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IGNORED

nasce il sito dell'Ist. per la Salvaguardia della Numismatica Italiana


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Buon giorno a tutti.

"....all'inizio era mia intenzione fondare una Società che fosse senza fini di lucro, ma il commercialista me lo sconsigliò...."

"....Per semplicità operativa è quindi stato scelto un status normale..."

"....Questa Società ha il nome di Istituto, perché vuole essere una cosa seria e super partes...."

Alla luce delle indicazioni sopra riportate (intervento di Cavaliere Bianco al post nr. 54) sarei interessato a conoscere qualche ulteriore notizia sull'Istituto; si tratta di una società di persone o è una società di capitali? E' già possibile richiedere la certificazione di monete? In caso affermativo, quali sono i costi?

Nel "Company Profile" del sito (ma neanche altrove, se ho guardato bene) non ho trovato alcun elemento dal quale desumere dove sia la sede legale della società e quale sia la partite IVA. Quest'ultima indicazione, a mente del D.P.R. nr. 404 del 2001,

http://punto-informatico.it/2083040/PI/News/partita-iva-home-page-subito.aspx

deve essere obbligatoriamente riportata nella home page da qualsiasi operatore commerciale (rectius: da qualsiasi operatore che persegua uno scopo di lucro) che utilizzi per la sua attività un sito Web.

Sperando che anche i dati sopra richiesti non siano "sensibili" come quelli relativi ai certificatori e al professore della Bocconi, ringrazio in anticipo per la risposta e saluto cordialmente.

Michele

Modificato da bizerba62
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Vorrei chiarire, a scanso di equivoci, che non sono contro l'iniziativa della perizia e certificazione delle monete proposta dall'ISNI

[anche se personalmente essendo interessato alle monete medioevali e antiche non vorrei MAI dover ingabbiare le mie monete sia pure a fini valutativi : i valori "tattili" di Berensoniana memoria sono insostituibili].

Ma sono invece contro un utilizzo di queste certificazioni nella pretesa di gradare delle monete per poterle uniformare e renderle oggetto di investimento.

Come sono contrario, si sarà capito, a iniziative che volgano a trasformare la moneta da collezione in un bene di investimento invocando una pretesa "regolamentazione e migliore efficienza del mercato" (che tutto sommato pur nelle sue storture - e il mercato che non le ha scagli la prima pietra - mi pare funzioni sufficientemente bene) ; tanto meno se poi tale regolamentazione è invocata per una supposta "tutela" del collezionista/investitore che, se accorto, sa benissimo tutelarsi da solo.

numa numa

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Vorrei ribadire che, da parte mia, non esiste alcun tipo di prevenzione nei confronti dell'ISNI, considerato che non sono nè un numismatico, nè un collezionista di pezzi pregiati, quindi non mi rivolgerei a loro, esattamente come ad altri (nè più, nè meno). Dati i miei interessi economici, mi premeva sapere qualcosa di più, su come si intendano impostare i citati "indicatori di mercato", dato che quanto ho sentito non mi ha convinto.

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Mah ..... un "qualcosa" che si autodefinisce "Istituto" per apparire "più serio e super pares", per acquisire un carattere di autorevolezza scientifica, e non presenta i suoi esperti ???

E il Comitato d'Onore? I discendenti di coloro che hanno regnato nel nostro Paese? Di coloro che hanno coniato valutato svalutato imposto accumulato etc etc le monete ...... tornano a dirci quanto valgono?

Saranno grandi i Papi, saran potenti i Re, ma quando li si siedono son tutti come me.

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Guest utente3487

Mah ..... un "qualcosa" che si autodefinisce "Istituto" per apparire "più serio e super pares", per acquisire un carattere di autorevolezza scientifica, e non presenta i suoi esperti ???

E il Comitato d'Onore? I discendenti di coloro che hanno regnato nel nostro Paese? Di coloro che hanno coniato valutato svalutato imposto accumulato etc etc le monete ...... tornano a dirci quanto valgono?

Saranno grandi i Papi, saran potenti i Re, ma quando li si siedono son tutti come me.

Ma abbiamo anche fior di pregiudicati...e la cosa non è che mi va tanto giù...

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quando leggo le disquisizioni economiche non capisco due parole su tre, e quindi non posso nè voglio entrare nel merito.

Riferendomi però al mio lavoro quotidiano posso affermare che:

- è a mio parere insostenibile dichiarare che un esperto (in questo caso un "professore della Bocconi"), quando esprime un'opinione, non possa dichiarare il suo nome, validando così le sue affermazioni, per rispetto di una policy della sua Azienda (sempre che quanto afferma non sia lesivo nei confronti dell'Azienda stessa. E non mi sembra questo il caso in questione).

- facendo parte , da molti anni (sad.gif ) della cosiddetta "comunità scientifica", mi capita spesso di organizzare o frequentare convegni scientifici nazionali ed internazionali, e di pubblicare lavori scientifici su riviste del settore, o di valutare lavori di altri per la pubblicazione. In ciascuna di queste occasioni se ciò che viene affermato e riportato (da me o da altri) non fosse accompagnato da nomi e cognomi, qualifiche, situazioni riguardanti eventuali conflitti di interesse, dichiarazioni di eventuali grants che abbiano supportato il lavoro, i comitati scientifici butterebbero immediatamente nella spazzatura quanto loro sottoposto, e non prenderebbero nemmeno in considerazione il lavoro.

- Dichiarare che non si comunicano i nomi degli esperti, che dovrebbero essere il nucleo portante di questa operazione, per evitare condizionamenti, è a mio parere risibile perchè 1° dopo un po' di tempo perfino la mia custode verrà a sapere chi sono 2° è in contrasto con l'atteggiamento universalmente tenuto in questi ambiti, e getta un'ombra pesante su un'operazione che potrebbe anche essere interessante. L'anonimato può andare bene in un forum, ma non può coprire "esperti" non meglio identificati, protetti dall'egida di un "Istituto".

Come già detto dall'amico Pier, personalmente non farei fare il grading di una mia moneta da uno sconosciuto per nessun motivo al mondo.

Modificato da mmon
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Condivido in pieno le argomentazioni di mmon che, pur definendosi inesperto di questioni economiche, applica una logica sceientifica che potremmo definire ancora più rigorosa.

Inoltre trovo moltpo corretto il richiamo a come un ente che decide di definirsi "istituto" (oltretutto per la salvaguardia e quindi non a fini di lucro) dovrebbe operare.

Nessuno vuole condannere in partenza, ma in un'iniziativa del genere vi dovrebbero essere dei presupposti minimi di trasparenza che la dovrebbero mettere al riparo da critiche di questo genere.

Secondo, esulando per un momento dal discorso trasparenza, si intravedono obiettivamente delle carenze molto forti di forma , di approssimazione nei contenuti, di strumenti offerti che inducono a considerare l'iniziativa lacunosa e non idonea ad essere sottoposta e offerta ad un pubblico potenzialmente fruitore.

Meglio sarebbe stato aspettare di essere pronti con un prodotto più valido e sperimentato da sottoporre al vaglio del pubblico, piuttosto che affrettarsi con qualcosa ancora carente sotto diversi aspetti che inevitabilmente solleva critiche formali prima ancora di quelle di contenuto

numa numa

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Nel "Company Profile" del sito (ma neanche altrove, se ho guardato bene) non ho trovato alcun elemento dal quale desumere dove sia la sede legale della società e quale sia la partite IVA. Quest'ultima indicazione, a mente del D.P.R. nr. 404 del 2001,

http://punto-informatico.it/2083040/PI/News/partita-iva-home-page-subito.aspx

deve essere obbligatoriamente riportata nella home page da qualsiasi operatore commerciale (rectius: da qualsiasi operatore che persegua uno scopo di lucro) che utilizzi per la sua attività un sito Web.

In realtà c'è anche di piú e il sito di una società di capitali (e quindi anche l'Istituto che è una srl) deve riportare:

1. sede della società

2. luogo e numero di iscrizione al registro imprese

3. capitale sociale effettivamente versato e quello esistente dall'ultimo bilancio (può essere minore in caso di perdite)

4. eventuale stato di liquidazione della società

5. eventuale stato di società con unico socio

In caso di inadempienza è prevista una sanzione da 206 a 2.056 euro per ciascun amministratore.

http://www.infosoft.it/siti_internet/obblighi-pubblicazione-informazioni-legali-sito-web_.asp

Tutto questo non obbligatoriamente nella pagina iniziale.

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"provate a digitare http://isni.it (senza www) ed ecco le informazioni richieste! "

E' vero.....adesso ho le risposte che cercavo................. ;) .

Per me questa discussione finisce qui. - Passo e chiudo.

Saluti.

Michele

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Guest utente3487

"provate a digitare http://isni.it (senza www) ed ecco le informazioni richieste! "

E' vero.....adesso ho le risposte che cercavo................. ;) .

Per me questa discussione finisce qui. - Passo e chiudo.

Saluti.

Michele

E chi vuole intendere intenda.....

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Iniziamo con i problemi tecnici riscontrati dal sig. Massimo Incuso, che ringraziamo della disponibità che ci ha offerto e che verrà contattato nei prossimi giorni.

Io ho una proposta. Ne parlavo oggi con i soci della assoziazione numismatica dei ducati, perché non organizziamo in occasione del prossimo convegno da noi (3 gennaio) una presentazione/dibattito delle vostre attività e proposte? So bene che l'iniziativa è già stata presentata ufficialmente già da un paio di mesi ma repetita iuvant?

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Io ho una proposta. Ne parlavo oggi con i soci della assoziazione numismatica dei ducati, perché non organizziamo in occasione del prossimo convegno da noi (3 gennaio) una presentazione/dibattito delle vostre attività e proposte? So bene che l'iniziativa è già stata presentata ufficialmente già da un paio di mesi ma repetita iuvant?

Mi sembra un'ottima idea, più c'è chiarezza su questa nuova iniziativa meglio è. Bravo Incuso, magari riesco a fare una scappata anche io, hai visto mai...... :rolleyes: :rolleyes:

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Guest utente3487

Mi sembra un'ottima idea, più c'è chiarezza su questa nuova iniziativa meglio è. Bravo Incuso, magari riesco a fare una scappata anche io, hai visto mai...... :rolleyes: :rolleyes:

Male non farebbe, ma dubito che tale offerta venga accolta...

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Male non farebbe, ma dubito che tale offerta venga accolta...

Non ci resta che ..............aspettare e vedere cosa risponderanno :D Giò :rolleyes:

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  • ADMIN
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Io viceversa sono fiducioso ;)

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Bisognerebbe capire qual'è il target di questo Istituto, se sono i collezionisti o gli investitori (ignari di nozioni numismatiche) da instradare nel settore numismatico (assieme ai loro capitali). Se è giusta questa seconda ipotesi, dubito molto che ci frequenteranno o che ascolteranno i nostri consigli.

Caius

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Guest utente3487

Bisognerebbe capire qual'è il target di questo Istituto, se sono i collezionisti o gli investitori (ignari di nozioni numismatiche) da instradare nel settore numismatico (assieme ai loro capitali). Se è giusta questa seconda ipotesi, dubito molto che ci frequenteranno o che ascolteranno i nostri consigli.

Caius

Eh già...

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Bisognerebbe capire qual'è il target di questo Istituto, se sono i collezionisti o gli investitori (ignari di nozioni numismatiche) da instradare nel settore numismatico (assieme ai loro capitali). Se è giusta questa seconda ipotesi, dubito molto che ci frequenteranno o che ascolteranno i nostri consigli.

Caius

Non sarei, comunque, sicuro di risultati....

Se gli investitori fossero privi di nozioni numismatiche ma non di conoscenze economiche (che in questo caso servono molto di più?)

A tale proposito aspetto ancora una risposta concreta ad alcune obiezioni, che ho mosso e con concreta, intendo economico-matematica.

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Non sarei, comunque, sicuro di risultati....

Se gli investitori fossero privi di nozioni numismatiche ma non di conoscenze economiche (che in questo caso servono molto di più?)

A tale proposito aspetto ancora una risposta concreta ad alcune obiezioni, che ho mosso e con concreta, intendo economico-matematica.

Concordo con Luke id,

professori della Bocconi o no, ben povera è la ratio economica sui cui si basano iniziative di questo genere.

Non aiuta inoltre invocare l'esperienza di esperimenti passati, a quanto mi consta, per lo più negativi.

I potenziali investitori dovrebbero essere dotati di molto coraggio per investire in monete al solo scopo di

realizzare a breve dei guadagni (coraggio tanto maggiore quanto minore la loro conoscenza del settore).

numa numa

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Tanto per chiarirci, gli indici di borsa esprimono una valutazione su di un luogo "chiuso", ossia su tutti gli scambi, che avvengono all'interno della borsa stessa. Come sarebbe possibile, qualcosa di simile su un mercato mondiale? Già basarsi sulle sole aste italiane sarebbe limitativo (sia come area di mercato, sia come canale di vendita) e non credo sia, comunque, agevole monitorare ogni singolo passaggio d'asta italiano. E per le monete, che non passano in asta? Creare un semplice indice dei prezzi, non rischia di diventare uno strumento meramente indicativo e presumibilmente fallace? Oppure credete, davvero, che gli indici istat siano credibili ed indicativi del livello generale dei prezzi? Anche lì si tratta di un paniere di beni, a mio parere, non indicativo dei consumi generali del paese.

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Potenziali investitori ci potrebbero anche essere. E' da un po' che vediamo nel mercato numismatico la presenza di acquirenti che se non sono collezionisti e neppure studiosi sono certamente investitori. Si serviranno da commercianti (spero) ma sicuramente prendono nelle aste ciò che è indicato come top. Forse potrebbero essere interessati ad appoggiarsi ad un prestigioso "istituto". Se poi questo è avallato da "figli di / discendenti di"....... .

Ci saranno anche presupposti economici e di mercato, ... ma che tristezza pensare a monete incellofanate e nascoste in qualche buco solo per interessi economici, in mano (beh,in mano,... figurati se le toccano) a persone senza passione numismatica. Non è questo il fine dell' "istituto"?

Salvaguardia della Numismatica? Bah, spero si l'idea di uno che si è inventato questo potenziale business. Fosse qualcosa di più serio, se dovesse rivelarsi qualcosa di più serio di quello che appare, ...... bene, ... massi bene, perchè no,.... ma allora ci vogliono nomi e più chiarezza.

Ma che fine ha fatto il bianco cavaliere, il cavallo s'è azzoppato?

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