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"Perchè le medievali?"


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Il medioevo è un periodo storico affascinante, epoca di guerre, viaggi,scoperte e anticamera del rinascimento. Allo stesso modo epoca di superstizioni, leggende, racconti arrivati fino a noi. Le monete medievali sono un simbolo di quell' epoca, ricche di particolari affascinanti da studiare osservare. Sono monete passatemi il termine, artigianali,non solo per il disegno del conio ovviamente ma per la coniazione e il modo in cui avveniva. Le imperfezioni  rendono la numismatica medievale affascinante, ma anche l evoluzione dei diversi stili. Vedasi l' evoluzione del ducato veneziano nella raffigurazione del doge di S.Marco e al rovescio del Cristo. Il fiorino d' oro con le varie raffigurazioni del San Giovanni  e i simboli degli zecchieri. Ci sono molti spunti come anche l' aspetto devozionale verso la religione ,il santo patrono ecc. I motti che si trovano spesso al rovescio di queste monete. Insomma gli aspetti sono molteplici: artistico, evolutivo, religioso, storico ecc. Le monete medievali con le loro raffigurazioni artistiche  semplici, permeate di religiosità, devozione a mio parere hanno un fascino superiore, come un anima antica.

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Grazie @Devant81 per il tuo intervento; è verissimo che uno degli elementi che affascina nelle medievali sono i piccoli cambiamenti stilistici, cambiamenti che magari portano (in un arco di qualche secolo) ad avere due monete completamente differenti seppur ugualmente denominate al momento dell'emissione. Allego due denari imperiali milanesi, il primo di Federico I (in realtà non di Milano ma di Nosedo) ed il secondo di Azzone Visconti:

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Grazie @Devant81 per il tuo intervento; è verissimo che uno degli elementi che affascina nelle medievali sono i piccoli cambiamenti stilistici, cambiamenti che magari portano (in un arco di qualche secolo) ad avere due monete completamente differenti seppur ugualmente denominate al momento dell'emissione. Allego due denari imperiali milanesi, il primo di Federico I (in realtà non di Milano ma di Nosedo) ed il secondo di Azzone Visconti:

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L'impressione è quella di vedere la prima senza occhiali e la seconda con! :-)
Bellissimo il biscione nella viscontea!
Lo si ritroverà più tardi nei quattrini...
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Supporter

Buona serata

Non posso definirmi un medioevalista "duro e puro"; per me è una parentesi, peraltro importante, della monetazione veneziana.

Certamente mi piacciono le monete del medioevo, sono intriganti, minimaliste ed essenziali, ma complicate al tempo stesso; però guardo essenzialmente l'aspetto estetico e non sono particolarmente affascinato dal periodo storico.

Non mi sarebbe piaciuto vivere in quel tempo, grondante religiosità impregnata di superstizione; paura degli spazi liberi, dei boschi e delle foreste, da una natura ostile, degli animali veri e immaginari, macerata dalle penitenze, dalla fame, dalle calamità, dalle pestilenze, dalle invasioni. Insomma, un vero labirito "gotico" dove nemmeno chi nasceva dalla parte "giusta" poteva sentirsi tranquillo ed a suo agio.

Diciamocelo, non era un bel viveve e quella gente eroica - almeno quella che è sopravvissuta - di generazione in generazione, è riuscita a ridare vita a quelle città e quei borghi che, con la caduta dell'impero romano, erano diventati fantasma.

Tornando alle monete; beh è più facile apprezzare un tallero o un ducato sfavillante, con una fisicità che appaga, con iconografie stupende, quasi fossero dei capolavori incisori. Al cospetto con i denarini medioevali non c'è storia ..... eppure io apprezzo forse più i secondi che i primi.

Il fascino di un letto sfatto .... una "Due cavalli" preferita ad una Fiat 127; il brutto che piace ......

Si vede nella moneta medioevale la volontà di superare le difficoltà quotidiane, il baratto, l'incertezza di una prospettiva futura; un mezzo per migliorare e migliorarsi, un preludio ad una vita migliore.

saluti

luciano

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Sinceramente penso che a pochi sarebbe piaciuto vivere nel periodo che comunemente definiamo medioevo (la mia concezione del medioevo poco si approssima al periodo che convenzionalmente va dalla riconsegna delle insegne a Bisanzio fino a Cristoforo Colombo), tempi difficili e grami dove il solo sopravvivere era un'impresa eroica, probabilmente proprio questo è il suo fascino un po' fosco ed intrigante, su di esso c'è molto più da scrivere e da scoprire di quanto non ce ne sia sull'epopea classica dove, se vogliamo, tutto è più netto e lineare, direi quasi che tutto ci è più noto. Ricordo una bella discussione davanti ad un fiasco de vin ed una bella compagnia su quanti dei mediaval tondelli giunti fino a noi possano provenire da fosse comuni e da sepolture anonime. Il fascino che ci è dato dal fatto che ogni singola piccola pietruzza apportata possa contribuire a ricostruire quei tempi per noi così difficili da comprendere è una molla propulsiva potentissima. Le monete ci confermano e ci consentono di ripercorrere e a volte chiarire  eventi tortuosi, dolorosi e lontani di cui in fondo conosciamo solo le linee guida, ecco perché le medievali.

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Ho cominciato a collezionare monete medioevali da poco e quindi mi sono posto un paio di domande alle quali chi ha fatto più letture in tema forse saprà rispondermi. Sappiamo che il ducato veneziano il fiorino e il genovino erano particolarmente apprezzati per la severità con cui era controllato il peso della moneta  e per la bontà e purezza del metallo di cui erano composte e che quindi proprio per queste caratteristiche erano apprezzate anche all' estero e nei più disparati mercati. Mi chiedevo quindi come potessero circolare queste monete tra una città e l' altra cioè se io partendo da Firenze con i miei fiorini d'oro avrei riscontrato difficoltà ad esempio a Venezia per comperare qualcosa e usare i miei fiorini....entrava in gioco il cambiavalute? Era obbligatorio usare la moneta della città dove mi sarei trovato o data la conosciuta bontà del fiorino non avrei avuto problemi? Altra domanda che mi sono posto, data la frequenza con la quale i regnanti si alternavano, è se  le monete del regnante deposto venissero fuse o continuassero comunque a circolare negli anni. Per essere chiaro....morto un doge le sue monete erano ritirate o continuavano ad avere corso legale dato il valore del metallo? Grazie a chi volesse rispondermi.

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Carissimo @Devant81 le tue domande sono più che benvenute, complimenti per esserti aperto con noi, ci vorrebbero più utenti così!

Premesso che non esiste una regola generale ed iallibile da seguire nello studio delle monete medievali, cerco di risponderti nellamaniera più esaustiva e, spero, semplice. iniziamo col distinguere quelle che potevano essere valute per così dire "internazionali" (fiorino, ducato veneziano, genovino... ma anche monete in argento: denari pavesi, grossi matapan, tornesi, gigliati...), monete spesso emesse da Stati affermati e quindi con una sorta di surplus dovuto alla fiducia sull'operato in zecca. Poi c'erano le monete "ad uso locale", solitamente in mistura, che circolavano nelle aree prossime a quella di emissione. Questo giusto per capire a grandi linee cosa si ritrovava in mano la gente.

Ovviamente poteva capitare che si desiderasse cambiare la moneta, specie in occasione di lunghi viaggi (pellegrinaggi ecc.) aventi una meta lontana. Qui entravano in gioco i cambiavalute, che con la loro preparazione spesso e volentieri riuscivano magari anche a "fare la cresta" sul titolo delle monete ecc.

Per quanto concerne il ritiro/rifusione del circolante non c'è una regola fissa, dipendeva molto da che regnanti si alternavano e dai rapporti che intercorrevano tra di essi. Ad esempio i dogi veneti credo non avessero assolutamente problemi (nella maggior parte dei casi, questo non mi stancherò mai di ripeterlo a costo di sembrare ossessionato :D ) a far circolare nella Repubblica monete riportanti il nome del doge defunto. Problemi che magari invece poteva farsi un Ferdinando II di Aragona, che fece ribattere molti dei cavalli del precedente regnante Carlo VIII, invasore e quindi nemico politico. Logicamente poi in caso di rifrme monetarie le coniazioni precedenti potevano essere ritirate e rifuse oppure semplicemente ritariffate.

 

Spero di essere stato comprensibile, ad ogni modo sono (siamo) sempre qui per ulteriori spiegazioni e per rispondere alle domande di tutti.

Buona serata,

Antonio

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Grazie anto R per le tue risposte.....questa risposta che mi hai dato in modo particolare su Venezia mi ha fatto pensare ai primi collezionisti che forse tenevano da parte quelle dei dogi  più antichi o più  rare. 

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Bhe, certe monete viaggiavano da uno stato all'altro ed erano senz'altro benvenute, bisogna tener conto anche di un'altra cosa, erano monete utilizzate solo per scambi importanti e chi le riceveva era ben conscio di cosa stesse accettando e quale fosse il suo valore, non bisogna credere che si andasse in giro per mercati a comprare un chilo di cacio con uno zecchino e ricevere in resto quattrini e denari:) Ci furono nel medioevo tantissime persone che non videro mai in tutta la loro vita un solo fiorino!! A Roma per esempio, fino agli ultimi anni del XII secolo si accettava di tutto e particolare accoglienza ebbero i denari francesi di Provins tanto che quando reiniziarono a battere moneta i romani la fecero ad imitazione di questa proprio per il gradimento di cui godeva.

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Supporter

Buona serata @Devant81

Belle domande, che mi danno il destro per darti e dare alcune risposte relativamente a Venezia.

Al cambio di doge nessun ducato/zecchino veniva ritirato per essere fuso e rifatto col nome del nuovo doge. Per altre monete, in argento soprattutto, è accaduto molto raramente.

Il ducato/zecchino ha subito nel corso della sua vita pluricentenaria, due riduzioni di peso di pochi centesimi di grammo; si è cambiato il valore di mercato, nol lo si è ritirato.

Quando la svalutazione aveva reso le monete incongruenti, perché l'argento in esse contenuto era superiore al valore tariffato e le monete non si conciliavano più con i valori di cambio, si preferiva aggiornare le tariffe di cambio, sdoppiando il valore tra il conio vecchio e nuovo della stesso tipo di moneta.

Quindi le monete continuavano a circolare tranquillamente .... poi c'era sempre il popolo che provvedeva, talvolta, a ridurre il peso della vecchia moneta, per ragguagliarlo a quello della nuova (sempre più leggera o con un contenuto dell'argento più basso) e così continuava a servirsene (da non confondersi con la "tosatura" delle monete a scopo fraudolento)!

Per quanto riguarda l'uso di una moneta in stati diversi, era pratica diffusissima per le monete che avevano "credito" ed erano conosciute da tutti. Pensa che nel 1400 i pellegrini che volevano visitare Gerusalemme, ormai in mano dei "Turchi", dolevano pagare in ducati veneziani d'oro il "biglietto d'ingresso" .......... 

Per altre monete, meno conosciute, il cambiavalute era l'unica soluzione.

saluti

luciano

 

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Grazie Luciano per le tue preziose spiegazioni. Il tuo accennare ai pellegrini e ai viaggi da e verso l' oriente mi hanno fatto pensare alla storia  della più orientale cittadina della nostra penisola: Otranto. Siamo nell' estate del 1480 quando una spedizione turca partita dal porto di Valona veleggia alla conquista della citta. Le fonti più accreditate dicono che la popolazione si aggirasse intorno ai 2000 abitanti. La città fu presa d'assedio e gli idruntini si rifugiarono tra le mura della città. Dopo circa due settimane i turchi riuscirono a penetrare nella cittadina dove la popolazione non fu risparmiata visto che gli otrantini non vollero sottostare alle condizioni offerte dai turchi. Donne e bambini furono spediti in oriente come schiavi gli altri per aver salva la vita avrebbero avuto una duplice possibilità. Abiurare la fede cristiana e abbracciare l'islam, cosa che nessuno accettò, oppure, ed ecco il risvolto numismatico, pagare 300 ducati d'oro e salvarsi. Ebbene le fonti dicono che meno di una ventina avevano tale somma e   si salvarono, gli altri 800 vennero tutti decapitati e sono da pochi anni divenuti  i Santi martiri di Otranto. Pensate al tesoretto che quel manipolo di gente possedeva. Trecento ducati rappresentavano anni di lavoro per pescatori e braccianti. Subito ho pensato che tra quei ducati ci sarebbero dovuti essere sicuramente quelli battuti sotto il regno di  Ferrante prima del 1480 e chissà quali altre tipologie di monete auree considerando che probabilmente erano risparmi di anni precedenti. Di certo i turchi conoscevano bene il ducato veneziano e il fiorino e alcune fonti rivelano che Venezia che in quegli anni dominava nell Adriatico non volle intervenire sia perché non era in buoni rapporti con gli aragonesi sia perché come sappiamo i rapporti con l' oriente erano importanti per i commerci veneziani...ecco ancora una storia con un piccolo accenno numismatico che fa riflettere e rende affascinante la monetazione medievale. Erano veramente tempi  lontani in cui la fede e la parola i gesti contavano piu della vita ,oggi quegli 800 sarebbero tutti rimasti vivi e novelli islamici ;). I ricchi con il senso pratico e degli affari invece sono sempre quelli.....

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Perchè le medievali?

Perchè  sono brutte, illeggibili, tosate, circolate e, spesso, non se ne trovano due uguali.

Rappresentano, anche in questo, il segno della difficoltà della vita degli uomini al tempo del medioevo; il crollo dell'Impero Romano, infatti,  non fu fragoroso come si pensa, ma, ad esso, seguirono secoli di instabilità, per il Sud almeno fino al 1130.

Qui, al Sud, arrivarono prima i Longobardi che emisero monete meravigliose di stile bizantino, difficili da trovare e costose.

Poi ci furono i Normanni che furono chiamati "furbescamente" dai Principi Longobardi per combattere al loro posto e..così finì, con i Normanni  ( le famiglie Drengot ed Houteville) che si insediarono al loro postogrimacing face

I Normanni, lo stesso ceppo di quelli che preferirono la Britannia, liberarono l'Italia meridionale e le isole, tanto dai Bizantini quanto dagli Arabi..

Poi vennero gli Svevi, Gli Angioini e gli Aragonesi ed entriamo nell'età moderna..

Beh, qualche moneta dell'epoca.. Gisulfo II, follis meraviglioso,  un gigliato di Roberto d'Angiò..

ed un follaro capuano di Ruggero II già postato in altrra discussione

Gisulfo non è mio purtroppo

Saluti Eliodoro

igisulfo dir.jpg

roberto diritto.jpg

roberto rovescio.jpg

follaro ruggero II santo stefano benedicente, travaini 208.jpg

Modificato da eliodoro
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Per me la passione per il medioevo è nata quando avevo circa 10 anni, e mio fratello (allora studente universitario) mi portava ogni tanto a visitare la vicina abbazia di Santa Maria a Cerrate, in provincia di Lecce. Quei bassorilievi ed affreschi mi affascinavano e intimorivano allo stesso tempo.

La passione per le monete la avevo già da qualche anno, grazie anche ad una piccola raccolta (principalmente monete del Regno ma anche qualche borbonica e qualche romana) ed al periodico "Monete del mondo" di Bolaffi che mi padre mi comprava.

Fu proprio con quel periodico che scoprii che potevo ritrovare nelle monete le stesse raffigurazioni che osservavo con tanto interesse nelle chiese romaniche. 

La prima medioevale che ho avuto è stato un follaro di Bari di Ruggero II d'Altavilla, preso a 15.000 lire nel '95 da un commerciante in un mercatino a Brindisi (tale signor Giustino, chissà come se la passa...). Da allora ho studiato e collezionato monete longobarde e normanne per 20 anni, appagato anche dallo scoprire varianti e tipologie inedite (è una monetazione che, per quanto ultimamente oggetto di molte pubblicazioni, è ancora lontana dall'essere interamente conosciuta)

Queste monete, per quanto spesso consunte, ribattute o decentrate, mi parlano di periodi cupi, incerti e concitati, con uomini d'armi che combattevano per estendere i propri domini, monaci che creavano splendide miniature nel chiuso dei monasteri, e gente comune che viveva nel timore di invasioni, pestilenze e carestie. Di certo non un'epoca in cui mi sarebbe piaciuto vivere, in primis per la pressione totalitaria esercitata dalla religione, ciononostante il periodo storico che su di me esercita più fascino.

Qualche anno fa però, la confusione delle ribattiture, le debolezze di conio e l'irregolarità dei tondelli hanno iniziato ad infastidirmi più di quanto le impronte leggibili mi affascinassero, ed pian piano ho deciso di rivolgere l'attenzione ad un'altra tipologia di monete... chiaramente sempre medioevali!

Ho iniziato così ad appassionarmi ai grossi comunali, e che il più delle volte si trovano in conservazioni tali da permettere di apprezzare tutti i dettagli delle raffigurazioni che mi hanno sempre affascinato. Il primo grosso che mi sono regalato è il cosiddetto "marameo", che nonostante che sia ora in compagnia di molti suoi "simili", rimane uno dei pezzi preferiti della mia nuova collezione.

Spero di non essere stato troppo noioso con questo post, forse incentrato più sul mio percorso numismatico che sul "perché le medioevali". Cerco di rimediare postando descrizioni e  foto delle mie due prime.

Un cordiale saluto

Paolo

 

Follaro di Ruggero II d'Altavilla, re di Sicilia (1130-1154), coniato a Bari nel 1139, probabilmente per commemorare la riconquista della città dopo una ribellione.

Al dritto presenta il busto frontale di San Nicola e la scritta greca "OA[GHIOS] NIKOLAO" ("San Nicola"). Al rovescio una legenda circolare in arabo che recita "Umila bi Bari sanat 534", ossia "Fatta nella città di Bari nell'anno 534" (secondo il calendario dell'Egira); al centro un astro.

Riferimenti: L. Travaini, La monetazione nell'Italia normanna, n. 210

P1000904.JPG

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Vescovi anonimi (1235-1255), Grosso da 20 denari della zecca di Trento

Al dritto (o rovescio?), presenta il busto del vescovo benedicente, ed intorno la scritta EPS (abbreviato per EPISCOPUS) TRIDENTI

Al rovescio (o dritto?), una grande F nel campo accostata da una croce e due bisanti, con un cuneo in alto. Intorno: INPERATOR

Riferimenti: H. Rizzolli e F. Pigozzo, L'area monetaria veronese, n. T37

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P1000908.JPG

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  • 2 mesi dopo...

Buona domenica,

sono sempre stato affascinato dalle Crociate e dal Medioevo. Ho vissuto tanti anni in Inghilterra e li e' facile farsi "corrompere" dalle meraviglie di questo periodo storico. 

Sono piu' interessato al periodo storico che non alle monete che lo rappresentano, le monete tuttavia stimolano la voglia di approfondire alcuni elementi che altimenti, forse sarebbero passati inosservati.

Concordo pienamente con quanto detto in tutti gli interveni precedenti: e' stato un periodo molto difficile, ricco di eventi e stimolante per l'immaginario di tutte le eta'. 

E' bello poter avere tra le mani testimonianze di quel tempo.

Dal punto di vista prettamente stilistico, trovo alcune monete medioevali essere molto belle, e spesso sono state spunto di interessanti posts di approfondimento (vedasi le condivisioni sui grossi matapan). Posto alcune foto di un Matapan di Ziani e di un Angel. 

Nelle monete si trovano intriganti connubi tra sacro e profano, reale e fantastico, angelico e demoniaco, insomma ce n'e' per tutti i gusti ?.

 

Saluti

A. 

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Grazie @Eolo per il tuo intervento (e che belle monete!). Interessante il percorso da amante della storia ad amante delle monete ad esse correlate....non per tutti è così, magari anzi è il contrario... Probabilmente dipende anche da a che età si "contrae" :P la passione numismatica!

Un caro saluto,

Antonio

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1 hour ago, anto R said:

Grazie @Eolo per il tuo intervento (e che belle monete!). Interessante il percorso da amante della storia ad amante delle monete ad esse correlate....non per tutti è così, magari anzi è il contrario... Probabilmente dipende anche da a che età si "contrae" :P la passione numismatica!

Un caro saluto,

Antonio

Salve,

grazie a voi per la scelta dell'argomento. Purtroppo le monete postate non sono in mio possesso.

L'angel, sebbene sia inizi epoca rinascimentale, credo incarni bene l'atmosfera di una parte di quel periodo.

 

a.

Modificato da Eolo
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10 minutes ago, matteo95 said:

da appassionato e collezionista di monete inglesi medievali, non posso che farti i complimenti per il tuo bellissimo esemplare ... perchè non ce lo presenti per bene nella sezione estere ?

Ciao,

purtroppo entrambe le monete non sono mie, ho solo le foto ?.

L'Angel è stato venduto ad un'asta di Roma Numismatics l'anno scorso. Concordo è una moneta splendida ma decisamente costosa!

a.

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17 minutes ago, matteo95 said:

Ah peccato .... Va beh dai magari avrai qualcos'altro anche un penny va bene ;)

Ciao, ecco qualcosa di mio! 

Cilician Armenia Levon I Tran

Grosso Matapan (condizioni modeste ma moneta rara)

denaro di Boemondo III di Antiochia

 

 

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IMG_1896.jpg

Modificato da Eolo
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Supporter
9 ore fa, Eolo dice:

Ciao, ecco qualcosa di mio! 

Cilician Armenia Levon I Tran

Grosso Matapan (condizioni modeste ma moneta rara)

denaro di Boemondo III di Antiochia

 

 

 

IMG_2595.PNG

Grosso a nome MARINO ZORZI (1311 - 1312) - MA ° GEORGIO °

Segno del massaro unico = Y

 

 

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