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  1. Buonasera a tutti, siete tutti invitati il 20 settembre, alle ore 11:00, nel salone del Museo Civico Archeologico di Nepi, alla Presentazione dell’ultima fatica letteraria del dott. Fiorenzo Catalli: “Il Mito in tasca” Il volume ci trasporta nell’affascinante mondo della mitologia e della leggenda ma non solo anche della numismatica. Il libro che verrà presentato è una vera e propria guida “tascabile” dei miti e delle leggende dell’era antica. È un delizioso ed utilissimo libro di 156 pagine, pubblicato dalla Casa Editrice DieLLe, di Verona, con ISBN n. 9788899398835, in formato A5, la copertina è 4+4 su carta lucida da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura, il suo costo è di € 18,00. Il giorno della Presentazione del volume, sabato 20 settembre 2025, avremo a disposizione alcune copie, i presenti e i Soci del Circolo potranno usufruire di uno sconto considerevole, al posto di € 18,00 di copertina potranno comprarne una copia al costo di soli € 13,00, fino ad esaurimento scorte. Vi consiglio, quindi, per essere sicuri di trovarne, di prenotarne una copia fin'ora, contattando direttamente via mail il Circolo: [email protected], sarà data precedenza ai Soci del C.N.R.L. ed alle persone che saranno presenti alla Presentazione. Nel volume troviamo alcuni miti conosciutissimi, come quello di Enea e Anchise o il mito delle Dodici Fatiche di Ercole, ed altri meno conosciuti, come il mito di Erittonio o di Frisso e l’ariete. Ogni leggenda narrata è illustrata da dipinti, sculture e monete, dove è rappresentata, che rendono ancora più piacevole la lettura. Il volume è completato dall’Introduzione e dal capitolo iniziale, Mito e leggenda, dove viene spiegata anche l’origine delle due parole, da 41 capitoli, che raccontano altrettanti miti e leggende e, in chiusura, un utilissimo glossario, che racchiude tutte le denominazioni delle monete illustrate e che rende ancora più semplice ed interessante la lettura, anche per chi è digiuno dell’argomento. È un volume sicuramente da non perdere, soprattutto per gli appassionati di Storia e di Numismatica. Il dott. Fiorenzo Catalli non ha bisogno di presentazioni ma ne riporto una breve biografia, a beneficio di tutti noi: Si è laureato nel 1973 in Lettere, con Laura Breglia, presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza. Vincitore del concorso per Funzionario Direttivo nel ruolo Archeologi con specializzazione in Numismatica presso il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e assunto in servizio di ruolo presso la Soprintendenza Archeologica di Roma dal 16 agosto 1979 fino al 31 maggio 2015, con sede di servizio in Via di Sant’Apollinare. Tra il 1999 e il 2006 ha collaborato con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale per il riscontro inventariale, la catalogazione e la valorizzazione delle rispettive collezioni numismatiche. Dal 2007 al 2015 ha ricoperto la carica di Direttore del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana dove ha effettuando il riscontro inventariale, la catalogazione, l’edizione a stampa e on line e la valorizzazione della collezione numismatica, attraverso la pubblicazione a stampa e l’allestimento di mostre temporanee. Dal 2015 ne è stato il Direttore Scientifico. Dal giugno 2015 ha collaborato per il riscontro e la schedatura di collezioni numismatiche con il Polo Museale della Toscana con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, con il Museo Nazionale di Arezzo, con il Museo Etrusco “Guarnacci” di Volterra e con il Museo Archeologico di S. Maria della Scala di Siena. Innumerevoli le sue pubblicazioni, tra articoli e volumi, e le conferenze effettuate.
  2. Buonasera a tutti! Quest’oggi vorrei presentarvi un mio Quarto di Tallero delle Corone coniato nel 1788 all’interno della zecca di Vienna (A) durante il regno dell’illuminato sovrano Giuseppe II d’Asburgo-Lorena per i Paesi Bassi Austriaci. La moneta presenta: al dritto, l’effigie laureata del sovrano volta a destra attorniata dalle iscrizioni latine IOSEPH II D G R I S A GER HIE HVN BOH REX, Giuseppe II Per Grazia di Dio Imperatore dei Romani Sempre Augusto, Re di Germania, Ungheria e Boemia, sotto all’effigie il marchio di zecca A; al rovescio, viene posta una grande Croce di Borgogna ornata con il collare del Toson d’Oro; ai suoi lati e sopra sono presenti le tre corone arciducali e reali dell’Impero: Austria (in alto), Ungheria (a sinistra) e Boemia (a destra) accompagnate dall’iscrizione latina ARCH AVST DVX BVRG LOTH BRAB COM FLAN, Arciduca d’Austria, Duca di Burgundia, Lorena e Brabante, Conte delle Fiandre e dal millesimo 1788. Dati ponderali: peso 7,36 grammi, diametro 30 millimetri. Come sempre, prima di parlare ulteriormente della moneta in questione, presento qualche cenno storico-biografico sulla figura di Giuseppe II, un sovrano che viene molto spesso sottovalutato… Nato nel 1741 in piena Guerra di Successione Austriaca, Giuseppe II è il figlio maschio primogenito dell’Arciduchessa d’Austria Maria Teresa d’Asburgo e del consorte Francesco Stefano di Lorena, erede ai troni del Sacro Romano Impero e dei possedimenti asburgici. Viene eletto Sacro Romano Imperatore nel 1765 alla morte del padre Francesco I e,dopo anni di condivisione del trono dei possedimenti asburgici con la madre, diviene unico sovrano nel 1780, anno della dipartita della grande Maria Teresa. La politica di Giuseppe II, passata alla storia come “Giuseppinismo”, viene molto discussa e criticata all’interno della corte viennese a causa della sua grande ostilità nei confronti della Chiesa, storicamente legata alla famiglia Asburgo, e per la stima e l’amicizia nutrita dall’Imperatore nei confronti del re di Prussia Federico II di Hohenzollern, storico nemico del Sacro Romano Impero e della compianta Arciduchessa d’Austria Maria Teresa. Da perfetto sovrano illuminato, Giuseppe II promulga, nell’ambito delle sue “riforme sociali” una serie di decreti imperiali atti a migliorare le condizioni di vita del popolo favorendo l’istituzione di nuove mense, rifugi per gli orfani, scuole pubbliche ed ambulatori dove somministrare i primi rudimentali tipi di vaccino per le malattie all’epoca più comuni. Tra il 1781 e il 1785, Giuseppe II abolisce, almeno formalmente, la servitù della gleba all’interno del Sacro Romano Impero sollevando i contadini dall’obbligo di pagare la decima al clero e ai signori locali: questo comportamento causa lo scontento generale dei nobili e il logoramento dei rapporti diplomatici tra la Chiesa di Roma e Vienna. Nel 1790, dopo essere stato sconfitto in alcune campagne militari da lui tentate, il Sacro Romano Imperatore Giuseppe II muore lasciando l’ordine di far incidere sulla sua lapide la frase “Qui giace Giuseppe II, colui che fallì qualsiasi cosa intraprese”. Gli succede al trono del Sacro Romano Impero il fratello e Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, che prenderà il nome di Leopoldo II. Tornando alla moneta… il Kronenthaler, noto anche come Tallero delle Corone o, più popolarmente, come “Crocione”, viene coniato per la prima volta nel 1755 durante il regno dei sovrani Francesco I di Lorena (Sacro Romano Imperatore) e Maria Teresa d’Asburgo (Arciduchessa d’Austria…) e viene destinato alla circolazione interna ai Paesi Bassi Austriaci. Assieme ai sottomultipli da Mezzo e Quarto di Tallero, continua ad essere battuto anche durante i regni di Giuseppe II, Leopoldo II e Francesco II d’Asburgo-Lorena. Vista la grande popolarità acquisita dalla moneta sul suolo europeo, questa viene coniata anche all’interno di altre zecche imperiali come Vienna, Praga... e molte altre (tra le quali si può annoverare anche la zecca italiana di Milano). Uno degli episodi più eclatanti avvenuti sul suolo dei Paesi Bassi Austriaci durante il regno di Giuseppe II d'Asburgo-Lorena è senza dubbio l’evento passato alla Storia come “Guerra della Marmitta”. La vicenda, che si svolse nel 1785, nacque dalle pretese del Sacro Romano Imperatore Giuseppe II nei confronti della Repubblica delle Sette Province Unite: egli rivendicava per i Paesi Bassi Austriaci territori nelle Fiandre e nel Limburgo, diritti commerciali verso le colonie olandesi e, soprattutto, la riapertura della navigazione sul fiume Schelda, chiuso dagli olandesi da oltre un secolo e causa del decadimento commerciale del porto di Anversa. L’intransigenza delle due parti fece temere un conflitto armato, ma la crisi non degenerò mai in una vera guerra. La denominazione beffarda di “Guerra della Marmitta” si deve alla propaganda olandese che volle ridicolizzare l’incidente diplomatico: secondo la versione popolare, l’unico colpo sparato dall’imbarcazione difensiva olandese Dolfjin durante l’intera contesa fu quello che perforò una semplice marmitta di rame posta sul brigantino armato Le Louis che, decorato del vessillo imperiale asburgico, era posto a capo della spedizione militare austriaca composta da altre due piccole imbarcazioni. Fortunatamente, la mediazione di Luigi XVI Re di Francia riuscì a scongiurare lo scontro aperto (il colpo sparato contro il brigantino Le Louis fu visto da Giuseppe II come un grave insulto alla bandiera del Sacro Romano Impero) conducendo al Trattato di Fontainebleau che ristabilì la pace, pur senza soddisfare appieno le ambizioni austriache. L’episodio, apparentemente marginale e quasi “comico” dato che l’unica “vittima” mietuta fu una marmitta di rame austriaca, lasciò tuttavia un segno profondo: da un lato mise in luce i limiti della politica di Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, dall’altro alimentò le tensioni interne alle Sette Province Unite, dove la figura dello statolder Guglielmo V, reo di mettere continuamente a rischio di guerra il suo Paese, venne duramente contestata.
  3. Dott_20Kreuzer

    Il 3 Kreutzer di Francesco I, Imperatore d'Austria

    Sperando di essere nella sezione giusta... Buon pomeriggio a tutti! Quest’oggi vorrei presentarvi una moneta che ormai da qualche tempo è presente nella mia collezione: si tratta di un 3 Kreutzer del 1812 coniato per l’Impero Austriaco durante il regno di Francesco I d’Asburgo-Lorena all’interno della zecca slovacca di Kremntiz (B). Per parlare di questo interessante pezzo è opportuno fare piccola introduzione storica che ci porta indietro di qualche anno rispetto alla data coniata sulla moneta… Nel 1804, mentre a Parigi Napoleone Bonaparte si auto-proclama Imperatore dei Francesi, il Kaiser Francesco II d’Asburgo-Lorena, temendo che le truppe francesi in avanzata sul suolo europeo riuscissero a sbaragliare l’esercito Imperiale ponendo fine all’egemonia asburgica sul Sacro Romano Impero, si nomina erede al trono dell’Impero Austriaco, una nuova entità statale da lui creata accorpando i vari possedimenti legati alla sua figura di capo della Casata d’Asburgo-Lorena (Arciducato d’Austria, Regno d’Ungheria, Boemia, Croazia…) per preservare i suoi titoli e la sua dignità di Imperatore, rimanendo, in caso di caduta del Sacro Romano Impero, un omologo del suo avversario francese. Giunta a Vienna la notizia di una possibile incoronazione di Napoleone I a Sacro Romano Imperatore come effetto della Pace di Presburgo, il 6 Agosto 1806 Francesco II riesce a mettere in atto il suo piano facendo ufficialmente crollare l’antica istituzione del Sacro Romano Impero con la sua abdicazione che, liberando da ogni vincolo gli Stati dipendenti dalla sua persona e destituendo tutti i Principi Elettori dalle loro cariche, rendeva del tutto impossibile, in seguito alla sua rinuncia, eleggere un nuovo Imperatore dei Romani. Come predisposto dall’Imperatore ai sensi del Decreto Imperiale del 1804, dalle ceneri dell’Impero di Carlo Magno nasce il nuovo Impero Austriaco, da lui guidato con il nome e la titolatura di Francesco I Per Grazia di Dio Imperatore d’Austria, Re di Ungheria, Boemia, Croazia e Slavonia ecc… (molto spesso Francesco I d’Asburgo-Lorena Imperatore d’Austria viene scambiato per il nonno Francesco I di Lorena Sacro Romano Imperatore che, per essere più chiari, può essere correttamente indicato come Francesco I Stefano di Lorena….piccola divagazione 😄) Tornando alla moneta… il pezzo che oggi vi presento, testimonia questo tumultuoso periodo storico durante il quale, messi da parte i vecchi conii dei 3 Kreuzer del Sacro Romano Impero, le zecche del neonato Impero Austriaco si trovano a dover battere questa nuova serie con il nome e l’effigie di Francesco I (non più II). Una delle cose che più risaltano in questo pezzo per chi ha spesso tra le mani conii asburgici è la totale scomparsa del latino che, da sempre usato nelle titolature imperiali, lascia lo spazio alla lingua tedesca (molto probabilmente un’azione atta ad “avvicinare” la figura del sovrano al popolo...anche se i più poveri, nonostante il solido sistema d'istruzione asburgico, non sapevano leggere nessuna di queste due lingue) facendo così mutare la legenda in FRANZ KAI V OES KÖ Z HU BÖ GAL U LO ossia Franz Kaiser von Österreich, König zur Böhmen, Galizien, Ungarn, Lodomerien. Inoltre, è presente la dicitura SCHEIDEMÜNZE DER WIENER WAEHRUNG, ossia “Moneta divisionale (o spicciola) della valuta viennese” Come potete ben vedere la moneta in mio possesso è stata forata: personalmente mi piace immaginare che questo tondello, seppur di modulo non proprio piccolo (diametro 33 mm, peso circa 8,75 g) sia stata portato, magari al collo, da qualche cittadino austriaco molto legato al suo Imperatore e alla sua Patria durante il tumultuoso periodo delle Guerre Napoleoniche… Dal mio punto di vista, ritengo che i 3 Kreutzer di questa serie siano veramente delle monete “riuscite” poiché sono molto belle e piacevoli da osservare e studiare sia dal punto di vista prettamente numismatico che dal punto di vista storico. Forse mi sono dilungato un po' troppo ma quando si parla di Storia mi piace essere esaustivo 😄.
  4. Vel Saties

    Le guerre di Giustiniano. serie di video

  5. Conferenza storica: "Oltre i Latini e gli Etruschi – Gli antichi popoli dell’Italia centrale" Falisci, Sabini ed Umbri. Questo appuntamento nasce grazie al contributo del vicedirettore del Gruppo Archeologico Comasco, si tratta del primo Salotto dedicato ai popoli italici meno conosciuti. Si parlerà delle popolazioni italiche confinanti con i maggiori protagonisti dell’epoca, rivolgendo uno sguardo particolare a quelli a loro più vicini.
  6. Il Salotto del GAAm - "Mondi Etruschi meno conosciuti: Etruria Padana" Quarto appuntamento del nostro Salotto dedicato agli Etruschi - 18 Marzo 2021 In questo ultimo incontro del ciclo Etrusco la dott.ssa Cristiana Battiston ci accompagna alla scoperta di quei luoghi del nord Italia che non si associano immediatamente alla cultura etrusca, ma che in realtà ne fanno parte.
  7. Vel Saties

    I LONGOBARDI - documentari

    Parte I In ordine: On the Scandinavian origin of the Longobards The Longobard Origo and Gens - The compact identity of a Germanic people The Longobards in Scoringa, Mauringa and Golaida: from the Wodanic adoption to the Marcomannic Wars The Longobard invasion and the myth of the "total fracture" with the Roman past
  8. Vel Saties

    La conquista romana delle Alpi

    lette col senno di poi le Res Gestae divi augusti, là ove parlano della conquista e pacificazione (parliamone) della Rezia e delle regioni alpine sono il preludio per la conquista della Germania. I resti archeologici dello scontro tra romani ed antiche popolazioni delle vallate svizzere riportato dal buon @ARES III si inquadrano proprio in questo scenario è piano di conquista a lungo termine.
  9. Il Salotto del GAAm - "Non solo Celti. Gli antichi popoli dell’Italia settentrionale"
  10. Le necropoli vaticane Paolo Liverani, Giandomenico spinola LE NECROPOLI VATICANE La città dei morti di Roma. Con un contributo di Pietro Zander. JACA BOOK, Milano, 350pp., ILL. COL. 50,00 euro ISBN 978-88-16-60632-6 www.jacabook.it Recensione originariamente pubblicata su Archeo n. 435 – Maggio 2021 A poco piú di dieci anni dalla prima edizione, torna in libreria Le necropoli vaticane, opera, riccamente illustrata, che descrive un complesso archeologico di primaria importanza. Nel sottosuolo dell’odierna Città del Vaticano si conserva infatti un ricco corpus di monumenti funerari, che costituiscono documenti preziosi sia dal punto di vista storico-artistico, sia in quanto testimonianze della diffusione del cristianesimo. Nel volume vengono dunque passati in rassegna tutti i nuclei piú importanti, senza naturalmente tralasciare la tomba di Pietro e affiancando alle osservazioni di carattere archeologico e interpretativo anche notazioni sul restauro e la conservazione.
  11. La passione e la polvere Luigi Malnati LA PASSIONE E LA POLVERE Storia dell’archeologia italiana da Pompei ai nostri giorni Introduzione di Vittorio Sgarbi LA NAVE DI TESEO, Milano, 216pp., TAVV. COL. 20,00 euro ISBN 978-88-346-0537-0 http://www.lanavediteseo.eu Recensione originariamente pubblicata su Archeo n. 438 – Agosto 2021 C’è piú passione che polvere in questa storia dell’archeologia narrata da Luigi Malnati. Il quale, con un approccio quasi «stratigrafico», offre una rassegna puntuale e sistematica di una vicenda ormai plurisecolare. L’autore prende infatti le mosse dai primordi della disciplina, quando, in realtà, ancora non si poteva definirla in questi termini, dal momento che i primi approcci ebbero carattere squisitamente antiquario e, sul campo, si tradussero in cacce al tesoro condotte senza alcun, almeno larvato, criterio scientifico. Il quadro assume contorni diversi all’indomani dei primi scavi condotti a Ercolano e Pompei e poi nel successivo XIX secolo, soprattutto quando, nei suoi decenni finali, entrano in scena Giuseppe Fiorelli e Giacomo Boni. Entrambi, infatti, intuiscono l’importanza della sistematicità e conducono indagini ancora oggi esemplari, resistendo, come nel caso di Boni e come ricorda Malnati, a non poche pressioni. Molti «archeologi» (le virgolette sono dell’autore) volevano che, nei suoi scavi al Foro Romano, l’architetto veneziano si liberasse velocemente degli strati giudicati privi di particolare interesse per raggiungere i livelli «promettenti». Per molto tempo, in ogni caso, le attività si svolgono in un quadro normativo insufficiente e solo nel 1939 l’Italia si doterà di una legge sulla tutela delle cose d’interesse artistico e storico, voluta dall’allora ministro dell’educazione nazionale, Giuseppe Bottai. Un testo, che, come si legge, è rimasto in vigore sino a tempi recenti. Ed è proprio quando affronta gli sviluppi dell’archeologia – in termini sia scientifici, sia normativi – nel corso degli anni a noi piú vicini che Malnati, come si diceva, assume toni di appassionata preoccupazione. Forte della lunga esperienza maturata sul campo e dell’altrettanto profonda conoscenza della macchina amministrativa, lo studioso arriva infatti a presagire la possibile scomparsa della disciplina: un’eventualità postulata, crediamo, anche in forma di provocazione, ma che, nondimeno, impone una seria riflessione. Stefano Mammini
  12. Delfi, il santuario sepolto del Dio Apollo Alla fine del XIX secolo alcuni archeologi francesi, con l’appoggio del neonato stato greco, portarono alla luce i resti del santuario di Apollo a Delfi, sede del famoso oracolo, nascosti per secoli sotto un piccolo villaggio /medio/2019/12/12/situato-su-un-terrazzo-sopra-il-tempio-di-apollo-in-una-posizione-da-cui-dominava-il-paesaggio-circostante-il-teatro-del-santuario-poteva-accogliere-cinquemila-spettatori_22884be2_800x532.jpg Situato su un terrazzo sopra il tempio di Apollo, il teatro del santuario poteva accogliere cinquemila spettatori Foto: Funkystock/Age fotostock Secondo i greci Delfi era il centro del mondo. Senza dubbio è un luogo unico per la sua posizione. L’immenso complesso monumentale si sviluppa su varie terrazze in un anfiteatro naturale sulle pendici del monte Parnaso, nella Grecia centrale, a 500 metri di altitudine. In quanto sede del tempio e dell’oracolo del dio Apollo, Delfi era uno dei più importanti centri di culto e di pellegrinaggio dell’antichità. Inoltre, ospitava competizioni atletiche, poetiche e musicali. Tra il VI e il IV secolo a. C. il santuario accumulò grandi ricchezze grazie agli oggetti, ai trofei e agli ex voto offerti dai fedeli in segno di gratitudine e devozione. Anche se l’oracolo rimase in attività fino al IV secolo d.C., già verso la fine del II secolo d.C. era iniziata la costruzione di case negli spazi liberi a nord e a ovest del tempio. Nacque allora un piccolo nucleo urbano che successivamente venne ampliato approfittando dei crolli causati da un terremoto nel 365. Dopo la chiusura dei templi pagani dell’impero romano, avvenuta nel 391, gli antichi edifici furono smantellati per riutilizzarne la pietra o per costruirvi sopra. In poco tempo nessuno di questi era più visibile. Secoli dopo, in epoca moderna, nella zona dove una volta sorgeva il famoso santuario era rimasto solo un villaggio di misere abitazioni di nome Kastri. Nel 1833 il nuovo stato greco ritenne necessario promuovere la rivalutazione del suo passato e salvaguardarne le vestigia. Vennero approvate leggi contro la vendita di reperti antichi, fu creata la Società archeologica greca e venne permesso l’insediamento di centri archeologici stranieri. Tuttavia, gli scavi di Delfi costituivano un caso a parte, dato che implicavano uno sforzo titanico. Per realizzarli era innanzitutto necessario espropriare gli abitanti di Kastri, risarcirli e trasferirli in un’altra zona. Il villaggio di Kastri e, ai suoi piedi, gli scavi del tempio di Apollo in un'immagine del 1893 Foto: N.C./École Francaise d'Athènes. Ministry of culture and sports/Ephirate of antiquities of Phokis Visto che la situazione economica della Grecia non permetteva grandi spese, nel 1838 il governo dichiarò le proprietà non trasferibili e ne proibì la riqualificazione. Nel frattempo gli archeologi iniziarono a effettuare delle ricerche su un terreno abbandonato. Nel 1840 il tedesco Karl Müller scoprì parte della struttura del tempio, ovvero una decina di metri del muro poligonale di sostegno, ricoperto di iscrizioni, che era già stato identificato in precedenza da alcuni viaggiatori. Müller morì a causa di un’insolazione mentre cercava di copiare le iscrizioni, e gli scavi vennero richiusi. Ma un astuto abitante della zona, di nome Dimos Frangos, un ex capitano che si era battuto contro i turchi, comprò il terreno prevedendo l’opportunità di futuri benefici. Più tardi, tra il 1860 e il 1861, il francese Paul Foucart portò alla luce un’altra cinquantina di metri del muro. Di fronte a così tante scoperte, nel 1862 la Società archeologica greca organizzò una lotteria per raccogliere fondi. Tuttavia, né questa né un’altra iniziativa successiva diedero buoni risultati: i proprietari avevano intuito che i loro terreni erano di grande valore e chiedevano cifre esorbitanti. Tutto cambiò nel 1870 quando, in seguito a un forte terremoto, si staccarono dalla montagna enormi rocce che distrussero il villaggio e causarono la morte di 30 persone. Dopo il sisma fu creata una commissione per negoziare con gli abitanti e trovargli una nuova sistemazione. Ma questi si rifiutavano di vendere se non venivano pagati in contanti. La Società archeologica greca decise allora di contattare i proprietari a uno a uno. Il capitano Frangos fu il primo ad accettare una somma di novemila dracme per una proprietà che ne valeva un centinaio. Questo incentivò gli altri. Ciononostante, i terreni da espropriare erano ancora molti e i soldi pochi. In attesa di finanziamenti, nel 1880 la Società archeologica greca cedette il terreno di Frangos alla Scuola archeologica francese di Atene perché potesse effettuare degli scavi. Tempio di Atena Pronaia situato a 800 metri dal santuario di Apollo, sul terrazzo di Marmarià Foto: Orgad Navè/Fototeca 9x12 A caccia della concessione La Scuola archeologica francese di Atene era stata fondata nel 1846 e a partire dal 1874 si era ritrovata a competere con l’Istituto archeologico germanico di Atene, fondato quello stesso anno. Quando l’anno seguente i tedeschi ottennero il permesso di realizzare scavi a Olimpia, le proteste francesi non si fecero attendere. Il governo greco assegnò allora alla Francia la concessione per l’isola di Delo e promise di affidarle i futuri scavi a Delfi. Nel 1880 Bertrand Haussoullier si mise alla guida della missione francese a Delfi. Haussoullier si concentrò sui 20 metri della proprietà di Frangos, tra il settore che era stato scavato nel 1840 e quello portato alla luce nel 1860. Era sicuro di trovarsi di fronte alla terrazza del tempio, ma non si spiegava la presenza di alcuni muri che si trovavano di fronte. Gli scavi rivelarono che si trattava della spianata accanto al terrazzo, dove sorgevano dei monumenti commemorativi. I muri appartenevano a uno di questi, il portico degli ateniesi, costruito all’inizio del V secolo a.C. per ospitare i trofei delle vittorie navali di Atene. Nelle vicinanze fu ritrovata anche la colonna frammentata della sfinge, un ex voto dell’isola di Naxos. Risalente alla metà del VI secolo a.C., la sfinge dei nassi si trova oggi al museo archeologico di Delfi Foto: Akg/Album Nel 1881 il primo ministro Alexandros Kumunduros promise Delfi alla Francia in cambio dell’appoggio alle rivendicazioni territoriali greche. Iniziava così un periodo di dieci anni, noto in Francia come “la guerra di Troia”, durante il quale Delfi fu moneta di scambio nelle negoziazioni tra il governo greco e quello francese. Presto vi si aggiunsero gli Stati Uniti, anch’essi interessati a partecipare agli scavi del sito. Alla morte di Kumunduros il nuovo primo ministro, Charilaos Trikoupis, offrì Delfi ai francesi a cambio della riduzione delle imposte sulle importazioni di uva sultanina, un prodotto all’epoca estremamente ricercato in Francia, dove la fillossera aveva distrutto le viti locali. Il senato francese rifiutò e Trikupis ritirò l’offerta. Alla fine, in seguito agli scavi illegali del tedesco Hans Pomtow nel 1887 e a una nuova proposta con cui la Francia si impegnava a pagare 400mila franchi per espropriare Kastri, il 13 aprile del 1891 il re Giorgio I di Grecia firmò la concessione. Iniziano i “grandi scavi” I cosiddetti “grandi scavi” sarebbero dovuti iniziare nel settembre del 1892. Tuttavia, gli abitanti del villaggio, furiosi per non essere ancora stati pagati, impedirono l’accesso alla zona. Gli archeologi furono costretti a lavorare sotto la protezione della polizia fino a quando, l’11 ottobre, non vennero effettuati i pagamenti. Quattro giorni prima si era svolta l’inaugurazione ufficiale. I lavori si protrassero per dieci anni, dal 1892 al 1901, sotto la direzione di Théophile Homolle, futuro direttore del Museo del Louvre. Data l’enorme estensione del sito, circa 20mila metri quadrati, furono impiegati 200 operai per dieci ore al giorno e vennero installati quattro chilometri di rotaie su cui circolavano 75 carrelli, che trasportavano 28.500 metri cubici di terra. Nonostante le difficoltà – vento, pioggia, smottamenti – l’opera diede ben presto i suoi frutti. Nel 1893 vennero scoperti l’altare di Chio, la roccia della sibilla e il tesoro degli ateniesi. Un edificio, quest’ultimo, offerto alla dea Atena per commemorare la vittoria di Maratona sui persiani nel 490 a.C.: sui suoi blocchi erano incisi il testo e le notazioni musicali dell’Inno ad Apollo. Questa foto fu scattata il 30 maggio del 1893, quando venne alla luce la statua di Cleobi Foto: N.C./École Francaise d'Athènes. Ministry of culture and sports/Ephorate of antiquities of Phokis Nel 1894, invece, furono scoperte la statua di Antinoo e di Bitone (quella di Cleobi era stata rinvenuta l’anno prima) e i tesori degli cnidi e dei sicioni, mentre nel 1896 fu rinvenuta l’inimitabile figura di bronzo dell’auriga. Tra il 1895 e il 1897 vennero portati alla luce il teatro e lo stadio, quindi il ginnasio e la fonte Castalia. A partire dal 1898 fu la volta del terrazzo inferiore, detto Marmarià, con il tempio di Atena Pronaia. La metodologia usata era quella dell’epoca, molto sbrigativa. D’altro canto, la scrupolosità del diario degli scavi, l’ampio uso della fotografia e la pubblicazione di riassunti annuali rappresentavano una novità. Forse perché si trattava di un luogo ampiamente descritto dagli autori antichi, l’approccio fu più letterario che archeologico. Il 28 maggio 1894 venne alla luce la statua di Bitone e un anno prima quella di suo fratello Cleobi Foto: N.C./École francaise d'Athènes. Ministry of culture and sports/Ephorate of antiquities of Phokis Alla conclusione degli scavi, Homolle dichiarò la sua delusione per non aver trovato «neanche una metopa né un frammento del fregio, neppure il dito di una figura del frontone del tempio». E nemmeno la caverna dell’oracolo né altri ex voto citati dai testi antichi. D’altro canto, la scarsa qualità dei resti rivenuti obbligò a ricostruire il tesoro degli ateniesi nel 1903 e l’altare di Chio nel 1920. Nel 1935 la parte orientale del sito archeologico venne sepolta da una frana e fu necessario rimettere in funzione rotaie e carrelli. Nel 1938, invece, vennero ricostruite alcune colonne del tempio di Apollo e di Atena Pronaia. I “grandi scavi” segnarono l’inizio di un lungo cammino che continua ancor oggi e che ha portato al recupero di uno dei luoghi più emblematici del mondo antico. Nel 1992, in occasione del centenario della campagna, Jean Leclant, segretario emerito della Scuola francese, ha definito gli scavi «il trionfo dello spirito di Apollo, tutto sapienza e bellezza».
  13. Un breve excursus per appassionati e neofiti.
  14. Stavo cercando informazioni di tutt'altra natura sul web e mi sono imbattuto in queste news della Banca d'Italia: Siamo a Lucca Comics! Un fumetto d'autore per parlare di moneta23 ottobre 2023 Erano tempi di barbarie. E di violenza. Soluzione di ogni conflitto. Poi venne lo scambio. E l'oggetto da scambiare "Che cos'è la moneta?", è sicuramente una delle domande più complesse che la divulgazione economico-finanziaria debba affrontare. È un elemento entrato nel nostro immaginario, presente in tantissime storie: le monete d'oro delle fiabe, le cinque monete d'oro di Pinocchio, la Numero Uno di Zio Paperone. Ma è anche difficile da capire, per la sua forma sempre più astratta e immateriale: pensiamo ai pagamenti elettronici, ai capitali virtuali, alle monete digitali. Per questo, il futuro Museo della Moneta - Banca d'Italia (MUDEM), CNR Edizioni e il team di Comics&Science presentano l'ante­prima di BottleCap, progetto di divulgazione tramite il fumetto d'autore su questo tema. L'evento si svolgerà a Lucca, giovedì 2 novembre alle ore 18.00, presso il Comics&Science Palace di Via Della Zecca 41, nel contesto di Lucca Comics & Games. Veniteci a trovare per conoscere Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo, autori del fumetto: oltre al consueto firmacopie di rito, verrà presentata una versione variant della copertina pensata esclusivamente per chi ci verrà a trovare a Lucca! Inoltre il 2 e il 3 novembre MUDEM sarà presente presso il Comics&Science Palace con laboratori per gli studenti e giochi interattivi sulla storia della moneta e della finanza, per tutta la giornata. Dal 2 novembre il fumetto sarà anche liberamente scaricabile dalla sito del CNR; a fine novembre sarà reso disponibile anche sul sito dedicato del Museo della Moneta. la News prosegue con un ulteriore link utile per i più giovani, curiosi e neofiti: Mostra "L'Avventura della Moneta"31 ottobre 2023 - 28 aprile 2024 Altra iniziativa che potrebbe interessare a qualcuno per approcciare "nuove leve nel mondo delle monete e non solo... 🤩
  15. Vel Saties

    L’invasione longobarda dell’Italia

  16. nvmisplacentia

    1º CERROFIL

    fino a
    1º CERROFIL Mostra - mercato collezionistico Numismatica - Filatelia - Cartoline - Stampe e Libri antichi - Storia Postale presso PARCO COMUNALE EX BARATTIERI SAN PIETRO IN CERRO (PIACENZA) SABATO 24 giugno 2023 orario: 09:00-18:30 INGRESSO GRATUITO - ORARIO CONTINUATO Presenza di stand gastronomici. Per ulteriori informazioni: Luca 3490034314 Mauro 3339939922 locandina-cerrofil.pdf
  17. La storia poco conosciuta dell'immagine scelta per la nuova moneta da 1 corona cecoslovacca negli anni '50: il ritratto di una sconosciuta scout ventenne, incarcerata sulla base di accuse assurde, circolò nelle tasche di milioni di «liberi» cittadini cecoslovacchi per oltre 30 anni… Leggi tutto l'articolo ->
  18. Salve a tutti! Ho provato a fare una rapida ricerca su google per capire se in Italia esista un corso di studi dedicato alla Numismatica... Premesso che in diversi paesi del mondo esistono Facoltà di Numismatica, in Italia sembrerebbe che solo in alcune Facoltà di Lettere e di Conservazione dei Beni Culturali esista la cattedra di numismatica (per lo più "classica" arrivando al massimo a quella medioevale). Ovviamente anche questi corsi d'esame sono totalmente infrequentabili per chi ha un orario di lavoro canonico (uscita di casa alle 7 e rientro alle 18 e 30), oltre ad essere una mera infarinatura...una goccia nell'affascinante oceano di questa disciplina. Chiedo o, meglio, spero che qualcuno del Forum sappia smentirmi indicandomi una via che possa portare ad approfondire anche a livello di studio accademico questa passione (se poi è in grado anche di indicarmi dei corsi serali è da oscar!)... Ad maiora
  19. Tm_NPZ

    La passione per la Storia

    Mi piacerebbe si parlasse di Storia; ma non necessariamente connessa alla Numismatica. Sì, so che sono due materie vicine, ed è anche questo il bello, e probabilmente tra poco il collegamento lo farò pure io, ma visto il fatto che siamo in Agorà, non c'è alcun vincolo. Chiedo quindi: vi piace la Storia? Di quale periodo storico siete maggiormente appassionati? Cosa vi attrae particolarmente di esso? Inzio parlandone io stesso. La Storia, secondo me, è una materia fantastica. Non necessariamente quella che si studia a scuola; lì avevo voti piuttosto elevati, ma rischiava davvero di farmi addormentare. La Storia che piace a me, infatti, non è fatta di regnanti, conquistatori e persone potenti. Amo la Storia quotidiana, di arte e usanze delle varie epoche. Anche scientifica. Non mi attraggono troppo le guerre e le conquiste militari. Questa disciplina ci permette di essere "immortali" nel passato e, forse, ci rende un po' più saggi. Ci fa comprendere che certi eventi del presente non sono poi così nuovi, come invece vorrebbero farci credere i media contemporanei. Da bambino, anzichè chiedere ai genitori e ai parenti di portarmi in parchi giochi ecc., chiedevo mi portassero a visitare monumenti e simili. Mi piaceva visivamente l'Arte e la Storia antica. Dico "visivamente" perché non potevo capirla. Amavo le Chiese e i castelli medievali e molte opere anche fino al 1500 d.C.. Inevitabilmente, chiedevo mi acquistassero molti libri e pubblicazioni al riguardo, anche se al momento ne possiedo ben poche, perché rovinate nel giocarci nel corso degli anni. Mi interessai addirittura di armi, strumenti di tortura e di esecuzione concreta della pena, visitando vari musei al riguardo. Crescendo, all'età di circa 16 anni - forse tramite la Storia studiata a scuola - mi appassionai prevalentemente all'epoca medievale. Mi soffermavo ad osservare le illustrazioni dell'epoca sui libri di scuola, essendo anche incuriosito sulla terribile situazione causata dalla peste nel 1300. Premetto comunque che avevo vita sociale uscendo ed andando anche in discoteca con gli amici quasi tutte le settimane non pensatemi quindi come un perfetto "secchione". Mi appassionai anche del 1600, vedendo alcune opere di Giuseppe Maria Mitelli, che già conoscevo dall'infanzia, perché viste (con una certa inquietudine) nella storica rubrica RAI Almanacco del giorno dopo. Mi appassionai alla medesima epoca anche grazie alla lettura scolastica de "I promessi sposi", che non ho mai considerato noiosa. Per il secolo successivo, ebbi interesse tramite l'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert. Mi domandavo che impatto potesse aver avuto sulla popolazione una simile opera, della quale mi affascinano le illustrazioni. Il tutto con l'influenza dell'Illuminismo. Posso dire che, per ognuno degli ultimi secoli, ho avuto il mio bel periodo di passione, sempre per alcuni motivi particolari. L'800, ad esempio, per la scienza e le invenzioni e il '900 per l'arte e il periodo precedente e successivo la seconda guerra mondiale, con l'eccezione di alcuni fatti bellici e resistenziali. Avessi una macchina del tempo (anche se la Storia è quanto di più si avvicina ad essa), non punterei a conoscere necessariamente i Grandi, ma "curioserei" tra la gente comune (magari ricevendo di resto qualche bella moneta! ). Attendo quindi anche da parte vostra una "rassegna" delle epoche preferite
  20. Philip K. Dick

    PERCHÉ GLI AZTECHI COMPIVANO SACRIFICI UMANI?

    Il sacrificio umano era un aspetto importante della cultura e della religione Azteca, nonostante le proporzioni di questa pratica siano tuttora in discussione tra gli studiosi. Gli Spagnoli, che per primi ebbero contatti con gli Aztechi dicono chiaramente nei propri scritti che il sacrificio umano era largamente praticato in tutta la Mesoamerica, constatando che le scalinate dei templi erano intrise di sangue e che un gran numero di edifici erano adornati da teste. Perché gli Aztechi compivano sacrifici umani? Secondo questo popolo, la Terra e il Sole erano divinità affamate e assetate di energia e gli uomini avevano il compito di soddisfarle. Con i cuori umani nutrivano il Sole, con il sangue dissetavano la Terra, il tutto quindi ricondurrebbe al Mito Azteco dei Cinque Soli. Inoltre era forte convinzione che, una improvvisa morte la quale infliggevano alle loro vittime, ne liberasse la linfa vitale la quale ricadeva come sorta di "beneficio" sul resto dell'intera popolazione. Il sacerdote con una lama di selce, apriva il petto della vittima e ne estraeva il cuore offrendolo (in pieno giorno) alla divinità del sole, infine il corpo era poi fatto rotolare giù per i gradini del tempio.
  21. Philip K. Dick

    TROODON FORMOSUS - IL DINOSAURO INTELLIGENTE?

    Il Troodon (o Troodonte), era un piccolo ma agile predatore Celurosauro (Coelurosauria), vissuto in Nord America verso la fine dell'era dei Dinosauri, circa 77-74 milioni di anni fa. Scoperto nel 1855, è stato tra i primi Dinosauri ritrovati in Nord America, sebbene fosse ritenuto una specie di Lucertola fino al 1877. Simile ad un Velociraptor, era circa 2 metri di lunghezza, ed alto tra gli 1.50 e 1.60 circa. Era bipede e, oltre a un grosso cervello, una capacità visiva frontale e le "mani" a tre artigli "a falce" tipiche di un Raptor, che gli garantivano una certa abilità nella manipolazione di prede o oggetti, non è da escludere l'ipotesi che fosse anche un animale a sangue caldo. Secondo altre ipotesi, i meccanismi di riproduzione di questo piccolo predatore erano simili a quelle dei moderni Coccodrilli e degli Uccelli, deponevano uova in modo regolare a distanza l'una dall'altra, per poi proteggerle con il calore del proprio corpo una volta deposte in nidi, o altri ripari così da non lasciarle esposte anche ad eventuali pericoli. Nonostante la taglia ridotta ma con un cervello di dimensione notevole (e più voluminoso di quello presente in molti altri rettili oggi esistenti), il Troodon era quasi sicuramente un Dinosauro tra i più intelligenti, di classe nettamente superiore.
  22. cortesemente mi aiutate ad identificare questa moneta? Premetto che L unica facciata leggermente visibile e’ questa , con qualche rilievo. L altra e’ completamente liscia. Grazie in anticipo
  23. Salve a tutti. Cortesemente potreste aiutarmi ad identificare la moneta nella foto? Grazie mille in anticipo
  24. Yul

    Medaglie malatestiane?

    Buon pomeriggio a tutti. Da appassionato e curioso della storia della famiglia Malatesta di Rimini, volevo sapere se vi sono in giro per le aste (e quali aste sono?) o negozi numismatici specializzati in medaglie, ma molto fidati, medaglie di bronzo, oro o argento, riguardanti la famiglia dei Malatesta? In particolare sono interessato ai personaggi di Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468) e Galeotto Malatesta (1299-1385). Un grazie a tutti quanti coloro che vorranno aiutarmi. Buona giornata a tutti. Yul
  25. davide cantautore

    Anello, dimmi chi sei!

    Buongiorno a tutti, è la prima volta in vita mia che scrivo qualcosa in pubblico su internet... Ma dopo aver visitato questo "luogo" (e averne subito il fascino) ho deciso di battere la timidezza e chiedervi un consiglio! Non è detto che si riesca a capire qualcosa dalle foto, ma qualcuno di voi saprebbe dirmi qualcosa su quest'anello? Me lo regalò mia madre anni fa e da allora lo indosso sempre. Vi ringrazio già se vorrete condividere qualche vostra impressione sull' epoca d'appartenenza o cose simili. (se servono altre foto ditemi!) Grazie . Davide
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