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Claterna: un tesoro di 3.000 monete


ARES III

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Sotto il prato c’è una città romana. Scavano e trovano un tesoro di 3mila monete e 50 gemme a Claterna, nei pressi di Bologna. Scoperto anche rarissimo quinarius

 

bologna-copertina-1024x529.jpg A sinistra: il disegno delle rovine che preme dal sottosuolo sul prato. A destra: lo scavo archeologico in corso @ Foto ARCA Appennino Bolognese

Nello scavo del sito archeologico di Claterna, situato strategicamente lungo la via Emilia tra le colonie Bononia (Bologna) e Forum Cornelii (Imola), archeologi hanno effettuato scoperte straordinarie che promettono di trasformare questo luogo in un parco archeologico senza precedenti nel Nord Italia. Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura del governo Meloni, ha svelato in anteprima i risultati, presentandoli come relativi a una sorta di “Pompei del Nord”. Claterna sorse nel territorio dell’attuale Comune di Ozzano dell’Emilia, 14 079 abitanti, realtà appartenente alla città metropolitana di Bologna.

 

Gli archeologi, impegnati in scavi che coprono solo una piccola porzione del vasto insediamento di Claterna, hanno riportato alla luce oltre 3.000 monete, sia in argento che in bronzo. Questi ritrovamenti comprendono un notevole numero di danari, molti dei quali in condizioni di conservazione ottimali. Ancora più significativo è il ritrovamento di 50 gemme incise, suggerendo la possibile presenza in città di una bottega specializzata nella loro produzione.

Il gioiello della scoperta, tuttavia, è un eccezionale ‘quinarius’, risalente al 97 a.C. Questa moneta presenta una raffigurazione dettagliata di una ‘vittoria alata’ che scrive su uno scudo, poggiato su un trofeo. La presenza chiara della scritta ‘ROMA’ testimonia la celebrazione di vittorie militari e la connessione della città con il potere romano.

Lucia Borgonzoni ha commentato oggi con entusiasmo i risultati – che sono stati presentati stamane, 10 novembre 2023 – affermando che “i reperti restituiscono materiali molto preziosi e significativi”. Il ritrovamento delle monete d’argento e delle gemme colorate, presumibilmente prodotte localmente, suggerisce che Claterna non fosse solo un centro di passaggio, ma anche un vivace centro commerciale.

L’obiettivo dichiarato è quello di trasformare Claterna da un sito archeologico in un parco archeologico di risonanza internazionale. Con una vastità di 18 ettari, Claterna si candida a diventare il più grande sito non stratificato del Nord Italia. La sottosegretaria Borgonzoni ha sottolineato il carattere unico del sito, annunciando il finanziamento da parte del Ministero della Cultura di nuovi interventi, con uno stanziamento di circa 450.000 euro per il periodo 2022-2024.

L’ampio spazio circostante Claterna permetterà la creazione di un parco archeologico completo, con aree dedicate a parcheggi e servizi. Borgonzoni ha evidenziato anche la previsione di riutilizzare il Teatro per spettacoli culturali, con l’obiettivo di valorizzare il territorio circostante sotto un profilo culturale e turistico.

Il Ministero della Cultura ha pianificato nuovi finanziamenti a sostegno di Claterna, con un fondo già in atto (2022-2024) e ulteriori risorse previste per il futuro. Un finanziamento di 60.000 euro per il prossimo anno sarà specificamente destinato all’ampliamento dello scavo del Teatro, promettendo ulteriori rivelazioni sulla storia e la grandezza di questa affascinante città romana.

Situata strategicamente sulla via Emilia tra le colonie romane di Bologna (Bononia) e Imola (Forum Cornelii), Claterna si ergeva con orgoglio come una tappa vitale lungo la maestosa arteria stradale. Questa antica città romana, il cui nome era tratto dal vicino torrente Quaderna, è stata testimone della storia millenaria della via Emilia.

Le radici di Claterna: una tappa cruciale fra due grandi colonie

Fondata probabilmente come un centro di sosta cruciale tra le due colonie principali, Claterna, come molti altri insediamenti lungo la via Emilia, occupava una posizione regolare, corrispondente a una giornata di marcia per le legioni romane. La sua collocazione era tra la frazione di Maggio e il torrente Quaderna, conferendole un’importanza strategica nella rete stradale romana.

Tra strade antiche e nuove colonie: la nascita di Claterna

Con l’inizio della colonizzazione romana della Gallia Cisalpina e la costruzione della via Emilia, Claterna vide la luce come risultato della convergenza di un altro importante tracciato, forse la via Flaminia Minor, che attraversava l’Appennino e collegava la strada emiliana ad Arezzo. Fondata all’inizio del II secolo a.C., Claterna inizialmente si sviluppò come un modesto villaggio, ottenendo successivamente lo status di municipium nel I secolo a.C. e diventando il capoluogo di un territorio compreso tra i torrenti Idice e Sillaro.

Il triste declino: crisi e abbandono

Come molte città dell’Impero romano, Claterna iniziò a declinare durante la tumultuosa crisi del III secolo. Colpita dagli impatti economici e politici delle istituzioni romane, insieme alle incursioni barbariche che caratterizzarono l’epoca, la città vide un graduale impoverimento e una diminuzione demografica. Questo processo culminò nell’abbandono definitivo tra il V e il VI secolo, durante il periodo post-caduta dell’Impero romano d’Occidente. Claterna si trasformò in un raro esempio di città scomparsa nella regione dell’Emilia-Romagna.

Scavi e ritrovamenti: alla scoperta dell’eredità romana di Claterna

Gli archeologi, affondando le loro pale nella terra carica di storia di Claterna, hanno portato alla luce un patrimonio unico. Fra i tesori riportati alla luce figurano una villa romana con mosaici straordinariamente conservati e le testimonianze delle antiche arature che solcano ancora la terra. Un viaggio nella storia romana di Claterna, che un giorno potrebbe risorgere come un parco archeologico dedicato a svelare gli affascinanti segreti della sua epoca d’oro.

https://stilearte.it/sotto-il-prato-ce-una-citta-romana-scavano-e-trovano-un-tesoro-di-3mila-monete-e-50-gemme-a-claterna-nei-pressi-di-bologna-scoperto-anche-rarissimo-quinarius/

 

Claterna era una città posta sulla via Emilia fra le colonie romane di  Bologna (Bononia) e Imola (Forum Cornelii). La sua localizzazione è fra la frazione di Maggio ed il torrente  Quaderna  (affluente dell'Idice) da cui la città prendeva il nome.

Claterna è sorta probabilmente come tappa nel tragitto fra le due colonie maggiori, come tanti altri centri che costellano la via Emilia, tutti a una distanza pressoché regolare l'uno dall'altro, che corrisponde ad una giornata di marcia delle legioni.

Con l'inizio della colonizzazione romana della Gallia Cisalpina e la costruzione della via Emilia, in parte forse sul tracciato di un antico sentiero pedecollinare, Claterna fu fondata alla confluenza nell'Emilia di un'altra strada romana che attraversava l'Appennino, forse la via Flaminia Minor, che congiungeva la strada emiliana con Arezzo.

L'insediamento, di medie dimensioni per quei tempi, sorse verso l'inizio del II secolo a.C. (le fonti storiche indicano il 183 a.C.). Inizialmente un semplice villaggio, ottenne il rango di municipium nel I secolo a.C., come capoluogo di un territorio compreso fra i torrenti Idice e Sillaro.

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Come molte altre città dell'Impero, Claterna cominciò il suo declino durante la crisi del III secolo, colpita dalla crisi economica e politica delle istituzioni Romane e dall'inizio delle incursioni barbariche. La città si impoverì e la popolazione diminuì, fino al definitivo abbandono poco dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, tra il V e VI secolo. È un raro esempio di città scomparsa in Emilia-Romagna.

 

220px-Villa_romana_claterna.JPG La villa romana di Claterna in fase di scavo. Visibili i mosaici già restaurati e i solchi provocati dalle arature 220px-Foro_claterna.JPG Il probabile foro di Claterna, all'incrocio fra l'antica via Emilia e il cardo maximus (oggi ricoperto) 220px-Ozzano-Claterna-Ricostruzione_domu Ricostruzione della "domus del fabbro" nel 2019

Il ritrovamento di primi reperti (dovuto

all'aratura dei campi), diede la spinta a una serie di scavi effettuati fra il 1890 e il 1933. La guida era affidata a Edoardo Brizio, direttore del  Museo Civico di Bologna, e a  Salvatore Aurigemma, commissario della Soprintendenza alle Antichità. Altre ricerche, dirette da Guido Achille Mansuelli, si svolsero nel corso degli anni cinquanta e  sessanta.

Questi scavi si limitarono, inizialmente, a piccole esplorazioni della città antica, e misero in luce alcuni tratti stradali, ambienti e parti di case private tipicamente romane (domus) con pavimentazioni a mosaico e cocciopesto. Furono trovati anche edifici di funzione più dubbia (come una struttura absidata, scavata parzialmente nel 1959). Ovviamente, si rinvennero anche grandi quantità di reperti vari (ceramiche, monete, vasi di vetro, eccetera). Negli anni trenta, furono ritrovate alcune pavimentazioni di particolare interesse, le quali sono oggi esposte al Museo Civico Archeologico di Bologna. 

Da allora le occasioni di scavo furono molto limitate e circoscritte in massima parte alla fine degli anni ottanta; altri interventi di scavo furono più che altro rinvenimenti casuali dovuti alla realizzazione di nuovi impianti Enel, Hera e fibre ottiche.

Dagli anni ottanta un gruppo archeologico organizzato da volontari e appassionati, in collaborazione con archeologi professionisti, ha riavviato campagne di scavo.

Oggi è possibile visitare lo scavo con i pavimenti di una domus detta  domus dei mosaici nel settore 12, a sud della via Emilia, e la ricostruzione in archeologia sperimentale di un'abitazione-officina artigiana a nord della strada, nel settore 11, detta domus del fabbro. I resti degli altri scavi - fra cui il teatro e il foro - sono stati ricoperti in attesa di risolvere il problema (soprattutto economico) della loro sistemazione definitiva.

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Rimane ancora molto da scoprire di questa antica città, sia sulla sua genesi (vi sono anche alcune evidenze di precedenti insediamenti etruschi e celtici) sia come caso di studio particolare, dovuto al fatto che in pochi altri casi in Italia una città è rimasta dimenticata e sepolta quasi intatta sotto i campi.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Claterna

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1 ora fa, ARES III dice:

Rimane ancora molto da scoprire di questa antica città, sia sulla sua genesi (vi sono anche alcune evidenze di precedenti insediamenti etruschi e celtici) sia come caso di studio particolare, dovuto al fatto che in pochi altri casi in Italia una città è rimasta dimenticata e sepolta quasi intatta sotto i campi.

Ciao , bellissimo articolo , grazie . Volevo darti un "mi piace" ma per oggi li ho terminati , provvedo domani .

Dal nome probabilmente latinizzato Claterna e in particolare dalla sua desinenza .....rna mi sembra di leggere un nome tipico etrusco , come altre desinenze etrusche .....sna , .....rva , .....mna , ......nna , e cosi via .

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48 minuti fa, Cremuzio dice:

Ciao , bellissimo articolo , grazie . Volevo darti un "mi piace" ma per oggi li ho terminati , provvedo domani .

Ci mancherebbe, sono già più che soddisfatto che Tisia piaciuto.

48 minuti fa, Cremuzio dice:

Dal nome probabilmente latinizzato Claterna e in particolare dalla sua desinenza .....rna mi sembra di leggere un nome tipico etrusco , come altre desinenze etrusche .....sna , .....rva , .....mna , ......nna , e cosi via .

Sì hai ragione. C'è da dire che Felsinea (la città etrusca di "Bologna") è la vicino, si potrebbe anche ipotizzare che facesse parte del suo contado (come colonia, come alleata,...).

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Archeologia, Borgonzoni: Claterna è “Pompei del Nord”, scoperte 3mila monete e 50 gemme

Le più recenti ricerche nell’area di Ozzano dell’Emilia (Bologna) hanno riportato alla luce iscrizioni, frammenti di marmo colorato, nonché un Quinario, moneta d’argento della Repubblica Romana datata 97 a.C., rinvenuta in un corridoio della cavea del teatro. Gli scavi hanno riguardato finora soltanto un decimo del sito, un’area di ben 18 ettari

Borgonzoni-a-Claterna.jpg

“Ci troviamo davanti all’area archeologica non stratificata più grande del Nord Italia. Per importanza e quantità di reperti finora riportati alla luce probabilmente si può parlare di una Pompei del Nord. Ed è un’area, quella dell’antica città romana di Claterna, che è una continua scoperta.

https://www.agenziacult.it/notiziario/archeologia-borgonzoni-claterna-e-pompei-del-nord-scoperte-3mila-monete-e-50-gemme/

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Claterna: scoperte tremila monete e cinquanta gemme dedicate a divinità

Claterna scoperte tremila monete cinquanta gemme

Claterna: scoperte tremila monete e cinquanta gemme dedicate a divinità; le ricerche hanno riguardato finora soltanto un decimo del sito, un’area di ben 18 ettari

I più recenti scavi hanno riportato alla luce iscrizioni, frammenti di marmo colorato, nonché un quinario, moneta d’argento della Repubblica Romana del valore di ½ denario datata 97 a.C. rinvenuta in un corridoio della cavea del teatro.

Questa mattina si è tenuto l’incontro di presentazione dei reperti rinvenuti durante i più recenti scavi eseguiti (e ancora in corso) dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara nell’area archeologica di Claterna, a Ozzano dell’Emilia (Bologna) e degli interventi sul sito finanziati dal MiC: iscrizioni, frammenti di marmo colorato, nonché un quinario, moneta d’argento della Repubblica Romana del valore di ½ denario datata 97 a.C. rinvenuta in un corridoio della cavea del teatro (ritrovamento raro, un reperto che conferma la datazione certa alla fine del I secolo a.C. della costruzione del teatro). Scoperte da cui si evince che Claterna era molto più che una città di passaggio, bensì un centro di commercio con contatti diretti con Roma.

All’incontro hanno partecipato la Soprintendente di Bologna Francesca Tomba, il Direttore del Segretariato Regionale MiC per l’Emilia-Romagna Corrado Azzollini e il Sindaco di Ozzano dell’Emilia Luca Lelli.

“C’è un aspetto molto importante da considerare e cioè – ha affermato la Soprintendente di Bologna Francesca Tomba – che gran parte dell’area resta da scoprire. Possiamo quindi progettare una grande fase di conoscenza e di valorizzazione ad ampio raggio di un sito che ha ancora tanto da raccontare. Un’area non compromessa, visto che siamo in piena campagna, altro aspetto da sottolineare che caratterizza il sito”.

Claterna: scoperte tremila monete e cinquanta gemme dedicate a divinità. Gallery

Mosaico di Claterna: dettaglio. Foto di Roberto Macri - Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Mosaico di Claterna: dettaglio. Foto di Roberto Macri – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Claterna scoperte tremila monete cinquanta gemme
Foto di Roberto Macri – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Gemma inv. 270078
Gemma inv. 270078. Foto di Roberto Macri – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Gemma inv. 270090
Gemma inv. 270090. Foto di Roberto Macri – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
erote
Erote. Foto di Roberto Macri – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
moneta in argento da Claterna
moneta in argento da Claterna. Foto Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
moneta in argento da Claterna
moneta in argento da Claterna. Foto Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Claterna scoperte tremila monete cinquanta gemme
Foto di Siriana Zucchini – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Teatro romano di Claterna, visto dal drone. Foto di Roberto Macri - Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Teatro romano di Claterna, visto dal drone. Foto di Roberto Macri – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara

 Lucia Borgonzoni: “Claterna area archeologica più grande del Nord. Scoperte 3mila monete e 50 gemme dedicate a divinità. E siamo solo a un decimo del sito”

“La mia presenza qui oggi per ribadire che da parte del Ministero – ha aggiunto il Sottosegretario Borgonzoni – c’è grande attenzione per l’area, che rappresenta per la Regione e il Paese un gioiello di inestimabile valore. Dopo aver assegnato nel triennio 2022-2024 oltre 700 mila euro per teatro e domus dei mosaici, ulteriori fondi saranno destinati ad interventi di scavo archeologico, restauro, valorizzazione e riutilizzo del teatro romano”.

“Ci troviamo davanti all’area archeologica non stratificata più grande del Nord Italia. Per importanza e quantità di reperti finora riportati alla luce probabilmente si può parlare di una Pompei del Nord. Ed è un’area, quella dell’antica città romana di Claterna, che è una continua scoperta. Dopo il foro, le strade, domus con mosaici policromi, impianti termali, ma anche tremila monete in argento e in bronzo, circa cinquanta gemme colorate con incisioni dedicate a varie divinità e numerose strutture tra cui il teatro, dai più recenti scavi relativi proprio al teatro sono infatti affiorati ulteriori materiali preziosi a testimonianza dell’importante passato della città e del suo rapporto con Roma, ma anche e soprattutto dell’immenso potenziale che abbiamo motivo di ritenere ci sia ancora da scoprire. Le ricerche hanno infatti finora riguardato soltanto un decimo del sito, un’area di ben 18 ettari. Massimo impegno da parte del Ministero per valorizzarlo come merita con risorse economiche e progetti che diano al sito nuova vita: oltre a proseguire con gli scavi, con la Soprintendenza di Bologna – che ringrazio per il lavoro svolto – abbiamo intenzione di mettere in campo una serie di attività che coinvolgeranno realtà e istituzioni del territorio, pensate per avvicinare alla conoscenza di questo luogo magico e ricco di storia innanzitutto i più giovani e fare da richiamo a quanti più visitatori in arrivo da tutto il mondo. Non ultima, sul tavolo, l’idea di restituire al teatro la sua originaria funzione di luogo di spettacolo”.

È quanto ha dichiarato il Sottosegretario di Stato al Ministero della cultura Lucia Borgonzoni nel suo intervento.

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Foto di Siriana Zucchini – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
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Foto di Siriana Zucchini – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
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Foto di Siriana Zucchini – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
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Foto di Siriana Zucchini – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Claterna scoperte tremila monete cinquanta gemme
Foto di Siriana Zucchini – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara

https://www.classicult.it/claterna-scoperte-tremila-monete-e-cinquanta-gemme-dedicate-a-divinita/

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"la Pompei del nord" non si può sentire

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1 ora fa, Vel Saties dice:

Pompei del nord

È una locuzione molto abusata, ma sempre d'effetto sul pubblico...

Diciamo che è parallela alla locuzione "il/la più antico/a di" serve ad attirare l'attenzione...e ci si riesce sempre!

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Supporter

si ma pronunciata (?) da un archeologo fa inorridire

1 minuto fa, Vel Saties dice:

si ma pronunciata (?) da un archeologo fa inorridire

Ah no è solo il sottosegretario del Ministero della Cultura

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12 minuti fa, Vel Saties dice:

archeologo

 

12 minuti fa, Vel Saties dice:

sottosegretario del Ministero della Cultura

Anch'essi sono figli di Dio, con tutti i difetti e le meschinità umane, quindi non meravigliamoci troppo...:rolleyes:...e lasciamoli liberi di peccare...

 

E poi li mettiamo alla berlina nei social, naturalmente....

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23 ore fa, ARES III dice:

Diciamo che è parallela alla locuzione "il/la più antico/a di"

Che serva ad attirare l’attenzione, passi… ma una scoperta che si è rivelata “la più antica” in un certo campo ed in un certo ponto delle ricerche ha un fondamento. 
paragonare qualunque ritrovamento, se pur importante, a Pompei è inaccettabile perché fuorviante, intellettualmente e scientificamente scorretto.

perche Vremo anche una città intera scavabile ma rasata al livello delle fondazioni, come quasi tutte le scoperte della pianura padana, non certo una situazione in cui una colata di lava ha “congelato” una città con parte degli abitanti con alzati, decorazioni ed oggetti in situ, conservando anche le tracce di materiali deperibili oltre che di persone ed animali….

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1 ora fa, Vel Saties dice:

Che serva ad attirare l’attenzione, passi… ma una scoperta che si è rivelata “la più antica” in un certo campo ed in un certo ponto delle ricerche ha un fondamento. 
paragonare qualunque ritrovamento, se pur importante, a Pompei è inaccettabile perché fuorviante, intellettualmente e scientificamente scorretto.

Non mi fraintendere: certamente che una scoperta più antica rappresenta una cosa importante, ma negli ultimi tempi non fanno altro che scrivere di questa o quella scoperta più antica (è fin qui non ci sono problemi) , ma a volte lo scrivono solo per attirare l'attenzione.

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Dopo i proclami fantasmagorici sui bronzi di S. Casciano non mi stupisco più di nulla.

Si è dato più valore e importanza agli oggetti (dozzinali) che al contesto (strepitoso oltre che spettacolare).

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11 ore fa, chievolan dice:

Direi ambra quella rossa, e credo vetro quella verde.

SI , probabile tra corniola e ambra , anzi osservandola bene direi piu' ambra che corniola .

Per la prima non credo sia vetro quanto piuttosto smeraldo a causa del colore verde intenso tipico , ma maggiormente a causa della conservazione della pietra non uniforme , il vetro antico di "terra" normalmente si opacizza piu' in modo uniforme piuttosto che a chiazze .

Smeraldo proveniente dai giacimenti egiziani situati vicino alla costa del Mar Rosso nell' Alto Egitto , dove le miniere di smeraldo erano attive gia' intorno al 3000 a.C. , dalle quali proveniva probabilmente lo smeraldo utilizzato da Nerone .

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2 ore fa, Cremuzio dice:

piu' ambra che corniola .

Non riesco a capire perché ambra invece che corallo (un'ambra così rossa e densa?). Potresti gentilmente spiegarti ? Grazie.

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42 minuti fa, ARES III dice:

Potresti gentilmente spiegarti ? Grazie.

L' ambra assume anche questo particolare colore arancio-rossastro non limpido , l' ambra e' anche opaca .

Leggi l' articolo che descrive i colori dell' ambra :

https://www.bing.com/ck/a?!&&p=a9b52767470a97ddJmltdHM9MTY5OTgzMzYwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTIzNQ&ptn=3&ver=2&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=ambra+rossa&u=a1aHR0cHM6Ly9sYXZpYWRlbGxhbWJyYS5jb20vaS1jb2xvcmktZGVsbC1hbWJyYS1iYWx0aWNhLw&ntb=1

Corallo ? puo' darsi , ma visto solo in foto e' difficile dire ambra rossa o corallo , bisognerebbe fare la prova del magnetismo dell' ambra .

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