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IGNORED

I MEZZI DENARI


Risposte migliori

Questa lunga pausa  che mi ha visto trascurare un po' il forum,  si è rilevata anche produttiva...

In queste tre settimanette di pausa, ho riletto un po' di cose e ho approfondito una monetazione che -almeno per quanto riguarda la Toscana- è considerata pochissimo: i mezzi Denari

Ho ricostruito la breve lista delle zecche che hanno coniato queste monetine (una è in forse, e più forse no che forse si), vi chiedo di intervenire soprattutto in merito alle zecche fuori dalla toscana (di quelle non so assolutamente nulla) perchè sono, ovviamente, necessarie comparazioni tra realtà diverse ma unite dai commerci... l'argomento mi pare interessante.

Le zecche toscane ad aver coniato mezzi denari sono:

• LUCCA

• PISA

• SIENA (?)

Torno dunque ufficialmente alla carica sul forum che avevo un po' trascurato sperando che questa discussione raccolga un po' di consenso :)

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Una particolaritá evidente di questo tipo monetale (parlo rimanendo sempre in ambito toscano) è la rarità singolarmente tanto elevata... Un mezzo Denaro vale poco, dovrebbe dunque essere più utilizzato nelle transazioni quotidiane... Credo vada analizzato comunque l'aspetto dei costi di produzione dell'oggetto "moneta" e la convenienza effettiva che se ne traeva... A parte questo discorso, che lascio ai più esperti, volevo parlare, o almeno accennare qualcosa su tutte e tre le zecche toscane che hanno battuto questo frazionario...

Parto da Lucca perchè credo sia quella di maggior rilievo, seguendo con Pisa e Siena (?)

-LUCCA : sul MIR di Montagano è indicato sotto la voce "medaglia o obolo", che lui data come coevo degli enriciani del 3º gruppo, sono composti in mistura e il peso va da un minimo registrato di 0,32 ad un massimo di 0,66, per un diametro medio di 11 mm (ricordiamo che risulta inferiore alla metá del peso dei denari del 3º gruppo Montagano che arrivano fino a 1,11, con un peso medio di 0,95 g)

Montagano non si dilunga troppo sulla moneta, e sfortunatamente neanche Bellesia dice quasi nulla, ma concorda con la datazione coeva al III gruppo (1106-1125).

La prima e immediata considerazione é la presenza in una sola variante e di rarità elevata, cosa che può farci presumere l'utilizzo di un solo conio per un numero di monete irrilevante, che stona un po' con la copiosità di denari comuni battuti.

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Ciao, sulla discussione i denari di Lucca è proprio in atto questa discussione,con riferimento anche ad altre zecche ,magari si può anche riunirle perchè ci sono lì dei pareri molto interessanti sul perchè siano state così rare e poco coniate.o estrapolare i post che parlano di questo.

Mario

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- PISA: se su Lucca c'è una totale assenza di bibliografia (almeno io non la conosco), su Pisa, invece, il compito mi risulta molto più facile, grazie al contributo di Monbalda che ha dedicato a questo frazionario ben due pagine nella sua monografia sulla zecca pisana; Monica scrive, riassumendo, che sin dall'inizio delle coniazioni, Pisa produce questi mezzi denari, che qui sul libro vengono annotati con il nome; nei documenti storici, la moneta è raramente menzionata e viene denominata mezzaglia o medallia.

Nell'opera si distinguono ben 3 varianti del mezzo denaro citato, anche qui si parla di rarità elevate (il MIR ci dice R4 ma credo possiamo direttamente parlare di un R5).

Tra il denaro e la mezzaglia non si riscontrano variazioni stilistiche/epigrafiche, ma solo di tipo ponderale (stessa iconografia e stesse leggende salvo la croce all'inizio che viene eliminata negli oboli)... In un secondo momento, anche le leggende muteranno in favore di una maggior leggibilitá delle stesse.

Nei primi tipi (secondo la cronologia Baldassarri) il tondello si presenta di forma poligonale con il contorno accuratamente arrotondato con lettere piccole e fitte; di seguito la fattura del tondello diviene sempre più rozza e diminuisce il numero delle lettere che formano la leggenda.

Il peso di questi oboli va da un minimo di 0,23 g ad un massimo di 0,35, con un Diametro di 10-12 mm che, anche in questo caso, corrisponde a circa la metá del comune denaro.

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Inviato (modificato)

Ciao, sulla discussione i denari di Lucca è proprio in atto questa discussione,con riferimento anche ad altre zecche ,magari si può anche riunirle perchè ci sono lì dei pareri molto interessanti sul perchè siano state così rare e poco coniate.o estrapolare i post che parlano di questo.

Mario

Vedi... A non seguire le discussioni... ;)

Modificato da magdi
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Ciao, sulla discussione i denari di Lucca è proprio in atto questa discussione,con riferimento anche ad altre zecche ,magari si può anche riunirle perchè ci sono lì dei pareri molto interessanti sul perchè siano state così rare e poco coniate.o estrapolare i post che parlano di questo.

Mario

Vedi... A non seguire le discussioni... ;)

Ciao, mica puoi seguire tutto, comunque lo spunto è veramente interessante e ricco di riflessioni,alcune sui denari di Lucca sono uscite già,ne aspettiamo altre .....

Mario

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Inviato (modificato)

... Eh... Poi in questo momento... Comunque, se può servire uniamo pure... Poi ho visto che Monica parlava di Denari di Siena che non esistono, io non posso che concordare, ma c'è un articoletto (secondo me discutibile) che propone una classificazione diversa per un Picciolo senese, che l'autore ritiene, invece, un obolo... Stavo proprio per inserirlo e commentarlo... Ormai faccio qui, poi, magari i curatori uniscono queste riflessioni alla grande discussione, se può essere utile....

Modificato da magdi
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Inviato (modificato)

-SIENA: c'è un articolo che ho ritrovato sulla "Miscellanea Storica Senese" 1893 (pag. 188)... Ho anche la scansione ma con l'IPad non me la fa caricare.... Magari poi faccio col computer.... Dove l'autore: L.S. (?), descrive una nuova moneta inedita, quella che oggi conosciamo come Picciolo, catalogato CNI 132/4 e MIR 508... È una moneta che, in effetti, forse, non si adatta stilisticamente bene al 1371, ma certamente nemmeno si adatta agli ultimi anni del XII sec (è anche giá presente il segno di zecca).

Nel testo, si riporta anche, però una nota importante che sarebbe da verificare (cosa non facile, visto che mancano i riferimenti dettagliati)

" che la medaglia fosse ragguagliata in Siena a metá del Denaro, lo prova il più antico libro della Biccherna (ASS). L'entrate della repubblica dal 1º Dicembre 1226 al 30 Giugno 1227, sommano a L. 2692, Sol. 16, Den. 10 e Med. 4. Ma nel volume sono state conguagliate a L. 2692 e Sol. 17, perchè le 4 Medaglie riunite ai 10 Denari, formano 12 Denari, cioè 1 Soldo, e i 16 Soldi divennero 17"

Una testimonianza simile (se realmente esiste) potrebbe effettivamente chiarire il fatto che ancora, negli anni 20-30 del Duecento, veniva usato l'obolo a Siena (che, credo, non potesse essere più quello lucchese). Non credo, comunque, cheil picciolo in oggetto sia il Denaro di cui si parla nel documento citato, perchè lo stile epigrafico è chiaramente anacronistico.

Modificato da magdi
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Ciao a tutti.

Spingendomi un pochino più avanti, includendo cioè il Trecento, per l'area nord-occidentale:

le più importanti per produzione e diffusione naturalmente

- Genova

ed

- Asti

quindi

- Savona (come altre tardi e quindi per, probabilmente, un brevissimo periodo, a differenza di Genova; work in progress..)

- Acqui (al tipo di Asti)

tra le zecche aleramiche

- Cortemilia (al tipo di Asti)

- Ponzone (al tipo di Asti)

- la zecca sconosciuta che ha emesso i tipi MAR SAGONA (http://www.lamoneta.it/topic/83741-marsagona/page__st__30), con ogni probabilità un'officina aleramica che ebbe concessione da Lotario di Supplimburgo

al tipo imperiale

- Ivrea

- Novara

- Tortona

aggiungerei un'idea, molto "campata"... :

è forse plausibile ipotizzare che anche

- Incisa

(così come altre zecche minori di cui esistono denari di elevata rarità e che non sto qui ad elencarvi) abbia prodotto questo nominale, anche se, ad oggi, non se ne conoscono evidenze

infine, molto tardi e un pochino oltre,

se utile allo spunto del post, possiamo spingerci a citare anche

gli aragonesi in Sardegna (es. Villa di Chiesa)

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Non mi pare un caso che siano proprio certe zecche e di certe aree e/o in certi periodi che continuano/riprendono a produrre mezzi denari nel tra fine Duecento e Trecento... ;).

Che ne dite ?

Un saluto MB

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Provo dicendo legato il tutto a motivi economici ,siamo nel momento in cui in alcune zecche il denaro era talmente svilito da rendere praticamente inutile la produzione di mezzi denari ,con differenze minime tra i due tipi .

Il fatto che qualche zecca lo riproducesse era probabilmente dovuto al fatto che si giocava sempre più sull'intrinseco, spesso veniva adulterata per il lucro che se ne poteva trarre.

Moneta piccola con lega inferiore al dovuto poteva essere prodotta in grandi quantitativi e immessa sul mercato,e magari poi cambiata con moneta buona.

Il deterioramento della moneta era legato ad un aumento della domanda e della popolazione,ad un aumento dei deficit statali,e a squilibri nei bilanci e le zecche operavano esclusivamente sulla logica di un profitto.

Nel contempo non c'erano criteri chiari per regolamentare le emissioni.

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Qualcuno conosce un riferimento bibliografico generale su questo tipo monetale?

Non conosco monografie che trattano in generale l'argomento "mezzaglia" nel periodo medievale se non alcuni passi presenti nei testi-cataloghi di alcune zecche tra cui Pisa e Lucca.

Se trovi qualcosa tu fammi un fischio

Ciao

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Ho trovato questi contributi sull'argomento, sperando possano essere utili.

Murari, O., I presunti mezzi denari veronesi dell' imperatore Ottone I, in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1958, pp. 37-44.

Bertelli, G., Due mezzi denari inediti di Federico II, in «Cronaca Numismatica», 54. 1994, pp. 20-23.

Vicenzi, C., Note su un ripostiglio di monete medievali rinvenuto a Cisano (Bergamo), in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1922, fasc. 2-3, pp. 157-170. (tra gli altri un mezzo denaro con le tre torri di Bergamo)

Murari, O., Il cosiddetto mezzo-denaro veneziano o bianco del doge Vitale Michiel II (1156-1172), in

«Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1967, pp. 115-121.

Di Virgilio, S., Il mezzo denaro inedito di Rimbaldo Cadurcense vescovo di Imola (1317-1341), in

«Panorama Numismatico», 148. 2001, pp. 25-40.

Prota, C., Il mezzo denaro di Atenolfo I e Landolfo, principi di Capua e Benevento. Napoli 1914.

Barbieri, G., Un inedito mezzo denaro di Carlo I d’Angiò. (Brindisi o Messina?), in «Cronaca

Numismatica», 204. 2008, pp. 42-44.

Guglielmi, M., Inedito mezzo denaro di Corrado I di Svevia (1250-1254). Centro di Documentazione

Storica di Manfredonia. Manfredonia 1987.

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