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IGNORED

Esempio di Restauro di un Sesterzio di Caligola


centurioneamico

Risposte migliori

Mi sa che più che un restauratore qui ci voglia l'esorcista! Mi si perdoni la battutaccia, ma (da ignorante o quasi) non vedo grandi miglioramenti possibili. Lascio comunque la parola a chi ne sa più di me!

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  • 1 anno dopo...

Penso avrai risolto, cmq provo a darti il mio parere da inesperto.

Per me la moneta è molto compromessa, specie sul rovescio, ma sul diritto qulcosa puoi recuperare. Io come trattamento acido per rimuovere ispessimenti di patine e cancri uso il cloruro ferrico oppure l edta, acido etilen diammonico tetracetico. Questo in base al tipo di ossidante, incrostazione, cancro che hanno colpito la moneta. Ovviamente dopo i bagni dovrai provvedere a rimuovere i residui acidi dalla moneta, per poi rimuovere le ossidazioni, cancri ecc con bisturi o altri strumenti meccanici e successivamente stabilizzare il tutto con benzotriazolo.

La tua moneta al dritto la tratterei con il cloruro ferrico. La soluzione è quella utilizzata per i circuiti stampati. Il cloruro aggredisce la parte carcerosa, ma non la patina, meno che la moneta non resti immersa per ore. Il cloruro lo puoi usare per immersione, ma dovrai stare attento ai progressi di disgregazione degli ossdanti o cancri e appena vedi che si stanno sgregando devi togliere la moneta. La lavi h20 distillata fredda e poi la bolli in h20 distillata dentro un ciottolino di acciaio. In tale maniera asporti la parte polverulenta aggredita dall'acido e rimuovi l' acido rimasto. La raffreddi con h20 distillata, asciugandola a tampone. A questo puntopuoi iniziare il lavoro meccanico di rimozione. Il bisturi sempre perpendicolare, è importante per evitare graffi. Il cancro dovrà essere rimosso fino al metallo se necessario, quindi potrà rendersi necessario rimuovere la patina, anche se solitamente ciò non è necessario. Con questa procedura recuperi un alta % delle monete illeggibili, perchè sotto la coltre di cancro, almeno nel in un  alta % delle monete, vi è la moneta vera e propria con tutti i dettagli annessi e connessi.finite leoperazioni di pulizia e recupero dovrai trattarla come descritto in questa discussione, quindi benzo e paraloid. La cera reinassance puoi usarla, ma a mio parere lucida troppo le patine. Per quanto riguarda le zone, ove la patina è stata asportata, potrai trattarla con fegato di zolfo,anche se la ripatinatura non è apprezzata con il fegato di zolfo riesci a ripristinare una patinatura quasi originale che non si nota ad occhio nudo, ma solo al microscopio o co lenti oltre i 6x. Ovviamente la patinatura richiede stabilizzazione e fissativo, quindi benzo e paraloid. 

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  • 1 anno dopo...
Il ‎13‎/‎01‎/‎2012 alle 09:17, centurioneamico dice:

 

  1. rapidi e ripetuti bagni in soluzione acida per ammorbidire e rimuovere alcune tra le incrostazioni dure

 

che soluzione usate per le incrostazioni dure tendenti al bianco-grigio che spesso si formano sulle zone + in rilievo? io stò provando con aceto

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Riesci a mostrare una foto delle incrostazioni? Da quello che scrivi potrebbe trattarsi di corrosione ai danni di alcune concentrazioni superficiali del piombo o dello stagno contenuto in lega. L’aceto (acido acetico) non è consigliabile perché troppo aggressivo e difficilmente gestibile.

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  • 1 mese dopo...
  • 1 anno dopo...
Il 13/1/2012 alle 09:17, centurioneamico dice:

Visto lo stato iniziale, prima di iniziare il vero restauro, il restauratore si è preoccupato di stabilizzare il più possibile il metallo procedendo prima con dei bagni per eliminare i sali insoluti in eccesso e poi con l'applicazione di benzotriazolo sulla zona di cancro attiva.

Solo successivamente è cominciata la rimozione delle incorstazioni. Il restauratore ha così proceduto:

  1. protezione delle zone scoperte (laddove il metallo era già libero dalle incrostazioni o dove risultava essere già privo di patina) o dove la patina andava preservata con un protettivo, da rimuovere poi in seguito
  2. rapidi e ripetuti bagni in soluzione acida per ammorbidire e rimuovere alcune tra le incrostazioni dure
  3. rimozione del protettivo precedentemente utilizzato sulle zone da non trattare con la soluzione acida
  4. nuova stabilizzazione del metallo
  5. intervento meccanico con bisturi ed ablatore ad ultrasuoni a bassissima frequenza per rimuovere le incrostazioni più dure avendo cura di non intaccare il livello buono della patina da preservare (a tal proposito è stata preservata la patina marrone sottostante conservatasi al 90% mentre è stata rimossa la patina verde presente solo ormai in minima parte al dritto come si può vedere dalla prima foto)
  6. stabilizzazione del metallo. In seguito, dopo un naturale tempo di test della moneta in ambiente umido, il restauratore mi informa dell'avvenuto innesco di nuove corrosioni al R nella zona precedentemente curata e anche in altre zone precedentemente ricoperte dalle incrostazioni. Tale nuovo innesco ha quindi necessitato di una nuova ed approfondita operazione di stabilizzazione del metallo e conseguente trattamento con inibitore (benzotriazolo) per circa 48 h.
  7. Protezione esterna con Paraloid B72 e cerac microcristallina superficiale.

 

Ore totali di lavoro effettivo del restauratore (non vengono conteggiate le ore in cui la moneta è rimasta nelle soluzioni per la stabilizzazione): circa 18

Costi attrezzature/materiali utilizzati (lame bisturi, soluzioni, etc): €15

post-66-0-06791200-1326442547_thumb.jpg

 

Il 13/1/2012 alle 09:17, centurioneamico dice:

Visto lo stato iniziale, prima di iniziare il vero restauro, il restauratore si è preoccupato di stabilizzare il più possibile il metallo procedendo prima con dei bagni per eliminare i sali insoluti in eccesso e poi con l'applicazione di benzotriazolo sulla zona di cancro attiva.

Solo successivamente è cominciata la rimozione delle incorstazioni. Il restauratore ha così proceduto:

  1. protezione delle zone scoperte (laddove il metallo era già libero dalle incrostazioni o dove risultava essere già privo di patina) o dove la patina andava preservata con un protettivo, da rimuovere poi in seguito
  2. rapidi e ripetuti bagni in soluzione acida per ammorbidire e rimuovere alcune tra le incrostazioni dure
  3. rimozione del protettivo precedentemente utilizzato sulle zone da non trattare con la soluzione acida
  4. nuova stabilizzazione del metallo
  5. intervento meccanico con bisturi ed ablatore ad ultrasuoni a bassissima frequenza per rimuovere le incrostazioni più dure avendo cura di non intaccare il livello buono della patina da preservare (a tal proposito è stata preservata la patina marrone sottostante conservatasi al 90% mentre è stata rimossa la patina verde presente solo ormai in minima parte al dritto come si può vedere dalla prima foto)
  6. stabilizzazione del metallo. In seguito, dopo un naturale tempo di test della moneta in ambiente umido, il restauratore mi informa dell'avvenuto innesco di nuove corrosioni al R nella zona precedentemente curata e anche in altre zone precedentemente ricoperte dalle incrostazioni. Tale nuovo innesco ha quindi necessitato di una nuova ed approfondita operazione di stabilizzazione del metallo e conseguente trattamento con inibitore (benzotriazolo) per circa 48 h.
  7. Protezione esterna con Paraloid B72 e cerac microcristallina superficiale.

 

Ore totali di lavoro effettivo del restauratore (non vengono conteggiate le ore in cui la moneta è rimasta nelle soluzioni per la stabilizzazione): circa 18

Costi attrezzature/materiali utilizzati (lame bisturi, soluzioni, etc): €15

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G

 

Il 13/1/2012 alle 09:17, centurioneamico dice:

Visto lo stato iniziale, prima di iniziare il vero restauro, il restauratore si è preoccupato di stabilizzare il più possibile il metallo procedendo prima con dei bagni per eliminare i sali insoluti in eccesso e poi con l'applicazione di benzotriazolo sulla zona di cancro attiva.

Solo successivamente è cominciata la rimozione delle incorstazioni. Il restauratore ha così proceduto:

  1. protezione delle zone scoperte (laddove il metallo era già libero dalle incrostazioni o dove risultava essere già privo di patina) o dove la patina andava preservata con un protettivo, da rimuovere poi in seguito
  2. rapidi e ripetuti bagni in soluzione acida per ammorbidire e rimuovere alcune tra le incrostazioni dure
  3. rimozione del protettivo precedentemente utilizzato sulle zone da non trattare con la soluzione acida
  4. nuova stabilizzazione del metallo
  5. intervento meccanico con bisturi ed ablatore ad ultrasuoni a bassissima frequenza per rimuovere le incrostazioni più dure avendo cura di non intaccare il livello buono della patina da preservare (a tal proposito è stata preservata la patina marrone sottostante conservatasi al 90% mentre è stata rimossa la patina verde presente solo ormai in minima parte al dritto come si può vedere dalla prima foto)
  6. stabilizzazione del metallo. In seguito, dopo un naturale tempo di test della moneta in ambiente umido, il restauratore mi informa dell'avvenuto innesco di nuove corrosioni al R nella zona precedentemente curata e anche in altre zone precedentemente ricoperte dalle incrostazioni. Tale nuovo innesco ha quindi necessitato di una nuova ed approfondita operazione di stabilizzazione del metallo e conseguente trattamento con inibitore (benzotriazolo) per circa 48 h.
  7. Protezione esterna con Paraloid B72 e cerac microcristallina superficiale.

 

Ore totali di lavoro effettivo del restauratore (non vengono conteggiate le ore in cui la moneta è rimasta nelle soluzioni per la stabilizzazione): circa 18

Costi attrezzature/materiali utilizzati (lame bisturi, soluzioni, etc): €15

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Grazie per condividere le tue esperienze con noi, se potessi mettere 100k like! 

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  • 1 mese dopo...
Il 13/1/2012 alle 11:30, centurioneamico dice:

La fotografia certamente fa la sua parte e, anche le monete con patine lucide o trattate con paralod e quindi maggiormente riflettenti, necessitano di alcuni accorgimenti in fase di ripresa fotografica.

Tuttavia molto dipende anche dal restauratore. Generalmente i reperti destinati a rimanere nelle vetrine dei musei per lungo tempo necessitano di maggiore protezione e quindi i restauratori tendono ad "abbondare" con il paraloid (se fate un giro alla cripta Balbi vi fate un'idea). Sulle monete che invece sono destinate ad essere collezionate, fotografate, passate di mano in mano e sotto ogni tipo di lente, uno strato troppo spesso di paraloid risulterebbe sgradevole. E' sufficiente utilizzare una soluzione molto più diluita in maniera da ottenere soltanto un sottile strato di paraloid che, di fatto, non alterrerà in maniera eccessiva la resa cromatica.

Bellissimo restauro hai mostrato! La tua passione, i messaggi e consigli che hai dato in questo forum sono del piu' grado possibile! Devo ammettere che quando vedo il tuo logo e commento sono molto attratto nel leggere il medesimo parere con particolare attenzione! Se potessi potessi metterei 1000k like, ti auguro buon anno a te e famiglia! 

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  • 4 mesi dopo...
Il 13/1/2012 alle 09:17, centurioneamico dice:

Visto lo stato iniziale, prima di iniziare il vero restauro, il restauratore si è preoccupato di stabilizzare il più possibile il metallo procedendo prima con dei bagni per eliminare i sali insoluti in eccesso e poi con l'applicazione di benzotriazolo sulla zona di cancro attiva.

Solo successivamente è cominciata la rimozione delle incorstazioni. Il restauratore ha così proceduto:

  1. protezione delle zone scoperte (laddove il metallo era già libero dalle incrostazioni o dove risultava essere già privo di patina) o dove la patina andava preservata con un protettivo, da rimuovere poi in seguito
  2. rapidi e ripetuti bagni in soluzione acida per ammorbidire e rimuovere alcune tra le incrostazioni dure
  3. rimozione del protettivo precedentemente utilizzato sulle zone da non trattare con la soluzione acida
  4. nuova stabilizzazione del metallo
  5. intervento meccanico con bisturi ed ablatore ad ultrasuoni a bassissima frequenza per rimuovere le incrostazioni più dure avendo cura di non intaccare il livello buono della patina da preservare (a tal proposito è stata preservata la patina marrone sottostante conservatasi al 90% mentre è stata rimossa la patina verde presente solo ormai in minima parte al dritto come si può vedere dalla prima foto)
  6. stabilizzazione del metallo. In seguito, dopo un naturale tempo di test della moneta in ambiente umido, il restauratore mi informa dell'avvenuto innesco di nuove corrosioni al R nella zona precedentemente curata e anche in altre zone precedentemente ricoperte dalle incrostazioni. Tale nuovo innesco ha quindi necessitato di una nuova ed approfondita operazione di stabilizzazione del metallo e conseguente trattamento con inibitore (benzotriazolo) per circa 48 h.
  7. Protezione esterna con Paraloid B72 e cerac microcristallina superficiale.

 

Ore totali di lavoro effettivo del restauratore (non vengono conteggiate le ore in cui la moneta è rimasta nelle soluzioni per la stabilizzazione): circa 18

Costi attrezzature/materiali utilizzati (lame bisturi, soluzioni, etc): €15

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Buongiorno @centurioneamico, sono passati molti anni da tuo post, ma ci provo ugualmente.

Ho provato a cercare su google "restauro monete" ma non mi è comparso nessun professionista specializzato nel settore del restauro numismatico. Cosa potrei digitare?

In alternativa a chi posso rivolgermi? Ti ringrazio molto.

Modificato da fornari
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