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IGNORED

Dubbi su un tetradramma di Alessandro Magno


pietr888

Risposte migliori

Supporter

Ho trovato questo articolo che non conoscevo in https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0168583X19306822

Nuclear Instruments and Methods in Physics Research Section B: Beam Interactions with Materials and Atoms

Volume 461, 15 December 2019, Pages 247-255

The role of archaeometallurgical characterization of ancient coins in forgery detection

Author links open overlay panel Yussri Salem, Essam H. Mohamed

Abstract

The study of chemical composition and microstructural features of ancient coins provide researchers with invaluable and priceless information which can contribute to forgery detection. This study was conducted on nine copper and bronze coins preserved in a private collection in Egypt. Elemental analysis was performed to determine the major and trace elements of the coins as well as unalloyed inclusions in the metallic matrix. The microstructure was investigated using the optical and scanning electron microscopy. The results revealed that chemical composition could perfectly negate the authenticity of the coins through modernistic metal identification of major and minor elements. Also, the presence of common trace elements confirms likely the authentication and their absences preponderate counterfeit. Moreover, microstructural features related to ancient manufacturing process and internal damage can contribute to detect forgery.

Keywords: Ancient coins; Authentication; Elemental analysis; SEM-EDX.

Si vede quindi dai risultati che:

(a)La composizione chimica può negare l'autenticità delle monete attraverso l'identificazione in chiave moderna dei metalli e degli elementi maggiori e minori presenti;

(b)La presenza di elementi in traccia comuni è una conferma assai probabile dell'autenticità e la loro assenza è un dato prevalente per la contraffazione;

(c)Le caratteristiche microstrutturali relative all'antico processo di fabbricazione e ai danni interni possono contribuire a rilevare la falsificazione dalla loro assenza.

apollonia

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Ciao, da neofita quale sono per quello che può contare la mia opinione,  penso che nessun esame tecnico, scientifico e chimico potranno mai sostituire il parere degli esperti che hanno visionato, esaminato e studiato migliaia di esemplari dal vivo. Le tecniche di falsificazione purtroppo sono molteplici e sempre più insidiose. In pochi casi forse l'analisi della struttura del metallo potrebbe aiutare ma non si può sostituire in nessun caso agli esperti. Esempio per rendere l'idea la coniazione di monete false su tondelli originali d'epoca di riferimento della moneta ( ci sono tantissimi esempi a tal proposito) . La sola analisi del metallo e dell'azione del tempo che hanno alterato la sua struttura lascerebbe il tempo che trova. Tenendo conto di questi parametri la moneta risulterebbe autentica quando invece non lo è. Studio dei conii, comparazioni, ecc.. sono cose fondamentali che solo chi ha esperienza può fare e che molto difficilmente potranno essere soppiantate. Ovviamente parere personale e quindi opinabile 🙂

ANTONIO 

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Supporter

Giustizia ritardata ma non negata.

Ricordo il caso di quattro esemplari di uno statere di Alessandro Magno inizialmente ritenuti contraffazioni moderne dall’International Bureau for the Suppression of Counterfeit Coins (IBSCC), ma poi riconosciuti autentici dallo stesso istituto sulla base dei risultati di ulteriori ricerche e in particolare dall’analisi del metallo con il metodo dell’attivazione neutronica.

L'analisi per attivazione neutronica, comunemente indicata con NAA (dall'inglese neutron activation analysis), è una tecnica analitica ad alta sensibilità per ottenere informazioni qualitative e quantitative sugli elementi chimici presenti nel campione in esame e in particolare sugli elementi in tracce provenienti da diverse matrici.

https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=16032

591286.jpg.5fed2ce7367c68887b12ed42961bd59a.jpg

·         Sale: Triton V, Lot: 1286. Estimate $2000. 
Closing Date: Wednesday, 16 January 2002. 
Sold For $1700. This amount does not include the buyer’s fee.


MACEDON, Kings of. Alexander III. 336-323 BC. AV Stater (8.61 gm). Amphipolis mint. Struck 330-320 BC. Helmeted head of Athena right; serpent on helmet / ALEXANDROU right, Nike standing left, holding wreath in right hand, stylis in left; trident head to left, monogram below wing. Cf. Price 180 (monogram reversed). Lustrous EF, a few light marks. ($2000)

Same obverse die, of a slightly earlier state, as the following lot.

Alexander Gold Staters: Justice Delayed But Not Denied [NEW PARAGRAPH] In 1993, the International Bureau for the Suppression of Counterfeit Coins (IBSCC) published a small group of Alexander gold staters as modern counterfeits. (Bulletin on Counterfeits Vol. 18, No. 2, pg. 5.) It seems that the coins had initially become suspect largely due to their remarkably pristine and lustrous surfaces.

Recently, after the passage of years since the IBSCC publication, a dealer in Germany approached us with three of the coins and the request that we research them to confirm whether they were actually ancient or modern. Our immediate reaction upon studying the coins was that there was nothing in the style, fabric, or other characteristics, other than the remarkable freshness of the surfaces, to suggest that the coins were not original. Returning to our office with the coins, we found that Dr. Martin Price had published a coin with the same reverse die in his magnum opus, The Coinage in the Name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus (plate ii, no.180). Price’s plate coin is in the British Museum, which purchased the coin from Spink in 1928 (we later learned that it is also ex Ars Classica 13 (1928), lot 505).

The best test of authenticity is comparison with a known genuine coin, so the next step was a visit to the British Museum to compare our three coins with the Museum example. Upon careful examination with a stereo microscope, it was clear that our three coins were struck from the same reverse die as the British Museum specimen without any intervening process (i.e., there is no indication of transfer dies). Working from the assumption that the British Museum specimen was genuine, for it appeared perfectly ordinary in every respect although not quite so fresh in state of preservation as our coins, we concluded that our three coins were equally genuine.

With this information, we wrote to the IBSCC asking for reconsideration of their 1993 decision. Subsequently, by chance, we happened to acquire a fourth coin of the same issue struck from the same obverse die as one of our coins (although of an earlier die state) and with a different reverse die. This piece, confirming normal die deterioration within the series, added further evidence that all four coins now in our possession were genuine. We submitted the four coins to the IBSCC, along with the results of our research, and after due deliberation and metallurgical analysis by the neutron activation method, the IBSCC declared the coins genuine earlier this year. We wish to compliment the IBSCC for its open-minded willingness to consider new evidence in the reevaluation of prior decisions.

We are now pleased to offer the four coins, newly released back into the population of authentic ancient artifacts after being wrongly condemned as modern copies.

La conclusione che la CNG ha potuto offrire ai collezionisti monete erroneamente considerate copie moderne ma poi riconosciute autentiche grazie anche alle tecniche analitiche strumentali dimostra il ruolo dell’archeometallurgia nel riconoscere l’autenticità delle monete antiche.

apollonia

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L’articolo dice che:

12 ore fa, apollonia dice:

La presenza di elementi in traccia comuni è una conferma assai probabile dell'autenticità

Probabile! Non certa. Quindi può dimostrarne la non autenticità, ma non l’autenticità.

Visto che non ho la possibilità di eseguire analisi sui metalli e non ho competenze professionistiche non posso far altro che affidarmi all’esperienza di terzi (ed esiste sempre anche l’errore umano).

Personalmente ormai ho imparato a mettere in conto il fatto che c’è una possibilità che una parte (spero piccola) delle monete nella mia collezione siano false.

 

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Lo scoglio su cui si infrangono le onde della presunzione di determinazione di autenticità o meno dei metalli antichi,con analisi non distruttive,  è la mancanza di un database univoco a cui fare riferimento.

Finche detto database non verrà costruito, qualsiasi conclusione ( a parte le più ovviamente impossibili, come la presenza di elementi incongrui temporalmente) non potrà raggiungere l’assolutezza delle risposte. 
Questo è più valido per gli oggetti in leghe derivate dal rame per le caratteristiche di sviluppo  e contaminazione delle patine che si presentano a forte spessore e lo è in maniera minore per gli oggetti in metalli nobili. Anche se per l’argento e soprattutto per l’oro, l’analisi qualitativa e quantitativa , pur essendo più accurate nei risultati tecnici, non sono dirimenti per la facilità con cui , le stesse ragioni che le rendono tecnicamente accurate, le rendono facili da aggirare.  

Modificato da Tinia Numismatica
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24 minuti fa, apollonia dice:

The best test of authenticity is comparison with a known genuine coin, so the next step was a visit to the British Museum to compare our three coins with the Museum example. Upon careful examination with a stereo microscope, it was clear that our three coins were struck from the same reverse die as the British Museum specimen without any intervening process (i.e., there is no indication of transfer dies). Working from the assumption that the British Museum specimen was genuine, for it appeared perfectly ordinary in every respect although not quite so fresh in state of preservation as our coins, we concluded that our three coins were equally genuine.

In questo paragrafo mi pare di capire che le monete sono state autenticate anche comparando il conio con un esemplare autentico.

Quindi la mia domanda (molto semplice) è: la comparazione del conio, è uno strumento efficace (o che comunque aggiunge significativo credito) dell’armamento di un numismatico che lo aiuti a dimostrare l’autenticità di una moneta?

Acceleratori di particelle a parte, parlo di analisi di un numismatico con moneta in mano: il semplice confronto del conio è un indicatore considerevole per l’autenticazione? (So che non è l’unico, ovviamente)

grazie 

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1 ora fa, pietr888 dice:

il semplice confronto del conio è un indicatore considerevole per l’autenticazione?

Pur non sapendolo fare, so che lo studio del conio (più che il semplice confronto), considerando anche la sua evoluzione, del consumo, delle eventuali rotture intercorse etc.. è molto importante.

Non è l’unico parametro come hai detto anche tu, ma (quando è possibile farlo) è molto interessante.

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Supporter

Nessuno vuol negare l’importanza dello studio della sequenza dei conii ma non si può disconoscere l’utilità dell’analisi metallografica nella ricerca archeonumismatica, come dimostra anche la conclusione della voce “Numismatica” sull’enciclopedia Treccani (https://www.treccani.it/enciclopedia/numismatica_res-e5b6514f-87ea-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/).

Dal quadro delineato si può concludere che la n., seguendo la strada tracciata nei secoli precedenti e soprattutto nel secolo scorso da studiosi quali T. Mommsen, B. Borghesi, C. Cavedoni, F. Lenormant, Fr. Hultsch, ha sviluppato e approfondito con numerose opere e nuovi strumenti di lavoro (per es. la sequenza dei conii o l'analisi metallografica) i suoi indirizzi di ricerca.

 

Anche suk forum è riconosciuta l’importanza dell’analisi metallografica di monete antiche, per esempio nel post di acraf che riguarda uno studio sul passaggio dai quadrigati ai denari

https://www.lamoneta.it/topic/155555-isotopi-argento-su-quadrigati-e-denari/

 

 

apollonia

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Supporter

Beh, anch'io sono in grado di smascherare i falsi dalle foto con la scritta "copy", e addirittura quelli con la R che potrebbe anche essere interpretata come sigla della Zecca di Roma invece di "Riproduzione" :clapping:

apollonia

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Hehe… pivelli… guardate che super falso ho smascherato io invece.

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Non mi ha per niente aiutato la riga continua sul bordo né il fatto che l’ho acquistata al souvenir shop del museo egizio di Torino…

Che dite, sono un NIP ora? 😏

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Supporter
22 minuti fa, pietr888 dice:

Hehe… pivelli… guardate che super falso ho smascherato io invece.

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Non mi ha per niente aiutato la riga continua sul bordo né il fatto che l’ho acquistata al souvenir shop del museo egizio di Torino…

Che dite, sono un NIP ora? 😏

 

Per superare l'esame devi prima di tutto spiegare il significato di quella rigatura lungo il contorno.

apollonia

 

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21 minuti fa, apollonia dice:

il significato di quella rigatura lungo il contorno.

 

È il segno che rimane dello stampaggio, del metallo che entra leggermente nella fessura tra i due stampi, un po’ come nei giocattoli di plastica… giusto?

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Supporter

È il segno che rimane dalla giunzione delle due metà (dritto e rovescio) di una moneta in un elettrotipo.

apollonia

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Supporter

Per ottenere un elettrotipo si deve creare uno stampo in cera (o altro materiale modellabile) del dritto e uno stampo analogo del rovescio della moneta da riprodurre.

Ogni stampo, ricoperto da un conduttore di elettricità come la grafite, viene impiegato da catodo (polo negativo) di una cella elettrolitica dove l’anodo (polo positivo) è costituito dal metallo che si vuol depositare sullo stampo e la soluzione elettrolitica è formata da un sale del metallo stesso.

cellaelettrotipo.JPG.67648bd2ec7856023c64030d5f604255.JPG

Al passaggio di corrente elettrica, all’anodo di rame si formano ioni rameici che, attraverso la soluzione di solfato rameico, vengono trasferiti al catodo dove vengono ridotti a rame metallico; questo si deposita sullo stampo che viene ad assumere in positivo le immagini e le scritte che recava impresse in negativo. Quando lo strato di metallo ha raggiunto uno spessore adeguato, si interrompe la corrente e si rimuove la cera dallo stampo che così raffigura una faccia e parte del contorno della moneta di partenza.

Dopo lo stesso procedimento sull’altro stampo, si hanno a disposizione due “gusci” ciascuno dei quali rappresenta una faccia e parte del contorno della moneta di partenza.

I gusci si possono tenere separati e in tal caso danno l’opportunità di osservare contemporaneamente le due facce della moneta, come nel caso degli elettrotipi esposti nelle teche di vari musei.

Oppure i due gusci si uniscono fra loro, lavorando il contorno di ciascuno di essi in modo da ridurlo a metà dello spessore della moneta originale e poi unendo le due metà, oppure lasciando inalterato il contorno di una metà e inserendovi l’altra metà.

Prima dell’assemblaggio finale e della saldatura permanente, l’elettrotipo deve raggiungere esattamente il peso della moneta autentica riempiendo l’intercapedine tra i due gusci con un metallo base o una lega.

Una bella sfida per l’electrotyper.

apollonia

  • Grazie 2
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Aggiungo alla spiegazione di Apollonia che ci sono elettrotipi, dichiarati tali, che in asta raggiungono prezzi degni di nota, a dir la verità non ho mai capito perché e ogni volta mi stupisco.

Non mi dispiacerebbe possederne uno, ma non certo a quei prezzi.

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Supporter

Però si trovano anche elettrotipi a prezzi accessibili come questo tetradramma di Temnos della Roma Numismatics E-Sale 79 aggiudicato a un hammer di 50 GBP.

1.electrotype-aiolis-temnos-ar-tetradrachm-6682689.thumb.jpg.b35c2528825f11b0ed97ed2958d770fa.jpg

 

Questo esemplare autentico è stato aggiudicato a un hammer di 400 GBP nella Roma Numismatics E-Live Auction 5.

2.aeolis-temnos-ar-tetradrachm-in-8526838.thumb.jpg.c2a776f1fca322d56803d9b4b1ea622c.jpg

apollonia

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Supporter

Può capitare che un elettrotipo venga aggiudicato in asta a un hammer di quattro cifre, cosa che però non dipende dalla valutazione di base ma dall’interesse dei collezionisti.

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Base d’asta (CNG, EA 531): 120 USD. Valutazione: 200 USD. Risultato: 1'300 USD.

Lotto 1704. ELECTROTYPES, SICILY. Entella. Punic issues. Electrotype (26mm, 13.68 g, 11h). British Museum electrotype by Robert Ready (R R on edge). Uncertain female head to left (Dido or more probably Tanit), wearing a necklace and a Phrygian cap that is encircled with a band embroidered with palmettes and tied above her forehead / Lion standing left, head right; date palm tree behind; in exergue, š’mmḥnt in Phoenician (= people of the camp). Head, Guide, Period III.C.49; GPCG pl. 26, 41. Toned. As made.

From the W.B and R.E. Montgomery Collection.

apollonia

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Supporter

Gli elettrotipi d’argento e (meno comuni) d’oro si ottengono per argentatura e rispettivamente per doratura degli elettrotipi di rame.

Un elettrotipo può servire da modello di una riproduzione per fusione (casting) come nel caso di questo decadramma il cui prezzo di aggiudicazione in asta è da record.

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Base d’asta (CNG, EA 531): 300 USD. Valutazione: 500 USD. Risultato: 2'250 USD.

Lotto 1738. REPRODUCTIONS, SICILY. Syracuse. Hieron I. 478-466 BC. Cast “AR Dekadrachm – Demareteion” (34mm, 32.54 g, 3h). Derived from a British Museum electrotype of Robert Ready (R R on edge). Charioteer, holding kentron in right hand and reins in both, driving slow quadriga right; above, Nike flying right, crowning horses with wreath held in both hands; in exergue, lion advancing right / Head of Arethousa right, wearing laurel wreath, hoop earring with single pendant, and pearl necklace, enclosed within linear circle; ΣV-RAK-OΣI-ON and four dolphins swimming clockwise around. Head, Guide, Period II.C. 54; GPCG pl. 16, 54. Toned. As made.

From the W.B and R.E. Montgomery Collection.

apollonia

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Supporter

La Davissons Ltd. è una casa d’aste di Cold Spring, negli Stati Uniti d’America, che mette in asta anche elettrotipi di monete d’oro con dritto e rovescio separati come questo statere del Chersoneso Taurico, nome antico della Crimea, con città principale Panticapeo.

elettrotipopanticapeodavissons.jpg.fd91c14bdb4bf7ced024f5129b9ce8c0.jpg

E-Auction 33 Lot 49

Classic Greece. Robert Ready British Museum electrotype. The Tauric Chersonesus. Panticapaeum. Circa 340-325 B.C. Gold stater copy. 18.5 mm. Head of a bearded Pan left, wearing a wreath of ivy / A griffin left holding a spear (attributed elsewhere as a stalk of barley) in his mouth, a stalk of corn below; Γ Ν in field. Head plate 21, 2. Perfect copy of an extraordinary fine style ancient Greek coin residing in the British Museum.

An example sold at the May 2016 NAC Sale for 60,000 CHF.

La copia stimata $125 è stata aggiudicata a un hammer di $180.

apollonia

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Supporter

Elettrotipo dorato dello statere di Panticapeo a facce saldate fra loro.

2rooks Greek Cimmerian Bosporus Crimea Pantikapaion Gold Stater Electrotype Coin

 

staterechersonesoelettrotiposaldato.jpg.9ce0a922f33ba63bf0d198c34fc6b7a8.jpg

staterechersonesoelettrotiposaldatofotovarie.JPG.ecde51caefcb2077d7e86f1d052e5229.JPG

Category : Coins: Ancient > Greek (450 BC-100 AD)         Id number: 80640

Civilisation: Greek           Replica: Museum Electrotype Restrike, Replica Item

Period: Classical period HIGH QUALITY REPRODUCTION COIN: BOSPOROS PANTIKAPAION GOLD STATER COIN PAN/GRIFFIN

Metal: BRONZE ? ALLOY ?            Estimated value: GBP 78.90

Da https://numismaclub.com/unt/80640-2rooks_greek_cimmerian_bosporus_crimea_pantikapaion_gold_stater_electrotype_coin.html

 

apollonia

Modificato da apollonia
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Supporter

Visto che questa discussione ha preso la strada delle riproduzioni di monete antiche, volevo richiamare l’attenzione dei collezionisti sulla discussione aperta da Oppiano nella sezione “Questioni legali sulla numismatica” dal titolo “Attestati di autenticità e di provenienza”, che riguarda l’acquisto di monete antiche e la tutela dell’acquirente sui falsi stabilita dal Codice dei beni culturali.

La norma contenuta nell’Articolo 64 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” dice in sostanza che chi esercita l’attività di vendita al pubblico o di esposizione a fini di commercio di oggetti di antichità o di interesse storico o archeologico ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante l’autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza; ovvero, in mancanza, di rilasciare, con le modalità previste dalle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull’autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza.

Molto pertinente in materia è il commento dell’utente allek sulla disposizione legislativa riguardo alle monete antiche, circoscritta agli operatori commerciali italiani.

Il commerciante italiano ha l’obbligo (non la facoltà) di garantire all’acquirente che la moneta venduta sia autentica e di documentarne o di attestarne la provenienza (la norma non dice “lecita” perché si sarebbe trattato di una ovvietà).

Tale obbligo, quindi, può essere assolto per due vie, tra esse non alternative ma in posizione di subordine l’una rispetto all’altra:

a) consegnando all’acquirente la documentazione che attesti l’autenticità della moneta (una eventuale perizia, ad esempio, ove esistente) e la sua provenienza (mi viene da pensare alla documentazione giustificativa dell’acquisizione della moneta che il venditore, a sua volta, ne ha fatto da un terzo: in questo caso si potrebbero porre problemi legati alla privacy del terzo cedente che, tuttavia, ritengo possano agevolmente superarsi laddove il commerciante, al momento dell’acquisizione, abbia l’accortezza di richiedere e ottenere dal proprio dante causa una autorizzazione al trattamento e alla diffusione di quei dati sensibili);

b) in mancanza (della documentazione di cui sopra), dichiarando egli stesso (il venditore, intendo) l’autenticità e la provenienza della moneta, offrendo all’acquirente tutte le informazioni a tal fine necessarie: è quest’ultimo l’attestato propriamente inteso. Ovviamente, poiché detta dichiarazione integra gli estremi di una assunzione di responsabilità a tutti gli effetti di legge nei confronti dell’acquirente, è scontato rilevare che il commerciante (che non voglia

Per il testo dell’Articolo 64 e altri commenti sul contenuto si rimanda alla discussione di Oppiano citata all’inizio https://www.lamoneta.it/topic/217445-attestati-di-autenticita-e-di-provenienza/

 

Da parte mia segnalo il sito https://numismaticinip.it/sportello-cittadino per le garanzie attivate dall’Associazione dei Numismatici Italiani Professionisti a tutela degli utenti.

Sportello Cittadino

Garanzie attivate a tutela degli utenti.

In attuazione della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 della legge 14 gennaio 2013, n. 4, l’Associazione dei Numismatici Italiani Professionisti (NIP) ha approvato il Codice di condotta per i propri Soci, istituito il Collegio dei Probiviri e disciplinato le procedure in caso di contenzioso (come anche previsto dall’articolo 27 e seguenti del Codice del consumo – d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206), https://numismaticinip.it/Statuto-e-Regolamenti

NIP ha di conseguenza attivato lo sportello di riferimento del cittadino consumatore, a tutela della clientela in caso di contenzioso con singoli associati e per fornire informazioni sull’attività professionale e gli standard qualitativi.

Lo sportello è attivo al seguente indirizzo email: [email protected]

 

apollonia

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  • 2 settimane dopo...

Buongiorno,

Ritorno nuovamente sull'argomento del tetradramma iniziale per via di nuovi dubbi che mi sono sorti, durante la ricerca.

Mi sono procurato entrambi i volumi di "M. J. Price 1991 - The coinage in the name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus" e leggendoli ho voluto cercare informazioni circa l'attribuzione di Miriandro (Myriandrus)

A pagina 411 trovo il paragrafo concernente la zecca di miriandro, nel cui trovo: 

"The identification of this mint was one of Newell's most daring attributions."

"Such arguments do not carry a great dealof weight, and the attribution to Myriandrus should be accepted with caution."

Ciò mi ha portato a chiedermi quanto effettivamente siano solide le prove sull'attribuzione della moneta. Nel senso: quanto è affidabile l'affermazione "la mia moneta è stata coniata a Miriandro" ? (ovviamente dato per scontato che sia autentica)

@apollonia ha precedentemente detto "tetradramma Price 3230, che l’autore ha assegnato cautelativamente alla zecca di Miriandro". Pertanto mi chiedo: con quanta cautela è stata fatta questa assegnazione?

Anche perché le provenienze dei monogrammi, descritte nel secondo volume, mi sembrano parecchio decise, come quella in fondo a pagina 569, e anche nella sezione "Concordance to L. Müller" a pagina 528 è scritto, senza virgolette, che la Price 3230 viene da Miriandro.

Apprezzerei commenti e indicazioni sulla faccenda, magari correggendo anche errori o fraintendimenti che potrei aver commesso.

Grazie a tutti!

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