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IGNORED

Medaglie Papali: originali e riconi.


piakos

Risposte migliori

Ho notato anch'io una lievitazione dei prezzi delle medaglie (ben conservate).

Occorre evidenziare che per ora sono solo cenni, non sembra ancora un trend. Necessitano delle conferme.

Poche osservazioni:

- per decenni alcuni appassionati numismatici hanno acquistato lotti di medaglie papali...perchè avrebbero dovuto rivalutarsi o raddoppiare, oltre che per passione e gusto estetico;

- ci fu un certo fervore circa cinque/quattro anni fa, ma gli operatori commisero l'errore di gettare subito sul mercato gli stock di medaglie accumulate nel tempo, per di più qualche buon collezionista smise, un altro - molto noto - è prematuramente scomparso, conseguentemente i prezzi tornarono indietro poco tempo dopo che avevano iniziato a lievitare.

Che dire?

In un mondo, come quello della numismatica, dove tutti i pezzi di qualità o di conservazione egregia continuano a salire di prezzo:

- che le medaglie in genere e le pontificie in particolare costino relativamente poco...non potrà non essere notato e finirà per attrarre l'attenzione generale;

- se infatti con trecento euro a malapena riesco a comprare un giulio di Innocenzo XII in qualità pressocchè FdC, o una piastra splendidotta ma riparata...alla fine è quasi d'obbligo accorgersi che con 150 euro è possibile acquistare una medaglia in bornzo dello stesso Inoocenzo XII parimenti q. FdC...e con trecento si può cercare di acquistarne una in argento.

E' possibile che coloro che hanno favorevolmente acquistato medaglie in questi anni avranno la meritata soddisfazione economica, oltre alla gratificazione data dalla passione.

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Supporter

Qui Roma.Io sto notando prezzi variabili per quanto riguarda le monete del Novecento.Interessandomi solo di argento,ho visto prezzi molto bassi(rispetto a qualche anno fa)nei Pontefici fino a Giovanni XXIII,tranne poche medaglie piu' rare.Pero'variano...non riesco a trovare una linea univoca...Per Leone XIII,i prezzi si mantengono accessibili,tranne una-due medaglie,si riesce a prendere quasi tutto al di sotto dei 100 €(ED ANCHE MENO,SE SI SPULCIA LA "BAIA").Da Pio IX all'indietro,prezzi molto maggiori,anche se variabili,con oscillazioni anche importanti.Nell'Ottocento,le medaglie d'argento levitate di valore sono quelle di Pio VII e Leone XII.Gregorio XVI sta crescendo anche lui...Anche il materiale non sembra molto,per questi ultimi Papi.Mi sembra un momento di attesa,di incertezza del mercato che,in qualche modo,prima o poi,si riorganizzera'.Non so,pero', se in netta ascesa.

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Ho avuto modo di guardare solo stasera i risultati dell'asta Artemide, alla quale avevo partecipato solo per la sezione libri (non male, due aggiudicazioni su sei offerte).

Togliamo ogni dubbio, perchè il dato è incontrovertibile: tutte le medaglie papali sono andate via ed a prezzi ben superiori alle basi. In alcuni casi credo si tratti di veri e propri record: al di là delle spettacolari medaglie auree (tutte aggiudicate con rialzi notevoli!) o di alcuni pezzi pregevoli, ritengo assolutamente da studiare il fenomeno dello stop a 550 Euro per la medaglia bronzea di GPII a Montecitorio. Vale a dire, un pezzo sì raro, ma moderno.

Si potrebbe pensare che siano scesi in campo gli investitori "istituzionali" (le banche?). Ma, a ben vedere, lo stesso accade sui siti di vendite on line: è raro che una medaglia papale, in buona conservazione e di buona fama, chiuda senza offerte.

Ed allora, che sta succedendo? Quello che era ovvio che succedesse. Le medaglie papali erano nell'ultimo periodo incredibilmente sottostimate e bene ha fatto chi è riuscito ad approfittare del momento per costruirsi una bella collezione. L'avvento dell'euro e le sue speculazioni hanno spostato l'attenzione di molti (troppi?) sulle emissioni monetarie vaticane, cosa che ha consentito a chi non si è fatto distrarre dalle mode di mettersi dentro veri e propri pezzi d'arte a prezzi irrisori.

L'ho già detto tempo fa su questo forum e lo ripeto: con l'equivalente di una divisionale fondo specchio Vaticana, venivano via tre, quattro, cinque medaglie FDC di Mistruzzi, mica pizza e fichi. Non bisognava essere scienziati per capire che era il momento di acquistare. Non me ne vogliano i collezionisti di Euro vaticani, ma mettete in una mano i 2 Euro Astronomia e nell'altra una medaglia di Pio XII, qualsiasi essa sia: avrete da una parte la storia, nell'altra chissà...

Ovviamente è presto per dire se si tratta di trend oppure no. Ma in fondo ci interessa veramente? Personalmente, sono contento di essermi aggiudicato due libri e null'altro. E questi son sicuro che non andranno mai a ruba. Ma mi piacciono e questo mi basta.

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Le schede relative alle medaglie di Clemente XI - Innocenzo XIII - Benedetto XIII sono complete.

L'asta Artemide ha fatto scintille!

Top l'aggiudicazione della Medaglia per la Visita di Giovanni Paolo II a Montecitorio del 2002.

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  • 4 settimane dopo...

Sempre sul trend dei prezzi delle medaglie papali.

Cosa è successo all'ultima asta Nomisma del 7 maggio scorso?

Non ho più il catalogo e mi resta difficile ricostruire le aggiudicazioni.

Abbiamo replicato il successo di Artemide?

;)

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In Nomisma c'è stato qualche invenduto in più rispetto a Artemide e diverse aggiudicazioni sono avvenute alla base di asta o poco superiore; ma ben diverse erano le basi di asta ed era difficile ipotizzare contrse agguerrite.

Non è stata aggiudicata la medaglia di Pio V anno VI - Battaglia di Lepando in eccellente conservazione, originale; il prezzo base era di € 3.200,00, l'avrei comperata volentieri, ma ho razionalmente resistito.

La medaglia di Clemente XI - anno santo 1700 - AG - Chiusura Porta Santa originale - SPL/q.SPL è stata aggiudicata alla base di asta di € 900,00 e le due annuali di Pio VIII alla base di asta di € 700,00.

Vi sono state anche le rivalutazioni. Una eccellente medaglia di Benedetto XIII per l'Accademia di San Luca in argento con cornice in argento dorato è passata dalla base di € 2.000,00 a € 2.600,00. Personalmente ho dovuto salire ben oltre la mia originaria previsione per acquistare una rara medaglia in bronzo di Pio VII -straordinaria anno XXII (€ 210,00)e il medaglione in argento per il Duomo di Orvieto nel cinquecentenario con riferimento ai Papi Gregorio XVI e Leone XIII - conservazione FDC - € 510,00.

Aggiudicate anche le medaglie in oro.

Benissimo è andata la successiva asta Rauch con particolare riguardo alle annuali dei Papi del 1900.

Nella prossima asta Varesi ci sono interessanti medaglie papali, ma, come ho scritto in altra discussione, il nostro competente e simpatico amico Varesi, a mio parere, non ha usato questa volta per le basi di asta i consueti criteri di moderazione.

Il trend non è male, ma quando qualche collezionista si affaccia sul mercato con voglia di comperare, come anche in passato,vi è un aumento di prezzi forse eccessivo e non sostenibule nel lungo periodo. La medaglia papale per la sua rarità dovrebbe avere un aumento lento ma costante, invece ho sempre visto aumenti ciclici.

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In Nomisma c'è stato qualche invenduto in più rispetto a Artemide e diverse aggiudicazioni sono avvenute alla base di asta o poco superiore; ma ben diverse erano le basi di asta ed era difficile ipotizzare contrse agguerrite.

Non è stata aggiudicata la medaglia di Pio V anno VI - Battaglia di Lepando in eccellente conservazione, originale; il prezzo base era di € 3.200,00, l'avrei comperata volentieri, ma ho razionalmente resistito.

La medaglia di Clemente XI - anno santo 1700 - AG - Chiusura Porta Santa originale - SPL/q.SPL è stata aggiudicata alla base di asta di € 900,00 e le due annuali di Pio VIII alla base di asta di € 700,00.

Vi sono state anche le rivalutazioni. Una eccellente medaglia di Benedetto XIII per l'Accademia di San Luca in argento con cornice in argento dorato è passata dalla base di € 2.000,00 a € 2.600,00. Personalmente ho dovuto salire ben oltre la mia originaria previsione per acquistare una rara medaglia in bronzo di Pio VII -straordinaria anno XXII (€ 210,00)e il medaglione in argento per il Duomo di Orvieto nel cinquecentenario con riferimento ai Papi Gregorio XVI e Leone XIII - conservazione FDC - € 510,00.

Aggiudicate anche le medaglie in oro.

Benissimo è andata la successiva asta Rauch con particolare riguardo alle annuali dei Papi del 1900.

Nella prossima asta Varesi ci sono interessanti medaglie papali, ma, come ho scritto in altra discussione, il nostro competente e simpatico amico Varesi, a mio parere, non ha usato questa volta per le basi di asta i consueti criteri di moderazione.

Il trend non è male, ma quando qualche collezionista si affaccia sul mercato con voglia di comperare, come anche in passato,vi è un aumento di prezzi forse eccessivo e non sostenibule nel lungo periodo. La medaglia papale per la sua rarità dovrebbe avere un aumento lento ma costante, invece ho sempre visto aumenti ciclici.

Quoto e, quindi concordo.

Siamo alle solite.

Le medaglie papali sono, di solito sottovalutate...nella loro media.

Lo abbiamo detto tante volte. Ma gli operatori commerciali sono esosi...aspettano al varco da tanto tempo e con molto materiale in giacenza.

Invece di favorire un accumulo lento ma costante, tendono imboscate appena notano o vedono qualche compratore collezionista...cioè qualcuno che compra davvero e non tanto per muovere i lotti. Muovere i lotti significa che gli operatori se le muovono tra di loro, prevalenetmente, per simulare attenzione sulla tipologia.

Così...non si arriverà da nessuna parte.

Se le terranno loro...fino a quando l'interesse dovesse essere fluente e reale...con l'ingresso di numerosi appassionati.

Speriamo in bene.

:)

P.S.

Certo che la battaglia di Lepanto...! confesso che anch'io, ho dovuto rimuoverla dal mio immaginario...fino alla conclusione dell'asta.

La tentazione era forte.

E, purtroppo, ho fatto bene.

Il fatto che un pezzo del genere non trovi assorbimento...da parte di un forte portafoglio, evidenzia il debole assorbimento della tipologia.

Ahimè!

mi lamento perchè una collezione di medaglie papali (anche in bronzo) unita alle monete della stessa tipologia...artisticamente e storicamente...rimane una delle più interessanti ed affascinati possibili (sulla falsariga delle coniazioni classiche).

Il fatto che non trovi il giusto apprezzamento è scoraggiante...e temo che non sia solo per la profusione di immagini e raffigurazioni sacre (non a tutti gradite).

Che mi dite?

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  • 3 settimane dopo...

ASTA VARESI - Era proposto un bel gruppo di medaglie papali antiche (11 medaglie) prevalentemente in argento. Una medaglia è stata venduta al prezzo base di asta e le altre sono rimaste invendute.

Devo dire che non c'è delusione.

Ho scritto in questa discussione che il nostro amico Varesi aveva, a mio giudizio, abbandonato in questa asta (per le medaglie papali) i consueti criteri di moderazione nella fissazione delle basi di asta. Avevo usato uno stile ovattato, ma ero motivatamente perplesso e ne spiego le ragioni seguendo l'ordine delle medaglie:

1) Medaglia di restituzione settecentesca del Mueller per Gregorio XV in argento SPL/q.FDC. Base d'asta € 1000,00. Nella precedente asta Varesi del maggio 2010 era stata proposta una medaglia in argento della stessa serie, commemorativa di Gregorio XV - SPL - prezzo base di asta € 300,00 - aggiudicazione € 500,00

2) Medaglia annuale Innocenzo XI - anno II argento - BB-SPL base d'asta € 900,00. Mi sembra la medaglia aggiudicata in asta Tkalecc del maggio 2008 per F.SV. 330,00. Nel decorso dicembre questa medaglia - sempre originale e in conservazione analoga - è stata venduta in asta Negrini per circa € 300,00

E potrei così continuare.

L'asta Varesi, per il collezionista che ricerca da tempo i pezzi mancanti, dice solo che le medaglie papali non sono raddoppiate di valore nell'ultimo anno.

Purtroppo, per il nuovo collezionista, che sta cominciando o vorrebbe iniziare la collezione e che ha minor conoscenza del pregresso, dà il messaggio che le medaglie papali non si rivendono.

Io mi rendo conto che gestire un'asta significa fare un lavoro complesso di ricerca di materiale idoneo,di mediazione con il conferente e che è difficile rinunciare a inserire pezzi che anche per bellezza figurativa danno lustro al catalogo; ma penso che sia un grave errore strategico per i gestori seri di aste (e Varesi lo è) ogni rinuncia a guidare con saggezza il mercato e a garantirne in qualche misura continuità e solidità.

In una discussione parallela sulle valutazioni delle piastre, piakos svolge considerazioni molto pertinenti sul rapporto che nella numismatica esiste tra la passione e l'investimento (direi forse meglio una idea di un risparmio disponibile in caso di necessità) e condivido la sua riflessione riservandomi di parlarne in altra nota.

Non condivido invece la valutazione di piakos che nelle medaglie papali vi siano molti lotti conservati dai commercianti in attesa di trovare il collezionista emergente. Se si eccettua qualche giro di annuali iniziando da Pio IX e la parte non destinata a museo della immensa collezione Boccia che non credo del tutto assorbita, per le mie conoscenze, almeno del mercato italiano, sarei certo che medaglie papali antiche in esubero non esistono e che fino a Pio VII le medaglie in bronzo originali sono quasi sempre rare e quelle in argento rarissime.

Confesso infine che l'unico lotto di medaglie papali antiche aggiudicato in asta Varesi è assegnato ad una mia offerta. Come dice piakos si tratta di peccatucci del collezionista contro la razionalità. Avevo voglia di concludere l'anno numismatico con l'acquisto di una medaglia importante e ho cercato di limitare il danno con la scelta, ma ho commesso il peccato. Fin dall'antichità si diceva "semel in anno licet insanire".

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  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

Ove si parli di medaglie originali e di una qualche antichità...anteriori al 1.650...più o meno, concordo con Renzo.

Non essendo un purista ...pur comprendendo le buone ragioni di chi tale si dichiara...ritengo godibili anche i riconii e gli ibridi...ove in ottima conservazione. (Peraltro Modesti ci insegna che alcune di queste...possono essere di grande rarità).

Quindi quando consideriamo la medaglistica papale nel suo complesso...compresi gli originali dal 1.700...debbo invitarvi a considerare che molto materiale giace negli stock di trafficanti...commercianti...collezionisti vivaci o conservatori che li si voglia definire.

Come i prezzi tendono a salire...zac! Il materiale riciccia!

I prezzi tornano la punto di partenza...e ne risentono anche gli originali di buona antica data.

Purtroppo così è...non per mia presunzione...ma perchè il giochino è ricorrente da qualche anno.

Ahimè!

Chi vincerà alla fine?...Speriamo in bene, io resto ottimista nel futuro medio...alla fine la domanda dovrebbe prendere luogo.

:)

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Ritorno sulla rarità delle medaglie papali.

Condivido molte considerazioni di piakos, ma sono convinto - in ciò il mio parere è diverso - che non vi siano riserve di medaglie papali. Unici lotti reperibili in quantità sono alcuni giri moderni di medaglie annuali e qualche blocco di riconi di Mazio. Ricordo che tanti anni fa (direi negli anni '70) ci fu una ricerca forte di riconi Mazio a lire 30.000 cadauno per richieste del mercato tedesco.....e non so dire di questo stock, che tuttavia penso che in tanti anni sia stato disperso nelle collezioni (tutti noi collezionisti di medaglie abbiamo in maggiore o minore misura, consapevolmente o inconsapevolmente, anche qualche riconio).

Ma in epoca più recente in Italia il grande accaparratore di medaglie papali è stato il compianto Boccia, che per mezzi e passione era in grado di attirare tutto il materiale disponibile , salvo a ristornare le cose poco interessanti o per scadente conservazione o per non originalità o perchè molto comuni. La collezione Boccia, depurata dei pezzi riservati a esposizione museale, è ritornata o sta ritornando sul mercato e direi che su di essa si fondano molte vendite di medaglie papali dell'ultimo biennio (spesso acquistate e già rivendute). Escludo che al di fuori della grande regia di Boccia si siano creati accumuli: e si sa per certo che tante importanti collezioni furono dal medesimo acquisite direttamente o massicciamente nelle aste.

Quanto al commercio, la medaglistica è stata sempre molto trascurata non avendo ritorni adeguati, non potendo essere un settore di massa nè per quantità di materiale nè per numero di collezionisti. Il commerciante più impegnato nelle medaglie papali è stato per tanti anni Marcucci; è stato un commerciante di convegni, senza negozio, che raccoglieva le mancoliste di tutti i collezionisti del settore e ci aiutava a completare le collezioni. In aste e mercati lavorava capillarmente per conto terzi (i collezionisti) e per quanto ne so, alla cessazione dell'attività, ha venduto tutta la residua dsiponibilità con aste o listini senza problemi per l'assorbimento nel mercato.

In base alle mie conoscenze, pertanto, escludo che nella medaglistica papale vi sia il rischio di mercati invasi da giacenze. Non solo fino al 1650, ma fino a Pio VII compreso la rarità è assoluta. Le collezioni si fanno pezzo per pezzo e non a blocchi.

E anche per il periodo successivo c'è una rarità relativa. E' davvero difficile trovare le medaglie straordinarie. E per le annuali, se domani volessimo avere 10 giri di Gregorio XVI o Pio IX in eccellente conservazione, faremmo almeno raddoppiare o triplicare il prezzo. E vorrei a sfidare, per ciò che si ritiene molto comune, a trovare 5 giri in bronzo di annuali di Pio X e Benedetto XV.

Il problema è la rigidità del mercato. I collezionisti sono pochi e qualche volta in asta non si vende bene. Poi entra qualche collezionista e si pensa che il metallo sia divenuto oro.

Il collezionista non ha risorse infinite e il giocattolo si rompe non per una invasione di medaglie ma per 10 pezzi proposti in asta a prezzo raddoppiato e non aggiudicati.

La regia del mercato è indubbiamente nelle mani delle aste. Se i cataloghi non modificassero le basi d'asta sulla base di episodi, tutta la numismatica sarebbe più solida e più inciterebbe a coniugare parte dei risparmi con la passione.

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ASTA KUNKER n. 170 - Le medaglie papali erano appena rappresentate, ma con un pezzo eccezionale di Paolo III "Alma Roma", celebrativo della risistemazione della città dopo il Sacco di Roma, in vista del Giubileo. Medaglia originale con la scritta anno jubilaei nel piviale, in argento, conservazione q.SPL, certamente di massima rarità e bellezza. Stima € 4.000,00; aggiudicazione € 7.000,00 oltre a diritti ed i.v.a. Mi sembra uno dei realizzi più elevati nelle medaglie papali non auree, ma del tutto meritato. Va detto che si tratta di una medaglia che non interessa solo i collezionisti di papali ma anche coloro che si interessano di medaglie rinascimentali.

E' andata bene anche una medaglia in argento di Pio VI ( i 5 Pii), facente parte delle emissioni per la visita a Vienna; conservazione BB/SPL; stima € 500,00; aggiudicazione € 600,00 + diritti ed iva.

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ASTA BALDWINS. Sono state proposte oltre 250 medaglie papali antiche (dalle medaglie di restituzione al 1700), provenienti dalla collezione di Michel Hall, molto conosciuta perchè utilizzata per il volume "Roma Resurgens - Papal medals from the age of the Baroc". E' un catalogo che merita di essere visionato da tutti gli amanti di numismatica, anche non medaglisti.

I prezzi a base di asta erano contenuti e l'asta è stata un successo con una vendita totalitaria (anche pochi lotti invenduti risultavano il giorno successivo già prenotati).

Un'asta internazionale consente riflessioni più valide delle aste nazionali.

Per i prezzi realizzati, direi che, come sempre per le medaglie papali proposte in quantità, si avverte il limitato numero di collezionisti. Vi sono pertanto le medaglie (in questa asta tante) che sono contese e lotti di minore interesse (non solo le copie fuse e i riconi Mazio, ma anche pezzi complessivamente meno appetibili) per i quali le offerte si spalmano e consentono a commercianti e collezionisti di acquistare bene.

Su medaglie originali e rare, o comunque in bella conservazione, vi è stata competizione notevole e le aggiudicazioni sono salite a livelli elevati.

Un particolare aspetto del mercato pare costituito dall'interesse per le medaglie con soggetti interessanti e per medaglie che definiamo di ostentazione a prescindere dalla rarità e originalita'.

Consultate sul catalogo di asta le aggiudicazioni delle medaglie dorate. Cito Clemente XII - medaglia opus Dassier, abbastanza comune: in questo caso con ritratto e cornici con splendida doratura 1.300,00+ diritti. E ancora Gregorio XIII - Per la delegazione giapponese, già con piccola frattura ma con splendida doratura 1.100+ dirittti; e a continuare Clemente VIII - Ferraria recepta, copia fusa (sic!) con doratura antica 380,00; e a seguire le annuali di Urbano VIII anni XVII -XX £ 320/420......

Anche per le medaglie di argento sono state realizzate quotazioni molto buone. Del tutto meritata la valutazione per la medaglia originariamente fusa in argento di Innocenzo XII - anno III opus Beatrice Hamerani mm. 87 di £ 2.400,00; ma per lo stesso Innocenzo XII una medaglia straordinaria con la Madonna e il Bambino mm. 39, sostanzialmente FDC, ma a mio giudizio conio tardo £. 1.150,00+ diritti! E molto bene medaglie in argento di Alessandro VII, Clemente XII -San Giovanni Laterano con iniziale frattura di conio al rovescio, Benedetto XIV....

Tutte vendute, a prezzi oscillanti tra £ 500/1.000,00, medaglie premio della accademia di San Luca con il cerchio per la dedica e l'anno, in argento o bronzo dorato: medaglie certamente rare, contese ma aggiudicate ad un prezzo equo, a mio parere favorevole per il collezionista. Si trattava del fine asta.......

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Mi inchino alla sapienza di Renzo...

null'altro si potrebbe dire.

Aggiungo solamente che almeno sulla piazza di Roma...che molti di noi frequentano anche per motivi acquisitivi...in più di un negozio è sempre possibile scegliere tra una cinquantina di medaglie (originali e riconii) in ottima conservazione.

E se anche qualcuno compra quasi tutto...dopo un tempo più o meno breve...se ne ritrovano atrettante.

E' probabile che tale facilità sia una aprerogativa della città del Papa...(Papa...papali...medaglie pontificie...coniazioni e riconiazioni...Vaticano...chiese, congregazioni, cardinali, suore, conventi, souvenir, raccoglitori ignoti, ospizi, ospedali congragazionali, stranieri...turisti...preti...parrocchie...monsignori...signori...nobili e nobilotti...cantine, sotterranei, scantinati, bauli, cassetti e cassette, cantorie, collezioni, sacre raccollte...una miniera per tutti insomma.

;)

Un salutissimo.

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Roma ammaliante per i collezionisti di numismatica papale nella descrizione di piakos, piena di fascino!

Alla base delle considerazioni c'è conoscenza e questi elementi pongo a base di una riflessione aggiuntiva sulla rarità delle medaglie papali e sul loro mercato.

Dalle nostre parti, in provincia, si suole dire che campagne, ville, parrocchie, monasteri sono stati setacciati negli anni (in particolare negli anni 60-70 del secolo scorso) e che dei tanti oggetti di antiquariato, e soprattutto del piccolo antiquariato, nulla è rimasto. Anche per monete e medaglie non è mancata la ricerca capillare........

Ma Roma è certamente altra cosa. La città si è laicizzata; conventi, monasteri, parrocchie hanno inventariato le proprietà originarie e i tanti lasciti e forse li hanno anche già usati per molte necessità; il rapporto tra papato e casate nobili si è un po' allentato lasciando le cariche di gentiluomo a personaggi emergenti nella politica e negli affari e molti oggetti sono o saranno sempre meno reliquie intoccabili; ma il materiale di memoria conservato nella città del papa era immenso ed è ancora una miniera, come osserva piakos.

Questa premessa che avevo trascurato non modifica il mio giudizio conclusivo.

Si tratta infatti di un possesso diffuso, che non è concentrato in poche mani abili alla speculazione: le medaglie arrivano nel mercato non sulla base di disegni preordinati, ma in maniera centellinata, casuale (una successione; un bisogno). Direi che questo fenomeno è un arricchimento del mercato (una fortuna per il collezionismo romano), poichè è consentito al collezionista attento di trovare qualche pezzo interessante, inatteso. Personalmente ho sempre pensato che il limitato collezionismo di medaglie (spesso sconsigliato dai commercianti) dipenda anche dalla difficoltà del commercio di rifornirsi e quindi di concludere affari nel tempo!

I negozi romani, quando li frequentavo perchè il modello di acquisto era costituito da negozi e listini, avevano piccole quantità di medaglie vecchie/antiche con prevalenza di riconi; i prezzi erano molto elevati, il ricambio dello stock lento. Tutti noi collezionisti di medaglie papali abbiamo acquistato da A e B, atteso i listini, frequentato lo studio di Via delle Milizie. Se riguardiamo quei listini, ci accorgiamo che, con opportuni intervalli, il materiale veniva riproposto per il 70%.

Molte cose sono cambiate, ma io ho imparato che la collezione di medaglie papali non si programma. Se ti vuoi divertire e vuoi andare avanti devi scegliere tra ciò che trovi e non pensare a ciò che vorresti trovare. Da tre anni ho una mancolista intonsa dei 10 pezzi più ambiti: una sede vacante non antica in argento che non è Pecci o de Samper, due annuali in argento di Pio VII che vorrei sostituire (e non sono l'anno I, o IV. o VI), qualche annuale di Pio VI (e non sono l'anno 22 e 23).... e non trovo o non sono nella conservazione desiderata o viene richiesto non un prezzo da amatore ma un prezzo irragionevole. Ciò è la testimonianza della rarità delle medaglie.

Resta il problema dell'incoraggiamento, della tutela del collezionista - soprattutto all'inizio - che è difficile in una condizione di mercato ristretto e poco concorrenziale.

Vorrei ritornare sulla vendita della collezione di Michael Hall in asta BALDWIN'S. Ripeto che è un catalogo che merita di essere visionato anche da non medaglisti papali. Ho letto che Mr. Hall è stato un grande appassionato di arte. La collezione ne è una conferma: non è condotta con il metodo collezionistico delle annuali o di tipologie per pontefice, ma con il gusto di possedere cose belle e antiche. Si guardino le tante fusioni, le dorature, la bella raccolta delle medaglie dell'Accademia di San Luca. E' una raccolta antica: non tutto è originale, non sempre la qualità è massima, ma esaminarla, studiarla per fare offerte e selezionare le scelte è stato un godibile impiego di qualche giornata.

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Attendevo l'intervento di Renzo sull'asta Baldwin's.

Avevo avuto notizia dell'asta già da qualche mese (la notizia della dispersione della collezione Hall era pubblicata sul loro sito già dalla fine dell'anno scorso) ma il cartaceo mi è arrivato solo qualche giorno fa.

Poco tempo per studiare quindi, ma abbastanza per comprendere che bisognava partecipare.

L'ho fatto al massimo delle mie possibilità attuali, esponendomi al limite della pazzia e puntando soprattutto sulle affascinanti medaglie straordinarie di grande modulo in bronzo (Saint Urbain...), ma anche su qualche riconio Mazio che non mi dispiaceva. Sapevo che l'argento era al di fuori delle mie possibilità.

Ho riflettuto bene su cosa e quanto offrire, e nonostante ciò, in qualche caso ben al di là dei limiti che la ragione mi imponeva. Cercando conforto anche in listini ed aste su quali potevano essere verosimilmente le soglie di aggudicazione.

Ebbene, su 29, dico 29, offerte, solo 5 sono andate in porto e tutte su mie seconde scelte.

Le belle medaglie sono andate via a prezzi ben più alti, a volte di due o tre volte dei miei limiti: quindi, non si può dire che abbia contribuito alla lievitazione dei prezzi.

Non le giudicavo offerte da "perditempo": a fronte di un'esposizione virtuale di ...mila Euro, me ne sono uscito con poco meno di 300 sterline.

Tempi difficili per la costruzione di una nuova collezione di medaglie papali.

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Vi posto alcune medaglie tratte dal Catalogo in discussione: Baldwin's

- Innocenzo XII 1694 fusa in Argento - Miselli 310

-Clemente XI Accademia 1716

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Tempi difficili per la costruzione di una nuova collezione di medaglie papali.

Difficili davvero .. ho partecipato anch'io all'asta su 4 offerte il risultato è stato 0 aggiudicazioni.

Concordo le valutazioni massime si sono più che raddoppiate :o

La Collezione proposta era però stepitosa! Con molti pezzi rarissimi.

Come questi (tratti dal Catalogo Bardwin's), sono già stati inseriti nel Catalogo delle Medaglie Papali :

Innocenzo XII Opus:Giovanni Hamerani, bust right wearing cap, cope and stole, against a stippled background, 80.5mm (BDM I, 218)

Clemente XI 1703 ACADEMIA PICTOR SCVLPTOR ET ARCHITECT VRBIS, 68mm (Ciech 267)

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  • 5 mesi dopo...

Nella discussione relativa alle medaglie papali nelle aste, valutando il prezzo top della medaglia di Paolo III con il celebre rovescio di Ganimede - Anno XIII in argento nella recente asta di Ginevra, è tornato all'attenzione il problema della originalità e dei riconi con considerazioni sulla loro influenza sul mercato del settore.

Numa numa ha svolto interessanti considerazioni, ponendo in parallelo mercato di monete e di medaglie, sia per sottolineare come la rarità eccezionale non trovi apprezzamento adeguato nelle medaglie (per una minore consistenza e quindi una minore richiesta dei medaglisti) e anche per evidenziare con una certa meraviglia come nella moneta la sostituzione del conio per deterioramento possa portare ad una variante anche significativa di stile che di norma non si traduce in rilevanti differenze di prezzo, mentre assolutamente diversa è la vicenda delle medaglie.

Vorrei premettere che la medaglia papale è oggetto di collezione molto particolare e che ha aspetti di affinità normativa con la monetazione. Vi è infatti un grande rilievo per le "medaglie ufficiali", che sono emesse per disposizione dell'autorità (pontefice) e per le quali forse, in qualche momento, vi è stata una sorta di equiparazione/proporzione del valore mercantile in rapporto alla moneta. Tuttavia, a differenza della moneta, per la quale è stata sempre rigorosissima la tutela statuale e la sanzione per le contraffazioni, nella medaglia c'era una sorta di riconoscimento remunerativo dell'autore-artista, incisore ufficiale, con la facoltà di vendere ai richiedenti la stessa medaglia della quale il pontefice faceva dono alla sua corte e agli autorevoli ospiti che incontrava. Queste coniazioni di epoca non sono distinguibili rispetto agli omaggi pontifici e hanno lo stesso valore.

Ma questo commercio ha conosciuto fenomeni deteriori con la vendita delle medaglie anche dopo la morte del pontefice per secoli , con emissioni con uso di coni decisamente ammalorati, con la realizzazione di nuovi coni per sotituire quelli inservibili, con la costruzione, a richiesta di collezionisti avidi o di privati rampanti, di accoppiamenti ibridi unici o rarissimi come qualche nota varietà delle zecche moderne. Nell'Ottocento vi è stato poi il commercio ufficiale di medaglie realizzate con i coni disponibili, originali o rifatti nel tempo o commissionati ex-novo dall'emittente. Questo materiale non può essere equiparato o assimilato alla medaglistica originale (rarissima), con una sorta di prezzo mediato.

Vorrei rassicurare gli amici collezionisti o interessati che - mentre, fino a 10/20 anni or sono, per stabilire se una medaglia fosse originale o riconiata occorreva affidarsi all'esperienza, alla sensibilità personale (caratteristiche del metallo, tipo di bordi, patina, aspetto della medaglia) - oggi, grazie alla buona letteratura in materia il principale elemento di discriminazione è su base oggettiva, individuando le piccole differenze tra coni originali e riconi. Nel catalogo che l'amico Fabio sta progressivamente elaborando, potete vedere come per le medaglie di Paolo V e Urbano VIII si sta cercando di fornire le sintetiche indicazioni per il riconoscimento della originalità, intesa come emissione di epoca con conio originale che non presenti la traccia dell'uso prolungato.

Quanto al mercato c'è molta pigrizia nei compilatori di cataloghi di aste o di vendite per fornire indicazioni precise sia per medaglie coniate, che per le fuse. Qualcosa di positivo ha fatto Varesi in qualche sua vendita; un buon aiuto per il collezionista era presente nella recente asta Baldwin: ma in genere non vi sono note (qualche volta si precisa " riconio Mazio", ma solo per esemplari facilmente riconoscibili per rozzezza, lenticolarità, patina sfacciata).

In questo stato di cose la statistica dei prezzi delle aste diviene fuorviante poichè prende per riferimento situazioni non omogenee. La medaglia di Paolo III con Ganimede in argento oscillerà tra € 10.000,00 dell'asta Genevensis e 500/1000 € di un riconio del periodo Hamerani e alla fine psicologicamente si crea una idea confusa sul mercato. Mi auguro che gli operatori professionisti ci aiutino in una operazione che è culturale e di trasparenza e che con i mezzi di archiviazione odierna delle foto e la letteratura a disposizione è assolutamente facilitata.

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Nella discussione relativa alle medaglie papali nelle aste, valutando il prezzo top della medaglia di Paolo III con il celebre rovescio di Ganimede - Anno XIII in argento nella recente asta di Ginevra, è tornato all'attenzione il problema della originalità e dei riconi con considerazioni sulla loro influenza sul mercato del settore.

Numa numa ha svolto interessanti considerazioni, ponendo in parallelo mercato di monete e di medaglie, sia per sottolineare come la rarità eccezionale non trovi apprezzamento adeguato nelle medaglie (per una minore consistenza e quindi una minore richiesta dei medaglisti) e anche per evidenziare con una certa meraviglia come nella moneta la sostituzione del conio per deterioramento possa portare ad una variante anche significativa di stile che di norma non si traduce in rilevanti differenze di prezzo, mentre assolutamente diversa è la vicenda delle medaglie.

Vorrei premettere che la medaglia papale è oggetto di collezione molto particolare e che ha aspetti di affinità normativa con la monetazione. Vi è infatti un grande rilievo per le "medaglie ufficiali", che sono emesse per disposizione dell'autorità (pontefice) e per le quali forse, in qualche momento, vi è stata una sorta di equiparazione/proporzione del valore mercantile in rapporto alla moneta. Tuttavia, a differenza della moneta, per la quale è stata sempre rigorosissima la tutela statuale e la sanzione per le contraffazioni, nella medaglia c'era una sorta di riconoscimento remunerativo dell'autore-artista, incisore ufficiale, con la facoltà di vendere ai richiedenti la stessa medaglia della quale il pontefice faceva dono alla sua corte e agli autorevoli ospiti che incontrava. Queste coniazioni di epoca non sono distinguibili rispetto agli omaggi pontifici e hanno lo stesso valore.

Ma questo commercio ha conosciuto fenomeni deteriori con la vendita delle medaglie anche dopo la morte del pontefice per secoli , con emissioni con uso di coni decisamente ammalorati, con la realizzazione di nuovi coni per sotituire quelli inservibili, con la costruzione, a richiesta di collezionisti avidi o di privati rampanti, di accoppiamenti ibridi unici o rarissimi come qualche nota varietà delle zecche moderne. Nell'Ottocento vi è stato poi il commercio ufficiale di medaglie realizzate con i coni disponibili, originali o rifatti nel tempo o commissionati ex-novo dall'emittente. Questo materiale non può essere equiparato o assimilato alla medaglistica originale (rarissima), con una sorta di prezzo mediato.

Vorrei rassicurare gli amici collezionisti o interessati che - mentre, fino a 10/20 anni or sono, per stabilire se una medaglia fosse originale o riconiata occorreva affidarsi all'esperienza, alla sensibilità personale (caratteristiche del metallo, tipo di bordi, patina, aspetto della medaglia) - oggi, grazie alla buona letteratura in materia il principale elemento di discriminazione è su base oggettiva, individuando le piccole differenze tra coni originali e riconi. Nel catalogo che l'amico Fabio sta progressivamente elaborando, potete vedere come per le medaglie di Paolo V e Urbano VIII si sta cercando di fornire le sintetiche indicazioni per il riconoscimento della originalità, intesa come emissione di epoca con conio originale che non presenti la traccia dell'uso prolungato.

Quanto al mercato c'è molta pigrizia nei compilatori di cataloghi di aste o di vendite per fornire indicazioni precise sia per medaglie coniate, che per le fuse. Qualcosa di positivo ha fatto Varesi in qualche sua vendita; un buon aiuto per il collezionista era presente nella recente asta Baldwin: ma in genere non vi sono note (qualche volta si precisa " riconio Mazio", ma solo per esemplari facilmente riconoscibili per rozzezza, lenticolarità, patina sfacciata).

In questo stato di cose la statistica dei prezzi delle aste diviene fuorviante poichè prende per riferimento situazioni non omogenee. La medaglia di Paolo III con Ganimede in argento oscillerà tra € 10.000,00 dell'asta Genevensis e 500/1000 € di un riconio del periodo Hamerani e alla fine psicologicamente si crea una idea confusa sul mercato. Mi auguro che gli operatori professionisti ci aiutino in una operazione che è culturale e di trasparenza e che con i mezzi di archiviazione odierna delle foto e la letteratura a disposizione è assolutamente facilitata.

Ti ringrazio Renzo per queste preziose considerazioni che mi aiutano moltissimo a chiarirmi il complesso quadro della medaglistica papale, un settore per me quasi completamente nuovo ma che presenta aspetti sorprendenti e assai affascinanti. Il prossimo passo è lo studio della distinzione tra coni e riconi. Concordo in pien che i compilatori dei cataloghi di aste spesso carenti, per la maggior parte dei casi, nello specificare tale particolare, maxime per quanto riguarda le medaglie di bronzo. Questo dipende in parte anche dallo scarso interesse (commerciale intendo) suscitato da tali produzioni, che fa sì che non si voglia (o possa) investire più di tanto in cultura in quanto scarsi sono i ritorni economici). Se però l'interesse salirà, con esso potrà migliorare anche l'offerta culturale.

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Altre due considerazioni mi sono venute in mente Renzo pensando alle medaglie.

Le medaglie rinascimentali nascono (se partiamo dalla famosa medaglia di Pisanello di Giovanni VIII Paleologo - eponimo e ancestor (?) del nostro amico Pale - prodotta nel 1438) come medaglie di bronzo. Credo di indovinare che il bronzo si presta assai meglio dell'argento nel modellato dell'impronta e nei dettagli della fusione. Medaglie di argento , soprattutto di quest'epoca, sono per lo più molto rare e infrequenti, lo diverranno di più alla metà circa del 1500.

Le prime medaglie papali (quelle coeve originali , non le fusioni postume di pontefici precedenti) sono anch'esse di bronzo. Ricordo una medaglia di Paolo II (Pietro Barbo 1464-1471) abbastanza comune con al rovescio la facciata di Palazzo Venezia a Roma da lui fatto costruire,

successivamente abbiamo sporadiche medaglie anche in bronzo mentre l'argento comincia ad apparire da Clemente VII in poi.

La prima domanda era se per le medaglie pontificie si ricorre più spesso alla fusione (parliamo del XVI secolo) oppure se si adotta preferibilmente la coniazione.

La seconda domanda è se la medaglia annuale dei romani pontefici, quando ovviamente diviene consuetudinaria, nasce come medaglia d'argento oppure di bronzo (con l'argento riservato a speciali coniazioni - un pò come le oselle di Venezia che nascevano d'argento ma poi vi erano loro coniazioni anche in oro con intento donativo e/o di celebrazione)

Da profano totale (quale sono) mi sembra che la medaglistica pontificia nasca successivamente alla grande medaglistica fusa rinascimentale,

adotti innanzitutto un modul più piccolo e dopo una fase iniziale fusa, si stabilizzi di preferenza (almeno per il XVI secolo) su tipi coniati piuttosto che fusi e di conseguenza l'argento (che viene molto bene quando è "coniato") fosse impiegato con maggiore frequenza rispetto allle altre medaglie coeve.

Tutte queste pèrò sono considerazioni di un profano che inizia a studiare tale tipologia e necessiterebbero di un conforto da parte degli esperti.

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La prima medaglia papale è una medaglia di Eugenio IV per l'unione della Chiesa greca ed è molto simile ad una moneta e, eccezionalmente per le medaglie dell'epoca, coniata.

Come è tipico della medaglistica rinascimentale anche le medaglie papali all'origine sono infatti fuse e i principali artisti sono il Guazzalotti, Cristoforo di Geremia, Lisippo Giovane, il Camelio, Niccolò Spinelli, il Caradosso e molti anonimi. Le emissioni sono limitatissime fino al papato di Paolo II, che intravede nella medaglia uno strumento importante di celebrazione e vi fa un abbondante ricorso. Appartiene a questo papato la eccezionale medaglia dell'Orfini tratta per fusione da moneta d'oro di 20 ducati per il Concistoro (si ritiene il concistoro del 1466 per la scomunica del re di Boemia).

Le medaglie coniate divengono prevalenti nel papato di Giulio II e decisamente si affermano con Paolo III.

Le fusioni sono quasi esclusivamente in bronzo; anche nelle coniazioni il ricorso all'argento è molto raro. Medaglie rinascimentali in argento sono molto spesso copie posteriori o riconi postumi.

Quanto alla medaglia annuale manca la documentazione certa della sua origine; Modesti, nonostante la carenza delle fonti documentali, è riuscito nella sua ultima opera ad una ricostruzione dal 1550. Caratteristica tipica e discriminante della medaglia papale è il fatto che fin dall'origine è stata emessa in oro, argento e bronzo.

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La prima medaglia papale è una medaglia di Eugenio IV per l'unione della Chiesa greca ed è molto simile ad una moneta e, eccezionalmente per le medaglie dell'epoca, coniata.

Come è tipico della medaglistica rinascimentale anche le medaglie papali all'origine sono infatti fuse e i principali artisti sono il Guazzalotti, Cristoforo di Geremia, Lisippo Giovane, il Camelio, Niccolò Spinelli, il Caradosso e molti anonimi. Le emissioni sono limitatissime fino al papato di Paolo II, che intravede nella medaglia uno strumento importante di celebrazione e vi fa un abbondante ricorso. Appartiene a questo papato la eccezionale medaglia dell'Orfini tratta per fusione da moneta d'oro di 20 ducati per il Concistoro (si ritiene il concistoro del 1466 per la scomunica del re di Boemia).

Le medaglie coniate divengono prevalenti nel papato di Giulio II e decisamente si affermano con Paolo III.

Le fusioni sono quasi esclusivamente in bronzo; anche nelle coniazioni il ricorso all'argento è molto raro. Medaglie rinascimentali in argento sono molto spesso copie posteriori o riconi postumi.

Quanto alla medaglia annuale manca la documentazione certa della sua origine; Modesti, nonostante la carenza delle fonti documentali, è riuscito nella sua ultima opera ad una ricostruzione dal 1550. Caratteristica tipica e discriminante della medaglia papale è il fatto che fin dall'origine è stata emessa in oro, argento e bronzo.

Grazie Renzo,

utilissimo questo mini compendio, quindi, se ho capito bene.., le medaglie fuse papali sono, almeno all'inizio assai poche e comunque in numero molto minore delle monete coeve o poco precedenti di epoca rinascimentale.

Con Giulio II, Clemente VII e Paolo III si afferma la medaglia coniata.

Quello che mi disorienta è che, se è vero che la medaglia annuale dei romani pontefici (che mi sembra di capire si affermi con Paolo III) nasce " già" nel trittico oro-argento-bronzo allora i tipi a noi pervenuti dovrebbero essere molti di piu...

Non mi pare che il Modesti, nella sua enciclopedica opera riporti tutti questi trittici, cosa dicono i primi testi che abbiamo sulle medaglie pontificie (Bonanni, Venuti, Vignoli, etc.) ?

[Mi ricordo che un esemplare della medaglia dell'Orfini, bellissima, è passata per una vendita all'asta ma non ricordo piu quale..]

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  • 2 mesi dopo...

Riprendo questa discussione per ricondurla al suo scopo iniziale di individuare modelli di collezione delle medaglie papali antiche e la utilizzazione dei riconi.

Faccio parte del vecchio collezionismo di medaglie papali, che decisamente privilegiava la ricerca di originali (o comunque di coniazioni di epoca). Le nostre ricerche tenevano per riferimento (a prescindere dai volumi di antiquariato del Bonanni, del Venuti, del De Molinet) gli studi del Patrignani, il quale, nella prefazione al suo lavoro - a puntate - pubblicato nel bollettino edito dal Circolo Numismatico Napoletano nei primi anni '50, riportava una lettera del Marchese Serafini, Conservatore del Medagliere Vaticano, che lo esortava a stabilire in particolare l'anno della prima coniazione di ogni rovescio per evidenziare accoppiamenti ibridi e anacronistici, contro i quali manifestava indignazione, perchè indotti da speculazione.

Invero l'opera del Patrignani, rivisitata recentemente dal Modesti e dal Miselli, risulta confusa, incerta, imprecisa proprio sul tema che si era proposta di sviscerare.

Comunque il nostro collezionismo fino a 10/20 anni or sono era impegnato nella ricerca delle medaglie originali, anche se con tante incertezze ed errori, indotti dagli stessi testi a disposizione.

Ma ricordo che, già all'inizio degli anni '80, diversi commercianti importanti ricercavano i riconi del Mazio a £ 30.000 l'uno, poichè erano oggetto di una intensa richiesta nel mercato tedesco per la presenza di un collezionismo operante con un diverso criterio.

Oggi, io sono rimasto fedele alla mia impostazione; ma devo dire onestamente che non mancano modelli diversi, avvalorati dalle opere del massimo studioso della materia Adolfo Modesti, che nel CORPUS delle medaglie papali cataloga tutte le tipologie succedutesi nel tempo e note (originali; riconi conformi all'originale realizzati con coni rinnuovati e con lievi differenze; accoppiamenti anacronistici e ibridi spesso rimasti privi di riscontri di ufficialità). Ad ogni variante è attribuito un numero, quasi a suggellare che anche per i riconi vi è ormai una situazione consolidata, una antichità che attribuisce ai medsimi legittimità e dignità per la collezione.

Il Modesti attribuisce anche ai riconi i coefficienti di rarità e sono spesso elevati.

Va detto infatti che i riconi possono essere più comuni rispetto alle ormai rarissime medaglie originali; ma potranno essere di qualche centinaio le tirature per le serie base e di qualche decina per le riconiazioni estemporanee.

Vengo alle conclusioni. Vedo un periodo di transizione . Mi sembra finito un modello di grandi certezze e ostracismi, sorretto da una ideologia forte dell'originale contro il falso, del buono contro il non buono e penso che si affermeranno modelli articolati.

Vi saranno i puristi favorevoli a inserire in collezione solo medaglie originali di epoca; altri privilegeranno il significato storico della collezione e accetteranno di buon grado il beneficio economico di una utilizzazione di riconi di qualità; infine, alcuni cercheranno con la loro collezione di ricostruire le vicende e la storia di ogni medaglia, affiancando all'originale le diverse varianti e collocandole temporalmente per quanto possibile.

Qualunque sia l'impostazione, credo che noi collezionisti abbiamo necessità di un mercato trasparente e che cataloghi di asta, listini,offerte siano precisi in ordine all'epoca di probabile coniazione/fusione di ogni medaglia proposta.

E' il momento di cominciare a valutare le compilazioni di cataloghi, ecc. per sensibilizzare gli autori e dare maggiori certezze ai collezionisti (soprattuto ai nuovi) così da privilegiare nei rapporti commerciali fiduciari coloro che nella materia daranno prova di serietà scientifica e collaborazione.

Mi sembra di notare cenni di un buon interesse per la medaglistica papale; un mercato serio è condizione necessaria per un favorevole consolidamento.

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Riprendo questa discussione per ricondurla al suo scopo iniziale di individuare modelli di collezione delle medaglie papali antiche e la utilizzazione dei riconi.

Faccio parte del vecchio collezionismo di medaglie papali, che decisamente privilegiava la ricerca di originali (o comunque di coniazioni di epoca). Le nostre ricerche tenevano per riferimento (a prescindere dai volumi di antiquariato del Bonanni, del Venuti, del De Molinet) gli studi del Patrignani, il quale, nella prefazione al suo lavoro - a puntate - pubblicato nel bollettino edito dal Circolo Numismatico Napoletano nei primi anni '50, riportava una lettera del Marchese Serafini, Conservatore del Medagliere Vaticano, che lo esortava a stabilire in particolare l'anno della prima coniazione di ogni rovescio per evidenziare accoppiamenti ibridi e anacronistici, contro i quali manifestava indignazione, perchè indotti da speculazione.

Invero l'opera del Patrignani, rivisitata recentemente dal Modesti e dal Miselli, risulta confusa, incerta, imprecisa proprio sul tema che si era proposta di sviscerare.

Comunque il nostro collezionismo fino a 10/20 anni or sono era impegnato nella ricerca delle medaglie originali, anche se con tante incertezze ed errori, indotti dagli stessi testi a disposizione.

Ma ricordo che, già all'inizio degli anni '80, diversi commercianti importanti ricercavano i riconi del Mazio a £ 30.000 l'uno, poichè erano oggetto di una intensa richiesta nel mercato tedesco per la presenza di un collezionismo operante con un diverso criterio.

Oggi, io sono rimasto fedele alla mia impostazione; ma devo dire onestamente che non mancano modelli diversi, avvalorati dalle opere del massimo studioso della materia Adolfo Modesti, che nel CORPUS delle medaglie papali cataloga tutte le tipologie succedutesi nel tempo e note (originali; riconi conformi all'originale realizzati con coni rinnuovati e con lievi differenze; accoppiamenti anacronistici e ibridi spesso rimasti privi di riscontri di ufficialità). Ad ogni variante è attribuito un numero, quasi a suggellare che anche per i riconi vi è ormai una situazione consolidata, una antichità che attribuisce ai medsimi legittimità e dignità per la collezione.

Il Modesti attribuisce anche ai riconi i coefficienti di rarità e sono spesso elevati.

Va detto infatti che i riconi possono essere più comuni rispetto alle ormai rarissime medaglie originali; ma potranno essere di qualche centinaio le tirature per le serie base e di qualche decina per le riconiazioni estemporanee.

Vengo alle conclusioni. Vedo un periodo di transizione . Mi sembra finito un modello di grandi certezze e ostracismi, sorretto da una ideologia forte dell'originale contro il falso, del buono contro il non buono e penso che si affermeranno modelli articolati.

Vi saranno i puristi favorevoli a inserire in collezione solo medaglie originali di epoca; altri privilegeranno il significato storico della collezione e accetteranno di buon grado il beneficio economico di una utilizzazione di riconi di qualità; infine, alcuni cercheranno con la loro collezione di ricostruire le vicende e la storia di ogni medaglia, affiancando all'originale le diverse varianti e collocandole temporalmente per quanto possibile.

Qualunque sia l'impostazione, credo che noi collezionisti abbiamo necessità di un mercato trasparente e che cataloghi di asta, listini,offerte siano precisi in ordine all'epoca di probabile coniazione/fusione di ogni medaglia proposta.

E' il momento di cominciare a valutare le compilazioni di cataloghi, ecc. per sensibilizzare gli autori e dare maggiori certezze ai collezionisti (soprattuto ai nuovi) così da privilegiare nei rapporti commerciali fiduciari coloro che nella materia daranno prova di serietà scientifica e collaborazione.

Mi sembra di notare cenni di un buon interesse per la medaglistica papale; un mercato serio è condizione necessaria per un favorevole consolidamento.

Ringrazio Renzo per le sue sempre gradite riflessioni ed excursus dai quali si evince e si può imparare molto.

Per "ferrarmi" di più sulla materia ho deciso di acquisire il CNORP, e magari anche il Bartolotti..

Ho veramente molto da imparare in questo settore a me quasi sconosciuto, che però mi affascina molto e dal quale diversi sono gli spunti che possono ispirare percorsi e itinerari..

Nelle varie categorie descitte da Renzo credo di vedermi nella veste di purista ma con ambito e scopo estremamente limitati :)

Grazie e alla prossima puntata.

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