dell'apoteosi di Adriano e amnistiò i condannati dal predecessore.
Dette sempre prova di grande clemenza: quando un certo Attilio Tiziano fu esiliato dai Senatori per aver cospirato contro di lui, non volle se ne cercassero i complici, e quando un certo Prisciano, accusato anch'egli di congiura, si tolse la vita per non essere condannato, Antonino ne aiutò il figlio con generosità.
 

LE RIFORME

Come Adriano curò molto la giustizia, assistito anche lui dai più illustri giureconsulti.

 

Abolì i quattro giudici circoscrizionali istituiti da Adriano.
Restituì ai Senatori i vecchi privilegi.
Aumentò le elargizioni alla plebe di Roma, oltre ai 200.000 cittadini che avevano grano e acqua senza lavorare per la legge di Augusto, fece distribuire anche olio e vino.
Migliorò la condizione della donna decretando che il marito potesse punire l'infedeltà solo se lui stesso fosse stato fedele.
Migliorò la condizione degli schiavi deliberando che i padroni che uccidessero i loro schiavi fossero puniti come omicidi.
Abolì la confisca dei beni paterni per i figli dei funzionari condannati per concussione purchè restituissero alle province il mal tolto del padre.
Punì coloro che nella riscossione dei tributi non si comportassero con umanità.
L'oro offerto per la sua adozione lo restituì per metà alle province, e il resto a Roma.
Distribuì denaro al popolo e ai soldati.
Spese considerevoli somme in feste e spettacoli, e per la celebrazione del nono centenario di Roma, ridusse le imposte.
Nel 148, revisionando le imposte, condonò ai contribuenti gli arretrati di quindici anni.
Fu generosissimo negli aiuti a Rodi e in Asia Minore, devastate da un terremoto e con le città di Narbona, Antiochia e Cartagine, danneggiate da incendi, facendo tra l'altro sospendere i tributi per anni.
Molto denaro spese pure per Roma, che aveva perso in un incendio trecentoquaranta insulae (caseggiati), che era stata inondata dal Tevere, afflitta per giunta da una grave carestia e dalla rovina del circo durante i giuochi apollinari, in cui morì un migliaio di persone.
Costruì acquedotti, migliorò i porti di Puteoli, Terracina e Gaeta.
Costruì strade in Africa, nella Gallia, in Italia e nella Pannonia.
Costruì un tempio ad Adriano e ne terminò il bellissimo mausoleo, in cui vennero deposte le ceneri di Adriano, di Cejonio e poi dei figli e della moglie di Antonino, Faustina. Questa morì nel 141 e, sebbene di costumi opinabili, le fece decretare l'apoteosi e innalzare un tempio sulla via Sacra.
In memoria di Faustina fondò una istituzione di beneficienza per fanciulle orfane, dette le Faustiniane.
Rinnovò l'incarico anche per sei o nove anni ai governatori delle province più capaci, attento peraltro ai reclami giuridici verso gli abusi dei procuratori del fisco nelle province.
Antonino pur andando incontro a molte spese lasciò un bilancio statale floridissimo, di oltre due miliardi e mezzo di sesterzi.


LE GUERRE

Non mancarono le rivolte che lo costrinsero alla guerra, anche perchè l'aristocrazia forzava per l'antico mito dell'egemonia romana. Così la Scizia e la Parzia furono ufficialmente considerate province romane.

Historia Augusta (Vita di Antonino Pio, IX)

"- Riuscì con una semplice lettera a distogliere il re dei Parti, Vologese III, dall'invadere l'Armenia...
- Rifiutò seccamente di restituire al re dei Parti il trono regale che era stato preso come parte del bottino da Traiano,
- ridiede il governo del Bosforo a Remetalce, Re del Bosforo Cimmerio, risolvendo le pendenze che questi aveva con Eupatore,
- mandò nel Ponto rinforzi agli Olbiopoliti, che erano in lotta contro i Taurosciti,
- e sconfisse questi ultimi costringendoli anche a dare ostaggi."

(Vita di Antonino Pio, IX):

"- Antonino ricevette a Roma la visita di Farasmane, re degli Iberi, che si mostrò verso di lui più deferente di quanto non fosse stato verso Adriano.
- Nominò Pacoro re dei Lazi, popolazione stanziata sulla riva sud-orientale del Mar Nero,
- e bastò la sua autorità per richiamare il re Abgaro dall'Oriente.
- Fu anche arbitro nelle contese tra i vari sovrani.
-  Il suo prestigio presso i popoli stranieri, insomma, fu senza precedenti, in virtù soprattutto del fatto che amò sempre la pace, tanto da ripetere spesso il detto di Scipione che dice: «Preferisco salvare un solo cittadino che uccidere mille nemici»".

Le rivolte si ebbero in Acaja, Egitto e sul suolo ebraico, e combattè contro Germani, Alani, Baci, Mauntam e Britanni. Questi ultimi furono i più pericolosi, soprattutto per i Briganti, gli adoratori della Dea Brigantia, e i Caledoni (odierni scozzesi) che minacciavano il Vallo di Adriano.
Il legato Quinto Lollio Urbino li sconfisse e li ricacciò più a nord costruendo un vallo provvisorio oltre il Vallo di Adriano. Stranamente ancor oggi la Scozia adotta il Diritto Romano, mentre se ne discosta di più l'Inghilterra, per quanto la conquista romana abbia pesato più su quest'ultima e poco sulla Scozia.

Fu come il "Benefattore dell'umanità", "Il piu' santo di tutti i tempi", "Il piu' grande e visibile degli Dei", "Il più caro agli Dei". Per trecento anni, quando si procedeva all'investitura di un nuovo imperatore si terminava con l'augurio "Che tu possa essere come Antonino il Pio".
 

LA MORTE

Antonino Pio si spense a Lorium, dov'era nato, nel 161, a settantaquattro anni, dopo tre giorni di febbre. Il giorno della sua morte, chiamò gli amici e i prefetti delle coorti pretorie, cui raccomandò Marco Aurelio, nella cui stanza fece portare la statua d'oro della Fortuna. Sembra che l'ultima parola a Marco Aurelio sia stata "Aequanimitas", un'invito ad essere equanime, cioè giusto, poi si volse nel letto dall'altra parte come per dormire e morì tranquillamente.
Venne ritenuto uno dei "Cinque buoni Imperatori" del II secolo, insieme a Traiano, Adriano e Marco Aurelio.

 

Il Tempio di Antonino Pio a Roma

Identificato grazie all'iscrizione sull'architrave, dedicato nel 141 d.c. a Faustina senior, sua moglie, morta e divinizzata in quell'anno e, successivamente, all'imperatore dopo la sua morte.

Il tempio è su un alto podio in blocchi di peperino, preceduto da una scalinata, ricostruita in mattoni da un restauro moderno. Al centro della scalinata era un altare per i riti alla presenza del popolo. La fronte dell'edificio mostra sei colonne di marmo cipollino alte 17 metri con capitelli corinzi in marmo bianco.

La cella interna unica è in blocchi di peperino, rivestito all'epoca di lastre di marmo, come appare dalle tracce di grappe sulla parete. Le scanalature oblique nella parte alta delle colonne, sono la traccia di un fallito tentativo di far crollare il tutto mediante tiro con corde o con catene, per il riutilizzo dei materiali.

A partire dal VII secolo l'edificio venne riconvertito in chiesa cristiana dedicata a S.Lorenzo detto in Miranda, evitandogli la distruzione.

Buona lettura. 

 

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Ottimo Litra68! Mi è sempre interessata la storia di Roma anche se ho poche monete. 

Posto una moneta Sabauda: Carlo II - Grosso d'Aosta ( di III° tipo ) con data ( difficilmente comprensibile ) che dovrebbe essere il 1553 ( chiedo aiuto a savoiardo ! ) 

Carlo II di Savoia o Carlo III di Savoia, detto il Buono (Chazey, 23 giugno 1486  Vercelli, 17 agosto 1553) fu duca di Savoia, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1504 al 1553. Fu anche re titolare di Cipro e Gerusalemme (la titolazione come Carlo II o come Carlo III varia a seconda se suo cugino Carlo Giovanni Amedeo di Savoia venga considerato come Carlo II oppure no).

Periodo travagliato per i Savoia, invaso più volte prima dai mercenari svizzeri al soldo di Papa Leone X, poi più volte dai Francesi. Lasciò il Ducato in condizioni penose. Fu chiamato "il Buono" anche per mascherare una probabile fragilità di carattere. Ebbe la fortuna di avere un figlio come Emanuele Filiberto di tutt'altra levatura che risollevò ed espanse i territori sabaudi. 

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9 ore fa, giuseppe ballauri dice:

Ottimo Litra68! Mi è sempre interessata la storia di Roma anche se ho poche monete. 

Posto una moneta Sabauda: Carlo II - Grosso d'Aosta ( di III° tipo ) con data ( difficilmente comprensibile ) che dovrebbe essere il 1553 ( chiedo aiuto a savoiardo ! ) 

Carlo II di Savoia o Carlo III di Savoia, detto il Buono (Chazey, 23 giugno 1486  Vercelli, 17 agosto 1553) fu duca di Savoia, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1504 al 1553. Fu anche re titolare di Cipro e Gerusalemme (la titolazione come Carlo II o come Carlo III varia a seconda se suo cugino Carlo Giovanni Amedeo di Savoia venga considerato come Carlo II oppure no).

Periodo travagliato per i Savoia, invaso più volte prima dai mercenari svizzeri al soldo di Papa Leone X, poi più volte dai Francesi. Lasciò il Ducato in condizioni penose. Fu chiamato "il Buono" anche per mascherare una probabile fragilità di carattere. Ebbe la fortuna di avere un figlio come Emanuele Filiberto di tutt'altra levatura che risollevò ed espanse i territori sabaudi. 

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1553 senza ombra di dubbio

Anno in cui a 83 anni (per l'epoca tantissimi) muore Lucrezia Borgia, figlia di Lorenzo il magnifico e moglie di Giovanni  dalle bande nere.

...me lo ricordo anche perché una delle mie figlie si chiama proprio Lucrezia...

Modificato da savoiardo
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Per continuare la serie di monete Sabaude ed omaggiare le ( poche donne ) effigiate sulle Monete posto la Lira 1676 della Reggenza di Maria Giovanna Battista ( strano nome per una donna !) di Savoia Nemour, reggenza nei confronti del figlio Vittorio Amedeo II ancora bambino. Sarà chiamata "Madama Reale" ( in verità la prima era stata Maria Cristina di Svezia Reggente di Carlo Emanuele II ). Carattere forte e determinato cercò di manovrare il figlio ma quest'ultimo ( uno dei grandi Savoia ) la esautorò. 

Su wikipedia: 

 Maria Giovanna Battista, descritta da molti come una donna dal carattere freddo, autoritario ed animata da grandi ambizioni, decise di assumere la reggenza del Ducato di Savoia fino alla maggiore età del figlio Vittorio Amedeo II. Per questa pensò bene di farsi affiancare da vari personaggi, tra i quali don Gabriele di Savoia, il marchese Francesco Tommaso Chabò de Sanint-Maurix e Joseph Delescheraine.

Ma il suo desiderio di potere non si fermò al compimento da parte del figlio dell'età stabilita affinché quest'ultimo potesse salire al trono: ella cercò di far sposare al giovane Vittorio Amedeo la cugina Isabella Luisa di Braganza, figlia del re del Portogallo Pietro II e di sua sorella Maria Francesca di Savoia-Nemours, con la speranza di farlo diventare re a Lisbona. Se il figlio si fosse trasferito in terra portoghese, Giovanna Battista avrebbe potuto governare ancora a lungo in Piemonte.

Ma Vittorio Amedeo II, intuendo il piano della madre e spinto dai suoi ministri, con una specie di colpo di Stato la dichiarò decaduta e priva di ogni autorità politica e Giovanna dovette piegarsi alla volontà del figlio.[25]

Lasciata in disparte dalla politica, Maria Giovanna Battista decise di dedicarsi all'arte: per suo esplicito ordine molte vie di Torino vennero ampliate, furono costruite chiese e, in particolare, fu ammodernato il Palazzo Madama, per opera dello Juvarra.

Nel 1659, alla morte dello zio Enrico II di Savoia, era divenuta duchessa di Aumale ma nel 1686 vendette il ducato a Luigi Augusto di Borbone.

Oggi la salma è tumulata alla Sacra di San Michele, in un sarcofago in pietra nella navata sinistra della Chiesa.

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Buongiorno a tutti, oggi ci spostiamo negli anni 945-950 posto Un Follis Bizantino di Costantino VII collezione Litra68. Riporto note  storiche  relative a Costantino e dopo i riferimenti bibliografici alcune note storiche di quanto accadeva nello stesso periodo in Italia. Gli avvenimenti fonte Web. Le note storiche di Costantino sono fonte Enciclopedia Treccani.

COSTANTINO VII, Porfirogenito, imperatore d'oriente. - Della dinastia armeno-macedonica: porfirogeniti furono detti in Bisanzio tutti i principi "nati nella porpora", cioè da genitore regnante; ma nella comune tradizione storica quel titolo rimase legato solo al nome di lui, che, nato nel 905, successe al padre Leone VI il Filosofo nel 912 e regnò fino al 959, ma non esercitò mai un'azione personale sul governo. Questo fu tenuto prima dallo zio Alessandro (marzo 912-giugno 913); poi da un consiglio di reggenza del quale furono a capo, fino all'ottobre 913, il patriarca Nicola, dal 913 al 919, nel quale anno C. fu dichiarato maggiorenne, dall'imperatrice madre Zoe, e, infine, da Romano Lacapeno, un generale di origine armena che riuscì prima a far sposare la propria figlia Elena al giovane principe e quindi a farsi associare al trono e incoronare come imperatore. Il regno di Romano Lacapeno (v.) durò fino al 944. Per tutto questo periodo C. rimase nell'ombra, dedito esclusivamente agli studî storico-letterarî. Si riscosse dal suo torpore quando si rese evidente che Romano tendeva a soppiantare la dinastia armeno-macedonica, fondata da Basilio I. Allora con subdola abilità, C. spinse prima i figli e associati di Romano a insorgere contro il padre, che fu deposto (16 dicembre 944), poi, appoggiandosi alla famiglia dei Foca, rivali dei Lacapeno, si sbarazzò dei figli di Romano che, come il padre, furono confinati in un convento (27 gennaio 945). Da allora C. rimase solo capo dello stato, ma il governo fu retto effettivamente dall'imperatrice Elena e dal suo favorito Basilio, detto ὁ πετεινός. Morì il 9 novembre 959.

C. deve la sua celebrità soprattutto alla sua attività letteraria. Le opere che noi possediamo, in parte composte da lui stesso, in parte da altri per impulso e anche in collaborazione di lui, sono, malgrado i loro difetti di contenuto e di forma, pregevolissime: le une come fonti capitali per la storia dell'Impero nella seconda metà del sec. IX e nella prima metà del X, le altre come raccolta di preziose reliquie della letteratura greca classica.

Appartengono al primo gruppo: Dei temi (Περὶ ϑεμάτων) o provincie bizantine, interessante sotto il riguardo geografico ed etnografico, ma essendo compilata principalmente su fonti più antiche, l'opera deve essere confrontata con le altre liste ufficiali; Dell'amministrazione dell'Impero, d'inestimabile valore per la storia dei popoli finitimi dell'Impero; Delle cerimonie della corte bizantina (Περὶ βασιλείου τάξεως); Vita di Basilio, in tono assai elogiativo del suo avo, rappresentato come l'ideale dell'ottimo principe. È aggiunta come quinto libro alla Continuazione di Teofane, scritta, come pure la storia di Genesio, per ordine di C. Vanno considerate come compilazioni di opere più antiche fatte per ordine di C. e divise in separati manuali scientifici: Collezione agraria (Γεωπονικά) in 20 libri, condotta sui Geoponici di Anatolio e Cassiano Basso; Collezione medica ('Ιατρικά) in 297 capitoli, fatta da Teofane Nonno principalmente su Oribasio; Collezione zoologica, tratta da Aristotele sull'epitome di Aristofane di Bisanzio, da Eliano e Timoteo di Gaza; Collezione storica, la più estesa e più importante delle enciclopedie costantiniane, che conteneva gli estratti degli storici greci da Erodoto a Teofilatto Simocatta distribuiti per materia (riguardante generalmente la corte e lo stato) in cinquantatré libri. Disgraziatamente ci sono pervenuti, e non completamente, soltanto quattro libri: Delle ambascerie, Della virtù e del vizio, Delle sentenze, Delle insidie. Anche i Basilici (Τὰ βασιλικά) furono ampliati e riveduti sotto C. che rinnovò l'università di Costantinopoli chiamandovi a insegnare i migliori professori. Cultore delle belle arti (fu pittore e musico), eresse, restaurò, abbellì numerosi edifici sacri e profani.

Edizioni: Il De Thematibus e il De administrando imperio, Bonn 1840, e in Migne, Patrol. Graeca, CXIII; il De Ceremoniis aulae byzantinae, Bonn 1829-30, e in Migne, ibidem, XCII; la Vita Basilii, in ed. di Theophans contin., Bonn 1838, pp. 211-380, e in Migne, ibidem, CXC, coll. 225-369; Geoponica, ed. da H. Beckh, Lipsia 1895; Iatrica, in Theophanis Nonni, De curatione morborum, ed. J.S. Bernard, Gotha 1794-95; Historia animalium, ed. Sp. Lampros, in Supplementum Aristotelicum, I,1, Berlino 1885. Sugli Hippiatrica, probabilmente compilati per ordine di Michele III e di Costantino VIII, v. Corpus hippiatricorum graecorum, ed. Oder- Hoppe, Lipsia 1924-27; Excerpta historica iussu imp. Constantini Porphyrogeniti, ed. Boissevain-De Boor-Büttner Wobst-De Roos, I-IV, Berlino 1903-1910.

 

Anarchia feudale
Dopo lo smembramento dell'impero carolingio del 887, i territori del Regno d'Italia caddero in una sorta di anarchia feudale dominata dai signori locali, nonostante alcuni deboli monarchi si avvicendassero sul trono, arrivando persino a farsi incoronare dal Papa.

Il governo di Ugo di Provenza fu un'eccezione più concreta: tra il 926 e il 946 regnò realmente cercando di risolvere diverse diatribe ereditarie sul titolo, associandolo subito a suo figlio, Lotario II. Questi però scomparve prematuramente, nel 950, per cui gli successe il marchese d'Ivrea, Berengario II, che a sua volta elesse come successore il figlio Adalberto. Berengario, temendo lotte e trame per il potere, fece perseguire la vedova di Lotario II, Adelaide, che per difendersi si rivolse all'Imperatore tedesco Ottone I, chiedendogli aiuto, a fronte di quella che riteneva un'usurpazione della corona da parte di Berengario.

La riconquista di Ottone I
Modifica
La persecuzione di Adelaide diede il pretesto ad Ottone I per scendere in Italia, sulla quale aveva già dei progetti, una volta consolidato il suo potere in Germania. La sua spedizione ebbe principalmente tre motivazioni:

L'Italia era attraversata dalle principali vie di comunicazione del tempo;
In Italia, Ottone I poteva avviare un confronto anche con l'Imperatore bizantino, che ancora possedeva numerosi territori, soprattutto sulla costa adriatica[15] e nell'Italia meridionale;[16]
In Italia risiedeva il Papa, con il quale Ottone intendeva instaurare un rapporto diretto.
Dopo aver sconfitto Berengario, il re teutonico entrò nella capitale Pavia, sposò Adelaide e, nel 952, si cinse della corona italiana, legandola a quella dell'Impero romano-germanico. Ottone avrebbe forse voluto proseguire verso Roma, ma la contemporanea pressione degli Ungari in Germania lo costrinse al rientro. Da allora la corona d'Italia fu istituzionalmente collegata alla corona imperiale, per cui fu, fino al 1002, automaticamente ereditata dai successori di Ottone I.

 

Ps. Riusciamo ad approfondire su Adelaide? 

Saluti 

Alberto 

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Periodo estremamente confuso per la nostra penisola. La figura di Adelaide si eleva notevolmente al di sopra dei vari Regnanti o Papi dell'epoca. Ho trovato queste note biografiche che sottolineano le virtù morali e le capacità della persona ( che dalla statua sembra anche una gran bella donna ). La moneta è bella con ritratto frontale tipico dell'epoca e poi quasi scomparso fino ai nostri tempi. Mi piacerebbe sapere perchè. Il ritratto frontale definisce molto di più i tratti della persona mentre il profilo è solo una "parte". Chi di noi farebbe un ritratto fotografico o un selfie di profilo ? 

Ps: esclusivamente  per l'amico Rocco: preso di fronte pure Ferdinando IV non sarebbe stato male... ? 

Ritornando ad Adelaide, posto quanto segue,

Adelaide nacque nel 931 ed era la primogenita di Rodolfo II, re dell’Alta Borgogna, e Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia e a soli due anni venne promessa in sposa a Lotario, figlio di Ugo di Provenza, che sposò poi a sedici anni, quando lui era formalmente re d'Italia, anche se il paese in realtà era dominato da Berengario d’Ivrea.

Dalla loro unione nacque Emma, ma nel 950 Adelaide rimasta vedova, poiché Lotario fu avvelenato per ordine di Berengario, fu incarcerata in un castello sulle rive del lago di Garda, per essersi rifiutata di sposare il figlio dell’assassino del marito.

Grazie a Ottone I il Grande, Adelaide riuscì a fuggire e il giorno di Natale del 951, presso Pavia, ne divenne la sposa.

Anche se aveva solo vent’anni, Adelaide era una donna di grandi doti intellettuali e non mancava di prendere parte attivamente agli affari di stato, anche dopo che, nel 962, Ottone venne incoronato imperatore a Roma da Papa Giovanni XXII.

Il matrimonio durò ben ventidue anni e nacquero cinque figli, tra cui l’erede al trono Ottone II, poi, nel 973, alla morte del marito, Adelaide dovette affrontare un nuovo conflitto, poiché il figlio, colmo di risentimento verso la madre, fu spinto a cacciarla dalla corte su suggerimento di sua moglie, la bizantina Teofano.

Adelaide si trasferì a Vienne presso suo fratello Corrado di Borgogna, poi chiese aiuto a San Maiolo, abate di Cluny, che fece in modo che madre e figlio si trovassero a Pavia, dove Ottone II s’inginocchiò per implorare il perdono materno.

Dopo dieci anni, nel 983 Ottone II morì, lasciando come suo erede l’infante Ottone III e Teofano come reggente, che, ancora ostile alla suocera, spinse Adelaide a lasciare nuovamente la corte.

Con la morte di Teofano, nel 991, l’imperatrice venne però richiamata, essendo ancora minorenne il nipote, e resse con saggezza l'impero, grazie ai consigli di santi come Villigiso arcivescovo di Magonza, Adalberto di Magdeburgo, Maiolo e Odilone di Cluny.

Negli ultimi anni Adelaide fondò e restaurò parecchi monasteri maschili e femminili, come Peterlingen, San Salvatore di Pavia e Seltz, in Alsaziavicino a Strasburgo, dove morì il 16 dicembre 999.

Nel 1097 fu canonizzata da papa Urbano II.

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Ciao a Tutti

 

 

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Il 29/8/2019 alle 10:31, giuseppe ballauri dice:

Per continuare la serie di monete Sabaude ed omaggiare le ( poche donne ) effigiate sulle Monete posto la Lira 1676 della Reggenza di Maria Giovanna Battista ( strano nome per una donna !) di Savoia Nemour, reggenza nei confronti del figlio Vittorio Amedeo II ancora bambino. Sarà chiamata "Madama Reale" ( in verità la prima era stata Maria Cristina di Svezia Reggente di Carlo Emanuele II ). Carattere forte e determinato cercò di manovrare il figlio ma quest'ultimo ( uno dei grandi Savoia ) la esautorò. 

Su wikipedia: 

 Maria Giovanna Battista, descritta da molti come una donna dal carattere freddo, autoritario ed animata da grandi ambizioni, decise di assumere la reggenza del Ducato di Savoia fino alla maggiore età del figlio Vittorio Amedeo II. Per questa pensò bene di farsi affiancare da vari personaggi, tra i quali don Gabriele di Savoia, il marchese Francesco Tommaso Chabò de Sanint-Maurix e Joseph Delescheraine.

Ma il suo desiderio di potere non si fermò al compimento da parte del figlio dell'età stabilita affinché quest'ultimo potesse salire al trono: ella cercò di far sposare al giovane Vittorio Amedeo la cugina Isabella Luisa di Braganza, figlia del re del Portogallo Pietro II e di sua sorella Maria Francesca di Savoia-Nemours, con la speranza di farlo diventare re a Lisbona. Se il figlio si fosse trasferito in terra portoghese, Giovanna Battista avrebbe potuto governare ancora a lungo in Piemonte.

Ma Vittorio Amedeo II, intuendo il piano della madre e spinto dai suoi ministri, con una specie di colpo di Stato la dichiarò decaduta e priva di ogni autorità politica e Giovanna dovette piegarsi alla volontà del figlio.[25]

Lasciata in disparte dalla politica, Maria Giovanna Battista decise di dedicarsi all'arte: per suo esplicito ordine molte vie di Torino vennero ampliate, furono costruite chiese e, in particolare, fu ammodernato il Palazzo Madama, per opera dello Juvarra.

Nel 1659, alla morte dello zio Enrico II di Savoia, era divenuta duchessa di Aumale ma nel 1686 vendette il ducato a Luigi Augusto di Borbone.

Oggi la salma è tumulata alla Sacra di San Michele, in un sarcofago in pietra nella navata sinistra della Chiesa.

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Ciao

Bellissima moneta, non facile da trovare così!

Aggiungo che nel 1676 ci troviamo in piena guerra d'Olanda, guerra che in quell'anno ha visto dei combattimenti navali che difficilmente si possono immaginare al giorno d'oggi.

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Posto una moneta che ha una grande importanza per me, perchè è la prima che ho comperato con i miei soldi. Mio papà andava sovente a Torino per affari e se aveva tempo passava a salutare quei Numismatici di livello che avevano un negozio. Più che commercianti erano amici, con i quali scambiare qualche opinione o qualche battuta. Avevo circa 11 anni e mi piacevano già le monete. Quella volta si discuteva di un pezzo di un certo pregio di Vitt.Em.III, ma non si riusciva a colmare il gap tra richiesta ed offerta. Io intanto mi aggiravo tra le vetrinette dove erano esposte delle monete meravigliose. La mia attenzione fu attirata da una moneta nella quale erano effigiati tre bambini e chiesi di chi si trattava. Il Numismatico fu molto disponibile e mi spiegò la storia. Alla fine l'affare si concluse perchè il Professionista, colpito dal mio interesse, scontò notevolmente la moneta di mio papà e mi lasciò il Tallero di Sassonia a metà prezzo, a patto che la comperassi con la mia “paghetta”. Quindi questo è il mio primo acquisto.

La moneta è datata 1596 e per le note biografico-storiche prendo spunto da Wikipedia.

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Iniziamo dal padre dei 3 bambini, il Principe:

Cristiano I di Sassonia (Dresda29 ottobre 1560 – Dresda25 settembre 1591) fu Principe elettore di Sassonia e membro della Casata di Wettin.

Egli era il sesto figlio, ma il secondo tra i sopravvissuti dei figli dell'Elettore Augusto I di Sassonia e di Anna di Danimarca. La morte del fratello maggiore Alessandro (8 ottobre 1565), lo rese il nuovo erede dell'Elettorato di Sassonia.

Cristiano succedette al padre alla di lui morte nel 1586. I

Dresda, il 25 aprile 1582, Cristiano sposò Sofia, figlia dell'Elettore Giovanni Giorgio di Brandeburgo, dalla quale ebbe sette figli:

Cristiano II di Sassonia

Egli era il figlio maggiore di Cristiano I di Sassonia e di Sofia di Brandeburgo.

Cristiano succedette al padre come Elettore di Sassonia nel 1591, a soli otto anni. Per questo motivo, uno degli uomini di fiducia del padre, il Duca Federico Guglielmo I di Sassonia-Weimar, assunse la reggenza dell'elettorato per lui sino al 1601, quando Cristiano raggiunse la maggiore età e venne dichiarato in grado di governare.

Nel corso degli eventi che portarono poi alla Guerra dei Trent'anni, il suo rifiuto di partecipare all'Unione di Abhausen, peggiorò la divisione già presente tra gli stati protestanti tedeschi.

Giovanni Giorgio I di Sassonia

Figlio secondogenito dell'elettore Cristiano I e di sua moglie Sofia di Brandeburgo, succedette a suo fratello Cristiano II nella carica dell'elettorato nel 1611, dopo la morte di costui.

La posizione geografica della Sassonia quanto il suo ruolo importante all'interno degli stati imperiali protestanti davano al suo elettore un ruolo di protagonista durante il periodo della guerra dei trent'anni. All'inizio del suo incarico, tuttavia, Giovanni Giorgio I assunse una posizione alquanto distaccata nei confronti del conflitto che lacerava il Sacro Romano Impero. La sua fedeltà alla religione protestante era indiscussa, tuttavia egli non aveva intenzione di rafforzare l'influenza e il potere politico del Brandeburgo né tantomeno del Palatinato; fu così che l'elettore di Sassonia si preparò a cambiare politica e a favorire la casata degli Asburgo e la fazione cattolica.

Spinto da queste motivazione nel 1619 favorì l'elezione di Ferdinando II d'Asburgo arciduca di Stiria al trono imperiale. Il nuovo imperatore del Sacro Romano Impero assicurò il suo appoggio all'elettore di Sassonia nella sua nuova campagna in Boemia e questi rispettò la sua parte dell'accordo aiutando l'imperatore a scacciare dalla Boemia l'elettore palatino del Reno, Federico V, e occupando la Slesia e la Lusazia.

Quando fu ovvia l'intenzione dell'imperatore di sradicare il protestantesimo dal Sacro Romano Impero, la fedeltà di Giovanni Giorgio cominciò a traballare. Le cose peggiorarono quando l'imperatore promulgò nel 1629 l'editto di restituzione. Nonostante tutto l'elettore sassone rimase restio a spezzare la sua alleanza con l'imperatore. La sua indecisione fu manifesta quando nel 1631 dopo aver organizzato un'assemblea dei principi protestanti a Lipsia si accontentò di manifestare una formale protesta contro l'editto senza andare oltre, nonostante i fervidi appelli del predicatore protestante Matthias Hoe von Hohenegg.

Nel frattempo il sovrano svedese Gustavo II Adolfo di Svezia era giunto in Germania. L'elettore di Sassonia non gli concesse il passaggio sull'Elba nel Wittenberg, impedendogli di impossessarsi di Magdeburgo. Tuttavia la riluttanza di Giovanni Giorgio a unirsi ai principi protestanti ebbe termine quando le armate imperiali, alla guida di Giovanni Tserclaes conte di Tilly, iniziarono a saccheggiare le terre di Sassonia, inducendolo a stringere nel settembre del 1631 una alleanza con il re svedese. Fu così che le truppe sassoni parteciparono a fianco degli Svedesi alla battaglia di Breitenfeld, nella quale vennero messe in rotta dagli imperiali costringendo lo stesso elettore alla fuga.

Dopo questa sconfitta Giovanni Giorgio tentò la rivincita invadendo la Boemia ed occupando Praga, ma subito dopo cercò di trattare la pace e le sue truppe offirono poca resistenza al condottiero Wallenstein che ricacciò i sassoni nei loro confini. Alla morte del sovrano svedese a Lützen nel 1632 l'elettore si rifiutò nuovamente di unirsi ai principi luterani sotto la guida della corona svedese.

Nel maggio 1635 egli trattò la tregua e la cessazione della guerra civile all'interno dell'impero con la pace di Praga tra l'imperatore e i principi luterani. Venne ricompensato dall'imperatore per i suoi sforzi e per la sua lealtà con l'acquisizione della Lusazia e dell'arcivescovato di Brandeburgo per suo figlio Augusto. Subito dopo la firma del trattato Giovanni Giorgio dichiarò guerra alla Svezia ma venne battuto a Wittstock nel 1636 e fu costretto a firmare una pace con gli svedesi che lo indussero a cedere Lipsia. Dopo la pace di Vestfalia la Sassonia mantenne quanto ottenuto con la pace di Praga e nel 1656 Giovanni Giorgio I morì, lasciando l'elettorato a Giovanni Giorgio II di Sassonia.

Ciao a Tutti

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Buongiorno a tutti, oggi ci spostiamo nel 1472. Posto Cavallo di Ferdinando D'Aragona zecca Aquila Collezione Litra68 , moneta Emessa per la prima volta proprio nel 1472. Nello stesso anno, per portare avanti anche il discorso delle Bellissime donne del passato, nasce Bianca dei Paleologi del Monferrato, purtroppo non ho trovato monete al momento, solo una medaglia coperta da copyrait. 

Riporto notizie della Nobildonna e notizie in merito alla coniazione del primo Cavallo. E qualcosina in merito al Sacco di Volterra da parte dei Medici che volevano appropriarsi delle ricchezze di quei territori. 

Bianca dei Paleologi di Monferrato (Casale Monferrato, 1472 – Torino, 30 marzo 1519) fu moglie di Carlo I di Savoia.
Figlia del marchese Guglielmo VIII Paleologo, Bianca venne promessa in sposa a Carlo I di Savoia. Le nozze furono celebrate il 1º aprile 1485.

Ebbe dal marito un figlio maschio, Carlo Giovanni Amedeo di Savoia, spesso ricordato come Carlo II, che morì giovanissimo a soli sette anni
Dal 1490 al 1496 fu quindi reggente dello Stato Sabaudo, titolo conferitole dall'Assemblea degli Stati Generali riunitasi a Pinerolo. Alla morte del marito chiamò a corte Sebastiano Ferrero, feudatario piemontese, che nominò consigliere di Stato e tesoriere generale.

Dotata di un carattere forte e combattivo, Bianca, che a soli diciott'anni doveva mantenere la reggenza dello Stato, si trovò a contrastare i parenti del marito, che rivendicavano i propri diritti di successione.

Anche a livello internazionale, Bianca di Monferrato seppe destreggiarsi nel riportare la pace in Piemonte dopo le guerre col Marchesato di Saluzzo intraprese dal marito.

Conferì a Carlo VIII di Francia il permesso di attraversare gli Stati Piemontesi per giungere nel napoletano (1494).

Morto Carlo II nel 1496, Bianca si ritirò a vita privata con la seconda figlia, Iolanda di Savoia, fino alla morte.
Oggi è inumata nella Chiesa degli Agostiniani a Carignano.

 

Notizie fonte Web 

Buona lettura 

Saluti 

Alberto 

 

 

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Per approfondire la figura di Bianca di Monferrato vi posto un link https://it.wikisource.org/wiki/Le_donne_di_casa_Savoia/XIII._Bianca_di_Monferrato

Il marito Carlo I fu il primo Duca di Savoia a far incidere su alcune monete il proprio ritratto. Il figlio Carlo Giovanni Amedeo morì a soli 6 anni, reggente appunto la madre Bianca. Quinto Duca Sabaudo, è spesso identificato come Carlo II, ingenerando confusione per il fatto che il cugino Carlo "Il Buono" ( regnante 1504 - 1553 e Ottavo Duca ) utilizzò anche lui il numerale II e non III. Di solito quando si parla di Carlo II Duca di Savoia si intende quest'ultimo. 

 Bella la monete di Ferdinando I di Aragona ed interessante la spiegazione del significato della moneta ?

Ciao 

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Supporter
Il 4/9/2019 alle 16:55, giuseppe ballauri dice:

Per approfondire la figura di Bianca di Monferrato vi posto un link https://it.wikisource.org/wiki/Le_donne_di_casa_Savoia/XIII._Bianca_di_Monferrato

Il marito Carlo I fu il primo Duca di Savoia a far incidere su alcune monete il proprio ritratto. Il figlio Carlo Giovanni Amedeo morì a soli 6 anni, reggente appunto la madre Bianca. Quinto Duca Sabaudo, è spesso identificato come Carlo II, ingenerando confusione per il fatto che il cugino Carlo "Il Buono" ( regnante 1504 - 1553 e Ottavo Duca ) utilizzò anche lui il numerale II e non III. Di solito quando si parla di Carlo II Duca di Savoia si intende quest'ultimo. 

 Bella la monete di Ferdinando I di Aragona ed interessante la spiegazione del significato della moneta ?

Ciao 

Aggiungo due monete di Carlo Giovanni Amedeo che in legenda avevano il nome BLANCA della tutrice

Pessima foto ... fatta in fretta e male..

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5 ore fa, giuseppe ballauri dice:

Sono due monete da un QUARTO ? 

Si... le uniche che non sono molto difficili da inserire in collezione..

Praticamente mezzo grosso... ;)

https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CAGIOA/4

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Buongiorno, oggi facciamo un bel passo indietro, dopo le due belle monete di @savoiardo posto un mio obolo, che ho già postato in altra discussione, moneta dalle dimensioni piuttosto ridotte ma piena di fascino e storia, purtroppo non riesco a fare foto migliori, vi assicuro veramente deliziosa dal vivo. Dicevo un obolo di  Taranto del V IV secolo A. C.  Ho deciso di postarlo in discussione perché leggendo un quaderno di studi che mi ha regalato un caro Amico che è qui sul forum, ho trovato delle interessanti notizie, la leggenda degli uomini Tirreni che si tramutano in delfini, siccome è rappresentato proprio un delfino sulla mia monetina, mi è sembrato bello postare qualche stralcio del Quaderno di studi (LV) in oggetto. Casa Editrice Diana Circolo Numismatico Mario Rasile di Formia. Riporto anche delle note prese da Wikipedia per gli anni/secolo in oggetto.

Il V secolo a.C. è da molti ritenuto un secolo straordinario della storia dell'umanità: vissero a cavallo di questo periodo molti tra i maggiori pensatori della storia, si sviluppa la prima Repubblica, la Repubblica di Roma che svilupperà le leggi delle dodici tavole, nascono il buddhismo, il giainismo e il confucianesimo. In Cina vengono probabilmente scritti il più antico trattato di matematica conosciuto, il Chou Pei Suan Ching o Zhoubi suanjing (trad. Il libro classico dello gnomone e delle orbite circolari del cielo), e il Tao Te Ching di Lao Tzu. In India, il matematico indiano Aryabhata scrive del bija-ganitam (tr. la seconda matematica): alcuni studiosi, intendendo il termine bija nel senso di seme, ipotizzano che l'algebra fu il primo e più antico sistema di calcolo indiano. In Palestina gli Ebrei ricostruiscono il Tempio di Salomone distrutto dai Babilonesi. Sotto la guida di Pericle, Atene raggiunge la sua età d'oro; viene costruita l'Acropoli con il suo Partenone.

Buona lettura 

Saluti 

Alberto 

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Caro Litra, questa volta hai spremuto bene il "flusso canalizzatore" della tua DeLorean di "Ritorno al futuro"! Sei arrivato al V secolo a.c. ! Sicuro di ritornare al 2019 ?

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A parte gli scherzi è una bellissima moneta, densa di significati. Aggiungo solo una breve nota sul significato greco - romano della conchiglia:

Nei miti greci e romani le conchiglie erano un simbolo di prosperità, di rinascita e, se associate al mare, indicavano la fonte della fertilità. Tutti proveniamo dal mare, la conchiglia divenne così simbolo del grembo materno e della nascita della dea Venere o Afrodite.

Per questo motivo, la conchiglia rappresentò la divinità femminile nel culto pagano, e venne associata all’amore, alla nascita, alla riproduzione.

Ciao a Tutti

 

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Buongiorno a tutti, @giuseppe ballauri, stavolta la leva la sposto in avanti, ma sempre nel passato.. Anno 1977, io ero un ragazzino di 9 anni, o cugini più grandi e il mio papà portavano basettoni, pantaloni a zampa d'elefante, la mia mamma e le mie cugine più grandi portavamo degli zatteroni spaventosi ai piedi..

Posto una delle mie poche monete estere che è sfuggita a mio figlio. Un simpatico Quarto di Dollaro statunitense, mi piace molto sia il diritto che il rovescio, bella Aquila vero? ? 

Ho trovato interessanti notizie sul Web.

Il 20 settembre del 1977, per la prima volta in Italia, le scuole aprivano le loro classi agli studenti nel mese di settembre. Fino ad allora infatti l’anno scolastico era iniziato sempre il primo ottobre, dopo gli esami di riparazione. Con la loro cancellazione l’inizio delle lezioni venne anticipato a settembre. In seguito sarebbe stato anticipato ulteriormente, alla prima metà di settembre.

 

DAL MONDO:  6 Gennaio In Cecoslovacchia duecento intellettuali firmano la “Charta 77” per il rispetto dei diritti civili nel Paese. 18 Gennaio Il calciatore della Lazio Luciano Re Cecconi, mentre finge una rapina, viene ucciso da un gioielliere. 21 Gennaio Il presidente statunitense Jimmy Carter perdona quasi tutti i renitenti alla leva della Guerra del Vietnam 24 Febbraio La RAI inizia ufficialmente le trasmissioni televisive a colori. 10 Marzo L'astronomo James Elliot comunica la scoperta degli anelli di Urano. 2 Giugno Milano viene gambizzato dalle Brigate Rosse Indro Montanelli, direttore del “Giornale Nuovo”. 15 Agosto Herbert Kappler, criminale di guerra nazista, evade dall’ospedale militare del Celio. 5 Settembre In Germania la “Rote Armee Fraktion” (Frazione dell’Armata Rossa) rapisce Hanns-Martin Schleyer, presidente degli industriali tedeschi, il cui cadavere verrà rinvenuto il 19 ottobre. 13 Ottobre Quattro terroristi palestinesi dirottano un volo Lufthansa in Somalia e richiedono il rilascio di 11 membri della Rote Armee Fraktion. 17 Ottobre Nel carcere tedesco di Stammheim, vengono trovati morti tre capi della medesima Rote Armee Fraktion. 18 Ottobre Viene costitutito in Italia il GIS dei Carabinieri. 16 Novembre Torino le Brigate Rosse uccidono Carlo Casalegno, vicedirettore de “La Stampa”.
FILM:  Guerre stellari; Incontri ravvicinati del terzo tipo; L’uomo di marmo; Io e Annie; Giulia; Padre padrone; Ligabue; Le avventure di Bianca e Bernie; Un borghese piccolo piccolo; La febbre del sabato sera; New York New York.
MUOIONO:  4 Gennaio Achille Campanile, scrittore e giornalista. 16 Agosto Elvis Presley, cantante statunitense. 16 Settembre Maria Callas, cantante lirica e attrice di origine greca. 25 Dicembre Charlie Chaplin, attore e regista inglese.
NASCONO:  22 Gennaio Hidetoshi Nakata, calciatore giapponese. 24 Gennaio Michelle Hunziker, conduttrice televisiva svizzera. 22 Aprile Ambra Angiolini, conduttrice televisiva. 31 Maggio Domenico Fioravanti, campione di nuoto.
PREMI NOBEL:  Pace:  Amnesty International. Letteratura:  Vicente Aleixandre. Medicina:  Roger Guillemin, A. V. Schally, Rosalyn Yalow. Fisica:  Philip W. Anderson, Nevill F. Mott, John H. van Vleck. Chimica:  Ilya Prigogine. Economia:  James E. Meade, Bertil Ohlin.
SANREMO:  1) “Bella da morire” Homo Sapiens; 2) “Tu mi rubi l’anima” Collage; 3) “Monica” Santo California.
SPORT:  Ciclismo:  Il belga Pollentier vince il Giro d’Italia e il francese Thevenet il Tour de France. Calcio:  La Juventus allenata da Giovanni Trapattoni guadagna lo Scudetto davanti al Torino e conquista la Coppa Uefa. Automobilismo:  Niki Lauda su Ferrari torna vincitore nel Mondiale di “Formula 1”. Rally:  Dopo 3 trionfi consecutivi della Lancia Stratos, è la Fiat 131 Abarth di Fulvio Bacchelli e Francesco Rossetti a vincere il Mondiale.

 Saluti 

Alberto 

 

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Modificato da Litra68
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Mi ricordo quell'anno.. avevo dodici anni e ho diversi ricordi..

A parte il periodo degli anni di piombo che a quell'età non capisci molto, mi sono rimasti impressi molto i film, delle vere pietre miliari, mentre andavo in treno a scuola i ragazzi più grandi che parlavano di Travolta e delle musiche dei Bee Gees, mentre noi a scuola grandi discussioni sulla morte nera!

Anno che anche se ci ha dato la Hunziker (chi non si ricorda qualche anno dopo i cartelloni degli slip Roberta) ci ha portato via Chaplin e Elvis..

Numismaticamente mi ricordo mio nonno che mi ha portato a casa una moneta da 200 lire, dicendomi "questa tienila.. è appena uscita e un domani magari varrà qualcosa" ... penso di averla spesa in "cicles" (gomme da masticare) .. allora mi servivano solo i dieci lire per giocare a calciobalilla con i miei compagni negli intervalli a scuola...

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Quanti ricordi del 1977!  L'esame di maturità al Liceo, notti insonni passate sui libri ed un senso di angoscia che non si staccava dalla pelle. Poi l'iscrizione alla Facoltà di Medicina di Torino con gli attentati delle BR e l'uccisione del Vicedirettore di "La Stampa" Carlo Casalegno. Non potevi uscire da casa perchè Torino era in stato d'assedio, era tutto un rincorrersi di sirene, botti e grida. Brutti ricordi mitigati solo dalla spavalderia e dall'ottimismo della giovinezza. 

18 ore fa, Litra68 dice:

La RAI inizia ufficialmente le trasmissioni televisive a colori.

In Piemonte eravamo fortunati. Quelli che potevano permetterselo ( costava quasi come una 500 !) con un TV a colori e delle antenne complicate (che neanche alla NASA...)   riuscivano a sintonizzarsi sulla TV Svizzera e su quella di Montecarlo che trasmettevano a colori già dal 1974. Sembrava di essere in un altro mondo! 

Ciao a Tutti

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Supporter

Si ritorna all'adolescenza, primo anno di ginnasio, in esilio a Viterbo, dove arrivavano, calmierati, i venti dei fermenti romani. 

La scomparsa della Callas la ricordo come partecipazione familiare essendo anche i miei melomani.

Bel post Alberto!!! ?

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Scusandomi per la lunghezza dello scritto, riprendo l'iconografia delle Donne effigiate nelle monete,personaggio importante ma quasi dimenticato del Rinascimento:

MARGHERITA DI FOIX – Marchesato di Saluzzo (1473 – 1536):

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Con la sua effige furono coniate ( Zecca di Carmagnola ) due bellissime monete: Il Tallero del 1516, moneta piuttosto conosciuta e la moneta da 10 ScudI d'oro 1503 (forse 2 esemplari descritti).

Note Biografiche:

Donna forte, intelligente e dotata di notevoli capacità politico-diplomatiche, riuscì a far sopravvivere il piccolo Marchesato di Saluzzo che era appetito dalla Spagna, dalla Francia e dal Ducato di Savoia, dapprima come moglie del Marchese Ludovico II, sposato nel 1492 quando lei aveva 19 anni e lui 52, in seguito come Reggente dei figli. Il 20 marzo 1495 nacque il primogenito ed erede al trono Michele Antonio, conte di Carmagnola e suo prediletto, cui seguiranno, fino al 1501, quattro fratelli, di cui tre si avvicenderanno al potere. La Marchesa, ormai sicura di sé, incominciò a evidenziare il suo temperamento volitivo e autoritario, estendendo la propria influenza su tutti gli affari del Marchesato: il consorte, riconoscendo tali doti, la nominò Reggente in caso di sua assenza o morte. Il 27 gennaio 1504  il marito morì, per violente febbri, a Genova, all'età di 65 anni. La trentunenne vedova dichiarò pubblicamente di non volersi risposare. Margherita, pertanto, assunse la reggenza per il figlio Michele Antonio di nove anni, diventando l'indiscussa arbitra degli affari pubblici saluzzesi, con una posizione di predominio che, tra successi, pause e sconfitte, si mantenne fino alla morte. Intanto il piccolo Stato era oppresso tra le rivendicazioni territoriali dei Savoia e della Francia. Margherita, ovviamente, si appoggiò al re di Francia, suo parente, e offrì personalmente alleanza politica e appoggio militare a Francesco I, in visita a Milano nel 1515. La marchesa mantenne il potere nonostante la raggiunta maggiore età del figlio, disinteressato agli affari di governo. Nel 1522 l'esercito imperiale di Carlo V si avvicinava al Marchesato e il comandante Prospero Colonna pretese dalla reggente 30.000 ducati e il giuramento di fedeltà. Margherita non cedette, ma l'incalzare degli avvenimenti la costrinse a riparare in Francia con il figlio. Rientrarono nel 1526, ma due anni dopo morì in Aversa Michele Antonio e gli succedette Giovanni Ludovico che non andava d'accordo con la madre in quanto l'aveva fatto imprigionare perché privilegiava gli interessi spagnoli. Il defunto marchese fu tumulato nella chiesa romana di Ara Coeli: Margherita avrebbe desiderato che fosse sepolto in San Bernardino a Saluzzo, dove pensava di far erigere la propria tomba accanto a lui.L'ultimo periodo di vita della Marchesa fu caratterizzato da seri episodi di malcontento da parte dei sudditi e dalla tenace, ma vana lotta con gli altri figli per restare in ogni modo al potere.Si recò di nuovo in Francia nel 1529 e, ritornata, si trasferì nell'amato castello di Revello. Nel 1531 le incomprensioni con i figli e le azioni aggressive dei Savoia la costrinsero, e sarà l'ultima volta, a riparare nella sua terra natale. La Marchesa si ritirò nel castello di Castres, contea conferitale in usufrutto da Francesco I, dove il 9 agosto 1536 morì, all'età di 63 anni, senza più rivedere Saluzzo. Fu sepolta nella cattedrale di St. Benoît, a Castres, borgo situato nei Midi-Pirenei.Dopo la scomparsa di Margherita regnò nel Marchesato Francesco e Gabriele. Questi, deposto il 23 febbraio 1548, fu assassinato il successivo 29 luglio e Saluzzo perse definitivamente l'indipendenza passando alla Francia, poi ai Savoia. Dei cinque figli di Margherita e di Ludovico II nessuno ebbe eredi. L'ultimo della dinastia fu Giovanni Ludovico, marchese solo per anno, deceduto nel 1563 senza prole legittima.

( Fonti: Wikipedia – Treccani:“Dizionario Biografico“ )

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Carmagnola, Ludovico II di Saluzzo (1475-1504) e Margherita de Foix, 10 scudi d'oro, 1503, al D/: “LVDOVICUS ° MARCHIO ° ET ° MARGARITA ° D° FOIS° M (rosetta) S (croce)”,busti affrontati di Ludovico, indossando un cappello e il colletto dell'Ordine di San Michele e Margherita indossando un velo; in basso, 1503. Al R/ “(croce qudrilobata) SI DEVS | PRO | NOBIS | QVIS | CONTRA | NOS ° monogramma J e JC “,(Traduzione libera: SE DIO E' CON NOI CHI POTREBBE ESSERE CONTRO NOI “) scudo di Saluzzo e Foix sovrapposti su aquila incoronata con ali spiegate, 43,5 mm, 34,33 g (CNI II, 135; Ravegnani Morosini 13, Bellesia 1, Forrer, BDM I, 442, Armand II, 122, 13; MIR 134; F. 157). Ex collezione dell'Ordine Teutonico, Vienna; ex collezione Prince Montenuovo, Vienna; ex Cav. Collezione Giancarlo Rossi, asta Dura & Sambon, Roma, 6 dicembre 1880, lotto 771; ex collezione Alfred Morrison, Christie's, 23 luglio 1965, lotto 60; ed ex Christie's, 23 novembre 1971, lotto 90. I dettagli della collezione di monete dell'Ordine Teutonico (il Deutscher Orden) si trovano a Des Hohen Deutschen Ritterordens Münz-Sammlung a Vienna (Vienna, 1858) dal Dr. B. Dudik che ha dedicato il primo capitolo (pagg. 1-16) al suo background. Nell'agosto 1843 Dudik notò che 999 monete (205 in oro, 724 in argento e 70 in rame) appartenenti a questa Collezione, erano state vendute al commerciante di monete viennese Anton Promber. Sebbene non sia stato possibile individuare un elenco preciso delle monete vendute in questa transazione, è possibile che l'attuale moneta facesse parte di questo gruppo. In questo caso fu presumibilmente Promber a vendere la moneta al principe Montenuovo, il celebre collezionista di monete viennese da cui passò nella altrettanto celebre collezione di monete italiane Rossi a Roma. Alla vendita Rossi,la moneta fu descritta come unica e realizzò il secondo prezzo più alto dell'asta - 2.300 lire. Successivamente la sua ubicazione sembra essere andata perduta fino a quando non apparve in vendita da Christie's nel 1965 come parte della rinomata collezione di Alfred Morrison di Fonthill House, Wiltshire. Nel catalogo di vendita non è stata fatta alcuna menzione della sua precedente provenienza dalla Collezione Rossi. La moneta è stata descritta come " molto bella e molto rara". In questa circostanza rimase invenduta e fu successivamente messa in vendita, senza illustrazione, nell'asta di Christie del 1971 dove fu acquistata da Alan Thomas, il venditore di libri e antiquario di Londra, ora deceduto. Alfred Morrison (1821-97) fu un grande collezionista di dipinti, opere d'arte, manoscritti e autografi, nonché monete e medaglie. Aveva ereditato una grande fortuna dal padre milionario James Morrison (1790-1857) che era un commerciante tessile, membro del Parlamento e primo investitore nelle ferrovie del continente e in America. La sua collezione numismatica era eccezionale e parte fu messa in vendita da Christie's in una singola asta dedicata a 98 importanti monete e medaglie d'oro europee, dalla quale arriva il presente pezzo. Qualche confusione sorse dopo la vendita di Rossi del 1880 quando Leonard Forrer scrisse un articolo nella circolare numismatica di Spink del novembre 1897 , intitolata "Un pezzo di 10 Zecchini di Luigi II, Marchese di Saluzzo, e la sua consorte, Marguerite de Foix, datata 1503". L'articolo annunciò la scoperta di un secondo esemplare della moneta in oro, confrontandola con la moneta Rossi ma, insolitamente per Forrer, conteneva una serie di errori (per coincidenza l'articolo apparve un mese prima della morte di Alfred Morrison nel dicembre 1897 , all'età di 76 anni). In primo luogo, Forrer dichiarò che la moneta Coll. Rossi fu acquistata nella vendita del 1880 per la collezione Royal di Torino (ma non era così e non esiste nessuna moneta d'oro di questo tipo a Torino). In secondo luogo, ha dato il peso della sua nuova moneta a 41 g, ma ciò indicherebbe una moneta al peso di 12 zecchini non 10, o più correttamente 12 scudi d'oro. In terzo luogo, ha letto male la fine della leggenda inversa come “N” anziché come “J” seguito da un monogramma “JC”. Forrer tornò sull'argomento nel suo Dizionario biografico dei mediatori (vol. 1, Londra, 1904, p. 442). Per quanto riguarda questo cosiddetto secondo esemplare, G.F. Hill in “Corpus di medaglie italiane del Rinascimento prima di Cellini” (Londra, 1930) dichiarò in una nota a piè di pagina la medaglia n. 711 a pagina 181, dove considera l'emissione come una moneta e non una medaglia, che "il pezzo d'oro ... .. pesa 40,93 g, forse una prova” (Hill ha erroneamente pensato che la moneta più pesante fosse ex Montenuovo ma ha citato tre collezionisti inglesi che la possedevano). L'attuale ubicazione di questa moneta più pesante, detta da Hill come una prova, è sconosciuta. La presente moneta venne coniata dalle stesse matrici come un esempio in argento nell'asta Numismatica Ars Classica (Asta 85) della collezione Ravegnani Morosini, 24 maggio 2015, lotto 11. Sul dritto la stessa eccedenza sotto il “D” di “D FOIS” appare chiaramente su entrambe le monete. Tuttavia, è stata apportata un'alterazione sul puntino al dritto tra la moneta d'argento e l'attuale moneta d'oro in quanto lo spazio che appare tra la “M” e la “S” sulla moneta d'argento è stato modificato in una rosetta sulla versione d'oro. Ciò tenderebbe ad indicare che la moneta d'oro è stata coniata dopo quella d'argento e tuttavia la freschezza del conio suggerisce che non è stata coniata molto più tardi. Molto è stato scritto sul significato delle lettere alla fine della legenda al R/ che appaiono come una “J” seguita da un monogramma “JC” e sono state interpretate come le iniziali dell'incisore della moneta. Queste stesse lettere compaiono sul retro dei rari tallero d'argento del 1516 con il busto di Margarita de Foix nel velo di una vedova (Collina 711; CNI II, p. 71, 1; Ravegnani Morosini p. 107, 1). Armand nel 1883 (vol. III, 204, c) suggerì una medaglia tedesca che riporta le stesse iniziali e che esse rappresentassero Januae Johannes Clot ("John Clot di Genova") che evidentemente lavorò brevemente alla zecca di Genova all'inizio del XVI secolo. Questa attribuzione fu seguita da Forrer nel 1904 (BDM I, 442). Altri tuttavia hanno collegato le iniziali ai membri della famiglia da Clivate presenti nella zecca Carmagnola ( vedi Revegnani Morosini e, più recentemente, Travaini e Prokisch -Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classische XXXIX, 2010, pp. 414-15 e II, 7a) che suggerivano che l'incisore di stampi fosse Gianluca da Clivate, fratello di Francesco, maestro della zecca a Carmagnola al momento della morte di Ludovico nel 1504 e di nuovo nel 1510.( Per altre informazioni sull'argomento vedi Scher in Valuta di fama, p. 116 e il volume 12 di European European Coinage, capitolo 3). Se effettivamente il conio al R/ è inciso da Gianluca da Clivate, ci si chiede se anche il dritto sia suo o inciso da un altro artista, perché lo stile tra i due lati della moneta è marcatamente diverso. In particolare la scritta sul dritto ha un aspetto un po' tozzo rispetto allo stile più elegante che si trova sul retro, dove le lettere colmano perfettamente lo spazio tra i bordi interno ed esterno, elemento non riscontrabile sul dritto.Altro punto che potrebbe conefermare tale interpretazione è la lettera “A” :sul D/ appare a testa piatta mentre sul R/ è incisa con una punta ben evidente. La moneta, battuta da Morton & Eden, London nel 2015, stimata da 50.000 a 100.000 Sterline, è stata aggiudicata a 45.000 Sterline.

 

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Proprio questa. Non so la vera base d'asta ( era stimata tra  50.000 e 100.000 Sterline) ma è stata aggiudicata a 45.000. Direi un vero affare. Spero sia un Numismatico e non un investitore.  In questo ultimo caso sparirebbe dalla circolazione. 

Ciao

 

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Supporter

Grazie @giuseppe ballauri del tuo intervento!

Gran personaggio Margherita, ha saputo destreggiarsi in un'epoca difficile e con poche opportunità...

Aggiungo l'immagine delle mie uniche due monete di Gabriele, interessanti perché fra le ultime coniate nel marchesato Saluzzese ed il grosso non presenta la contromarca presente quasi sempre su queste monete..

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