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  1. Ciao! qualcuno saprebbe dirmi qualcosa su questa monetina? Circa 2 cm di diametro, mi pare di intravedere una croce simile a quella presente su questa moneta qui https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE2/22 ma non saprei... Grazie a chi risponderà!!
  2. Starnuto di topo

    Scudo Genova?

    Ciao! Vorrei identificare questa moneta: Peso: circa 34 g Diametro: circa 36 mm (nelle foto: i quadretti sono di 4 mm) Materiale: ignoto, patina scura; si ipotizza argento (le foto sopra sono leggermente ritoccate e i colori un po' sfasati): ecco delle immagini con colori non ritoccati: Diritto: Castello coronato, asterischi ai lati, data sotto; attorno al castello: cerchio perlato tra due cerchi. Iscrizione: "DVX * ET * GVB * REIP * GEN" La data è deteriorata e le prime due cifre sono quasi illeggibili; le ultime due cifre sembrerebbero "94"; ipotizzo "1494", ma anche "1594", "1694". Rovescio: Corce con asterischi in ogni quadrante. Iscrizione: "+CONRADVS * II * RO * REX * I * V *" Mi sembrerebbe uno Scudo di Genova, come questo:https://en.numista.com/catalogue/pieces21453.htmlma la data sembra discordare col periodo di coniazione. Una moneta simile è inoltre descritta nel "Corpus nummorum italicorum, vol III, Liguria", http://www.numismaticadellostato.it/web/pns/iuno-moneta/biblioteca/corpus?p_p_id=CNI_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_H8fC&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-1&p_p_col_count=1&_CNI_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_H8fC_actionName=cniPDF&_CNI_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_H8fC_volCni=III&_CNI_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_H8fC_numPage=1&_CNI_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_H8fC_javax.portlet.action=invoke (TAV XII, 1) e relativo riferimento: Anche in questo caso, la data pare incompatibile. Un'altra moneta simile è indicata in: http://www.rhinocoins.com/ITALY/GENOVA/SCUDI.HTML 1/2 SCUDO II TYPE 19 GRAMS SILVER 30-36mm coniata tra il 1594 e il 1636 In questo caso, la data è compatibile (assumendo 1594), così come lo sono il disegno e le iscrizioni, ma non il peso e la dimensione. Potrebbe, a questo punto, trattarsi di uno scudo di Genova del 1594? Un'ulteriore ipotesi è che si tratti di un falso: si è a conoscenza di contraffazioni simili? Grazie!
  3. salve e buongiorno a tutti... cortesemente qualcuno sa dirmi approssimativamente in che stato di conservazione si trova la seguente moneta e l'attuale valore?! grazie mille in anticipo
  4. Alessioildoge

    GROSSI DI GENOVA

    Ciao a tutti, visto che vengono pubblicati spesso grossi di Genova ho pensato di aprire una discussione generale dove magari si potranno continuare a pubblicare le monete di chi desidera condividere con noi queste meraviglie, cosi' da averle raggruppate. Io inizio con il mio ultimo acquisto, un grosso "da 6" tipologia I.III 1 del peso di 1.71 g, magari sarà un caso ma noto che l'imago civitatis oltre ai soliti prolungamenti obliqui in basso, viene anche tagliato alla base proprio nel centro e mi sembra abbastanza netto il prolungamento centrale, cosa ne pensate?
  5. Ricevuto foto da un mio amico, diametro 12mm, peso circa 1 gr . Grazie
  6. Salve a tutti Apro questa discussione per mostrarvi un interessantissimo quartaro, che ho avuto la possibilità di vedere in una collezione privata. Si tratta di una tipologia molto rara e di difficile attribuzione ; già descritta nel CNI al n34 ma, di cui personalmente non avevo mai visto neanche un esemplare. Quello qui presentato , proveniente dalla collezione Pesce, è probabilmente lo stesso di cui scrive il Janin nel suo articolo sui quartari genovesi: " Dei quattro col Grifo, uno corrisponde esattamente al n. 34 del C.N.I. ed ha le diciture VNVIAV e AVIANVO " http://www.mariojan.com/monete/numis_03_83.html Le legende e lo stile molto particolare fanno pensare ad una contraffazione , sebbene sia molto difficile poterla attribuire ad una determinata zecca o signoria emittente, come nel caso degli esemplari presentati alla recente conferenza di Finale Ligure o di altri già postati su questo forum. Qualche idea ? Esiste un comune in Veneto di nome Aviano , le cui origini rislagono all'impero romano , dove risulta sorgesse un castello nel medioevo molto conteso da diverse famiglie nel XIV sec. fra cui i Carraresi. La locazione però mi pare piuttosto improbabile anche per fare solo delle ipotesi senza nessuna fonte. Il peso è di 0,47g mentre il materiale sembrerebbe essere rame. @adamaney tu cosa ne pensi ?
  7. Martin_Zilli

    Mai sottovalutare la "ciotola"

    Voglio iniziare questa discussione per poter condividere quelle situazioni che io adoro, ovvero, i ritrovamenti di monete relativamente "belle" nelle ciotole colme di comuni monetine di Vittorio Emanuele iii . Ho notato che é successo a varie persone nel forum. Per cominciare vi posto questo 10 soldi genovese 1814 che "ho portato a casa" per 2€, trovato in un vassoietto in una bancarella a Porta Portese-Roma.
  8. ambidestro

    per gli amici genovesi

    posto l'immagine di questa moneta di Genova, sperando di fare cosa gradita e ricevere dei commenti un due scudi del 1631 pesa gr.76,5 e un diametro di mm.60
  9. scacchi

    genova colonia di caffa

    salve mi piacerebbe sentire un parere dei conoscitori su questa monetina si avvicina a questa http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL3/38 grazie cordialita mirco
  10. Salve a tutti condivido con voi l'ultima arrivata nella collezione di monete genovesi; appartenente alla fase finale del periodo dei Dogi Biennali. Si tratta di un esemplare da 10 Soldi o Mezza Lira del 1792, primo anno di coniazione di questa moneta. Moltissime sono le varianti conosciute ed è un vero peccato che ancora nessuno abbia provveduto a fare una vera e propria sorta di censimento. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE34/23 esemplare che nonostante presenti qualche debolezza di conio ed un piccolo segnetto sul bordo trovo sia comunque ancora molto bello, considerando poi la qualità media degli esemplari che si vedo in giro. ex Varesi 54 lotto 1393.
  11. Ciao a tutti ! Da quando mi sono iscritta al forum mi sto facendo dare monete da tutti i miei parenti :)... questa me l'ha data mio zio, non avevo mai visto un marengo così, voi lo conoscete, sapete se può avere un valore numismatico?
  12. Salve a tutti , sto facendo uno studio sui soldini IQDP genovesi , comunemente attribuiti a Valerando di Lucemburgo, e volevo sapere se vi sono noti ripostigli o ritrovamenti databili contenenti questi esemplari . Ho controllato anche fra tutti i ripostigli elencati nel nuovo MEC 12 ma, nulla . Grazie a tutti in anticipo per l'eventuale aiuto ! Matteo
  13. cari amici Una domanda per gli esperti della monetazione genovese, scusandomi anticipatamente qualora il tema fosse già stato trattato in altra discussione. Sfogliando oggi la pregevole opera di Pesce ho visto che riporta il tipo da 10 Scudi con la data del 1717. Io sapevo che questo mitico massimale sarebbe esistito effettivamente in un unico esemplare, coniato su committenza privata come avveniva anche per il 5 e 6 scudi ad esempio, ma che in seguito e' andato perduto. Chi ne sa di più? Grazie dei contributi M
  14. Apro questa discussione al fine di raccogliere le immagini di monete, medaglie, banconote e manufatti d'arte che rappresentano il mito di "San Giorgio e l'uccisione del Drago" di ogni epoca e luogo di provenienza presenti nelle nostre collezioni. Invito gli utenti di tutte le sezioni del forum a condividere le foto di quanto hanno a disposizione nelle loro raccolte accompagnate da una breve presentazione dell'oggetto o anche dell'artista, in modo da poter creare una bella miscellanea tematica. Spero che l'idea piaccia e la partecipazione sia nutrita e trasversale agli interessi dei partecipanti al forum. Credo sia innanzitutto opportuna una breve introduzione circa la vita del Santo e la leggenda che l'accompagna: San Giorgio di Carlo Crivelli (1472) L’esistenza di Giorgio, santo vissuto nel II secolo, è ancora avvolta dal mistero, tanto che i papi cattolici Giovanni XXIII e Paolo VI hanno ridimensionato la sua importanza e il culto. San Giorgio, però, è ancora tra i santi più amati in Oriente e in Occidente; la Chiesa russa lo considera ieromartire (o megalomartire), molte nazioni (come Inghilterra, Lituania, Georgia, che ne porta il nome, e Portogallo) lo hanno elevato a patrono, così come le città di Barcellona, Genova, Venezia, Ferrara, per citarne solo alcune. Gli è stato persino dedicato un cratere sulla Luna. San Giorgio in lotta contro il drago e dodici scene della vita, Bulgaria (Pietro Minjov di Triavna), 1840, tempera su legno, cm 134x86,5 cm (Museo di Storia nazionale di Sofia) Pochi sono i documenti veramente attendibili, moltissimi quelli più o meno encomiastici. La verità storica si basa su pochi passi degli scrittori latini Teodosio Perigeta, Antonino da Piacenza e Adamnano, che testimoniarono l’esistenza a Lydda (Diospoli), in Palestina, del sepolcro di San Giorgio martire e la intensa venerazione del popolo, su un’epigrafe greca del 368 rinvenuta in Eaccaea di Batanea, che parla di una casa del santo, e sui resti archeologici della basilica cimiteriale, il cui primo nucleo può essere datato ad anni vicini alla vita di Giorgio. Tutto qui, il resto – ciò che noi crediamo di conoscere – deriva dalla Passio Georgii, biografia scritta agli inizi del V secolo e già classificata apocrifa dal Decretum gelasianum del 496, e dalle successive rielaborazioni e integrazioni leggendarie, codificate nel XIII secolo nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze (o da Varagine, morto nel 1298) e ampliate in codici manoscritti successivi. San Giorgio in lotta contro il drago, Georgia (Samegrelo), 1849, argento dorato, legno, cm 25x20 (Museo d’Arte statale di Tbilisi) Giorgio nacque intorno al 280 in Palestina (ma altre fonti dicono presso la foce del Danubio, vicino al Mar Nero), da Geronzio, persiano, e Policronia, cappadoce, che lo educarono cristianamente fino alla sua partenza per il servizio militare, dove divenne ufficiale delle milizie romane e poi cristiano. Quando l’imperatore Diocleziano ordinò la persecuzione contro i cristiani, non esitò a consegnare Giorgio, pur apprezzandone il valore, in mano all’imperatore persiano Daciano che lo fece incarcerare e torturare. Secondo il racconto di Jacopo da Varazze, Daciano convocò settantadue re per decidere le misure da prendere contro i cristiani. Davanti alla corte, Giorgio distribuì i beni ai poveri e, confessandosi cristiano, si rifiutò di sacrificare agli dei. Giorgio fu spogliato delle vesti, flagellato con nervi di bue, costretto a mettere calzari infuocati guarniti di chiodi, colpito da martellate tanto violente da fracassargli il cranio, legato e sbattuto in prigione, dove ebbe la visione del Signore che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la risurrezione. Visto che Giorgio era irremovibile nella sua fede, Daciano convocò il mago Atanasio, chiedendogli di vincerlo con un incantesimo: Atanasio divise in due un toro con una formula magica e offrì a Giorgio una bevanda avvelenata, ma il santo, prima di morire, convertì Atanasio che fu subito messo su una ruota armata da ogni lato di punte e lame, tagliato in dieci pezzi e gettato in un pozzo. Allo scoppio di un tuono, Giorgio risorse la prima volta. Ciò provocò la conversione del capo delle milizie Anatolio e di tutti i soldati che furono immediatamente passati a fil di spada. Giorgio fu ricondotto in tribunale, gli versarono in bocca del piombo fuso e gli piantarono in testa sessanta chiodi roventi, poi lo appesero a testa in giù su un braciere; infine, lo ricondussero in prigione. All’indomani, il re Magnenzio giurò che si sarebbe fatto cristiano se Giorgio fosse riuscito a far fiorire e fruttificare ventidue sedie di legno. Il miracolo avvenne, ma il re lo attribuì al dio Apollo e Giorgio ne distrusse subito il tempio. Il santo fu allora squartato e gettato in una caldaia con piombo e pece, ma nel mezzo di un gran frastuono discese il Signore, accompagnato da Michele e i suoi angeli, che risuscitò Giorgio per la seconda volta. Alla vista di tanti tormenti, la moglie di Daciano, l’imperatrice Alessandra, si convertì al cristianesimo e, per questo, condannata al martirio. Già sul patibolo, Alessandra chiese a Giorgio cosa ne sarebbe stato di lei dato che non aveva ancora ricevuto il battesimo, ma il santo la tranquillizzò: “Il tuo sangue versato ti sarà battesimo e corona”. Giorgio fu quindi esposto agli uccelli che lo smembrarono, ma anche questa volta risorse. Il giorno appresso, Giorgio fu condannato alla decapitazione. Condotto alla porta di ferro il martire chiese a Dio il fuoco del cielo per incenerire Daciano, i settantadue re e tutti i pagani presenti e, esaudito, lo implorò di concedere protezione a coloro che invocavano il suo nome. Il Signore rispose che coloro che avrebbero venerato le sue reliquie, sarebbero stati esauditi. Solo allora, Giorgio si lasciò decapitare. Era l’anno 303, Giorgio aveva circa ventitré anni. Nelle diverse versioni della vita del santo si possono leggere altri particolari dei supplizi subiti da Giorgio (costretto ad entrare in una fossa piena di calce viva, frustato con cinghie di cuoio e percosso con martelli da fabbro, gettato da un precipizio e dato alle fiamme, immerso in una caldaia di olio bollente...) e versioni alternative alle pene citate (come le ventidue sedie sostituite da diciassette persone morte da quattrocentosessant’anni, che furono risuscitate, battezzate e fatte sparire); anche i nomi dei personaggi non sempre coincidono. Fu sepolto a Lydda, in Palestina, dove ancora oggi sono visibili i resti archeologici della basilica cimiteriale che fu costruita in suo onore nel V secolo, incendiata dai Persiani all’inizio del VII secolo, riedificata e ancora rasa al suolo dal califfo Hakim nel 1010. Ancora una volta ricostruita, fu distrutta nel 1099 per impedire ai crociati di usare le travi come materiale bellico, ma i crociati la rieressero. Nel 1191, quando Riccardo Cuor di leone combatté contro il Saladino, la chiesa fu nuovamente distrutta. Fu Riccardo, devoto a san Giorgio, che introdusse il suo culto in Inghilterra, dove il sinodo lo elesse nel 1222 santo patrono del regno. La tomba di san Giorgio presso Lod (Israele) Già all’epoca delle crociate, in tutta l’area del Mediterraneo, si era diffusa l’immagine del santo in lotta contro il drago, narrata nelle passiones di san Giorgio dal IX secolo, racconti che facilmente traevano spunti dai racconti mitologici e folcloristici per esaltare le prodezze dei santi. Fu forse una falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore Costantino a Costantinopoli, descritto da Eusebio come vincitore di un drago (cioè il nemico del genere umano), oppure la suggestione provocata da una raffigurazione del dio egizio Horus, il purificatore del Nilo raffigurato come cavaliere dalla testa di falco, in uniforme romana, in atto di trafiggere un coccodrillo (simbolo delle energie distruttrici del cosmo) tra le zampe del cavallo, che suggerirono storia e iconografia del “Il miracolo sul drago”, detto anche “San Giorgio in lotta contro il drago”, raccontata anch’essa nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze. LA LEGGENDA AUREA San Giorgio in lotta contro il drago, Russia (Mosca), XIX secolo, lega di rame, smalti di cinque colori, h 9 x 7,6 cm (Museo Rublëv, Mosca) In quest’episodio – che per taluni evoca il mito di Perseo e Andromeda, mentre per altri simboleggia l’eterna lotta fra il bene e il male – si narra che a Silene, città della Libia, viveva in un lago un drago mostruoso che a volte giungeva fino in città dove con il suo fiato avvelenava chiunque gli capitasse a tiro. Gli abitanti, impauriti, placavano la sua fame dandogli ogni giorno due pecore, ma presto il numero delle pecore diminuì. Interpellato, l’oracolo disse di offrire al drago una pecora e un essere umano, scelto con un sorteggio. Quando venne la volta della principessa Elissava (in italiano, Margherita o Cleodolinda), il re tentò di riscattarla offrendo tutto il proprio patrimonio e metà del regno, ma il popolo rispose: “I nostri figli sono morti e tu vorresti salvare tua figlia? Se non lo permetterai bruceremo te e la tua casa”. Elissava, in lacrime, fu portata sulla sponda del lago in attesa del proprio destino. Proprio in quel momento sopraggiunse Giorgio che consolò la ragazza e le promise aiuto. Di lì a poco, il drago emerse tra fuoco e vapori pestiferi, ma Giorgio si affidò a Dio e si avventò sul drago ferendolo profondamente con la lancia. Il drago cadde a terra e Giorgio disse a Elissava: “Avvolgi la tua cintura al collo del drago”, lei obbedì e il drago cominciò a seguirla mansueto come un cagnolino. Vedendoli arrivare, il popolo si atterrì ma Giorgio li rincuorò: “Non temete, il Signore mi ha permesso di liberarvi da questo mostro. Credete in Cristo ed io ucciderò il vostro persecutore”. Felice, il re donò al salvatore immensi tesori, ma Giorgio li distribuì ai poveri e, dopo aver battezzato tutti gli abitanti della città, riprese il cammino. Icona custodita nella chiesa di San Giorgio Extra, che raffigura San Giorgio mentre uccide il drago; sullo sfondo il Duomo e la città di Reggio Calabria. Sembra sia di origine copta l’iconografia del santo ritto su un cavallo bianco, avvolto in un mantello sollevato dal vento che lascia vedere la corazza sottostante e nell’atto di infilzare la lancia nella gola del drago, mentre la mano di Cristo lo benedice. Fu comunque molto frequente in Oriente fin dal X secolo e, successivamente, in Europa. Esiste anche una variante “corta” dell’iconografia, dove Giorgio è rappresentato mentre atterra il drago agguantandolo per il collo. Molto diffusa, più in tempi antichi che in quelli recenti, fu anche la rappresentazione isolata di San Giorgio, col capo scoperto e i lunghi ricciuti capelli, armato di corazza e clamide, scudo e lancia. L’immagine del cavaliere vincitore è tipica del Medioevo; tuttavia, Giorgio non restò solamente il santo dell’aristocrazia e della cavalleria (di cui divenne patrono), ma entrò a far parte della cultura popolare, che nelle rappresentazioni religiose teatrali rappresentava spesso l’uccisione del drago. Inoltre, Giorgio era ed è considerato il protettore dei lavori dei campi, dei cavalli, dei pastori e dei contadini (il nome Giorgio deriva dal greco georgos che significa agricoltore). Non è quindi un caso che la sua festa principale sia stata fissata il 23 aprile, in un periodo in cui si celebravano le feste primaverili pagane. Nel giorno della sua festa, per esempio, sulle Alpi si conduceva per la prima volta il bestiame al pascolo. In questo giorno, inoltre, san Giorgio faceva sì che il terreno si spaccasse in modo che i serpenti, rimasti nascosti durante l’inverno, potessero tornare in superficie: una tradizione che, unita al leggendario combattimento contro il drago, determinò il fatto che il santo fosse invocato in caso di morsicature di serpente. Tuttavia, i modi del suo martirio lo rese, agli occhi del popolo, il santo "esperto" di quasi tutte le sofferenze, i dolori e i disturbi, invocato contro le infiammazioni febbrili, l’epilessia, la peste e la lebbra. Nei paesi slavi era chiamato anche contro le streghe. Fonti: Larici.it e wikipedia Una buona serata e buon divertimento a tutti, aspetto i vostri tesori. E.
  15. Carissimi, visto che ancora mi pare non lo abbia fatto nessuno volevo segnalarvi che il prossimo 18 marzo alle ore 17,00 verrà inaugurata la mostra: Genova nel Medioevo, una capitale del Mediterraneo al tempo degli Embriaci. La mostra si terrà nel complesso museale di S. Agostino e rimarrà visibile fino al 26 giugno 2016. Ovviamente l'ingresso in occasione dell'inaugurazione sarà gratuito. Nella mostra saranno esposti i materiali artistici, archivistici e archeologici tra i più belli e di più recente ritrovamento rispetto al tema prescelto. Quanto alle monete insieme con Daniele Ricci (@@fra crasellame) abbiamo scelto di esporre tra le monete più belle e interessanti di Genova databili tra il 1139 e il 1313, insieme ad una selezione di coevi pezzi di area mediterranea, che dai documenti e dai ritrovamenti sappiamo usati dai genovesi nei loro traffici internazionali. Si potranno ammirare per ciò le monete della collezione di Banca Carige e delle collezioni dei Musei Civici di Strada Nuova, oltre a pezzi scelti dei ripostigli di Via Venezia e Corso Sardegna di Genova, attualmente in corso di studio per la pubblicazione. Infine saranno esposte anche monete ed uno splendido sigillo del Comune di Genova prestati da privati, alcuni dei quali attivi in questo forum (grazie ancora!). La mostra è arricchita da un catalogo che dal punto di vista numismatico presenta in sintesi le ultime proposte di classificazione e di datazione delle monete genovesi di XII e XIII secolo per come elaborate da parte della sottoscritta e di Ricci. Spero di vedervi in quest'occasione o che comunque riusciate a visitare la mostra nel periodo della sua durata :). Un saluto cordiale MB
  16. filippo88

    2 lire 1793 Genova

    Ciao a tutti, volevo condividere con voi questo 2 lire davvero eccezionale del 1793 della repubblica genovese... Secondo alcuni commercianti che l'hanno avuto in mano definito il più bello che hanno visto, Cosa ve ne pare?vi garba??
  17. Salve a tutti , torno finalmente a postare una nuova moneta in questa magnifica sezione: un grosso IQDP coniato a Genova La datazione di questa moneta è ancora incerta e a tal proposito desidero citare l'articolo sulla monetazione grossa genovese dei membri @@monbalda e @fracrasellame dove nell'ultimo paragrafo viene proprio esaminato questo nominale e vengono proposti due possibili archi temporali in cui collocare tale emissione. La prima possibile datazione va dal 1320 al 1339 negli anni precedenti alla fase dogale , mentre la seconda e inedita datazione proposta va dal 1350 al 1353 ponendo quindi tale coniazione praticamente contemporanea con quella dei minuti IQDP ( sui quali mi piacerebbe molto sentire il pareri degli esperti riguardo alle nette differenze stilistiche dei tue tipi ) la moneta in particolare proviene dalla recente asta Bolaffi , ex collezione G.B. Rinaldo . Si tratta di una moneta non particolarmente rara ma, comunque difficile da trovare in ottima conservazione ( sono molto soddisfatto per la conservazione del mio esemplare ) il peso è di 3,03 g. , abbastanza alto per la tipologia penso sia dovuto proprio alla mancanza di usura. ogni parere e ovviamente ben accetto :)
  18. blush20

    4 lire 1799

    Nell'album La mia raccolta

  19. Mi sono chiesto: ma cos’è successo nel 1554 per far decidere al doge di Genova di coniare una moneta tanto diversa dal solito? Dati di fatto: Era da 13 anni soltanto che a Genova si coniavano monete con la data in un solo nominale: lo scudo d’oro, solo successivamente furono battute le altre monete con la data, mentre per gli altri nominali continuavano le emissioni con i vecchi coni senza data. Venezia era in crisi, per la perdita d’importanza delle rotte mediterranee a favore delle nuove vie commerciali apertesi dopo la scoperta dell’America e circondata dalle potenze europee (la Spagna nel Ducato di Milano, gli Asburgo a Nord e l’impero ottomano a Oriente oltre a essere spesso in contrasto con lo Stato della Chiesa). In quel contesto Genova pensò di coniare una moneta copiando l’iconografia veneziana con N. S. Gesù che porge il vessillo al Doge. L’unico grande avvenimento che può aver determinato quella scelta fu la perdita della Corsica, nel settembre 1553, da parte ribelli còrsi sostenuti dai francesi e dal pirata Draghut che, per l’occasione, si era accordato direttamente con il re di Francia (quando i pirati militano dalla parte dei re diventano stimati gentiluomini, infatti Enrico II il 6 giugno 1553 scrive al pirata: “Magnifico signore Draghut Bey”, oltre ad esprimere la stima per la sua “lunga esperienza e valore”, Sua Maestà gli comunica di aver ordinato al barone La Garde di favorirlo e assisterlo perché faccia “bon et grand boutain” -buono e grande bottino- e conclude supplicando il “Creatore Magnifico Signore, perché lo abbia nella Sua Santissima guardia”). Per i genovesi lo sgomento fu grande, la Corsica era strategicamente troppo importante per vederla in mano ai francesi, ma non solo per i genovesi, infatti Carlo V mette a disposizione la sua armata; il duca di Firenze Cosimo e e il governatore di Milano mettono a disposizione cavalli e fanti e anche Andrea Doria (che aveva 87 anni) in quell’occasione aprì finalmente e generosamente i cordoni della borsa dando il buon esempio ai ricchi e meno ricchi genovesi concorrendo a dotare la Repubblica dei mezzi necessari alla riconquista. Ed ecco che ricevuto solennemente in cattedrale lo stendardo della Repubblica dal Doge, il 10 novembre 1553, Andrea Doria parte al comando di 36 galee e 15 navi. Con la pace firmata a Cateau Cambrésis nel 1559 tra Spagna e Francia, la Corsica verrà riconfermata a Genova consentendo al moderato Giorgio Doria di trovare un punto di convergenza e pacificazione tra i còrsi ormai soli, senza aiuti e persino discordi tra loro. Secondo me questo avvenimento ha determinato l’emissione di questa moneta. Ecco i tre tipi: il primo coniato con data 1554, il secondo con data 1554, 1557 e 1558 e il terzo con data 1561 e 1563. PS x @@dabbene se ritieni di aggiungere questo post a quello bellissimo: “tra iconografia, sogno e araldica” potrebbe anche essere che magari…riparte
  20. Uno scudo tira l'altro.....Genova e che Genova almeno per me..., spesso si parla di monete che affascinano, che è un piacere averle tra le mani, della loro iconografia simbolica, del loro aspetto artistico, ecco io credo che questa moneta racchiuda un po' tutto questo.... La tieni in mano e hai una sensazione incredibile, il pensare che ci fossero monete così, di grande modulo, di peso elevato, oggi ti sfonderebbero le tasche.... :blum: Veniamo alla moneta, viene dall'ultima Asta Varesi, Varesi la considera molto rara e BB, credo ci possano essere tante osservazioni, intanto le sigle dovrebbero essere IBSvs, in realtà vedo una B , se non erro, e sopra una piccola I o la testa della I sotto la B, poi non molto distinguibili in realtà in piccolo vs, e poi la Vergine....il Bambino senza raggiera e i cherubini con le stellette tra loro come fossero una corona per la Vergine....a me indubbiamente piace molto, vediamo se genovesi o conoscitori di queste monete vogliono darmi qualche dritta in più....
  21. No, Disney non c’entra niente, il Pippo di cui mi accingo a scrivere è Filippo Maria Visconti. Niente di serio, ovviamente, ma una libera interpretazione di quel poco che ho potuto leggere e soprattutto capire …a modo mio. Pippo, Signore di Genova dal 1421 al 1435, non è stato molto amato dai genovesi, si prese la Repubblica che gli fu offerta da Tomaso Campofregoso, quando ormai non c’era più speranza, in cambio della personale salvezza e una cospicua “buonuscita” …… Il motivo di questo “poco amore” si può ben intuire da quello che lui stesso scrisse in merito alla sua “politica”: “Facilmente si regna sovra un branco di pecore, e più facilmente se ben tosate, perché la verga del pastore va più sul vivo.” Due righe “serie” per inquadrare il momento storico: “Filippo Maria Visconti preparava da tempo il terreno propizio alla campagna di conquista di Genova per mezzo di una preventiva azione diplomatica volta ad isolare il doge Tomaso Campofregoso e a presentare la signoria straniera come unico possibile rimedio all'inconciliabilità delle fazioni cittadine. L'attacco decisivo viene sferrato durante l'estate del 1421, quando il duca di Milano invia contro Genova due eserciti al comando di Guido Torello e del famoso condottiero Francesco Bussone detto il Carmagnola. La situazione per Genova precipita in breve tempo. Sconfitto per mare dalla flotta aragonese, alleata del Visconti, e premuto dall'esercito milanese, attestato sulle alture retrostanti la città, Tommaso Campofregoso presto rinuncia a proseguire una lotta troppo impari ed inizia trattative di resa con i rappresentanti ducali. La sottomissione di Genova viene così ad assumere l'aspetto di una cessione contrattuale, secondo uno schema già collaudato nel 1396 in occasione dei negoziati tra Antoniotto Adorno e Carlo VI per il passaggio del Comune sotto la sovranità francese: sostituzione del doge con un governatore di nomina viscontea e conservazione di ogni altro istituto pubblico cittadino. Fra l’altro la “dedizione” stabilisce che il Comune di Genova sia tenuto a consegnare al duca di Milano la fortezza cittadina del Castelletto e acta castra del Dominio, ritenuti capisaldi fondamentali per il controllo del territorio genovese. Le fortezze in questione, come nel 1396, sono in realtà dieci, quattro delle quali - Ovada, Novi, Gavi e Voltaggio - già di fatto in mano viscontea: «[. ..] Item quod dictum Commune Ianue confestim ponere teneatur realiter et de facto in manibus dicti domini ducis Mediolani Castelettum Ianue et octo castra, seu fortìlitia, computatis in ipsis octo castris Vultabii, Gavii, Uvade et Novarum, que de presenti tenentur per prefatum dominum ducem «[. ..]». Sebbene avesse conseguito la signoria su Genova, Filippo Maria Visconti, anziché restituire all'amministrazione genovese le terre dell'Oltregiogo, preferisce dunque mantenere un più stretto controllo su quest'area di rilevante importanza strategica: L'agognato sbocco al mare avrebbe d'altronde perso parte del suo significato economico senza sicure vie di comunicazione tra la pianura padana e la costa, onde l'esigenza di mantenere presidi militari nei punti nodali del transito verso Genova e le riviere.” Durante il suo governo fu coniato il ducato che allego in cui, visto che mi dispiaceva un po’ vederla senza la metà superiore della legenda, ho provato ad inventarmi una nuova categoria: la fantanumismatica, cioè ho aggiunto con il fotoritocco il bordo esterno con la legenda che manca facendo diventare la mia moneta un bel ducato “completo”. Penso che la moneta non sia “tosata” successivamente la sua emissione, credo anzi sia uscita così dalla zecca in quanto il suo peso è 3,52 gr che è perfetto rispetto alla media ricavata dai 22 esemplari del CNI di 3,5122 gr, quindi è probabile che, avendo coniato un esemplare con uno spessore eccessivo, in zecca, piuttosto che rifonderla, abbiano raschiato il bordo per farla rientrare nel peso stabilito … d’altra parte occorreva battere moneta a tutto spiano per soddisfare la voracità di Pippo. Se la moneta fosse stata veramente come il fantaducato allegato, in proporzione al suo peso reale, sfiorerebbe i 5 grammi circa. Non so se quanto ho scritto sia d’interesse anche per voi, per me è stato un bellissimo pomeriggio di ricerca passato in ottima compagnia…
  22. matteo95

    stesso conio ?

    salve a tutti , qualche tempo fa presi ad un asta una medaglia II tipo di Genova , assieme ad essa vi erano tre medaglie I tipo di cui una in particolare mi incuriosò particolarmente perchè presentava un strano segno dalla R di REX . ( purtroppo le foto son quel che sono ) Oggi stavo riguardando le monete della prossima asta InAsta e mi accorto che c'è una medaglia che sembrerebbe avere al R/ lo stesso conio ....... Matteo
  23. Il XVII secolo fu per i genovesi un secolo difficile: due guerre di difesa contro l’aggressione sabauda, la peste del 1656-57, l’insolvenza spagnola del 1625 che distrusse un patrimonio di molti milioni di scudi (si calcola 16 milioni di scudi d’oro), la carestia del 1678 e infine il bombardamento da parte dei francesi del 1684. Torniamo al 1678, anno di carestia difficile anche per i ricchi. Poco, pochissimo lavoro. La zecca deve eseguire un ordine di monete d’argento in tempi brevissimi. Si mette in moto quindi tutto il necessario. Verso la fine del lavoro l’addetto alla macchina si ritrova una moneta incastrata che si spezza, corre subito dal responsabile, Gio. Luca Maiolus: Addetto - "Meistro, a se ròmpia a monæa, cose fèmmu? Saieiva da mandala a rifònde." ....("Maestro, si è spezzata la moneta, cosa facciamo? Sarebbe da inviarla alla fusione.") GLM - "Cooose? Ma t’ei abelinou? Pe cosci poco! Ma ti sæ che rifònde le monæ sun dinæ, dinæ e dinæ? T’ei de màneghe larghe, pezo di venexien! Anchêu bezêugna andà de spescia! Belin! Assardila, e che segge ben attaccà. Tòrna in to laôu, scansafadighe, oh belin, ma miæ'n pö chi cosa me tocca de sentì!" ...(Cosa dici? Sei proprio svampito! Per così poco! Ma lo sai che rifondere le monete sono spese, spese e spese! Sei uno scialacquatore peggio dei veneziani (ndr scusatelo). Oggi occorre andare di fretta! Perbacco! Saldala, e che i due pezzi siano ben fissati! Ritorna al tuo lavoro, scansafatiche, perdinci! Ma vedete voi cosa mi tocca ascoltare!) Il povero Addetto cerca quindi di sopperire al danno, crea un "incastro di testa" lungo il diametro spezzato, salda, spiana e leviga. Alla fine il 4 lire è pronto per la consegna come lo vedete nella fotografia che allego. Io non credo ci siano al mondo monete con questa caratteristica, le altre zecche avrebbero scartato la moneta per rifonderla fra i rottami e riutilizzare l’argento, inoltre, è una moneta parlante e mi ha raccontato quanto vi ho riferito: dell’anno difficile, del caratteraccio dei genovesi e del “qui non si spreca mai nulla” e infine il dialogo che vi ho riportato. Secondo voi è andato proprio così? Sapete io ho accostato la moneta all’orecchio ma un po’ il dialetto genovese, un po’ le interferenze di mia moglie dall’altra stanza ….non sono sicuro di aver capito proprio bene….
  24. Ho già chiesto in altra discussione parere su moneta ricevuta da mio papà, collezionista da sempre di monete. Vorrei conoscere il vostro parere quale grado di conservazione secondo voi si posiziona questa mia moneta, che dopo una cinquantina di anni torna a prender luce... Si tratta di 10 lire oro Carlo Alberto 1833 Genova. Le foto non sono bellissime, non sono un esperta, se necessario posto ulteriori foto. Grazie a tutti....
  25. blush20

    VITT EMAN II 5 LIRE 1852 G

    Nell'album La mia raccolta

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